Franco Basaglia

Venezia, 11 Marzo 1924 – Venezia, 29 Agosto 1980
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Biografia

Nato a Venezia l’11 marzo 1924, secondogenito di tre figli, dopo gli studi classici si iscrive alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Padova. Fin dai primi anni di studentato (durante i quali deve anche scontare sei mesi di carcere per i suoi contatti con un gruppo di studenti antifascisti) inizia a orientare i propri interessi verso la psichiatria, frequentando la Clinica neuropsichiatrica dell’ateneo patavino, allora diretta da Giovanni Battista Belloni (1896-1975).
Dopo aver conseguito prima la laurea (1949) e poi la specializzazione in malattie nervose e mentali (1952), lavora come assistente dello stesso Belloni presso l’Ospedale universitario di Padova, mantenendo l’incarico fino al 1961. Nel 1953 sposa Franca Ongaro (1928-2005) – con la quale condividerà numerose battaglie contro l’istituzione manicomiale e a favore della creazione di vere e proprie “comunità terapeutiche” – e ottiene la libera docenza in psichiatria.
Dopo un breve periodo di adattamento al modello di ricerca scientifica in senso “istituzionale” allora in voga (prende tra l’altro parte ai lavori del XXV Congresso nazionale di psichiatria a Taormina nel 1951), inizia a manifestare un sostanziale interesse nei confronti del pensiero fenomenologico-esistenziale di Jaspers, Minkowski, Binswanger, Straus e Sartre. Nel 1961 vince il concorso per la direzione dell’Ospedale psichiatrico di Gorizia, dove entra in contatto con la dura realtà dell’internamento manicomiale, della quale fino ad allora non aveva maturato alcuna esperienza diretta.
Il confronto con il manicomio lo spinge a impegnarsi – sul modello della “comunità terapeutica” di Maxwell Jones (1907-1990) a Dingleton in Scozia, che ha modo di visitare tra il 1961 e il 1962 – in una radicale destrutturazione dell’intero ospedale, attuata mediante l’eliminazione dei mezzi di contenimento, delle terapie di shock e delle barriere fisiche e mediante l’attuazione di nuove modalità terapeutiche volte a recuperare, sulla base del principio dell’open door, la dignità umana dei pazienti.
Dopo aver trascorso un periodo di sei mesi negli Stati Uniti in qualità di visiting professor presso il Community Mental Health Center del Maimonides Hospital di Brooklyn (New York), nel 1969 lascia la direzione del manicomio di Gorizia, anche – o forse soprattutto – a causa delle forti resistenze dell’amministrazione locale a favorire un reale cambiamento nell’assistenza psichiatrica territoriale.
Un’analoga situazione si ripete anche con la direzione dell’Ospedale psichiatrico di Colorno, in provincia di Parma (1970-71), che Basaglia lascia dopo breve tempo. Nello stesso periodo (1971-72) viene inoltre incaricato dell’insegnamento di igiene mentale presso la Facoltà di magistero dell’Università di Parma.
Nell’estate del 1971 vince il concorso per la direzione del manicomio di Trieste. Qui, con il sostegno dell’amministrazione provinciale, presenta un programma di globale ristrutturazione dell’assistenza psichiatrica territoriale, avviando il graduale smantellamento della struttura manicomiale e organizzando il servizio attraverso l’apertura e la riorganizzazione dei reparti. In parallelo, insieme a un piccolo gruppo di operatori psichiatrici fonda, nell’ottobre 1973, il movimento Psichiatria democratica, al quale aderiscono anche familiari di malati e rappresentanti del mondo della cultura. L’anno successivo si celebra a Gorizia il primo convegno del movimento, dedicato a “La pratica della follia”. Qualche anno più tardi, nel 1976, Basaglia vince il concorso universitario bandito per il gruppo delle discipline psichiatriche ed è nominato professore di Neuropsichiatria geriatrica all’Università di Pavia, posto che tuttavia rifiuterà polemicamente per continuare a lavorare presso il manicomio triestino.
Il 13 maggio 1978, in un clima politico animato da molteplici istanze di cambiamento in diversi ambiti della vita sociale, viene approvata la riforma psichiatrica da lui ispirata, la legge n. 180, “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”. Nello stesso anno avvia, con Giulio Alfredo Maccacaro, direttore dell’Istituto di biometria dell’Università di Milano, la prima ricerca sui servizi psichiatrici nell’ambito del Progetto finalizzato Medicina preventiva del CNR, diretto da Raffaello Misiti.
Terminata l’esperienza di Trieste (il cui manicomio chiuderà definitivamente i battenti il 21 aprile 1980), nel 1979 Basaglia – che nel frattempo ha raggiunto una notevole fama tanto in Italia quanto all’estero, testimoniata in modo particolare dalle vivaci conferenze brasiliane di quell’anno – si trasferisce a Roma, dove assume l’incarico di coordinatore dei servizi psichiatrici della Regione Lazio. Di lì a poco, il 29 agosto 1980, muore nella sua casa di Venezia, stroncato da un tumore al cervello.
 
Aurelio Molaro
22/05/2020
 

Bibliografia

Babini, V.P. (2009). Liberi tutti. Manicomi e psichiatri in Italia: una storia del Novecento. Bologna: Il Mulino.
Canosa, R. (1979). Storia del manicomio in Italia dall’Unità a oggi. Milano: Feltrinelli.
Cazzullo, C.L. (2000). Breve storia della psichiatria italiana vista da un protagonista. Milano: Masson.
Colucci, M., & Di Vittorio, P. (2001). Franco Basaglia. Milano: Bruno Mondadori.
Cosenza, D. (1999). Il difficile confine normalità/follia: critica della ragione clinica. In A. Civita & D. Cosenza (Eds.), La cura della malattia mentale. I: Storia ed epistemologia (pp. 248-291). Milano: Bruno Mondadori.
Di Vittorio, P. (1999). Foucault e Basaglia. L’incontro tra genealogie e movimenti di base. Verona: Ombre Corte.
Foot, J. (2014). La “Repubblica dei matti”. Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, 1961-1978. Milano: Feltrinelli.
Gallio, G., Giannichedda, M.G., De Leonardis, O., & Mauri, D. (1983). La libertà è terapeutica? L’esperienza psichiatrica di Trieste, a cura di D. Mauri. Milano: Feltrinelli.
Jones, M. (1952). Social Psychiatry. A Study of Therapeutic Communities. London: Tavistock.
Leoni, F. (Ed.). (2011). Franco Basaglia. Un laboratorio italiano. Milano: Bruno Mondadori.
Molaro, A. (2018). Il corpo e l’istituzione: Franco Basaglia dalla fenomenologia alla psichiatria radicale. Physis: Rivista Internazionale di Storia della Scienza, 53(1-2), 331-360.
Molaro, A., & Stanghellini, G. (Eds.). (2020). Storia della fenomenologia clinica: Le origini, gli sviluppi, la scuola italiana. Torino: UTET.
Pivetta, O. (2014). Franco Basaglia, il dottore dei matti. Milano: Baldini & Castoldi.

Opere

(Selezione)
(1968). L’istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico. Torino: Einaudi.
(1969). (con Ongaro Basaglia, F.) (a cura di). Morire di classe. La condizione manicomiale fotografata da Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin. Torino: Einaudi.
(1973). Che cos’è la psichiatria? Torino: Einaudi.
(1975). (con Ongaro Basaglia, F.) (a cura di). Crimini di pace. Ricerche sugli intellettuali e sui tecnici come addetti all’oppressione. Torino: Einaudi.
(1978). (con Ongaro Basaglia, F., Pirella, A., & Taverna, S.) La nave che affonda. Roma: Savelli.
(1981). Scritti. Vol. I. 1953-1968, a cura di F. Ongaro Basaglia. Torino: Einaudi.
(1982). Scritti. Vol. II. 1968-1980, a cura di F. Ongaro Basaglia. Torino: Einaudi.
(2000). Conferenze brasiliane, a cura di F. Ongaro Basaglia e M.G. Giannichedda. Milano: Raffaello Cortina.

Fonte iconografica

Aspi Archivio storico della psicologia italiana, Università di Milano-Bicocca, Archivio Michele Tansella.
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