Scuola magistrale ortofrenica di Firenze

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In seguito all’apertura a Firenze dell’Istituto “Umberto I” per fanciulli tardivi e nervosi, avvenuta il 27 agosto 1899, e al suo rapido sviluppo, si ritenne necessario istituire una scuola che potesse accogliere e formare le insegnanti che avrebbero poi lavorato nell’Istituto stesso. Nacque così – a imitazione di quella di Roma che al tempo era l’unica in Italia – la Scuola magistrale ortofrenica di Firenze, fondata nell’anno scolastico 1925-1926, grazie all’iniziativa di Eugenio Modigliano, pediatra e direttore dell’Istituto “Umberto I”, e di Giovanni Calò, professore di pedagogia all’Università degli studi di Firenze.
Tale istituzione, sovvenzionata dal Ministero dell’educazione nazionale, curava la preparazione teorico-pratica delle maestre elementari destinate all’insegnamento nelle scuole speciali e nelle classi differenziali. La Scuola magistrale ortofrenica di Firenze svolgeva corsi annuali, da ottobre  a giugno, per un totale di 180 giorni, con lezioni di due ore al giorno che si tenevano presso l’Università di Firenze e presso l’Istituto “Umberto I”. Le discipline insegnate nel corso degli anni furono: Pedagogia generale, Pedagogia dei disadattati mentali, Educazione e Didattica speciale, Psicologia generale, Psicologia dell’età evolutiva, Valutazione psicologica della personalità, Neuropsichiatria infantile, Auxologia normale e patologica. Oltre agli insegnamenti tenuti, fra gli altri, dallo psichiatria Paolo Amaldi, e dai docenti dell’Istituto universitario di psicologia Enzo Bonaventura e poi Alberto Marzi, c’era un tirocinio pratico da svolgere nell’Istituto “Umberto I”, al quale la Scuola era legata tramite una convenzione che stabiliva i diritti e i doveri dell’una e dell’altro. La Scuola era un’istituzione didatticamente e amministrativamente autonoma ma connessa all’Istituto, poiché si «serviva del materiale umano di cui l’Istituto disponeva per gli studi di psicologia, di neuropatologia, di pedagogia e per il tirocinio» (Calò, 1950) e offriva poi la consulenza tecnica e didattica. Con lo scopo di contribuire allo sviluppo di questa tipologia di studi, pubblicava anche i manuali delle lezioni tenuti dai singoli insegnanti.
L’ammissione alla Scuola era subordinata ad una prova attitudinale che si svolgeva presso la sua sede, secondo criteri previsti dal Ministero e secondo alcune modalità adottate dal Consiglio dei professori. Al termine dei corsi, si svolgevano gli esami suddivisi in due sessioni (estiva e autunnale) con prova orale sui programmi, prova pratica ad una classe o ad un gruppo di alunni dell’Istituto Umberto I e la discussione di una tesi scritta concernente l’esame antropologico e psicologico di un fanciullo ricoverato nell’Istituto. Successivamente, ciascuna candidata doveva esporre le modalità da seguire nell’educazione del fanciullo preso in esame, che le era stato assegnato dalla Direzione dell’“Umberto I”.
Il futuro insegnante per frenastenici doveva, quindi, possedere una «cultura pedagogica profonda, un’intelligenza acuta, una volontà tenace di lavoro e pazienza» (Alessandrini, 1925, p. 26).
A dimostrazione del valore immediatamente assunto dalla Scuola, è significativo il documento conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze con il quale, in data 19 gennaio 1926, il Ministero della pubblica istruzione si compiaceva «dell’iniziativa rivolta in favore dell’assistenza dell’infanzia anormale ed esprime perciò la sua soddisfazione per il proposito manifestato dall’Istituto Umberto I di codesta città di dar vita ad una Scuola magistrale ortofrenica sul tipo di quella già esistente a Roma per la preparazione di insegnanti idonei all’istruzione ed educazione dei fanciulli frenastenici».
La Scuola magistrale ortofrenica di Firenze, intitolata poi a Giovanni Calò, ha continuato le sue attività fino al 1994. Suo ultimo direttore è stato Guido Noccioli, allievo di Sergio Levi.

Margherita Sani
30/12/2015

Bibliografia

Guarnieri, P. (2012). Senza cattedra. L’Istituto di psicologia dell’Università di Firenze tra idealismo e fascismo. Firenze: Firenze University Press.

Fonti a stampa
Alessandrini, A. (1925). Gli anormali nel problema dell’educazione. Firenze: Vallecchi Editore.
Calò, G. (1950). Educazione e scuola. Idee vecchie e nuove. Firenze: Stab. Tip. Della Casa Editrice Marzocco.
Modigliano, E. (1926). Le istituzioni per anormali psichici in Italia, estratto de L’assistenza dei minorenni anormali. Bollettino della Scuola magistrale ortofrenica, 2, 120-128.
Modigliano, E. (1935). Relazione della Scuola magistrale ortofrenica di Firenze, estratto de L’assistenza dei minorenni anormali. Bollettino della Scuola magistrale ortofrenica, 4-5, (2a serie)”, 187-194.

Fonti archivistiche

Archivio di Stato di Firenze, Fondo archivistico Istituto toscano per bambini tardivi Umberto I.
Biblioteca V. Chiarugi, San Salvi, Firenze, ASL 10, Fondo librario Umberto I: dattiloscritto di Calò G., La pedagogia degli anormali. Scuola magistrale ortofrenica. Lezioni del Prof. G. Calò.
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