Giulia Bonarelli Modena

Ancona, 6 Maggio 1892 – Bolzano, 19 Agosto 1936
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Biografia

Figlia secondogenita del conte Guglielmo Bonarelli di Castelbompiano e della contessa Giuseppa Boldrini, si formò al liceo classico “Carlo Rinaldini” di Ancona, dove ottenne la licenza liceale d’onore il 30 luglio 1910, dimostrando una ferrata preparazione sia nelle discipline umanistiche che in quelle scientifiche.
Nell’autunno del 1910 si iscrisse alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Bologna, concludendo il percorso universitario, con il massimo dei voti, il 4 aprile 1916, con una tesi dal titolo Influenza dell’alimentazione a riso brillato sul sistema nervoso (esperienza sui piccioni). A Bologna ebbe l’opportunità di frequentare le lezioni tenute da docenti di rilievo, come il corso di Clinica medica di Augusto Murri, il quale si rilevò fondamentale per l’apprendimento di quell’approccio clinico alla malattia che contraddistinse sempre, anche in seguito, il suo impegno in campo medico.
L’ambiente universitario non fu però l’unico luogo della sua formazione. Cruciale fu l’incontro con lo psichiatra ebreo Gustavo Modena, che a partire dal luglio 1902 aveva iniziato a lavorare presso il Manicomio provinciale di Piano San Lazzaro di Ancona (inaugurato nel 1901) come medico assistente con funzioni di settore, divenendone poi il direttore dal 1913 al 1938.
Il matrimonio con il dottor Modena, celebrato il 9 dicembre 1911, le consentì di partecipare al fervente clima scientifico per cui la struttura di Piano San Lazzaro era nota a livello nazionale. All’interno dell’ospedale psichiatrico di Ancona poté infatti approfondire e sviluppare il proprio interesse nell’ambito della neurologia. Alcuni viaggi che intraprese con il marito si rivelarono inoltre fondamentali per la sua futura attività di medica: in Germania frequentò per un periodo, tra il 1911 e il 1912, il laboratorio di anatomia del sistema nervoso di Ludwig Edinger, mentre in Francia, nel 1916, poco dopo la laurea, ebbe l’opportunità di specializzarsi in elettroterapia ed elettrodiagnosi alla Salpêtrière di Parigi, divenendo allieva del neurologo Pierre Marie. A seguito di questa esperienza redasse il suo primo contributo scientifico dedicato alla neurologia di guerra in Francia, dove espresse l’importanza dello studio profondo, coscienzioso e protratto nel tempo del singolo caso, del singolo paziente, senza affidarsi a categorie generali e astratte per giungere a una diagnosi opportuna e adeguata.
Dopo il soggiorno francese iniziò a operare nell’Ospedale di riserva “Piazza d’Armi” di Ancona, sorto all’interno del manicomio nel 1915, con il titolo di “assimilata a sottotenente medico”. Quando nel 1917 l’ospedale venne tramutato in centro neurologico, svolse un importante lavoro con i pazienti fisiopatici, mettendo a punto un «metodo di dolcezza» che si contrapponeva alle cure energiche e violente previste dai dettami della neurologia francese. Esso prevedeva l’adozione di un approccio di ascolto ed empatia nei confronti del paziente, l’utilizzo di manovre brevi e lievi, eseguite più di una volta al giorno, passando poi a un’intensificazione graduale dei movimenti passivi, fino a vincere qualsiasi resistenza fisica o morale da parte del degente.
Con la chiusura del centro neurologico nel dopoguerra, continuò la sua attività all’interno del gabinetto elettroterapico dell’ambulatorio neuropsichiatrico presente nel manicomio, gratuito e aperto anche agli esterni, occupandosi di casi di poliomielite, Parkison e paralisi.
Nel 1922 fu, insieme al marito, membro del Comitato ordinatore del primo Congresso medico-chirurgico marchigiano, che si svolse ad Ancona tra l’11 e il 13 settembre e a cui presero parte le più importanti personalità della medicina italiana del tempo.
Fece parte dal 1920 al 1930 della redazione della rivista diretta da Marco Levi Bianchini, Archivio generale di neurologia e psichiatria (poi Archivio generale di neurologia, psichiatria e psicoanalisi), alla quale collaborò anche Gustavo Modena, e nel 1934 ottenne il riconoscimento di “specialista in neurologia” dal Ministero dell’educazione nazionale.
Fu un’attenta studiosa ed estimatrice di tutte le arti, pubblicando articoli e collaborando alla realizzazione di appuntamenti artistici di rilevanza nazionale. Dal momento che l’arte aveva per lei un valore terapeutico, nell’ambito delle attività di ergoterapia che si tenevano nel manicomio diede grande importanza alla realizzazione, da parte dei pazienti tranquilli, di lavori in legno, paglia e ricamo, molti dei quali vennero esposti in alcune mostre da lei organizzate.
In memoria della moglie prematuramente scomparsa nel 1936, Gustavo Modena raccolse nell’opera Scritti d’arte (1937) tutti i contributi artistici e uno di storia della medicina della dottoressa Bonarelli, ma anche necrologi di amici, parenti, medici – come Arturo Donaggio – ed esponenti della cultura che testimoniarono il valore di una professionista che seppe fare della medicina un’arte e dell’arte una medicina.

Vanessa Sabbatini 
20/05/2022
 

Bibliografia

Diambra, M., & Sabbatini, V. (2022). Bonarelli Modena Giulia. In Pupilli, L., & Severini, M., Dizionario biografico delle marchigiane (1815-2022) (pp. 53-55). Ancona: Il lavoro editoriale.
Fortuna, S. (2012). Sanità e assistenza ad Ancona nel primo Novecento: Umberto Baraccani e Gustavo Modena. Proposte e ricerche, 62, 155-168.
Fortuna, S. (marzo/aprile 2017). Donne in medicina. La storia di Giulia Bonarelli (1892-1936). Lettere dalla Facoltà», 2, 38-43.
Pirani, G. (a cura di) (2017). “Il colore dell’arte e l’esattezza scientifica”. Giulia Bonarelli prima donna medico ad Ancona. Ancona: Catalogo della Mostra libraria e documentaria, 18 maggio-27 ottobre 2017.
Pirani, G. (2017). Note sulla Biblioteca di Gustavo Modena e Giulia Bonarelli Modena conservata presso la Biblioteca Benincasa di Ancona. Lettere dalla Facoltà, 5, 37-42.
Sabbatini, V. (2020). Giulia Bonarelli Modena. Vita e pensiero di una medica del Novecento. Ancona: Quaderni del Consiglio regionale delle Marche n. 308.
 

Opere

(1917). Neurologia di guerra in Francia. 1. Nervi periferici. Reggio-Emilia: Società anonima Cooperativa fra lavoranti tipografi.
(1918). Lesione della 3a radice lombare per ferita d’arma da fuoco. Firenze: Tipografia Enrico Ariani.
(1919). Paralisi del nervo spinale da ferita. Napoli: Stabilimento tipografico Lubrano.
(1919). Terapie delle forme fisiopatiche. In Federazione nazionale dei Comitati d’assistenza ai militari ciechi, storpi e mutilati (a cura di), Atti del primo Convegno nazionale per l’assistenza agli invalidi della guerra (pp. 195-196). Milano: Stabilimento tipografico Adolfo Koschitz & C.
(1920, con Gustavo Modena). Il Centro neurologico di Ancona. Ancona: Stabilimento Tipografico del Commercio.
(1922). La Contea di Montegallo presso Offagna. Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica, 1(2), 54-50.
(1922). Riflessi di automatismo midollare e speciale riguardo ai riflessi di a. nell’arto superiore. Reggio-Emilia: Cooperativa fra lavoranti tipografi.
(1923). Palazzo Ferretti in Ancona. Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica, 1(8), 299-307.
(1923). Xilografie di Adolfo De Carolis. Rassegna marchigiana per le arti figurative, le   bellezze naturali, la musica, 1(12), 470-476.
(1923). Un monumento sulle Dolomiti. Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica, 2(3), 114-116.
(aprile 1924). La tomba dei dieci militi ignoti in Aquileia. Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica, 2(7), 290-291.
(novembre 1924). Bruno da Osimo. Xilografo. Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica, 3(2), 67-75.
(1924) Forme larvate di encefalite. Ancona: Stabilimento tipografico del commercio.
(1924). Poliomielite anteriore acuta e paralisi facciale. Note statistiche ed elettroterapiche. Ancona: Stabilimento tipografico del commercio.
(1926). Frate Paolo Augusto Mussini. Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica, 4(11-12), 496-503.
(1929). Recenti opere di Vittorio Morelli. Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica, 6(5-6), 207-218.
(1929). L’«Arte Rustica italiana». Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica, 7(8-9), 253-260.
(1931). I giardini all’italiana nelle Marche. Rassegna marchigiana per le arti figurative, le bellezze naturali, la musica, 9(7-8), 163-183.
(1931). I giardini all’italiana nelle Marche. Pesaro: Officine Grafiche G. Federici.
(1932). La poliomielite anteriore in Provincia di Ancona. Ancona: Premiato Stabilimento tipografico S.T.A.M.P.A. ex combattenti.
(1937). Scritti d’Arte. Urbino: Regio Istituto d’arte del libro.
 

Fonti archivistiche

Archivio di Stato di Ancona, Ufficio di Stato civile del Comune di Ancona, atto di nascita e morte  della contessa Giulia Bonarelli; atto di matrimonio di Modena dott. Gustavo e Bonarelli contessa Giulia.
Archivio di Stato di Ancona, Archivio della Provincia sezione amministrativa, titolo XIV Ospedale psichiatrico, categoria B2, buste 72-74; categoria M, buste 46, 99, 132; categoria N, buste 100, 133, 171 A.
Archivio storico dell’Università di Bologna, Archivi degli studenti, fascicolo 4645, Giulia Bonarelli di Guglielmo di Ancona.
Biblioteca comunale Benincasa di Ancona, Donazione Modena.
Galleria nazionale d’arte moderna (Roma), Fondo Adolfo De Carolis, cartella M, U. A. 422 Modena Bonarelli Giulia, 16 aprile 1921-13 ottobre 1925.
Università Politecnica delle Marche (Facoltà di Economia Giorgio Fuà), Fondo Tamburini.
 

Fonte iconografica

Giulia Bonarelli in laboratorio, Archivio privato Lidia Bonarelli.
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