Letizia Comba

Torre Pellice (Torino), 7 Settembre 1932 – Truccazzano (Milano), 3 Febbraio 2000
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Biografia

Letizia Comba nasce nel 1932 a Torre Pellice, all’interno della comunità protestante delle valli valdesi, e si laurea nel 1954 in Filosofia all'Università di Genova, con una tesi sull’esistenzialismo. Dopo la laurea vince una borsa di studio del Programma Fulbright e si trasferisce negli Stati Uniti, a Ithaca, per frequentare il master in Psicologia sperimentale della Cornell University. Al ritorno in Italia si iscrive al corso di laurea in Medicina e chirurgia, per approfondire lo studio dell’anatomia e della fisiologia, che ritiene fondamentale per il lavoro dello psicologo.
Nel 1959 fa parte come psicologa dell'equipe pluridisciplinare di Ernesto de Martino, che lavora a una ricerca sul tarantismo nella penisola salentina, poi pubblicata dal Saggiatore nel 1961, con il titolo La terra del rimorso.
Dal 1960 al 1966, insieme al marito Giovanni Jervis, organizza e dirige la prima Scuola speciale pubblica per bambini spastici “Rossana Strazzeri” di Roma, dove si dedica ai problemi di socializzazione e apprendimento dei bambini affetti da paralisi cerebrale, superando gli ambiti costrittivi regolati secondo i rigidi schemi degli istituti speciali. Contemporaneamente insegna al corso di Psicologia e psicopatologia del minorato fisico della Scuola speciale per terapiste dell’Università di Roma.
Nell’autunno del 1966 si trasferisce a Gorizia con il marito e i figli, Leonardo e Anna, per lavorare presso l’Ospedale psichiatrico come psicologa nell’equipe diretta da Franco Basaglia. Dal 1969 al 1973 è a Reggio Emilia, dove vince il concorso per primario psicologo e partecipa al lavoro di psichiatria territoriale nei servizi psichiatrici provinciali diretti da Jervis. Nello stesso tempo cura l'edizione italiana dei testi di Ronald David Laing, L'io diviso. Studio di psichiatria esistenziale (pubblicato nel 1969 da Einaudi) e Normalità e follia nella famiglia (Einaudi, 1970).
Dal 1971 inizia l’attività di insegnamento universitario presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Urbino, dove insegna psicologia fino al 1985. In quel periodo si dedica inoltre al teatro sperimentale, collaborando con il Théatre Onze di Ginevra e il Teatro Laboratorio di Jerzy Grotowski. Il suo interesse per il teatro sperimentale si riflette anche nell’insegnamento, durante il quale si serve di mezzi tecnologici ancora poco diffusi nel contesto universitario (macchine fotografiche, registratori, proiettori) e di linguaggi e forme di espressione poco accademiche, come spettacoli teatrali e trasmissioni radiofoniche.
Nel 1986, dopo aver vinto il concorso per la nomina a professore associato, si trasferisce all'Istituto di filosofia dell'Università di Verona, come docente di psicologia applicata e poi di psicologia dell'arte e della letteratura. Sempre a Verona entra in contatto con la Comunità filosofica di Diotima, spazio di riflessione sulla differenza sessuale e pratica di relazione tra donne, nato nell'ateneo veronese nel 1983.
Negli ultimi anni riprende a viaggiare in India, dove si era recata una prima volta negli anni Cinquanta, incontrando studiose a Calcutta e a Nuova Delhi, da cui nascono nuovi interessi di ricerca e confronto.
Muore improvvisamente in un incidente d'auto nel 2000.

Carla Cioglia
25/03/2022 (aggiornamento 27/06/2022)
 

Bibliografia

Spillari, C. (2011). Letizia Comba. Un ritratto. In L. Comba, Tessere. Scritti 1967-2000, a cura di C. Spillari, G. Baiguera, A. Sacchetto, & M. Vaccari. Milano: Il Saggiatore, 2011.

Opere

(1961). Problemi di psicologia nello studio del tarantismo. In E. De Martino, La terra del rimorso. Milano: Il Saggiatore.
(1961, con Giovanni Jervis). Problemi di socializzazione e di apprendimento in una scuola per bambini affetti da paralisi cerebrale. In Atti del VI Congresso nazionale della SIAME. Bari: Cressati.
(1967, con Antonio Slavich). Il lavoro rende liberi? Commento a due assemblee di comunità dell'ospedale psichiatrico di Gorizia. In Che cos'è la psichiatria?, a cura di F. Basaglia. Parma: Amministrazione provinciale di Parma.
(1967). Tecniche di valutazione psicopedagogica. Discussione sulla relazione Haeussermann.  Archivio italiano di pediatria e puericultura, 25(1).
(1968). C donne: l'ultimo reparto chiuso. In L'istituzione negata, a cura di F. Basaglia. Torino: Einaudi.
(1968). Considerazioni su un'esperienza comunitaria, C e altri. Note e riviste di psichiatria, 1.
(1969). Prefazione. In R.D. Laing, L'io diviso. Studio di psichiatria esistenziale. Torino: Einaudi.
(1969, con Giovanni Jervis). A proposito del rapporto tra collocazione professionale e azione politica. Quaderni piacentini, 38.
(1970). Prefazione. In R.D. Laing, A. Esterson, Normalità e follia nella famiglia. Torino: Einaudi.
(1971). Ruolo dello psicologo in ospedale psichiatrico e possibilità di una sua negazione. In Psicologia psichiatrica e rapporti di potere, a cura dell'Istituto Gramsci. Roma: Editori Riuniti.
(1973). Uno psicologo al servizio di chi? Inchiesta, luglio-settembre.
(1974). Sulla famiglia. Primi appunti e Sulla famiglia. Secondi appunti. La madre. Quaderni piacentini, 53-54.
(1975, con Franca Pizzini). La donna che lavora e la famiglia. Inchiesta, aprile-giugno.
(1982). Appunti sulla psicologia del diverso. In AA.VV., Handicap: problematiche della prevenzione, problematiche relazionali e socio-lavorative. Mondovì: Frumenzi.
(1983). Sigmund Freud e la psicanalisi. In AA. VV., Un'esperienza di aggiornamento culturale. Capriate: Associazione pedagogica italiana.
(1984). Paternità separate. Una ricerca sul vissuto del padre nella famiglia divisa. Milano: Franco Angeli.
(1985). Guida alle letture sulle interviste parto-nascita. Studi urbinati.
(1988, con Jacques Arpin e Francois Fleury). Migrazione e salute mentale in Europa.  Antropologia medica, 4.
(1988). Il sesso delle antenate. Inchiesta, 82, ottobre-dicembre.
(1992). Ciò che non è verificabile. In Diotima. Mettere al mondo il mondo: oggetto e oggettività alla luce della differenza sessuale. Milano: La Tartaruga.
(1992). L'amica indiana. In Diotima. Il cielo stellato dentro di noi. L'ordine simbolico della madre. Milano: La Tartaruga.
(1993). Perdere la testa: il sogno dell'amante e dell'amato. In La ginestra. Quaderni di cultura psicoanalitica, 3.
(1993). Prefazione. In M.G. Corda, Il profumo della memoria. Firenze: Atheneum.
(1994). Prefazione. In G. Crocetti, D. Boaria, Ritorno al punto zero… Dall'ascolto terapeutico di Anna malata di cancro. Roma: Borla.
(1994). Nel giardino di Kalì. Tuttestorie, 2.
(1995). L'obbedienza. Lettera a Diotima. In Diotima. Oltre l'uguaglianza: le radici femminili dell'autorità. Napoli: Liguori.
(1995). Introduzione a C. Spillari, Non perdere le orme. DWF, 1(25).
(1995, a cura di). Donne educatrici: Maria Montessori e Ada Gobetti. Torino: Rosenberg & Sellier.
(1996, con Caterina Spillari). Leggere una lettera. Riflessioni metodologiche sul carteggio di Margherita Brognoligo con la madre Teresa 1877-1900. Bollettino della Biblioteca civica di Verona, 2.
(2001, a cura di). La materia dell'anima. Torino: Rosenberg & Sellier.
(2011). Tessere. Scritti 1967-2000. Milano: Il Saggiatore.

Fonti archivistiche

Fondazione Elvira Badaracco (Milano), Archivio Letizia Comba.

Fonte iconografica

Raccolta privata degli eredi.
 
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