Musatti e la psicologia all’università: gli anni Quaranta del Novecento

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Laureato in filosofia a Padova nel 1921, Cesare Musatti si era avvicinato alla psicologia durante gli studi universitari. Più in particolare, con Antonio Aliotta aveva affrontato il problema della misurazione in psicologia, mentre con Vittorio Benussi – affiancando lo studio teorico a un’intensa attività sperimentale in laboratorio – si era occupato di ipnosi, psicologia della testimonianza, percezione (soprattutto secondo l’approccio della Gestalttheorie) ed era stato introdotto al metodo e all’interpretazione psicoanalitica di Freud.
Costretto nel 1938 ad abbandonare l’Università di Padova – dove insegnava “psicologia sperimentale” – a causa dell’entrata in vigore delle leggi razziali, Musatti aveva tuttavia potuto insegnare in alcuni licei, prima in Veneto e poi al “Parini” di Milano, dove si era trasferito con la famiglia. E proprio nel capoluogo lombardo riuscì a riaffacciarsi, se pur brevemente, nelle aule universitarie: infatti, nel 1942, prima di essere chiamato da Adriano Olivetti a dirigere il Centro di psicologia aperto a Ivrea (dove rimase fino alla fine della guerra), gli venne affidato un corso libero di psicologia destinato agli studenti di filosofia dell’Università di Milano.
Gli argomenti trattati da Musatti in quel corso riflettevano per così dire la lezione dei suoi maestri. Infatti, con il titolo di “Antinomie della psicologia contemporanea”, Musatti parlò delle origini della moderna psicologia scientifica, discutendo proprio del problema della misura, illustrò la differenza tra coscienza e inconscio (e tra spiegazione e comprensione), affrontò il tema della percezione parlando di elementi e di forma, spiegò a quali leggi psicologiche obbediscono la vita interiore e il comportamento esteriore dell’individuo.
Nel 1945, quando Casimiro Doniselli, titolare dell’insegnamento di “psicologia sperimentale” presso l’ateneo milanese fin dal 1936 (e prima ancora presso la Scuola pedagogica di perfezionamento magistrale dell’Accademia scientifico-letteraria), venne collocato a riposo, l’incarico passò a Musatti, nel frattempo rientrato da Ivrea. Dal punto di vista dei contenuti, si trattò di un cambiamento radicale per gli studenti: in quanto fisiologo, infatti, Doniselli aveva incentrato i suoi corsi soprattutto su fisiopsicologia, psicotecnica e psicologia sperimentale, anche applicata all’orientamento professionale. Ora con Musatti dentro le aule universitarie arrivava “persino” il pensiero psicoanalitico di Freud e di Jung.
Va detto che nel dopoguerra Musatti fu tra i principali organizzatori e divulgatori della psicoanalisi in Italia: partecipò alla riorganizzazione della Società psicoanalitica italiana, collaborò alle riviste che in quegli anni si succedettero come organi ufficiali della Società (Psicoanalisi e Psiche), pubblicò per Einaudi il Trattato di psicoanalisi, riaprì la Rivista di psicoanalisi, che era stata chiusa dalle autorità fasciste nel 1934, fondò nel 1963 il Centro milanese di psicoanalisi (che alla sua morte gli fu intitolato).
Tornando all’ambito universitario, nel 1948 gli venne conferita la cattedra di psicologia presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Milano: si trattava della prima cattedra istituita in Italia nel secondo dopoguerra. Musatti insegnò per diversi anni anche a medicina, per qualche tempo “clandestinamente” e comunque sempre a titolo gratuito. Inoltre s’impegnò in prima persona per il reinserimento ufficiale della psicologia nel corso di laurea in medicina, che era stato tolto nel 1923 dalla riforma Gentile. A questo proposito, venuto a conoscenza che padre Agostino Gemelli aveva espresso a riguardo “parere favorevole”, Musatti rilevò polemicamente di non poter ammettere che per provvedere a un insegnamento nell’università dello Stato fosse necessaria la “permissione ecclesiastica”. Era il 1951.
È bene precisare che, nonostante le differenze ideologiche e scientifiche, Musatti e Gemelli contribuirono entrambi allo sviluppo della psicologia in Italia; né fra i due “amici-nemici” mancarono attestazioni di stima e occasioni di collaborazione (Gemelli invitò Musatti al Centro sperimentale di psicologia applicata aperto nel 1939 presso il CNR, e in seguito anche a tenere relazioni ai seminari del venerdì organizzati presso il Laboratorio di psicologia della Cattolica).
Sempre nel 1951 era stato inaugurato l’Istituto di psicologia afferente alla Facoltà di lettere e filosofia dell’Università Statale. Fortemente voluto fin dal 1946 da Musatti – il quale auspicava però che afferisse a medicina –, l’Istituto ospitò nel primo anno di attività anche un seminario di psicologia medica per specializzati in neuropsichiatria. Va detto che l’Istituto nacque sprovvisto di laboratorio per mancanza di fondi: per questo motivo, fino al 1967 – anno in cui venne finalmente aperto un laboratorio presso l’Istituto universitario – gli studenti dovettero ricorrere al laboratorio di psicologia interno all’Ospedale psichiatrico “Paolo Pini” di Affori. Ancora una volta il manicomio (e dunque l’amministrazione provinciale) sopperiva alle mancanze dell’università.
Del resto anche la nascita in Italia della prima cattedra di psichiatria separata dalla neurologia, avvenuta alla fine degli anni Cinquanta e assegnata a Carlo Lorenzo Cazzullo, si dovette all’intervento provvidenziale della Provincia di Milano.
 
Elisa Montanari
30/10/2015

Bibliografia

Annuari dell’Università di Milano, 1936-1948.
Cesa-Bianchi, M., Porro, A. & Cristini, C. (2009). Sulle tracce della psicologia italiana. Storia e autobiografia. Milano: Angeli.
Fornaro, M. (2013). Sui rapporti tra Gemelli e Musatti. Ricerche di psicologia, n.s., XXXVI, 4, pp. 437-448.
Reichmann, R. (1998). Cesare L. Musatti. In: Cimino, G. & Dazzi, N. (a cura di). La psicologia in Italia. I protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945). Milano: LED, pp. 523-559.

Fonti archivistiche:
Università degli Studi di Milano Centro Apice, Archivio storico, fascicolo docente di Cesare Musatti.
Università degli Studi di Milano Centro Apice, Archivio storico, Archivio proprio, serie 7. Carteggio articolato sul titolario, b. 144.

Fonte iconografica

Facciata dell'Università degli studi di Milano. In Ardizio, S. & Ariini, F. (2002-2003). La conservazione del cotto all’aperto e in ambiente confinato: due casi-studio milanesi. Tesi di Laurea, relatore S. Della Torre. Milano: Politecnico di Milano, Facoltà di architettura e società.
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