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L'istituzione della Commissione fu promossa da Agostino Gemelli, rettore dell'Università Cattolica di Milano, che ne divenne presidente, affiancato da Mario Ponzo come vicepresidente. La Commissione era inoltre costituita da un Consiglio scientifico e articolata in quattro sezioni: Scuola, Lavoro, Forze armate, Comunicazioni. L'intitolazione di tali sezioni è di per sé indicativa dell'orientamento di carattere applicativo voluto da Gemelli, che fin dall'inizio puntò a promuovere la psicologia nelle sue applicazioni ai problemi della società italiana.
Tra i temi di ricerca a cui progressivamente fu riservata una sempre maggiore attenzione, vi fu la selezione psico-attitudinale dei soldati, soprattutto a ridosso dell'entrata in guerra dell'Italia, che portò infatti nel settembre 1939 alla costituzione di una Commissione mista CNR-Esercito, e poi nel marzo 1940 alla fondazione di un Centro sperimentale di psicologia applicata del CNR, diretto da Ferruccio Banissoni. Tale Centro aveva sede a Roma e svolgeva una funzione di coordinamento rispetto ai "centri fissi" di Milano, Torino, Firenze e Napoli, e ai "centri temporanei" collocati nelle altre principali città italiane.
L'evento più importante organizzato dalla Commissione permanente e dal Centro sperimentale fu il Convegno degli psicologi italiani e tedeschi, che si svolse nella sede centrale del CNR a Roma dal 12 al 14 giugno 1941. Scopo del convegno era quello di fornire una panoramica su quanto si stava facendo nei due paesi nel campo della "psicologia applicata alle forze armate, psicologia pedagogica, psicoterapia", per avviare un programma di collaborazioni.
In seguito al decreto legislativo luogotenenziale del 1° marzo 1945 n. 82, a norma dell'art. 27 relativo all'ordinamento del CNR, il Centro sperimentale che si era costituito nell'ambito della Commissione permanente per le applicazioni della psicologia venne trasformato in un "Centro di studio e di ricerca" connesso all'università. Dopo alterne vicende, il 20 luglio 1946 assunse quindi la denominazione di Centro di studio per la psicologia con sede presso l'Università Cattolica di Milano.
Quando il Comitato nazionale per la biologia e la medicina del CNR, che vigilava sull'attività del centro, propose poi di trasformare il centro stesso in istituto, l'allora presidente del CNR, Gustavo Colonnetti, con decreto 16 gennaio 1950 n. 520 diede vita all'Istituto nazionale di psicologia del CNR, sempre sotto la direzione di Banissoni, che rimase in carica fino al 1952, quando fu sostituito da Leandro Canestrelli.
Nel 1960 la direzione dell'Istituto passò a Luigi Meschieri, il quale, pur mantenendo sostanzialmente invariata l'impostazione precedente, rivolta prevalentemente alla consulenza scientifica per l'orientamento professionale, alla selezione e alla formazione del personale per il Ministero della difesa, per i corpi militari dello Stato e per altri enti quali l'ENPI e l'IRI, favorì nello stesso tempo un graduale spostamento verso la ricerca di base, soprattutto nel campo della psicofisiologia, ma anche in altre aree come la psicologia sociale e la valutazione dei processi psichici.
Alla fine degli anni sessanta, in seguito alla riorganizzazione del CNR e al rinnovato interesse culturale nei confronti delle scienze umane, un provvedimento interno del 16 maggio 1968 diede vita al nuovo Istituto di psicologia, che perse l'aggettivo "nazionale" e passò nel marzo 1969 sotto la direzione di Raffaello Misiti, trasformandosi in organismo autonomo di ricerca. In quegli anni l'Istituto si aprì alle collaborazioni internazionali e alla realizzazione di progetti di grande rilevanza sociale, rivolgendosi anche ad altre discipline come la biologia, la sociologia, la linguistica, l'intelligenza artificiale e inserendo nell'attività di ricerca e di promozione culturale temi come l'handicap, le condizioni del lavoro, le malattie mentali e il disagio psichico, i processi educativi, i servizi per l'infanzia, l'ambiente. Tra le maggiori iniziative promosse dall'Istituto a partire dal 1976 vi fu il progetto di prevenzione delle malattie mentali, che rappresentò un importante riferimento per il dibattito sulla riforma psichiatrica ("legge Basaglia" n. 180 del 1978).
Nell'impostazione di Misiti e dei suoi collaboratori la psicologia si configurava dunque come un'area fortemente interdisciplinare, aperta alle innovazioni teoriche, metodologiche e tecnologiche provenienti dai settori più diversi della ricerca scientifica.
Rimasto in attività fino al 2000, l'Istituto di psicologia del CNR fu sostituito nel 2001 dall'attuale Istituto di scienze e tecnologie della cognizione.
Paola Zocchi
10/05/2011
Mecacci, L. (2001). Le discipline psicologiche. In R. Simili, G. Paoloni (a cura di). Per una storia del Consiglio nazionale delle ricerche, vol. II (pp. 513-524). Roma-Bari: Laterza.
Misiti, S. & Musacchio, R. (1999). Raffaello Misiti (1925-1986). Altronovecento, 1
L'Istituto di psicologia trae origine dal decreto n. 27 del 17 gennaio 1939, mediante il quale il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) istituì una Commissione permanente per le applicazioni della psicologia, al fine di "coordinare, unificare e dirigere gli studi relativi ai problemi della psicologia sperimentale, promuovere ricerche sistematiche e dare direttive e pareri in ordine al fattore umano" in diversi campi, tra cui l'educazione scolastica, la selezione e l'orientamento professionale.
L'istituzione della Commissione fu promossa da Agostino Gemelli, rettore dell'Università Cattolica di Milano, che ne divenne presidente, affiancato da Mario Ponzo come vicepresidente. La Commissione era inoltre costituita da un Consiglio scientifico e articolata in quattro sezioni: Scuola, Lavoro, Forze armate, Comunicazioni. L'intitolazione di tali sezioni è di per sé indicativa dell'orientamento di carattere applicativo voluto da Gemelli, che fin dall'inizio puntò a promuovere la psicologia nelle sue applicazioni ai problemi della società italiana.
Tra i temi di ricerca a cui progressivamente fu riservata una sempre maggiore attenzione, vi fu la selezione psico-attitudinale dei soldati, soprattutto a ridosso dell'entrata in guerra dell'Italia, che portò infatti nel settembre 1939 alla costituzione di una Commissione mista CNR-Esercito, e poi nel marzo 1940 alla fondazione di un Centro sperimentale di psicologia applicata del CNR, diretto da Ferruccio Banissoni. Tale Centro aveva sede a Roma e svolgeva una funzione di coordinamento rispetto ai "centri fissi" di Milano, Torino, Firenze e Napoli, e ai "centri temporanei" collocati nelle altre principali città italiane.
L'evento più importante organizzato dalla Commissione permanente e dal Centro sperimentale fu il Convegno degli psicologi italiani e tedeschi, che si svolse nella sede centrale del CNR a Roma dal 12 al 14 giugno 1941. Scopo del convegno era quello di fornire una panoramica su quanto si stava facendo nei due paesi nel campo della "psicologia applicata alle forze armate, psicologia pedagogica, psicoterapia", per avviare un programma di collaborazioni.
In seguito al decreto legislativo luogotenenziale del 1° marzo 1945 n. 82, a norma dell'art. 27 relativo all'ordinamento del CNR, il Centro sperimentale che si era costituito nell'ambito della Commissione permanente per le applicazioni della psicologia venne trasformato in un "Centro di studio e di ricerca" connesso all'università. Dopo alterne vicende, il 20 luglio 1946 assunse quindi la denominazione di Centro di studio per la psicologia con sede presso l'Università Cattolica di Milano.
Quando il Comitato nazionale per la biologia e la medicina del CNR, che vigilava sull'attività del centro, propose poi di trasformare il centro stesso in istituto, l'allora presidente del CNR, Gustavo Colonnetti, con decreto 16 gennaio 1950 n. 520 diede vita all'Istituto nazionale di psicologia del CNR, sempre sotto la direzione di Banissoni, che rimase in carica fino al 1952, quando fu sostituito da Leandro Canestrelli.
Nel 1960 la direzione dell'Istituto passò a Luigi Meschieri, il quale, pur mantenendo sostanzialmente invariata l'impostazione precedente, rivolta prevalentemente alla consulenza scientifica per l'orientamento professionale, alla selezione e alla formazione del personale per il Ministero della difesa, per i corpi militari dello Stato e per altri enti quali l'ENPI e l'IRI, favorì nello stesso tempo un graduale spostamento verso la ricerca di base, soprattutto nel campo della psicofisiologia, ma anche in altre aree come la psicologia sociale e la valutazione dei processi psichici.
Alla fine degli anni sessanta, in seguito alla riorganizzazione del CNR e al rinnovato interesse culturale nei confronti delle scienze umane, un provvedimento interno del 16 maggio 1968 diede vita al nuovo Istituto di psicologia, che perse l'aggettivo "nazionale" e passò nel marzo 1969 sotto la direzione di Raffaello Misiti, trasformandosi in organismo autonomo di ricerca. In quegli anni l'Istituto si aprì alle collaborazioni internazionali e alla realizzazione di progetti di grande rilevanza sociale, rivolgendosi anche ad altre discipline come la biologia, la sociologia, la linguistica, l'intelligenza artificiale e inserendo nell'attività di ricerca e di promozione culturale temi come l'handicap, le condizioni del lavoro, le malattie mentali e il disagio psichico, i processi educativi, i servizi per l'infanzia, l'ambiente. Tra le maggiori iniziative promosse dall'Istituto a partire dal 1976 vi fu il progetto di prevenzione delle malattie mentali, che rappresentò un importante riferimento per il dibattito sulla riforma psichiatrica ("legge Basaglia" n. 180 del 1978).
Nell'impostazione di Misiti e dei suoi collaboratori la psicologia si configurava dunque come un'area fortemente interdisciplinare, aperta alle innovazioni teoriche, metodologiche e tecnologiche provenienti dai settori più diversi della ricerca scientifica.
Rimasto in attività fino al 2000, l'Istituto di psicologia del CNR fu sostituito nel 2001 dall'attuale Istituto di scienze e tecnologie della cognizione.
Paola Zocchi
10/05/2011
Bibliografia
Canali, S. (2001). La biologia. In R. Simili, G. Paoloni (a cura di). Per una storia del Consiglio nazionale delle ricerche, vol. I (pp. 510-548). Roma-Bari: Laterza, 526-531.Mecacci, L. (2001). Le discipline psicologiche. In R. Simili, G. Paoloni (a cura di). Per una storia del Consiglio nazionale delle ricerche, vol. II (pp. 513-524). Roma-Bari: Laterza.
Misiti, S. & Musacchio, R. (1999). Raffaello Misiti (1925-1986). Altronovecento, 1