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Nella sua attività di ricerca Bonaventura utilizzò in modo originale gli strumenti raccolti da De Sarlo e li integrò con nuovi apparati da lui stesso realizzati, fra i quali il tachistoscopio a doppia caduta. Lo strumento fu usato da Bonaventura e dai suoi allievi (fra cui Renata Calabresi) nelle ricerche sull'attenzione, sul tempo di apprendimento e sulla percezione del tempo, in particolare sulla durata del presente psichico. Nel 1929 Bonaventura dedicò a questo tema il volume Il problema psicologico del tempo, la sua opera più famosa nel campo della psicologia sperimentale.
Nel 1931, quando venne bandito un concorso nazionale per ricoprire la cattedra di psicologia sperimentale lasciata vacante da Sante De Sanctis a Roma, Mario Ponzo ottenne la cattedra, mentre gli altri "ternati", Bonaventura e Cesare Musatti, non vennero chiamati in alcuna università italiana.
Bonaventura continuò comunque l'attività di ricerca sperimentale nel laboratorio fiorentino e dedicò particolare attenzione alla psicologia applicata, soprattutto nel campo dell'orientamento scolastico e professionale. Si aprì inoltre alla psicoanalisi, sulla base della convinzione che il metodo introspettivo potesse essere applicato non solo nella ricerca di laboratorio, ma anche come strumento di indagine psicoanalitica.
Nel laboratorio di Firenze lavorò intensamente fino al 1938, quando ne fu allontanato in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, sostituito dall'allievo Alberto Marzi. Decise quindi di emigrare in Palestina, dove continuò la sua attività all'Università di Gerusalemme.
Morì nel massacro di Hadassah del 1948, durante il quale miliziani arabi attaccarono un convoglio di medici, infermieri e studenti della facoltà di medicina di Gerusalemme, uccidendo 79 persone.
Mauro Antonelli e Verena Zudini
08/09/2010 (aggiornamento della Redazione, 30/01/2021)
Anonimo (1948). Enzo Bonaventura. Necrologio e commemorazioni. Rivista di psicologia, 44(3), 97-112.
Gori Savellini, S. (1998). Enzo Bonaventura. In G. Cimino & N. Dazzi (a cura di), La Psicologia in Italia. I protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945). Volume 2 (pp. 403-425). Milano: LED
Gori Savellini, S. (a cura di) (1990). Enzo Bonaventura (18911948). Una singolare vicenda culturale dalla psicologia sperimentale alla psicoanalisi e alla psicologia applicata. Atti del convegno di Firenze. Firenze: Giunti.
Guarnieri, P. (2012). Senza cattedra. L'Istituto di psicologia dell'Università di Firenze tra idealismo e fascismo. Firenze: Firenze University Press.
Guarnieri, P. (2019). Enzo (Joseph) Bonaventura. In Ead., Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Firenze: Firenze University Press.
Luccio, R. (1990). Un secolo di psicologia sperimentale in Italia. In E. Hearst (a cura di), Cento anni di psicologia sperimentale. Volume 3 (pp. 301-329). Bologna: Il Mulino.
Marhaba, S. (1981). Lineamenti della psicologia italiana: 1870-1945. Firenze: Giunti.
Sirigatti, S. (1967). Gli studi di psicologia scientifica nell'Università di Firenze, 1903-1945. Siena: Cantagalli.
Biografia
Di famiglia ebrea, figlio di Emma Fano e del musicologo e giornalista Arnaldo Bonaventura, dopo il liceo classico si iscrisse all'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, dove si laureò in filosofia nel 1913, ottenendo il perfezionamento in psicologia l'anno successivo, con Francesco De Sarlo. Ebbe così modo di lavorare nel Laboratorio di psicologia sperimentale da questi fondato nel 1903 e di diventare quindi suo assistente, dedicandosi in particolare agli studi sulla percezione degli intervalli di tempo. Ottenuta la libera docenza in psicologia nel 1917, fu poi nominato professore incaricato di psicologia sperimentale nel novembre 1923, facente funzioni anche di direttore dell'Istituto al posto del maestro, spostato a filosofia in quanto antifascista e poi sospeso nel 1925.Nella sua attività di ricerca Bonaventura utilizzò in modo originale gli strumenti raccolti da De Sarlo e li integrò con nuovi apparati da lui stesso realizzati, fra i quali il tachistoscopio a doppia caduta. Lo strumento fu usato da Bonaventura e dai suoi allievi (fra cui Renata Calabresi) nelle ricerche sull'attenzione, sul tempo di apprendimento e sulla percezione del tempo, in particolare sulla durata del presente psichico. Nel 1929 Bonaventura dedicò a questo tema il volume Il problema psicologico del tempo, la sua opera più famosa nel campo della psicologia sperimentale.
Nel 1931, quando venne bandito un concorso nazionale per ricoprire la cattedra di psicologia sperimentale lasciata vacante da Sante De Sanctis a Roma, Mario Ponzo ottenne la cattedra, mentre gli altri "ternati", Bonaventura e Cesare Musatti, non vennero chiamati in alcuna università italiana.
Bonaventura continuò comunque l'attività di ricerca sperimentale nel laboratorio fiorentino e dedicò particolare attenzione alla psicologia applicata, soprattutto nel campo dell'orientamento scolastico e professionale. Si aprì inoltre alla psicoanalisi, sulla base della convinzione che il metodo introspettivo potesse essere applicato non solo nella ricerca di laboratorio, ma anche come strumento di indagine psicoanalitica.
Nel laboratorio di Firenze lavorò intensamente fino al 1938, quando ne fu allontanato in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, sostituito dall'allievo Alberto Marzi. Decise quindi di emigrare in Palestina, dove continuò la sua attività all'Università di Gerusalemme.
Morì nel massacro di Hadassah del 1948, durante il quale miliziani arabi attaccarono un convoglio di medici, infermieri e studenti della facoltà di medicina di Gerusalemme, uccidendo 79 persone.
Mauro Antonelli e Verena Zudini
08/09/2010 (aggiornamento della Redazione, 30/01/2021)
Bibliografia
Albertazzi, L., Cimino, G., & Gori Savellini, S. (a cura di) (1999). Francesco De Sarlo e il laboratorio fiorentino di psicologia. Bari: Laterza.Anonimo (1948). Enzo Bonaventura. Necrologio e commemorazioni. Rivista di psicologia, 44(3), 97-112.
Gori Savellini, S. (1998). Enzo Bonaventura. In G. Cimino & N. Dazzi (a cura di), La Psicologia in Italia. I protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945). Volume 2 (pp. 403-425). Milano: LED
Gori Savellini, S. (a cura di) (1990). Enzo Bonaventura (18911948). Una singolare vicenda culturale dalla psicologia sperimentale alla psicoanalisi e alla psicologia applicata. Atti del convegno di Firenze. Firenze: Giunti.
Guarnieri, P. (2012). Senza cattedra. L'Istituto di psicologia dell'Università di Firenze tra idealismo e fascismo. Firenze: Firenze University Press.
Guarnieri, P. (2019). Enzo (Joseph) Bonaventura. In Ead., Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Firenze: Firenze University Press.
Luccio, R. (1990). Un secolo di psicologia sperimentale in Italia. In E. Hearst (a cura di), Cento anni di psicologia sperimentale. Volume 3 (pp. 301-329). Bologna: Il Mulino.
Marhaba, S. (1981). Lineamenti della psicologia italiana: 1870-1945. Firenze: Giunti.
Sirigatti, S. (1967). Gli studi di psicologia scientifica nell'Università di Firenze, 1903-1945. Siena: Cantagalli.