Ferdinando Barison

Padova, 9 Aprile 1906 – Padova, 17 Novembre 1995
Vai al menù contestuale

Biografia

Laureatosi in Medicina e chirurgia nel 1930, diviene in seguito assistente presso l’Ospedale psichiatrico di Ferrara, allora diretto da Gaetano Boschi. Nel 1939 si specializza in Clinica delle malattie nervose e mentali a Bologna, con una tesi su Il test di Rorschach in neuropsichiatria infantile. Sono anni di intenso studio, in cui pubblica i primi articoli originali (1934a; 1934b; 1936; 1940). Dopo aver conseguito, nel 1943, la libera docenza in malattie nervose e mentali, viene richiamato come ufficiale medico e inviato presso l’isola di Creta. Nel 1947 vince la nomina a direttore dell’Ospedale psichiatrico provinciale di Padova, dove resta fino al 1971, quando gli succede il suo allievo Luigi Massignan.
Fin dagli anni ’50 lavora per un’apertura al territorio, istituendo ambulatori provinciali, inaugurando all’interno dell’ospedale il servizio sociale e aprendone il parco al pubblico esterno; del 1957 è l’avvio del Centro medico psicopedagogico, istituto di ricerca e assistenza destinato alla cura dei pazienti gravi. Nel 1963 fonda la rivista Psichiatria generale e dell'età evolutiva e diventa presidente della Associazione medici ospedali psichiatrici Italiani (AMOPI).
Ispirandosi per primo in Italia ai dettami della psichiatria di settore, diviene un pioniere della riforma dell'assistenza ai malati psichiatrici. La sua azione come direttore mira da un lato a una modernizzazione dell’ospedale, dall’altro a incrinare la centralità stessa dell’istituzione, spostando la cura sul territorio. È inoltre il primo a introdurre la psicologia clinica in ospedale, andando nella direzione di un rinnovamento socioterapico e comunitario. Tra le numerose innovazioni da lui introdotte si ricordano l’approccio pluriprofessionale; le riunioni periodiche tra pazienti e operatori, e di supervisione tra i diversi operatori; la pratica dell’invio di professionisti (medici, assistenti sociali, psicologi e infermieri) a domicilio per conoscere le famiglie di provenienza dei degenti; l’apertura dei reparti e una maggiore autonomia accordata ai pazienti nella gestione della propria libertà.
Le attività socioterapiche da lui promosse vanno inquadrate nell’ottica di «una psicoterapia di sostegno che coinvolge tutto il personale e che è sotto la supervisione di uno psicoanalista esterno all’ospedale» (Dario 2016, 325). Tutti gli operatori sono inoltre formati e spronati all’incontro e alla comunicazione con il malato; particolare attenzione pone nel delineare quello che deve essere il nuovo profilo dell’infermiere, redigendo un vademecum e favorendo la partecipazione dei suoi infermieri agli stage CEMEA.
Sotto la sua direzione, Padova anticipa la psichiatria territoriale e le riforme che saranno introdotte con la legge Mariotti (18 marzo 1968, n. 431) e la legge Basaglia (13 maggio 1978, n. 180). Nella sua prassi di rinnovamento dell’assistenza psichiatrica, prende però le distanze da altre esperienze di deistituzionalizzazione, come quella di Franco Basaglia a Gorizia, con il quale persisterà una silenziosa polemica.
Attento all’aspetto formativo, è professore stabilizzato di neuropsichiatria infantile e incaricato di psicopatologia presso l’ateneo patavino; tiene inoltre un seminario permanente sul test di Rorschach nel suo istituto e diversi seminari di psicopatologia presso la clinica psichiatrica universitaria di Padova.
La sua produzione scientifica è ampia e variegata, spaziando dalla neurologia alla neuropsichiatria infantile, fino all’organizzazione assistenziale. Tra i temi cui dedica i maggiori sforzi riflessivi, si segnalano la psicopatologia della schizofrenia e il test di Rorschach. Fautore di una psicoterapia fenomenologica, tra i suoi riferimenti si collocano Husserl, l’esistenzialismo di Heidegger e l’ermeneutica di Gadamer.
Come psicopatologo, Barison è «dotato di una singolare originalità» e il momento del colloquio con il paziente è centrale nella sua prassi; «le sue osservazioni sono sempre colte dal vivo dell'esperienza, pass[a] ore nel dialogo con pazienti, scrivendo poi dettagliatamente in cartella» (Gozzetti 1998). Collocandosi nel solco, tra gli altri, di Binswanger e Minkowski, propone un percorso di comprensione come capacità di vivere l’incontro, un’ermeneutica tesa a evidenziare l’originale essere-nel-mondo del malato, al di fuori di rigidi schematismi nosografici. Su questi temi ha intessuto proficui scambi con Gaetano Benedetti ed Eugenio Borgna.
La sua concettualizzazione del modo di essere schizofrenico nel mondo poggia sui concetti di bizzarro, o incomprensibile, o Anders. Quest’ultima nozione è centrale nel suo pensiero, come criterio ermeneutico per la penetrazione del mondo schizofrenico; l’organizzazione schizofrenica è da lui concepita come un plus, che per i suoi aspetti manieristici avrebbe stretti rapporti con la creatività. Intendere questa modalità di essere sarebbe possibile, per il clinico, attraverso un’attività intuitiva e immediata, il Praecoxgefühl (concetto derivato da Henricus Cornelius Rümke).

Andreas Iacarella
01/10/2021

Bibliografia

Babini, V.P. (2009). Liberi tutti. Manicomi e psichiatri in Italia: una storia del Novecento. Bologna: Il Mulino.
Baccaro, L., & Santi, V. (2007). Dai non luoghi all’esserci-con. Storia e testimonianze del Manicomio di Padova a cento anni dalla costruzione 1907-2007. Padova: La Galiverna.
Dario, M. et al. (2016). Psichiatria e psicoterapia in Italia dall’Unità a oggi. Roma: L’Asino d’oro edizioni.
Gallo, F. (2015). Storia ed evoluzione dell’Ospedale psichiatrico di Padova. Formazione psichiatrica, 35(1), 43-59.
Gozzetti, G. (1998). Il contributo di Ferdinando Barison alla psicopatologia fenomenologica della schizofrenia. Atti e memorie dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, 110, 5-19.
Gozzetti, G., & Cappellari, L. (2003). Ferdinando Barison 1906-1995 (pp. 347-363). In M. Maj, F. M. Ferro (a cura di), Antologia di testi psichiatrici italiani. Genova: Marietti.
Migliorini, G. (2020). Ferdinando Barison (pp. 367-384). In A. Molaro, & G. Stanghellini (a cura di), Storia della fenomenologia clinica. Le origini, gli sviluppi, la scuola italiana. Torino: UTET.
Vendrame, G., & Quaranta, F. (1999). Ferdinando Barison e la “creatività” schizofrenica. Il sogno della farfalla, 8(2), 21-36.

Opere

(1934a). L'astrazione formale del pensiero come segno diagnostico differenziale tra schizofrenia e psicosi maniaco depressiva. Suo significato psicopatologico. Rivista sperimentale di freniatria, 57.
(1934b). L'astrazione formale del pensiero come sintomo di schizofrenia. Rivista di neurologia, 3.
(1936). Classificazione ed analisi degli onirismi e descrizione degli stati oniroidi nella paralisi progressiva malarizzata. Rivista sperimentale di freniatria, 60.
(1940). Il reattivo di Rorschach in 74 fanciulli ferraresi di 9-12 anni. Archivio di psicologia, neurologia psichiatria e psicoterapia, 2.
(1946). L’interpretazione delirante e le alterazioni della coscienza di significato nella percezione. Giornale di psichiatria e neuropatologia, 1-2.
(1948a). Il manierismo schizofrenico. Rivista di neurologia, 18.
(1948b). I fenomeni di shock nel Rorschach degli schizofrenici. Rivista di neurologia, 18.
(1948c). Fatti dissociativi nel Rorschach degli schizofrenici. Rivista di neurologia, 18.
(1949). Dissociazione e incomprensibilità schizofreniche. Rivista di neurologia19.
(1952). L’impostazione del problema psicologico della schizofrenia. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 13.
(1953). Le manierisme schizophrénique. L’évolution psychiatrique, 18(1).
(1954). A proposito della discordanza schizofrenica nel Rorschach. Rivista sperimentale di freniatria, 78.
(1956) (con L. Massignan). L’onirismo. Considerazioni psicopatologiche. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 17.
(1958). La coscienza di significato delirante nella percezione, lo smarrimento cosiddetto schizofrenico. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 19.
(1960) (con I. Zappa). Elementi psicoterapeutici nell’opera delle assistenti sociali psichiatriche. Annali della Sanità pubblica, 21(5).
(1961a). Art et schizophrénie. L’évolution psychiatrique, 26(1).
(1961b). Considerazioni sul Praecoxgefühl. Rivista di Neurologia, 31.
(1962) (con G. Moschini e C. Tommasi). Valutazione degli elementi psicoterapeutici nelle organizzazioni di riabilitazione e riadattamento psichiatriche ospedaliere ed extraospedaliere. Minerva medicopsicologica, 3(3).
(1963). Nuove considerazioni sul Praecoxgefühl. Psichiatria generale e dell'età evolutiva, 1.
(1964a). (1964a). Arte e schizofrenia. Ulteriori considerazioni sul rapporto tra arte e schizofrenia. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 25.
(1964b). Ancora sulla riforma dell’assistenza psichiatrica. Psichiatria generale e dell'età evolutiva, 2.
(1964c). Quadro del lavoro interdisciplinare nel campo dell’assistenza psichiatrica. Psichiatria generale e dell'età evolutiva, 2.
(1965). Può l’Ospedale psichiatrico strutturarsi in comunità terapeutica? Psichiatria generale e dell'età evolutiva, 3.
(1966). Problemi organizzativi e socioterapia in Ospedale psichiatrico. Psichiatria generale e dell'età evolutiva, 4.
(1968). La legge stralcio sull’assistenza psichiatrica, attuazione e problematiche. In La società e le malattie mentali. Atti del Congresso. Roma: Accademia italiana di scienze biologiche e morali.
(1975) (con S. Del Monaco Carucci). Il gioco nell’autismo precoce infantile. Approcci fenomenologici. In Dalla parte dei bambini: l’intervento sul territorio. Pisa: Pacini.
(1975a). Fenomenologia e teorie del paradosso familiare. Rivista sperimentale di freniatria, 99.
(1975b). Il manierismo negli episodi acuti schizofrenici. Psichiatria generale e dell'età evolutiva, 12.
(1976a). Autismo precoce infantile: autismo assoluto. Rivista sperimentale di freniatria, 100.
(1976b). Autismo precoce infantile: sordità, segni gestuali. Rivista sperimentale di freniatria, 100.
(1978a). Autenticità e psicoterapia. Rivista sperimentale di freniatria, 102.
(1978b). Tecniche del Rorschach di coppia secondo Willi. Rivista sperimentale di freniatria, 102.
(1979) (con S. Del Monaco Carucci). Trattamento e riabilitazione. Rivista sperimentale di freniatria, 103.
(1980). Fenomenologia e classificazioni psichiatriche. Rivista sperimentale di freniatria, 104.
(1981) (con E. Ferruzza, G. Magni, A. M. Pradetto e D. Campi). Il Rorschach Comune (alla Willi) in un approccio relazionale. Studio di una coppia. Rivista sperimentale di freniatria, 105.
(1981) (con S. Del Monaco Carucci e T. Valert). L’esistenza autistica precoce. Rivista sperimentale di freniatria, 105.
(1981). Cosa è il delirio. Rivista sperimentale di freniatria, 105.
(1982) (con D. Passi Tognazzo). Il Rorschach fenomenologico. Milano: Franco Angeli. [2. Ed. 1993].
(1984) (con E. Cattonaro e D. Passi Tognazzo). Nuovi orientamenti interpretativi del Rorschach. Milano: Raffaello Cortina.
(1984). L’esistenza schizofrenica e la cronicità. Psichiatria generale e dell’età evolutiva, 22.
(1987a). Comprendere lo schizofrenico. Psichiatria generale e dell’età evolutiva, 25.
(1987b). Principi di psicoterapia fenomenologica. Trattamento di insufficienti mentali gravissimi. Psichiatria generale e dell'età evolutiva, 25.
(1987c). L’ironia dello schizofrenico. Psichiatria generale e dell'età evolutiva, 25 (suppl.).
(1988a). Psichiatria e post-moderno. Psichiatria generale e dell’età evolutiva, 26.
(1988b). Un segno siamo, senza significato. Psichiatria generale e dell’età evolutiva, 26.
(1990a). La svolta di una psichiatria fenomenologica. In: Fenomenologia e psicologia. Temi per un confronto, a cura di M. Armezzani. Milano: Franco Angeli.
(1990b). Una psichiatria ermeneutica. In A. Salsa & M. Schiavone (a cura di), Autismo schizofrenico. Bologna: Patron.
(1990c). La psichiatria tra ermeneutica ed epistemologia. Comprendre, 5.
(1990d). Un congresso sulla cosiddetta apatia schizofrenica. Comprendre, 5.
(1990e). Conduzioni di ispirazione fenomenologica di gruppi di discussione. In G. Di Marco (a cura di), I fattori di cambiamento in terapia: riviste a confronto. Chieti: Metis.
(1992). Expériences de "psychotherapie" dans une psychiatrie inspirèe de Heidegger. Comprendre, 6.
(1993). Schizofrenia, Anders e apatia. Psichiatria generale e dell’età evolutiva, 31.
(1994). Benedetti e la sfida esistenziale della psicoterapia. Comprendre, 7.
(1995a). Alterità schizofrenica e creatività. In G. Di Marco (a cura di), Creatività, psicopatologia, arte. Castrovillari: Teda.
(1995b). Risposta “originale”: vetta ermeneutica del Rorschach. Atque. Materiali tra filosofia e psicoterapia, 12.
 

Fonti archivistiche

Archivio di Stato di Padova, fondo Ospedale psichiatrico provinciale di Padova.
Archivio generale per la storia dell'Università Cattolica Sacro Cuore, Milano, Fondo Gemelli-Scolari, b. 9, fascc. 28, 29 e 30; b. 10, fasc. 137; b. 24, fascc. 49 e 99.
back to top