L’arte all’Ospedale psichiatrico Roncati di Bologna

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A partire dal 1929, presso il manicomio provinciale di Bologna (l’Ospedale Roncati di via Sant’Isaia 90), furono inaugurati diversi eventi aperti al pubblico organizzati e realizzati interamente dai pazienti. Si trattava di rappresentazioni teatrali a cui venivano affiancate delle esposizioni artistiche. I manufatti esposti provenivano da quella che può essere considerata una delle prime scuole d’arte italiane istituite, non ufficialmente, all’interno di un manicomio e gestite dai malati stessi.
Tali iniziative, ideate dal direttore, lo psichiatra e psicologo Giulio Cesare Ferrari, utilizzavano l’arte a scopo terapeutico ed educativo: i manufatti, i disegni e le diverse creazioni che nascevano spontaneamente all’interno del manicomio venivano nel tempo sviluppati fino a diventare oggetti utili e anche artisticamente graziosi (questi ultimi venivano esposti in mostra e venduti al pubblico).
L’arte avvolgeva gli eventi che si organizzavano al Roncati sia in forma di scenografia per le rappresentazioni teatrali, sia come apparato decorativo per le sale espositive, come si legge in un articolo del Resto del Carlino uscito in occasione della prima apertura al pubblico avvenuta il 6 gennaio 1929: “Da un lato della sala infatti si notano dei lavori stranissimi, particolarmente curiosi, per esempio un paio di pantofole che avranno avuto cinque centimetri di suola, mentre dall’altro si allineano lavoretti ingegnosi e artistici, fini ricami, moderni abatjours” (7 gennaio 1929).
All’interno dell’Ospedale Roncati, i pensieri e gli atti creativi dei pazienti prendevano vita soprattutto grazie all’insegnamento di una figura molto importante, quella di Sergio Burzi, valente pittore internato nel 1928, a cui Ferrari aveva assegnato il compito di dirigere il laboratorio d’arte. Si trattava di una figura enigmatica, giunta al Roncati in seguito a un tragico susseguirsi di complesse vicende famigliari e che nonostante ciò era riuscita a mettere in pratica il talento indiscusso che possedeva, dimostrato già durante l’attività lavorativa precedente, al di fuori delle mura del manicomio. Molte sue opere vennero esposte durante gli eventi organizzati al Roncati, addirittura vere e proprie mostre personali.
Di questa scuola d’arte e dell’impegno che Burzi impiegò per poterla sviluppare, si trova qualche traccia nei documenti conservati nel Fondo Ferrari presso il Centro Aspi – Archivio storico della psicologia italiana dell’Università di Milano-Bicocca. In alcune lettere inviate da Burzi alla moglie di Ferrari, Emilia Giordani, compare infatti la richiesta di materiali (ad esempio stoffe o legno compensato) che gli servivano per la creazione delle proprie opere.
Nel Fondo Ferrari sono presenti anche alcuni disegni realizzati da altri pazienti dell’Ospedale Roncati. Queste piccole opere d’arte furono eseguite utilizzando carta riciclata e cartoline postali bianche che con ogni probabilità venivano messe a disposizione all’interno del manicomio. Soggetti di diverse tipologie vi sono rappresentati secondo l’interesse dei singoli artisti. Come si può notare nella galleria di immagini qui presentata, a figure e situazioni classicheggianti si affiancano personaggi moderni, in alcuni casi quasi metafisici e surreali, creati con tecniche differenti, che spaziano dalla semplice matita alla penna e alla china, quest’ultima utilizzata anche con l’acqua per la creazione di sfondi che attraverso un effetto d’acquerello determinano ombre e penombre da cui affiorano i personaggi stessi.
Molto presenti sono gli spunti caricaturali, realizzati secondo uno stile che si impose in Italia nell’Otto e nel Novecento. Tali spunti caratterizzano la maggior parte di questi disegni, sui quali talvolta si trovano le firme elaborate e studiate dagli artisti stessi, anche se più spesso prevale l’anonimato. I disegni senza firma sono riconducibili a diverse mani, ma è possibile identificare quelli eseguiti da una stessa mano poiché presentano una medesima tipologia di tratti o identiche modalità di esecuzione del chiaro-scuro. Quest’ultimo risulta eseguito infatti attraverso diverse tipologie di tratteggio: il tratteggio semplice, composto da piccoli tratti paralleli, il tratteggio modellato, che segue l’andamento dell’anatomia dei corpi dei soggetti, e il tratteggio intrecciato, che è invece composto attraverso sovrapposizioni di linee o piccoli cerchi, più fini o grossolani a seconda della resa che voleva ottenere l’autore. Anche le fisionomie dei personaggi, femminili e maschili, adulti e bambini, ci permettono di distinguere un artista dall’altro, in quanto ognuno di essi realizzò i soggetti utilizzando tipologie di visi ed espressioni ben definiti, che si caratterizzano secondo modelli precisi e ricorrenti.
Le mostre relative alla produzione artistica della scuola d’arte e le rappresentazioni teatrali continuarono al Sant’Isaia 90 negli anni a seguire, con lo stesso successo che ebbero il 6 gennaio 1929, quando per la prima volta erano state aperte al pubblico le porte del manicomio. Giulio Cesare Ferrari, utilizzando questo tipo di attività, si era avventurato in quello che veniva definito dal Carlino “il sistema manicomiale dell’avvenire”, in base al quale il “lavoro manuale educato” veniva indicato come la chiave del “riordinamento mentale” degli alienati: “Su seicento matti circa che sono oggi ricoverati nell’Ospedale Roncati, solamente centoventi debbono restare, per ragioni di sicurezza reclusi, mentre tutti gli altri, qualora trovassero una maggiore comprensione, una maggiore facilità ad essere riaccolti nella società, potrebbero benissimo essere dimessi, sempre restando, attraverso la casa del patronato, sotto la diretta sorveglianza dei dirigenti dell’ospedale” (Il Resto del Carlino, 7 gennaio 1929).

Descrizione dei disegni presenti nella galleria qui proposta:

1) Disegno eseguito da un paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: inchiostro blu su carta
Supporto: cartolina postale intestata “Proprietà riservata de Il Goliardo di Padova”
Stile: caricatura (non è presente il chiaro-scuro)
Descrizione: un giovane dall’espressione allegra brinda con un bicchiere di vino in mano

2) Disegno eseguito da un paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: cartolina postale intestata “Proprietà riservata de Il Goliardo di Padova”
Stile: caricatura (non è presente il chiaro-scuro)
Descrizione: lo stesso giovane del disegno precedente insegue una signorina

3) Disegni eseguiti da due pazienti di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: carta riciclata
Stile: caricatura (il chiaro-scuro è presente solo nel disegno a sinistra)
Descrizione: nel disegno a sinistra viene rappresentato un uomo di profilo, vestito con abiti invernali scuri. Nel disegno a destra viene rappresentato un uomo di profilo. Quest’ultimo sembrerebbe indossare una divisa e le proporzioni anatomiche sono evidentemente alterate.

4) Disegni eseguiti da un paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: matita graffite e inchiostro nero su carta
Supporto: cartolina postale
Stile: caricatura (non è presente il chiaro-scuro)
Descrizione: entrambi i disegni rappresentano lo stesso soggetto eseguito attraverso due visioni differenti. Il disegno a sinistra raffigura infatti la silhouette di un uomo che sta fumando una sigaretta. Il disegno a destra invece rappresenta lo stesso uomo la cui testa è stata sostituita da una sorta di erogatore di carburante o di arteria troncata.

5) Disegni eseguiti da un paziente di Giulio Cesare Ferrari (probabilmente entrambi appartengono alla stessa mano).
Tecnica: matita graffite e inchiostro nero su carta
Supporto: cartolina postale
Stile: caricatura (non è presente il chiaro-scuro)
Descrizione: il disegno a sinistra mostra una coppia benestante a passeggio. Il disegno a destra rappresenta una sorta di danza macabra in cui uno scheletro senza cranio corre, tenendo in mano una testa pugnalata, lungo una strada ricoperta di teschi.
 
6) Disegno eseguito da un paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: cartolina postale
Stile: caricatura (non è presente il chiaro-scuro)
Descrizione: il disegno rappresenta la danza di un uomo dall’anatomia completamente deformata e di una bambina. La scena è accompagnata da un violoncellista che suona dietro ai due personaggi principali.

7) Lettera del pittore Sergio Burzi a Emilia Giordani, moglie di Giulio Cesare Ferrari.
Descrizione: le chiede del legno compensato per la creazione dei suoi pupazzi.

8) Disegni eseguiti da un paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: carta riciclata
Stile: realistico, disegno al tratto
Descrizione: il disegno a sinistra rappresenta una scena idilliaca e classicheggiante nella quale un satiro suona il flauto per una fanciulla sulle sponde di un lago, mentre il sole sta per tramontare. Il disegno a destra rappresenta un atto d’amore passionale fra un uomo e una donna d’epoca moderna.
   
9) Disegni eseguiti da un paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: carta riciclata
Stile: realistico, disegno al tratto
Descrizione: i fogli a sinistra mostrano lo studio per la creazione della firma dell’autore Ianelli (o Janelli). Il disegno a destra invece rappresenta una giovane dall’abito lungo, seduta a terra con gli occhi chiusi e un seno scoperto. Con ogni probabilità questo disegno è stato eseguito da Ianelli.

10) Disegni eseguiti da un paziente di Giulio Cesare Ferrari (uno di questi firmato da Ianelli).
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: carta riciclata
Stile: realistico, disegno al tratto
Descrizione: il disegno in alto a sinistra rappresenta una donna dalla pettinatura tipica degli anni ’20 del Novecento. Il disegno a destra rappresenta invece una serie di coppie che ballano e alcuni musicisti; tutti i soggetti sono posizionati senza un ordine spaziale e prospettico ben definito.

11) Disegni eseguiti da due pazienti di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: matita e inchiostro nero su carta
Supporto: cartolina postale e carta riciclata
Stile: realistico, disegno al tratto e caricatura
Descrizione: Il disegno a sinistra rappresenta una coppia di bambini che si scambiano un tenero gesto d’affetto. Il disegno a destra rappresenta invece una coppia di danzatori nell’atto di compiere un ballo passionale.

12) Disegni eseguiti da un paziente di Giulio Cesare Ferrari (molto probabilmente entrambi appartengono alla stessa mano).
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: cartolina postale intestata “Società Gioventù Cattolica Italiana”
Stile: caricatura
Descrizione: il disegno a sinistra mostra una classica situazione all’interno di una scuola in cui un bambino esegue alla lavagna un esercizio di matematica sotto la supervisione dell’insegnante. Il disegno a destra mostra invece uno studente intento nel fare i compiti a casa.

13) Disegno eseguito da un paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: matita e inchiostro nero su carta
Supporto: cartolina postale
Stile: caricatura
Descrizione: il disegno rappresenta una famiglia: sulla sinistra viene posizionata la figura materna intenta nell’allattare il figlio neonato, sulla destra viene posizionata la figura paterna che mentre legge il giornale tiene in braccio il figlio il quale beve da una lunga cannuccia. Tutt’intorno altri tre figli giocano.

14) Disegni eseguiti da un paziente di Giulio Cesare Ferrari (molto probabilmente entrambi appartengono alla stessa mano).
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: carta riciclata e cartolina postale
Stile: realistico, disegno al tratto
Descrizione: il disegno a sinistra rappresenta una giovane donna benestante intenta a leggere un giornale seduta su una comoda poltrona. Il disegno a destra rappresenta invece una povera donna inginocchiata a terra.

15) Pagine appartenenti al manoscritto “Fogli volanti. Azioni mimiche, storiche, spettacolose”, con disegni eseguiti da un paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: carta
Stile: caricatura
Descrizione: i disegni raccontano le scene sottoscritte

16) Disegni eseguiti da due pazienti di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: inchiostro nero su carta
Supporto: cartolina postale
Stile: caricatura (non è presente il chiaro-scuro)
Descrizione: il disegno a sinistra rappresenta un uomo che si sta calando dall’alto. Il disegno a destra rappresenta due figure femminili nell’intento di afferrare qualcosa.

17) Disegni eseguiti da due pazienti di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: matita e inchiostro nero su carta
Supporto: cartolina postale
Stile: caricatura (non è presente il chiaro-scuro)
Descrizione: il disegno a sinistra rappresenta un uomo, probabilmente uno studioso, intento nella lettura. Il disegno a destra rappresenta invece un uomo, probabilmente uno scrittore, che sta dormendo e sognando.

18) Disegni eseguiti da due pazienti di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: matita e inchiostro nero su carta
Supporto: carta riciclata (imbrattata di sostanza oleosa)
Stile: caricatura
Descrizione: il disegno a sinistra rappresenta un uomo benestante con barba e monocolo. Il disegno a destra rappresenta invece una donna elegante in primo piano e una macchina d’epoca posizionata in secondo piano.

19) Memoriale manoscritto di un paziente ricoverato e disegno di un altro paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica del disegno: inchiostro nero e pastello colorato su carta
Supporto del disegno: cartolina postale
Stile del disegno: caricatura
Descrizione: il manoscritto si intitola “Tristi Rimembranze” ed è firmato dal paziente. La prima pagina del memoriale racconta dell’incontro con una donna. Il disegno dell’altro paziente invece rappresenta un uomo che guarda passeggiare una donna.

20) Disegno eseguito da un paziente di Giulio Cesare Ferrari.
Tecnica: inchiostro nero acquerellato  su carta
Supporto: cartolina postale
Stile: caricatura
Descrizione: il disegno rappresenta un giocatore di biliardo. L’atmosfera del locale è data dall’utilizzo dell’inchiostro, che crea un forte contrasto di chiaro-scuro mettendo in risalto il personaggio illuminato dal lampadario.

Francesca Salvatore
19/10/2018

Bibliografia

Montanari, E. (2015). Sant’Isaia 90. Cent’anni di follia a Bologna. (Capitolo 4). Bologna: Pendragon.
Una recita all’Ospedale Roncati. Il Resto del Carlino, 7 gennaio 1929.
Uno spettacolo al Manicomio di Bologna. Il Corriere della Sera, 9 gennaio 1929.
Una rappresentazione a Sant’Isaia numero 90. Il Resto del Carlino, 20 gennaio 1930.

Fonti archivistiche

Aspi Archivio storico della psicologia italiana, Università di Milano-Bicocca, Fondo Ferrari, b. 43, fasc. 4-5 e 14-19 (disegni); b. 63 (lettera di Burzi).

Fonte iconografica

Aspi Archivio storico della psicologia italiana, Università di Milano-Bicocca, Fondo Ferrari.
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