Lettera della storica della pedagogia Emilia Santamaria, moglie dell’editore Angelo Fortunato Formiggini, a Giulio Cesare Ferrari (2)
A.F. Formiggini editore di Roma / Enciclopedia delle enciclopedie / Censimento dell'Italia che legge / e Italia che scrive lettere d'amore / classici del ridere polemiche / medaglie apologie / profili varie / Biblioteca circolante
Roma, 26-2-'32
Illustre e caro Professore,
da fedele colomba, appena assunte informazioni, torno all'arca, sebbene sappia che ormai le notizie le sono già state comunicate dalla ineffabile Contessa, e che anche il Carlo [1] s'è fatto vivo. La Contessa scrive a mio marito di aver già dato a lei direttamente risposta, mandandole indietro il manoscritto perché troppo lungo, disposta invece a pubblicare un articolo di otto o dieci cartelle.
Mio marito, interpellato da me sul costo della pubblicazione del volumetto, mi ha risposto così: "Quale può essere il prezzo tipografico, il prof. Ferrari può calcolarlo anche benissimo da sé, perché è al corrente dei valori della carta, della stampa ecc., almeno quanto me; un calcolo preventivo sulla vendita del libro non potremmo farlo né lui né io; le previsioni sul pubblico rimangono sempre campate in aria. Se il prof. Ferrari desiderasse di affidarmi il suo lavoro, me ne incaricherei volentieri; ma egli dovrebbe darmi un sussidio di £. 1500. Io sarei a lui 250 copie del volume, che egli potrebbe con una certa facilità vendere attraverso la sua Rivista, e, in ogni modo, largamente diffondere tra i periodici". Ecco tutto.
Per mio conto spero di vedere al più presto notizie del suo viaggio in Russia, leggendo un articolo della sua Rivista [2], in attesa di saperne qualche cosa di più attraverso il suo volume. Sempre lieta se potrò mettermi a sua disposizione in altri casi per evitarle i ritardi nelle risposte, la saluto cordialmente
E. Formiggini Santamaria
[1] Probabilmente il figlio di Ferrari, Carlo Alberto.
[2] G.C. Ferrari, La VII Conferenza internazionale di psicotecnica (Mosca, 6-13 settembre 1931), in «Rivista di psicologia», 1931, pp. 216-218.