Paolo Bozzi

Gorizia, 16 Maggio 1930 – Bolzano, 10 Ottobre 2003
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Biografia

Psicologo, filosofo, musicista, vive l’infanzia e l’adolescenza a Gorizia, dove il padre Carlo Luigi è insegnante, poeta, cultore dell’idioma bisiacco e storico del territorio. La madre, Pia Chialchia, con ascendenze viennesi, proviene da Sagrado, dove il padre ha un’importante falegnameria, in cui tra l’altro costruisce violini, con grande diletto del nipote Paolo. È una comunità, quella goriziana, dove per i giovani sono molteplici le occasioni di attività ludiche, culturali e creative. Paolo vi partecipa spesso con il fratello minore Sergio e, tra gli altri, con un giovanissimo Carlo Rubbia, futuro fisico e Premio Nobel.
Ottenuto nel 1949 il diploma di maturità classica, si iscrive, per volontà del padre, alla Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Trieste, ma dopo il primo anno decide di passare a Lettere e filosofia, dove si laurea nel 1955 in filosofia morale, sotto la guida del prof. Giorgio Radetti, con una tesi sul pragmatismo italiano. I capitoli della tesi dedicati a Giovanni Vailati e Mario Calderoni verranno pubblicati sulla Rivista critica di storia della filosofia di Mario Dal Pra.
Nel 1953 era arrivato a Trieste da Milano, quale professore ordinario di Psicologia generale, il triestino Gaetano Kanizsa. Un giorno l’amico “John” Spiazzi propone a Bozzi di andare a sentire un seminario del nuovo docente. È un’illuminazione sulla strada di Damasco. I seminari, gli incontri, le discussioni si susseguono incessantemente a partire dal 1955.
Negli stessi anni insegna a Gorizia, prima nella residenza carceraria, dove regna un diffuso analfabetismo, e poi all’Istituto magistrale Slataper, dov’è docente di filosofia e pedagogia.
Attraverso l’intervento di Kanizsa ottiene un posto di lavoro a Milano, presso un istituto pubblicitario. Idea uno slogan di successo per una casa produttrice di detersivi e osserva per la prima volta interessanti aspetti percettivi nel fenomeno dell’isocronismo del pendolo. Dopo un anno, rientra a Trieste come assistente di Kanizsa.
Nel 1958 Kanizsa, Metelli e Canestrelli organizzano a Trieste il XII Congresso degli psicologi italiani (segretari Tampieri e Petter). Negli Atti appare la ricerca sperimentale di Bozzi Osservazioni sulla percezione del moto pendolare armonico, un contributo di tre pagine di rara originalità e ricco di sviluppi futuri. In nuce, infatti, sono qui presenti i progetti di una “scienza degli osservabili”, di una “fenomenologia sperimentale”, e di una analisi storico-scientifica che chiama in causa la meccanica di Galileo e quella aristotelica.
Nel 1960, insieme al collega e amico di sempre Giovanni Bruno Vicario, pubblica sulla Rivista di psicologia un altro basilare contributo d’impianto gestaltista relativo alla psicologia della musica: Due fattori di unificazione fra note musicali: la vicinanza temporale e la vicinanza tonale. Albert Bregman (1971), ispirandosi a questo studio, conierà l’auditory streaming e ne consacrerà le brillanti intuizioni in diverse pubblicazioni su importanti riviste internazionali.
Allievo del violinista goriziano Rodolfo Lipizer, coltiva per tutta la vita la passione per il violino, che si manifesta in numerose partecipazioni ad attività orchestrali, nella riflessione costante sui temi della psicologia della musica, nella pubblicazione di composizioni musicali per violoncello, violino e viola. L’interesse per la psicologia della Gestalt è attestato anche dalle illuminanti presentazioni delle edizioni italiane di diverse opere di Köhler e Wertheimer.
Un altro tassello significativo della sua ricerca è costituito dal contributo, apparso sul Giornale italiano di psicologia nel 1968, L’interosservazione come metodo per la fenomenologia sperimentale, frutto di lavori sul campo e analisi storiche dedicate anche alla fenomenologia del pensiero. Tale metodologia si rivelerà importante in diversi campi disciplinari e in primo luogo in quello pedagogico, come attestato da alcuni significativi lavori della collega e amica psicopedagogista Lucia Lumbelli.
Le esperienze di laboratorio e lo studio storico-scientifico della psicologia della percezione sfociano in un’ampia opera epistemologica, mai pubblicata, da cui sarà parzialmente tratto il fondamentale volume Unità identità causalità. Una introduzione allo studio della percezione (1969), una trattazione innovativa e approfondita di antichi temi filosofici alla luce degli esperimenti e delle teorie scientifico-psicologiche, in primis quella gestaltista, del XIX e XX secolo, testimonianza pionieristica di un approccio fenomenologico-scientifico alla problematica filosofica classica.
All’inizio degli anni ’60 diviene docente di psicologia a Padova, dove avvia alla ricerca diversi brillanti allievi e coltiva l’amicizia e la collaborazione con importanti musicisti, mentre alla fine di quegli anni turbolenti è professore ordinario a Trento, dove svolge anche per un breve periodo la carica di rettore. Con le pionieristiche pubblicazioni di quel periodo, precorre i temi del dibattito sull’immediatezza della percezione, che balzeranno al centro dell’attenzione scientifica di tutta la psicologia sperimentale con l’affermarsi della teoria ecologica di Gibson.
Rientrato a Trieste come docente di Metodologia delle scienze del comportamento, negli anni ’80 e ’90 si dedica con vigore alla didattica e alla ricerca, attirando allievi, collaboratori ed estimatori da diversi campi disciplinari, compresi quelli umanistici. Nel 1989 appare un’antologia di suoi contributi sotto l’etichetta di Fenomenologia sperimentale, a cura di Kanizsa e Legrenzi, a cui segue nel 1990 la pubblicazione della narrazione scientifica Fisica ingenua, molto apprezzata anche da letterati come Claudio Magris. Nel 1993 esce una robusta silloge dei suoi contributi intitolata Experimenta in visu e nel 1997 un volume dedicato all’amato maestro di violino Lipizer. Un anno dopo esce l’interessante commento dei primi 29 paragrafi delle Osservazioni sulla filosofia della psicologia di Wittgenstein, la cui preparazione è anche frutto delle lezioni e dei seminari di due indimenticabili corsi universitari.
Dopo un primo matrimonio con la geofisica triestina Mara Zadro, nel 1987 sposa la psichiatra Margherita von Braitenberg, figlia dell’illustre neurofisiologo Valentino. 
Ritiratosi in pensione alla fine degli anni ’90, continua a mantenere importanti contatti di ricerca con gli amici veronesi dell’Accademia degli Incerti, con colleghi e musicisti di Bologna, con il Laboratorio di ontologia di Torino, diretto da Maurizio Ferraris. A Trieste lavora con un gruppo di giovani psicologi (i Muli erranti) guidato da Tiziano Agostini, e partecipa con interesse al Seminario husserliano permanente animato da Vicario. A Padova diviene membro dell’Accademia Galileiana di scienze lettere ed arti e collabora con diverse attività didattico-culturali.
Nell’autunno del 2003, dopo una settimana di lezioni tenute a Padova su invito del prof. Cornoldi, rientra nella sua residenza di Bolzano e la notte del 10 ottobre viene a mancare per un fatale attacco cardiaco.

Tiziano Agostini, Serena Cattaruzza, Walter Coppola
(con un grazie speciale a Margherita von Braitenberg Bozzi)
10/10/2023
 

Bibliografia

Agostini, T., Cattaruzza, S., & Martinelli, R. (a cura di) (2013). L’eredità scientifica e culturale di Paolo Bozzi. Raccolta di scritti nel Decennale della scomparsa. Teorie & Modelli 1(18), 11-107.
Barbero, C., Casati, R., Ferraris, M., & Varzi, A. C. (a cura di) (2003). Bozzetti in memoria di Paolo Bozzi. Rivista di estetica, 24, 3-163.
Bianchi, I., & Davies, R. (ed. by) (2019). Paolo Bozzi’s Experimental Phenomenology. London and New York: Routledge.
Cattaruzza, S., & Sinico, M. (a cura di) (2004). Husserl in Laboratorio. Trieste: EUT.
Kanizsa, G., Metelli, F., & Canestrelli, L. (a cura di) (1960). Atti del XII Congresso degli Psicologi italiani tenuto nell’Università di Trieste dal 14 al 17 settembre 1958. Firenze: Editrice Universitaria.
Parovel, G. (2022). Omaggio a Paolo Bozzi: l’osservazione tra arte e qualità espressive. In G. Bartorelli, A. Bobbio, G. Galfano, & M. Grassi (a cura di). L’occhio in gioco. Il gruppo N e la psicologia della percezione (pp. 60-66). Cinisello Balsamo (MI): Silvana Editoriale.
Savardi, U., & Bianchi, I. (a cura di) (1999). Gli errori dello stimolo. Verona: CIERRE Edizioni.
Savardi, U., & Mazzocco, A. (a cura di) (2003). Figura e sfondo. Temi e variazioni per Paolo Bozzi. Padova: Cleup.
Smith, B., & Casati, R. (1994). Naive Physics, Philosophical Psychology, vol. 7, n. 2 , 227-249.
Taddio, L. (a cura di) (2007). Paolo Bozzi. Un mondo sotto osservazione. Milano: Mimesis.
 

Opere

(1969). Unità identità causalità una introduzione allo studio della percezione. Bologna: Cappelli Editore.
(1987). Romantika. Per violoncello solo. Udine: Pizzicato Edizioni Musicali.
(1987). Meta-Kitsch. Per violino solo. Udine: Pizzicato Edizioni Musicali.
(1987). Der Psychophisiche Bogen (l’arco psicofisico). Per viola sola. Udine: Pizzicato Edizioni Musicali.
(1989). Fenomenologia sperimentale. Bologna: Il Mulino.
(1990). Fisica ingenua. Oscillazioni, piani inclinati e altre storie: studi di psicologia della percezione. Milano: Garzanti.
(1993). Experimenta in visu. Ricerche sulla percezione. Milano: Guerini.
(1997). Rodolfo Lipizer. Pordenone-Padova: Edizioni Studio Tesi.
(1998). Vedere come. Commenti ai §§ 1-29 delle Osservazioni sulla filosofia della psicologia di Wittgenstein. Milano: Guerini.
 

Fonte iconografica

Per gentile concessione di Margherita von Braitenberg Bozzi.
 
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