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Già fabbriciere della Cattedrale del canonicato di San Filippo e San Giacomo, approfondì diversi studi teologici: negli anni sessanta si dedicò alla storia della confessione auricolare nella Chiesa, al dogma dell’infallibilità papale e alla Summa Theologica di San Tommaso. Non omise studi sul Rinascimento, sulla storia naturale e sulla scienza coeva.
Nel 1870 concluse La psicologia come scienza positiva, nella quale perorava il metodo sperimentale nello studio dei fenomeni psichici: in questa indagine la psicologia diveniva strumento necessario per riformare la filosofia, capace inoltre di delineare nuovi percorsi d’indagine e di mostrare l’unità psicofisica dell’essere umano.
Nel 1872 lasciò l’abito ecclesiastico dopo la pubblicazione, da parte della Gazzetta di Mantova, di un suo articolo nel quale negava il dogma dell’infallibilità papale. Sei anni più tardi pubblicò La formazione naturale nel fatto del sistema solare, nella quale formalizzava il suo radicale allontanamento dalla Chiesa e dalla fede.
Consigliere comunale a Mantova con i radicali, collaborò con diverse riviste specializzate (Rassegna critica, Rivista di filosofia scientifica) e nel 1881 ottenne l’insegnamento di storia della filosofia all’Università di Padova. Dal 1884 insegnò lingua e letteratura tedesca e nel 1888 pedagogia. Le lezioni di quest’ultimo corso vennero raccolte e pubblicate con il titolo: La scienza dell’educazione. Negli anni successivi terminò la trilogia che di fatto voleva racchiudere il suo percorso filosofico: Il vero (1891), La ragione (1894) e L’unità della coscienza (1898).
Socio corrispondente dell’Accademia dei lincei dal 1903, fu nominato senatore nel 1913.
Morì suicida il 15 settembre 1920.
Dario De Santis
25/02/2010
Büttemeyer, W. (1969). Roberto Ardigò e la psicologia moderna. Firenze: La nuova Italia.
Dal Covolo A. (1985). Roberto Ardigò: dal sacerdozio all'ateismo. Roma: Città nuova.
Gentile, A. (1988). La religione civile: del positivismo di Roberto Ardigò. Napoli: Edizioni scientifiche italiane.
Pironi, T. (2000). Roberto Ardigò, il positivismo e l'identità pedagogica del nuovo stato unitario.Bologna: CLUEB.
Saloni A. (1969). Il positivismo e Roberto Ardigò. Roma: Armando.
Biografia
Nel 1848 Ardigò intraprese il corso di teologia nel Seminario vescovile di Milano; tornato a Mantova per concludere il suo percorso formativo, fu ordinato prete il 22 giugno 1851. Sotto l’influenza del clero mantovano, liberale e attento all’istruzione scientifica, conobbe Luigi Martini ed Enrico Tazzoli e iniziò la sua attività didattica, ottenendo l’incarico di prefetto disciplinare nel Seminario (1851-1854). Dopo un breve soggiorno a Vienna, presso l’Istituto di teologia sublime S. Agostino, ritornò a Mantova dove, oltre all’attività di catechista, continuò a insegnare nel ginnasio (1856-1867): nel 1869 fu nominato titolare della cattedra ginnasiale.Già fabbriciere della Cattedrale del canonicato di San Filippo e San Giacomo, approfondì diversi studi teologici: negli anni sessanta si dedicò alla storia della confessione auricolare nella Chiesa, al dogma dell’infallibilità papale e alla Summa Theologica di San Tommaso. Non omise studi sul Rinascimento, sulla storia naturale e sulla scienza coeva.
Nel 1870 concluse La psicologia come scienza positiva, nella quale perorava il metodo sperimentale nello studio dei fenomeni psichici: in questa indagine la psicologia diveniva strumento necessario per riformare la filosofia, capace inoltre di delineare nuovi percorsi d’indagine e di mostrare l’unità psicofisica dell’essere umano.
Nel 1872 lasciò l’abito ecclesiastico dopo la pubblicazione, da parte della Gazzetta di Mantova, di un suo articolo nel quale negava il dogma dell’infallibilità papale. Sei anni più tardi pubblicò La formazione naturale nel fatto del sistema solare, nella quale formalizzava il suo radicale allontanamento dalla Chiesa e dalla fede.
Consigliere comunale a Mantova con i radicali, collaborò con diverse riviste specializzate (Rassegna critica, Rivista di filosofia scientifica) e nel 1881 ottenne l’insegnamento di storia della filosofia all’Università di Padova. Dal 1884 insegnò lingua e letteratura tedesca e nel 1888 pedagogia. Le lezioni di quest’ultimo corso vennero raccolte e pubblicate con il titolo: La scienza dell’educazione. Negli anni successivi terminò la trilogia che di fatto voleva racchiudere il suo percorso filosofico: Il vero (1891), La ragione (1894) e L’unità della coscienza (1898).
Socio corrispondente dell’Accademia dei lincei dal 1903, fu nominato senatore nel 1913.
Morì suicida il 15 settembre 1920.
Dario De Santis
25/02/2010
Bibliografia
Bortone, A. Ardigò Roberto in Dizionario biografico degli italiani.Büttemeyer, W. (1969). Roberto Ardigò e la psicologia moderna. Firenze: La nuova Italia.
Dal Covolo A. (1985). Roberto Ardigò: dal sacerdozio all'ateismo. Roma: Città nuova.
Gentile, A. (1988). La religione civile: del positivismo di Roberto Ardigò. Napoli: Edizioni scientifiche italiane.
Pironi, T. (2000). Roberto Ardigò, il positivismo e l'identità pedagogica del nuovo stato unitario.Bologna: CLUEB.
Saloni A. (1969). Il positivismo e Roberto Ardigò. Roma: Armando.