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Studiò a Firenze, al Collegio “Le Querce”. All’università scelse medicina e studiò a Ferrara e a Firenze, dove si laureò con una tesi sul cancro allo stomaco.
Iniziò presto a lavorare al Manicomio di Pesaro. Nel 1910 vinse il concorso all’Ospedale psichiatrico di Siena e qui restò per tre anni, legandosi in particolare ad Antonio D’Ormea. Nel frattempo si recò per un periodo a Parigi all’Ospedale psichiatrico Sainte-Anne. Lì incontrò Edouard Toulouse, che divenne uno dei suoi punti di riferimento. Nella capitale francese, osservò e studiò i servizi neuropsichiatrici aperti e ambulatoriali presenti al Sainte-Anne. Frequentò anche mostre, artisti e scrittori. In questi anni maturarono entrambe le sue passioni: quella per la psichiatria e quella per la scrittura.
Tornato in Italia, a partire dal 1913 fu all’Ospedale psichiatrico di San Servolo a Venezia, dove rimase per vent’anni. Dal 1915 al 1919, durante la prima guerra mondiale, prestò servizio negli ospedali territoriali e poi come medico sul Carso, sul Piave e infine a Trieste. I ricordi della sua esperienza della prima guerra mondiale vennero pubblicati nel 1947 con il titolo Zaino di sanità.
Gli anni del primo dopoguerra furono quelli in cui fu più forte il suo impegno per il rinnovamento e per la riforma in ambito psichiatrico, maturato in particolare dopo il Congresso di Genova del 1920. L’anno successivo fondò a Venezia la rivista La voce sanitaria, che dal 1924 divenne il bollettino della Lega italiana di igiene e profilassi mentale, di cui Tumiati fu instancabile promotore e sostenitore. Nel 1926 la rivista cambiò il nome in L’igiene mentale. In questi anni Tumiati scrisse diversi articoli sulla necessità di ripensare il servizio psichiatrico, di creare dispensari ambulatoriali, di focalizzare l’attenzione sui servizi per l’infanzia “anormale”. Aprì a Venezia alcuni dispensari per i malati di mente e per i dimessi dall’ospedale psichiatrico. Nel 1927 creò a Mogliano Veneto una Colonia medico-pedagogica per bambini “anormali”. Nel 1928 rinunciò al suo incarico a Mogliano, sostituito l’anno successivo da Luisa Levi.
Nel frattempo si era sposato con Maria Luzzatto, da cui ebbe due figli: Lucia e Andrea.
I rapporti con la provincia di Venezia, da cui dipendevano gli ospedali psichiatrici, peggiorarono nel tempo: Tumiati era insofferente verso la mancata valorizzazione dei servizi ambulatoriali e verso la riorganizzazione della pratica psichiatrica, che non gli sembrava all’altezza delle riflessioni teoriche maturate nel contesto medico nazionale e internazionale. A causa di queste tensioni e per l’insanabile contrasto con le idee del prefetto fascista, si allontanò dalla professione.
La sua figura è importante soprattutto se colta in un quadro internazionale. Tumiati leggeva costantemente riviste straniere ed era in contatto con vari medici stranieri: questo gli permetteva di pensare a soluzioni nuove per la psichiatria in Italia. A livello nazionale e internazionale, è stato fondamentale il suo ruolo nel movimento per l’igiene mentale a partire già dagli anni Venti del Novecento.
Nei primi anni Trenta dunque abbandonò la professione, ma continuarono l’interesse e l’impegno in ambito psichiatrico: nel luglio 1937, ad esempio, fu a Parigi al secondo Congresso internazionale di igiene mentale e presentò una relazione su L’igiene mentale nell’educazione familiare. Il suo intervento evidenziò la lettura e la ricezione delle teorie di alcuni psicoanalisti, come Freud, Adler, Pfister).
Dai primi anni Trenta si dedicò alla scrittura e al giornalismo. Nel 1931 pubblicò I tetti rossi, per cui ottenne il Premio Viareggio. Fonte d’ispirazione per quest’opera fu proprio la sua esperienza di psichiatra.
In seguito si trasferì a Firenze, dove trascorse il resto della sua vita. Nel dopoguerra fu redattore letterario de Il Ponte, rivista di politica, economia e cultura fondata da Piero Calamandrei. Dopo la morte della moglie, si legò a Elisabeth Mann Borgese, figlia dello scrittore Thomas Mann. Fu traduttore di Molière, Loyson, Bain, De Marivaux, Rénard per le case editrici Treves, Sansoni, Bemporad. Morì a Firenze nel 1967.
Elisabetta Benetti
31/12/ 2015
Cherubini, A. (2009). Corrado Tumiati, medico e scrittore. In Tumiati, C. (2009). Zaino di sanità (pp. 25-33). Udine: Gaspari editore.
Cordiè, C. (2009). Corrado Tumiati, traduttore. In Tumiati, C. (2009). Zaino di sanità (pp. 34-36). Udine: Gaspari editore.
Tumiati Barberi, L. (2011). Corrado Tumiati, mio padre. Infinite tracce di letteratura nella vita e nelle arti, 3, www.infinitetracce.it.
(1916). La guarigione sollecita del mutismo di guerra col metodo del Lombard. Comunicazioni alle riunioni medico militari, Accademia delle Scienze di Ferrara. Ferrara: stabilimento tipografico Ferrarese.
(1921). Perché siamo andati a Genova. La voce sanitaria, I (6).
(1923). La scuola “uniforme” e la scuola “su misura”. La voce sanitaria, III (1), 1.
(1924). Il nuovo progetto di Legge sui Manicomi e sugli alienati. La voce sanitaria, IV (5), 9-17.
(1924). Clifford W. Beers e il movimento americano per l’igiene mentale. Difesa sociale, III (6), 134-137.
(1925). Libertà vigilata e prevenzione della criminalità negli Stati Uniti. La voce sanitaria, V (1), 9-11.
(1926). Problemi di igiene mentale (Psiche e lavoro macchinale. Le professioni pericolose. L’assistenza agli anormali psichici). L’igiene mentale, VI (4), 10-14.
(1926). Colonia agricola medico-pedagogica. L’igiene mentale, VI (6).
(1927). Dispensario psichiatrico ed assistenza all’infanzia anormale. L’igiene mentale, VII (3), 15-17.
(1927). La profilassi mentale a Trento. L’igiene mentale, VII (5-6), 3-4.
(1931). I tetti rossi. Ricordi di manicomio. Milano: Treves.
(1932). Primi dati per un censimento dei fanciulli anormali psichici nelle Scuole Elementari del Comune di Venezia. L’igiene mentale, XII (3), 10-36.
(1935). Problemi di oggi in libri di ieri. L’igiene mentale, XV (1), 15-19.
(1937). L’igiene mentale nell’educazione famigliare. Relazione al II Congresso Internazionale d’Igiene Mentale (Parigi 19-24 luglio 1937). Atti della Lega Italiana di Igiene e Profilassi Mentale, XV, 3744.
(1950). Nessuno risponde. Firenze: Sansoni.
(1952). Vite singolari di grandi medici dell’800. Firenze: Vallecchi.
Biografia
Nacque a Ferrara nel 1885 da Gaetano Tumiati, giurista, e da Eda Ferraresi. Corrado era l’ultimo di sei fratelli, tra i quali il maggiore, Domenico, fu poeta e drammaturgo, Gualtiero attore, e Leopoldo giurista, deputato e docente all’Università di Ferrara.Studiò a Firenze, al Collegio “Le Querce”. All’università scelse medicina e studiò a Ferrara e a Firenze, dove si laureò con una tesi sul cancro allo stomaco.
Iniziò presto a lavorare al Manicomio di Pesaro. Nel 1910 vinse il concorso all’Ospedale psichiatrico di Siena e qui restò per tre anni, legandosi in particolare ad Antonio D’Ormea. Nel frattempo si recò per un periodo a Parigi all’Ospedale psichiatrico Sainte-Anne. Lì incontrò Edouard Toulouse, che divenne uno dei suoi punti di riferimento. Nella capitale francese, osservò e studiò i servizi neuropsichiatrici aperti e ambulatoriali presenti al Sainte-Anne. Frequentò anche mostre, artisti e scrittori. In questi anni maturarono entrambe le sue passioni: quella per la psichiatria e quella per la scrittura.
Tornato in Italia, a partire dal 1913 fu all’Ospedale psichiatrico di San Servolo a Venezia, dove rimase per vent’anni. Dal 1915 al 1919, durante la prima guerra mondiale, prestò servizio negli ospedali territoriali e poi come medico sul Carso, sul Piave e infine a Trieste. I ricordi della sua esperienza della prima guerra mondiale vennero pubblicati nel 1947 con il titolo Zaino di sanità.
Gli anni del primo dopoguerra furono quelli in cui fu più forte il suo impegno per il rinnovamento e per la riforma in ambito psichiatrico, maturato in particolare dopo il Congresso di Genova del 1920. L’anno successivo fondò a Venezia la rivista La voce sanitaria, che dal 1924 divenne il bollettino della Lega italiana di igiene e profilassi mentale, di cui Tumiati fu instancabile promotore e sostenitore. Nel 1926 la rivista cambiò il nome in L’igiene mentale. In questi anni Tumiati scrisse diversi articoli sulla necessità di ripensare il servizio psichiatrico, di creare dispensari ambulatoriali, di focalizzare l’attenzione sui servizi per l’infanzia “anormale”. Aprì a Venezia alcuni dispensari per i malati di mente e per i dimessi dall’ospedale psichiatrico. Nel 1927 creò a Mogliano Veneto una Colonia medico-pedagogica per bambini “anormali”. Nel 1928 rinunciò al suo incarico a Mogliano, sostituito l’anno successivo da Luisa Levi.
Nel frattempo si era sposato con Maria Luzzatto, da cui ebbe due figli: Lucia e Andrea.
I rapporti con la provincia di Venezia, da cui dipendevano gli ospedali psichiatrici, peggiorarono nel tempo: Tumiati era insofferente verso la mancata valorizzazione dei servizi ambulatoriali e verso la riorganizzazione della pratica psichiatrica, che non gli sembrava all’altezza delle riflessioni teoriche maturate nel contesto medico nazionale e internazionale. A causa di queste tensioni e per l’insanabile contrasto con le idee del prefetto fascista, si allontanò dalla professione.
La sua figura è importante soprattutto se colta in un quadro internazionale. Tumiati leggeva costantemente riviste straniere ed era in contatto con vari medici stranieri: questo gli permetteva di pensare a soluzioni nuove per la psichiatria in Italia. A livello nazionale e internazionale, è stato fondamentale il suo ruolo nel movimento per l’igiene mentale a partire già dagli anni Venti del Novecento.
Nei primi anni Trenta dunque abbandonò la professione, ma continuarono l’interesse e l’impegno in ambito psichiatrico: nel luglio 1937, ad esempio, fu a Parigi al secondo Congresso internazionale di igiene mentale e presentò una relazione su L’igiene mentale nell’educazione familiare. Il suo intervento evidenziò la lettura e la ricezione delle teorie di alcuni psicoanalisti, come Freud, Adler, Pfister).
Dai primi anni Trenta si dedicò alla scrittura e al giornalismo. Nel 1931 pubblicò I tetti rossi, per cui ottenne il Premio Viareggio. Fonte d’ispirazione per quest’opera fu proprio la sua esperienza di psichiatra.
In seguito si trasferì a Firenze, dove trascorse il resto della sua vita. Nel dopoguerra fu redattore letterario de Il Ponte, rivista di politica, economia e cultura fondata da Piero Calamandrei. Dopo la morte della moglie, si legò a Elisabeth Mann Borgese, figlia dello scrittore Thomas Mann. Fu traduttore di Molière, Loyson, Bain, De Marivaux, Rénard per le case editrici Treves, Sansoni, Bemporad. Morì a Firenze nel 1967.
Elisabetta Benetti
31/12/ 2015
Bibliografia
AA. VV. (1985). Corrado Tumiati: medico e scrittore (1885-1967). Campi Bisenzio: Italia grafiche (in particolare le testimonianze di Elisabeth Mann Borgese, Vittore Branca, Alessandro Galante Garrone).Cherubini, A. (2009). Corrado Tumiati, medico e scrittore. In Tumiati, C. (2009). Zaino di sanità (pp. 25-33). Udine: Gaspari editore.
Cordiè, C. (2009). Corrado Tumiati, traduttore. In Tumiati, C. (2009). Zaino di sanità (pp. 34-36). Udine: Gaspari editore.
Tumiati Barberi, L. (2011). Corrado Tumiati, mio padre. Infinite tracce di letteratura nella vita e nelle arti, 3, www.infinitetracce.it.
Opere
(1914). Sulla diagnosi di insufficienza mentale nei fanciulli, estratto da “Note e riviste di psichiatria”, Pesaro.(1916). La guarigione sollecita del mutismo di guerra col metodo del Lombard. Comunicazioni alle riunioni medico militari, Accademia delle Scienze di Ferrara. Ferrara: stabilimento tipografico Ferrarese.
(1921). Perché siamo andati a Genova. La voce sanitaria, I (6).
(1923). La scuola “uniforme” e la scuola “su misura”. La voce sanitaria, III (1), 1.
(1924). Il nuovo progetto di Legge sui Manicomi e sugli alienati. La voce sanitaria, IV (5), 9-17.
(1924). Clifford W. Beers e il movimento americano per l’igiene mentale. Difesa sociale, III (6), 134-137.
(1925). Libertà vigilata e prevenzione della criminalità negli Stati Uniti. La voce sanitaria, V (1), 9-11.
(1926). Problemi di igiene mentale (Psiche e lavoro macchinale. Le professioni pericolose. L’assistenza agli anormali psichici). L’igiene mentale, VI (4), 10-14.
(1926). Colonia agricola medico-pedagogica. L’igiene mentale, VI (6).
(1927). Dispensario psichiatrico ed assistenza all’infanzia anormale. L’igiene mentale, VII (3), 15-17.
(1927). La profilassi mentale a Trento. L’igiene mentale, VII (5-6), 3-4.
(1931). I tetti rossi. Ricordi di manicomio. Milano: Treves.
(1932). Primi dati per un censimento dei fanciulli anormali psichici nelle Scuole Elementari del Comune di Venezia. L’igiene mentale, XII (3), 10-36.
(1935). Problemi di oggi in libri di ieri. L’igiene mentale, XV (1), 15-19.
(1937). L’igiene mentale nell’educazione famigliare. Relazione al II Congresso Internazionale d’Igiene Mentale (Parigi 19-24 luglio 1937). Atti della Lega Italiana di Igiene e Profilassi Mentale, XV, 3744.
(1950). Nessuno risponde. Firenze: Sansoni.
(1952). Vite singolari di grandi medici dell’800. Firenze: Vallecchi.