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La Scuola magistrale ortofrenica di Firenze entrò in funzione nell’anno accademico 1925-26, approvata dal Ministero della pubblica istruzione. Per regolamento era connessa all’Istituto Umberto I, dove i futuri maestri ortofrenici seguivano alcuni corsi (altri erano tenuti in via San Gallo) e svolgevano il tirocinio di un anno per fare poi la tesi. Gli iscritti aumentarono, fino a circa 60 l’anno e soprattutto aumentò la percentuale femminile. Superato l’esame di ammissione, apprendevano pedagogia e psicologia generale, antropologia e valutazione psicologica della personalità, auxologia normale e patologica. La neuropsichiatria infantile era insegnata dal direttore dell’Ospedale psichiatrico “Chiarugi”, Paolo Amaldi; fra i docenti dell’Università di Firenze che tennero corsi alla Scuola magistrale ortofrenica, alcuni redassero poi degli appositi manuali. Per la Pedagogia degli anormali (Firenze 1946) lo fece Calò e per la Psicologia dell’età evolutiva (Lanciano 1930) Enzo Bonaventura, il quale dal 1923 dirigeva l’Istituto fondato da De Sarlo, in quella che nel 1924-25 era divenuta l’Università di Firenze.
La reputazione di Bonaventura è rimasta legata soprattutto alla psicologia sperimentale, e difatti aveva iniziato la sua carriera universitaria come assistente del laboratorio di Firenze, di cui costruì anche vari strumenti. Eppure la sua attività divenne poi molto varia, tant’è che si occupò anche di psicoanalisi, e soprattutto di psicologia evolutiva. Propose l’indagine psicologica dei lattanti, da aggiungere all’esame fisiologico e antropologico nel secondo semestre di vita, attraverso prove sperimentali registrabili che dovevano definire non solo il livello mentale del bambino, ma anche i suoi caratteristici atteggiamenti, risultato di fattori sia originari, sia acquisiti sotto le influenze dell’ambiente. Criticò il metodo Montessori, che a suo avviso faceva troppo riferimento a materiale analitico artificiale e poco allo sviluppo della personalità del bambino nel suo complesso. Attinse piuttosto alla psicologia dello sviluppo tedesca e francese, e preferì quella americana, o meglio di psicologi tedeschi ebrei emigrati in America come Charlotte Bühler.
Quando anche Bonaventura emigrò per sfuggire alla persecuzione razziale, in Palestina si dedicò pienamente alla psicologia dell’educazione, mentre in Italia tutto quel suo lavoro rimase ignorato.
Patrizia Guarnieri
30/12/2015
Guarnieri, P. (2016). The Zionist Network and Enzo Bonaventura: from Florence to Jerusalem. In EAD, Italian psychology and Jewish Emigration under Fascism: from Florence to Jerusalem and New York (pp.133-154). New York: Palgrave Macmillan.
Scaglia, E. (2013). Giovanni Calò nella pedagogia italiana del ‘900. Brescia: La Scuola.
Fonti a stampa
Modigliano, E. (1935). Relazione della Scuola magistrale ortofrenica di Firenze. In L’assistenza ai minorenni anormali. Bollettino della Scuola magistrale ortofrenica, 4-5, 187-194.
Scuola magistrale ortofrenica di Firenze (1926). Roma: Mainardi.
Archivio di Stato di Firenze, Fondo archivistico Scuola magistrale ortofrenica (recentemente depositato dalla ASL 10 di Firenze, in attesa di riordino).
Indire, Firenze, Archivio Museo nazionale della Scuola 1941
La conoscenza psicologica costituiva la condizione necessaria per qualsiasi educazione. Nella scuola fiorentina di De Sarlo, che lavorò spesso a contatto con gli insegnanti e frequentò Luigi Credaro e la sua Rivista pedagogica, fu soprattutto Giovanni Calò a dedicarsi alla pedagogia. Ne divenne il professore ordinario dell’Istituto di studi superiori nel 1911 e rimase tale all’Università di Firenze fino al 1952. Come il suo maestro, si oppose tanto al riduzionismo naturalistico quanto all’identificazione della pedagogia con la filosofia dello spirito, e in polemica con Gentile già nel 1907 si espresse Per una scienza dell’educazione, ispirata all’herbartismo. Convinto che “insegnare ed educare richiede soprattutto una continua soluzione di problemi psicologici”, si impegnò molto ne L’educazione degli educatori (Firenze 1914). Eletto deputato nel 1919, sottosegretario alla Pubblica istruzione nel ‘22, nel ‘25 organizzò la Mostra didattica nazionale di Firenze, che nel ‘29 si trasformò nel permanente Museo didattico; e benché il ruolo che vi ebbe l’allora gentiliano Giuseppe Lombardo Radice sia ricordato più spesso, fu l’antidealista Calò a dirigere il Museo fino al 1938. Egli inoltre contribuì a far aprire a Firenze, come già a Roma, una Scuola magistrale ortofrenica per formare maestri e soprattutto maestre dei “fanciulli anormali psichici” che lui stesso seguiva all’Istituto Umberto I di Firenze. Del resto persino la riforma scolastica del 1923 prevedeva l’istituzione di tali scuole o corsi per gli insegnanti elementari che operavano nelle classi differenziali.
La Scuola magistrale ortofrenica di Firenze entrò in funzione nell’anno accademico 1925-26, approvata dal Ministero della pubblica istruzione. Per regolamento era connessa all’Istituto Umberto I, dove i futuri maestri ortofrenici seguivano alcuni corsi (altri erano tenuti in via San Gallo) e svolgevano il tirocinio di un anno per fare poi la tesi. Gli iscritti aumentarono, fino a circa 60 l’anno e soprattutto aumentò la percentuale femminile. Superato l’esame di ammissione, apprendevano pedagogia e psicologia generale, antropologia e valutazione psicologica della personalità, auxologia normale e patologica. La neuropsichiatria infantile era insegnata dal direttore dell’Ospedale psichiatrico “Chiarugi”, Paolo Amaldi; fra i docenti dell’Università di Firenze che tennero corsi alla Scuola magistrale ortofrenica, alcuni redassero poi degli appositi manuali. Per la Pedagogia degli anormali (Firenze 1946) lo fece Calò e per la Psicologia dell’età evolutiva (Lanciano 1930) Enzo Bonaventura, il quale dal 1923 dirigeva l’Istituto fondato da De Sarlo, in quella che nel 1924-25 era divenuta l’Università di Firenze.
La reputazione di Bonaventura è rimasta legata soprattutto alla psicologia sperimentale, e difatti aveva iniziato la sua carriera universitaria come assistente del laboratorio di Firenze, di cui costruì anche vari strumenti. Eppure la sua attività divenne poi molto varia, tant’è che si occupò anche di psicoanalisi, e soprattutto di psicologia evolutiva. Propose l’indagine psicologica dei lattanti, da aggiungere all’esame fisiologico e antropologico nel secondo semestre di vita, attraverso prove sperimentali registrabili che dovevano definire non solo il livello mentale del bambino, ma anche i suoi caratteristici atteggiamenti, risultato di fattori sia originari, sia acquisiti sotto le influenze dell’ambiente. Criticò il metodo Montessori, che a suo avviso faceva troppo riferimento a materiale analitico artificiale e poco allo sviluppo della personalità del bambino nel suo complesso. Attinse piuttosto alla psicologia dello sviluppo tedesca e francese, e preferì quella americana, o meglio di psicologi tedeschi ebrei emigrati in America come Charlotte Bühler.
Quando anche Bonaventura emigrò per sfuggire alla persecuzione razziale, in Palestina si dedicò pienamente alla psicologia dell’educazione, mentre in Italia tutto quel suo lavoro rimase ignorato.
Patrizia Guarnieri
30/12/2015
Bibliografia
Caroli, D. (2014). Per una storia dell’asilo nido in Europa tra Otto e Novecento. Milano: FrancoAngeli, pp. 331-340.Guarnieri, P. (2016). The Zionist Network and Enzo Bonaventura: from Florence to Jerusalem. In EAD, Italian psychology and Jewish Emigration under Fascism: from Florence to Jerusalem and New York (pp.133-154). New York: Palgrave Macmillan.
Scaglia, E. (2013). Giovanni Calò nella pedagogia italiana del ‘900. Brescia: La Scuola.
Fonti a stampa
Modigliano, E. (1935). Relazione della Scuola magistrale ortofrenica di Firenze. In L’assistenza ai minorenni anormali. Bollettino della Scuola magistrale ortofrenica, 4-5, 187-194.
Scuola magistrale ortofrenica di Firenze (1926). Roma: Mainardi.
Fonti archivistiche
Biblioteca umanistica, Università degli studi di Firenze, Sede di Psicologia, Fondo Tesi storiche. Scuola magistrale ortofrenica (serie incompleta).Archivio di Stato di Firenze, Fondo archivistico Scuola magistrale ortofrenica (recentemente depositato dalla ASL 10 di Firenze, in attesa di riordino).
Indire, Firenze, Archivio Museo nazionale della Scuola 1941