Luisa Levi

Torino, 4 Gennaio 1898 – Torino, 16 Dicembre 1983
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Biografia

Figlia di Ercole e Annetta Treves, nel 1914 si iscrisse alla Facoltà di medicina dell'Università di Torino, su suggerimento dello zio materno psichiatra, Marco Treves, e durante gli studi frequentò in particolare, come allieva interna, il Laboratorio di anatomia e istologia normale diretto da Romeo Fusari e la Clinica medica di Camillo Bozzolo e Ferdinando Micheli. Durante la guerra prestò inoltre servizio come "aspirante ufficiale medico" nel Laboratorio psicofisiologico dell'aviazione diretto da Amedeo Herlitzka.
Laureatasi nel 1920 con una tesi Sopra un caso di endocardite lenta, entrò come assistente volontaria nella Clinica neuropatologica universitaria di Torino, diretta da Camillo Negro e poi da Ernesto Lugaro, rimanendovi fino al 1928. Contemporaneamente, prestò servizio all'Ospedale psichiatrico di Via Giulio a Torino, dove, sotto la direzione di Vitige Tirelli, si affiancò allo zio Treves.
Nel 1927 si recò a Parigi per perfezionarsi in malattie mentali con Henri Claude e in malattie nervose con Georges Charles Guillain, avvicinandosi anche alla psicoanalisi. Nel 1928 lavorò alcuni mesi all'Ospedale pediatrico Koelliker di Torino, in qualità di medico per le malattie nervose dei bambini, dando così inizio alla sua carriera di neuropsichiatra infantile, a cui si dedicò poi per tutta la vita.
Sempre nel 1928 fu assunta presso la Colonia medico-pedagogica di Marocco di Mogliano, fondata da Corrado Tumiati, dove, pur pubblicando alcuni articoli sulla mente degli anormali e la loro rieducazione, rimase solo un anno a causa dei contrasti con il direttore amministrativo dell'ospedale. Nel febbraio 1930 entrò per concorso agli Ospedali psichiatrici di Torino e fu comandata al Ricovero provinciale di Pianezza. Scontratasi con i metodi repressivi e il nichilismo terapeutico dell'istituto, nel 1932 riuscì a trasferirsi presso la Casa di Grugliasco, dove rimase fino al 1938, anno di promulgazione delle leggi razziali. Dal 1933 al 1938 fu anche medico consulente per la neuropsichiatria infantile presso il Reale Istituto pediatrico universitario di Torino, diretto da Giovanni Battista Allaria, e aprì in città uno studio medico-pedagogico privato per "fanciulli di difficile educazione".
Licenziata nel gennaio 1939 insieme ad altri colleghi ebrei, fu costretta a chiudere lo studio e a ritirarsi, durante la guerra, nella campagna di Alassio. Dopo l'8 settembre 1943 si rifugiò con la madre a Torrazzo Biellese, dove, vivendo sotto falso nome, cominciò a collaborare attivamente con la 76a Brigata Garibaldi, avvicinandosi al Partito d'azione e a Giustizia e libertà. Negli anni del secondo dopoguerra entrò in Unità Popolare e dopo il 1953 si iscrisse al Partito socialista. Fin dal 1945 fu iscritta inoltre alla Camera confederale del lavoro di Torino e fu membro attivo dell'Unione donne in Italia (UDI).
Autrice nel 1962 del primo libro di educazione sessuale del dopoguerra (L'educazione sessuale: orientamenti per i genitori), continuò a dedicarsi alla neuropsichiatria infantile, in cui conseguì la libera docenza con una tesi sulle alterazioni della scrittura nei bambini anormali, pubblicata nel 1955 sulla rivista Infanzia anormale.

Paola Zocchi
14/02/2013
 

Bibliografia

Babini, V.P. Luisa Levi, nel sito Scienza a due voci

Fonte iconografica

Archivio privato Guido Sacerdoti (tratta dal sito Scienza a due voci).
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