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Nel 1909 gli psicologi italiani presenti al VI Congresso internazionale di psicologia di Ginevra decisero di dare vita a una associazione nazionale, che conferisse unità di indirizzo agli studi e alle ricerche psicologiche condotte nel nostro paese. Ferrari presentò la proposta sulla Rivista di psicologia, da lui diretta, e insieme a Sante De Sanctis e a Guido Villa lanciò un appello ai cultori di psicologia al fine di raccogliere adesioni ed eventuali suggerimenti. L'anno successivo venne fondata l'associazione. Essa contava inizialmente una cinquantina di membri ed era governata da un Consiglio direttivo di nomina annuale. Il primo statuto della Società venne presentato e approvato nel corso del primo Congresso nazionale degli psicologi italiani svoltosi a Torino nel 1911.
La vita dell'associazione rispecchiò, nei primi decenni, le difficoltà e i contrasti che caratterizzarono lo sviluppo della psicologia in Italia. Nel suo tentativo di affermarsi come disciplina autonoma, infatti, la psicologia era percorsa da una tensione tra due diverse impostazioni: da una parte, coloro che erano favorevoli a una separazione tra psicologia e filosofia, e che miravano alla costituzione di una psicologia empirica e sperimentale; dall'altra, i sostenitori di una "psicologia filosofica", contrari alla riduzione della psicologia a scienza naturale, al pari delle altre discipline scientifiche. Il contrasto si manifestò apertamente nel corso del IV Congresso della Società, tenuto a Firenze nell'ottobre 1923, e sfociò in un'accesa polemica tra Vittorio Benussi e Francesco De Sarlo. Gli echi del contrasto si protrassero fino al 1926, quando si decise di inserire il V Congresso della Società all'interno del IV Congresso nazionale di filosofia di Milano: il Congresso fu programmato ma non svolto, e ciò condusse allo scioglimento provvisorio della SIP. La società fu poi ricomposta grazie all'intervento di Enzo Bonaventura.
Il VII Congresso della Società, tenuto a Torino nel 1929, segnò un momento importante per il consolidamento della psicologia italiana in senso psicotecnico: per la prima volta furono presentati i lavori degli psicologi sperimentali nel campo della psicologia applicata. Negli anni seguenti si registrò tuttavia un arresto nel processo di sviluppo della psicologia, dovuto in non ultima istanza al predominio della cultura neoidealista di Croce e Gentile. Dopo l'VIII Congresso, svoltosi a Roma nel 1936, la società rimase sostanzialmente inattiva.
Al termine della guerra la Società si riorganizzò, grazie soprattutto agli sforzi di Mario Ponzo, Cesare Musatti e padre Agostino Gemelli. Gli anni '50 rappresentano il periodo della ripresa e della progressiva affermazione della Società nel dibattito culturale del nostro paese. A partire dal 1951, i congressi si susseguirono con cadenza triennale. Nel 1960 venne approvato un nuovo statuto che modificò denominazione e sigla: l'associazione si chiamò Società italiana di psicologia scientifica (SIPS). Nel 1976 la sigla fu convertita in SIPs, in quanto l'aggettivazione "scientifica" venne ormai ritenuta implicita.
Fin dalla sua fondazione la Società ha svolto attività di raccordo tra i centri universitari di studio e di ricerca, e si è dedicata all'organizzazione di manifestazioni sociali, che avevano nei Congressi nazionali il loro momento più significativo. Anche oggi la sua attività consiste nel favorire il collegamento tra i soci e nel promuovere iniziative culturali connesse a tematiche psicologiche.
Nel corso di quasi cent'anni di vita la SIPs è stata governata dalle personalità di maggior rilievo nel panorama professionale e scientifico della psicologia italiana. Tra i suoi presidenti vanno ricordati: Sante De Sanctis (1910-1911; 1927-1934); Francesco De Sarlo (1920-1923); Federico Kiesow (1923-1927); Cesare Colucci (1934-1943); Mario Ponzo (1943-1959); Cesare Musatti (1960-1965); Fabio Metelli (1968-1972); Luigi Meschieri (1973-1975); Marcello Cesa-Bianchi (1975-1978).
Marina Manotta
02/02/2010
Ferrari, G.C. (1910a). Società italiana di psicologia. Rivista di psicologia, 532-533.
Ferrari, G.C. (1910b). Associazione dei psicologi italiani. Rivista di psicologia, 119-120.
Ferrari, G.C. (1910c). Associazione dei psicologi italiani. Rivista di Psicologia, 198.
Ferrari, G. C. (1910 d). Bollettino della Società italiana di psicologia. Rivista di psicologia, 269-272.
Ferrari, G. C. (1910 e). Società italiana di psicologia. Rivista di psicologia, 439-440.
Mahrhaba, S. (1981). Lineamenti della psicologia italiana, 1870-1945. Firenze: Giunti.
Mucciarelli, G. (1982-1984), La psicologia italiana: fonti e documenti. Vol. 1: Le origini (1860-1918). Vol. 2: La crisi (1918-1945). Bologna: Pitagora.
Stucchi, N., (1999). Il IV Congresso nazionale di psicologia: Benussi e De Sarlo. In L. Albertazzi, G. Cimino, & S. Gori-Savellini (a cura di), Francesco De Sarlo e il laboratorio fiorentino di psicologia (pp. 267-287). Bari: Laterza.
Soro, G. (1999). La psicologia in Italia: una storia in corso. Milano: Angeli.
La Società italiana di psicologia (SIP) venne fondata nel 1910 grazie all'iniziativa e allo sforzo di coordinamento di Giulio Cesare Ferrari. La sua storia è in larga parte parallela alla storia dello sviluppo della psicologia in Italia.
Nel 1909 gli psicologi italiani presenti al VI Congresso internazionale di psicologia di Ginevra decisero di dare vita a una associazione nazionale, che conferisse unità di indirizzo agli studi e alle ricerche psicologiche condotte nel nostro paese. Ferrari presentò la proposta sulla Rivista di psicologia, da lui diretta, e insieme a Sante De Sanctis e a Guido Villa lanciò un appello ai cultori di psicologia al fine di raccogliere adesioni ed eventuali suggerimenti. L'anno successivo venne fondata l'associazione. Essa contava inizialmente una cinquantina di membri ed era governata da un Consiglio direttivo di nomina annuale. Il primo statuto della Società venne presentato e approvato nel corso del primo Congresso nazionale degli psicologi italiani svoltosi a Torino nel 1911.
La vita dell'associazione rispecchiò, nei primi decenni, le difficoltà e i contrasti che caratterizzarono lo sviluppo della psicologia in Italia. Nel suo tentativo di affermarsi come disciplina autonoma, infatti, la psicologia era percorsa da una tensione tra due diverse impostazioni: da una parte, coloro che erano favorevoli a una separazione tra psicologia e filosofia, e che miravano alla costituzione di una psicologia empirica e sperimentale; dall'altra, i sostenitori di una "psicologia filosofica", contrari alla riduzione della psicologia a scienza naturale, al pari delle altre discipline scientifiche. Il contrasto si manifestò apertamente nel corso del IV Congresso della Società, tenuto a Firenze nell'ottobre 1923, e sfociò in un'accesa polemica tra Vittorio Benussi e Francesco De Sarlo. Gli echi del contrasto si protrassero fino al 1926, quando si decise di inserire il V Congresso della Società all'interno del IV Congresso nazionale di filosofia di Milano: il Congresso fu programmato ma non svolto, e ciò condusse allo scioglimento provvisorio della SIP. La società fu poi ricomposta grazie all'intervento di Enzo Bonaventura.
Il VII Congresso della Società, tenuto a Torino nel 1929, segnò un momento importante per il consolidamento della psicologia italiana in senso psicotecnico: per la prima volta furono presentati i lavori degli psicologi sperimentali nel campo della psicologia applicata. Negli anni seguenti si registrò tuttavia un arresto nel processo di sviluppo della psicologia, dovuto in non ultima istanza al predominio della cultura neoidealista di Croce e Gentile. Dopo l'VIII Congresso, svoltosi a Roma nel 1936, la società rimase sostanzialmente inattiva.
Al termine della guerra la Società si riorganizzò, grazie soprattutto agli sforzi di Mario Ponzo, Cesare Musatti e padre Agostino Gemelli. Gli anni '50 rappresentano il periodo della ripresa e della progressiva affermazione della Società nel dibattito culturale del nostro paese. A partire dal 1951, i congressi si susseguirono con cadenza triennale. Nel 1960 venne approvato un nuovo statuto che modificò denominazione e sigla: l'associazione si chiamò Società italiana di psicologia scientifica (SIPS). Nel 1976 la sigla fu convertita in SIPs, in quanto l'aggettivazione "scientifica" venne ormai ritenuta implicita.
Fin dalla sua fondazione la Società ha svolto attività di raccordo tra i centri universitari di studio e di ricerca, e si è dedicata all'organizzazione di manifestazioni sociali, che avevano nei Congressi nazionali il loro momento più significativo. Anche oggi la sua attività consiste nel favorire il collegamento tra i soci e nel promuovere iniziative culturali connesse a tematiche psicologiche.
Nel corso di quasi cent'anni di vita la SIPs è stata governata dalle personalità di maggior rilievo nel panorama professionale e scientifico della psicologia italiana. Tra i suoi presidenti vanno ricordati: Sante De Sanctis (1910-1911; 1927-1934); Francesco De Sarlo (1920-1923); Federico Kiesow (1923-1927); Cesare Colucci (1934-1943); Mario Ponzo (1943-1959); Cesare Musatti (1960-1965); Fabio Metelli (1968-1972); Luigi Meschieri (1973-1975); Marcello Cesa-Bianchi (1975-1978).
Marina Manotta
02/02/2010
Bibliografia
Cimino G., & Dazzi N. (Eds.) (1998). La psicologia in Italia: i protagonisti e i problemi scientifici, filosofici e istituzionali (1870-1945). Milano: Led.Ferrari, G.C. (1910a). Società italiana di psicologia. Rivista di psicologia, 532-533.
Ferrari, G.C. (1910b). Associazione dei psicologi italiani. Rivista di psicologia, 119-120.
Ferrari, G.C. (1910c). Associazione dei psicologi italiani. Rivista di Psicologia, 198.
Ferrari, G. C. (1910 d). Bollettino della Società italiana di psicologia. Rivista di psicologia, 269-272.
Ferrari, G. C. (1910 e). Società italiana di psicologia. Rivista di psicologia, 439-440.
Mahrhaba, S. (1981). Lineamenti della psicologia italiana, 1870-1945. Firenze: Giunti.
Mucciarelli, G. (1982-1984), La psicologia italiana: fonti e documenti. Vol. 1: Le origini (1860-1918). Vol. 2: La crisi (1918-1945). Bologna: Pitagora.
Stucchi, N., (1999). Il IV Congresso nazionale di psicologia: Benussi e De Sarlo. In L. Albertazzi, G. Cimino, & S. Gori-Savellini (a cura di), Francesco De Sarlo e il laboratorio fiorentino di psicologia (pp. 267-287). Bari: Laterza.
Soro, G. (1999). La psicologia in Italia: una storia in corso. Milano: Angeli.