Il fondo Giulio Cesare Ferrari

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Soggetto produttore

Il fondo archivistico e librario dello psichiatra e psicologo emiliano Giulio Cesare Ferrari è conservato presso il Centro di ricerca Aspi – Archivio storico della psicologia italiana dell’Università degli studi di Milano-Bicocca, al quale è stato donato nel 2005 dall’Istituto “Giulio Cesare Ferrari” di Padova. Raccoglie la documentazione prodotta da Ferrari nel corso della sua attività clinica, sperimentale, pubblicistica e privata e una serie di carte prodotte dai suoi famigliari, prevalentemente dalla moglie Emilia Giordani e dalla figlia maggiore Nora. La storia dell’archivio è del resto molto legata a queste due figure femminili, che lo conservarono gelosamente nel corso del tempo: dopo la scomparsa della madre, Nora portò con sé le carte, trasferendosi da Bologna a Terni con il marito Cesare Pressio Colonnese; alla morte di Nora, il nipote Roberto Kechler le donò poi all’Istituto “Giulio Cesare Ferrari” di Padova, fondato e diretto da Mario Quaranta, che provvide a una prima inventariazione parziale e sommaria dell’epistolario. Successivamente, nella seconda metà del 2005, l’archivio fu donato al Centro Aspi e trasferito a Milano, dove ottenne la dichiarazione di notevole interesse storico da parte della Soprintendenza archivistica della Lombardia. Dal momento però che la documentazione pervenne all’Aspi in fasi successive, tra il 2005 e il 2011, il riordino e l’inventariazione analitica delle carte subì un iter lento e a fasi alterne, concludendosi solo – per quanto riguarda l’archivio proprio di Ferrari – nel settembre 2017. Sono invece ancora in corso di inventariazione le carte famigliari presenti in appendice.
Non essendovi ormai più traccia dell’ordinamento originale dei documenti, per procedere all’inventariazione archivistica è stato necessario organizzare i materiali in base alla loro tipologia e alle aree tematiche individuabili nell’eclettica attività di Ferrari. Una volta creata la struttura complessiva dell’archivio, si è proceduto a descrivere in modo analitico i fascicoli dei documenti, fornendo anche un regesto delle singole lettere presenti nel carteggio.
La struttura archivistica è stata organizzata in 12 serie, intitolate rispettivamente:
1) Carteggio (1886-1932)
2) Documenti personali e relativi alla carriera (1888-1932)
3) Scritti scientifici (1891-1932)
4) Scritti politici e letterari (1890-1932ca)
5) Attività istituzionale (1893-1932)
6) Attività clinica e peritale (1896-1932)
7) Attività didattica (1892-1932)
8) Congressi, commissioni e concorsi (1906-1932)
9) Materiali a stampa (1891-1932)
10) Fotografie (sec. XIX-1931)
11) In morte di Giulio Cesare Ferrari (1932-1970)
12) Appendice – Carte familiari (1863-1988)
La maggior parte delle serie è suddivisa a sua volta in sottoserie, che raccolgono complessivamente 1.689 fascicoli (o unità archivistiche). I materiali prodotti effettivamente da Giulio Cesare Ferrari si trovano nelle serie numerate da 1 a 10 e coprono un arco cronologico compreso tra il 1886 e il 1932, anno della sua morte, mentre quelli prodotti dai famigliari sono stati collocati nelle ultime due serie, numerate 11 e 12, e risalgono a un periodo più ampio, che inizia dal 1863 per arrivare fino al 1988.
La parte indubbiamente più ricca e articolata dell’archivio è costituita dalla serie “Carteggio” (903 fascicoli), dedicata al cospicuo epistolario di Ferrari (circa 3.000 lettere), di carattere sia scientifico che personale. Vi compaiono quasi tutti i nomi dei protagonisti delle scienze della mente vissuti a cavallo tra Otto e Novecento, sia italiani che stranieri: dai maestri di Ferrari, lo psichiatra Augusto Tamburini, lo psicologo francese Alfred Binet e l’americano William James, al padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica di Milano, allo psichiatra Enrico Morselli, al filosofo Giovanni Vailati, allo psicologo rumeno Nicolae Vaschide, allo psicologo e neuropsichiatra Sante De Sanctis, e a molti altri. Si tratta di carteggi fondamentali per ricostruire l’attività complessiva dello studioso, la sua rete di relazioni e i suoi molteplici interessi, di cui si trova traccia in modo trasversale nei vari fascicoli, organizzati alfabeticamente per mittente (“Lettere a Ferrari” e “Lettere di altri ad altri”) o per destinatario (“Lettere di Ferrari”). Un trattamento a parte è stato riservato a due carteggi particolarmente consistenti, quello tra Ferrari e la moglie Emilia Giordani (più di 600 lettere) e quello con la figlia Nora (più di 70 lettere), che sono stati ordinati invece cronologicamente.
Dopo la serie “Documenti personali e relativi alla carriera” di Ferrari, in cui sono stati collocati tutti i documenti di carattere personale e curricolare, vi è un’altra serie di notevole importanza: quella che raccoglie gli “Scritti scientifici” dello studioso (complessivamente 128 fascicoli). Si tratta tuttavia, nella maggior parte dei casi, di appunti e minute di difficile lettura, disordinati, spesso frammentari e con molte correzioni. La serie è stata quindi organizzata con un criterio prevalentemente tematico e suddivisa in 11 sottoserie intitolate: “Anatomia e fisiologia”, “Psicologia”, “Psichiatria e igiene mentale”; “Psicopedagogia”, “Psicotecnica”, “Percezione, sensi e sentimenti”, “Metapsichica, sonno e sogni”, “Medicina legale, psichiatria forense, criminologia”, “Rivista di psicologia”, “Altri scritti e recensioni”, “Scritti scientifici di altri”. 
Segue una serie dedicata agli “Scritti politici e letterari”, ad esempio riguardanti la prima guerra mondiale, anch’essi tuttavia riconducibili in qualche modo agli interessi scientifici di Ferrari.
La documentazione riguardante la sua attività lavorativa si trova invece nelle tre serie successive: in quella dedicata alla “Attività istituzionale” sono collocati i documenti relativi al lavoro Ferrari nell’ambito di istituti di cura, enti e associazioni (tra cui il Manicomio di Reggio Emilia, l’Istituto medico-pedagogico di Bertalìa, il Manicomio di Imola, l’Ospedale Roncati di Bologna); nella serie “Attività clinica e peritale” (non consultabile on-line per rispetto della normativa sulla privacy) tutto ciò che riguarda i casi clinici e le perizie psichiatriche; nella serie “Attività didattica” i materiali riconducibili alle sue lezioni universitarie e ai corsi tenuti presso altri enti o istituzioni.
Vi sono poi una serie di documenti dedicata ai “Congressi, commissioni e concorsi” a cui Ferrari prese parte come relatore o come commissario; una serie contenente “Materiali a stampa” di carattere eterogeneo, che si trovavano tra le carte d’archivio (prevalentemente ritagli di giornale) e infine, a chiusura dell’archivio vero e proprio di Ferrari, una serie “Fotografie”, che raccoglie, in fascicoli tematici, numerosi fototipi sia di carattere famigliare sia relativi all’attività lavorativa (vi sono tra l’altro alcuni veri e propri servizi fotografici dedicati al Manicomio Roncati di Bologna, alla prima Colonia libera per fanciulli anormali di Castel Guelfo a Imola e alla Colonia per bambini di Villa Palazzi, sempre a Imola).
Tutti i materiali che furono prodotti dai famigliari o dai colleghi dopo la morte di Ferrari, per ricordarlo ed esprimere il proprio cordoglio alla vedova e ai figli, si trovano nella serie intitolata “In morte di Giulio Cesare Ferrari”, che raccoglie, in due sottoserie, le lettere di condoglianze e gli scritti commemorativi. Chiude infine l’archivio la serie “Appendice – Carte famigliari”, dove sono state collocate tutte le carte che non riguardavano direttamente Giulio Cesare Ferrari, essendo state prodotte dai suoi avi e dai suoi discendenti, sia diretti, sia acquisiti tramite il matrimonio con Emilia Giordani. La serie è suddivisa in 6 sottoserie, prevalentemente intitolate ai diversi soggetti produttori: 1) “Carte della moglie Emilia Giordani”; 2) “Carte del figlio Carlo Alberto Ferrari”; 3) “Carte della figlia Nora Ferrari”; 4) “Carte della figlia Ornella Ferrari”; 5) “Carte di altri famigliari”; 6) “Fotografie famigliari”; 7) “Prosecuzione della Rivista di psicologia e recupero di alcune carte di Ferrari”.
L’archivio è attualmente conservato in 71 faldoni e copre complessivamente un arco cronologico compreso tra il 1863 e il 1988.
Aggregato al fondo archivistico vi è poi il fondo librario, costituito da 186 volumi e 665 estratti, catalogati e conservati presso la Biblioteca centrale dell’Università di Milano-Bicocca. Si segnala tuttavia la mancanza di almeno due opere fondamentali di Ferrari: la traduzione dei Principi di psicologia di William James e i volumi della “Rivista di psicologia”.

Paola Zocchi
15/05/2011 (aggiornamento 05/10/2017)

Bibliografia

De Santis, D. (2012). Giulio Cesare Ferrari e la psicologia del soldato nelle carte del Fondo Ferrari. Teorie & Modelli, n.s., 17(1), 107-139.
Quaranta, M. (a cura di) (1979). Lettere di Mario Calderoni a Giulio Cesare Ferrari. Rivista critica di storia della filosofia, 407-713.
Quaranta, M. (a cura di) (1984). Lettere di William James a Giulio Cesare Ferrari. Bollettino del Centro internazionale di storia dello spazio e del tempo, 2, 103-119.
Zocchi, P. (2012). Giulio Cesare Ferrari e Alfred Binet. Il rapporto allievo/maestro nei documenti del Fondo Ferrari. Teorie & Modelli, n.s., 17(1), 81-106.
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