Max Wertheimer

Praga, 15 Aprile 1880 – New Rochelle (New York), 12 Ottobre 1943
Vai al menù contestuale

Biografia

Membro di una famiglia ebrea colta di Praga, fin da adolescente Max Wertheimer si appassionò alla musica: suonava il violino e il piano e componeva musica sinfonica e da camera. Nel 1900 iniziò gli studi di legge all'Università Karlova di Praga, ma subito si volse alla filosofia del diritto e alla psicologia della testimonianza. A Praga ebbe modo di seguire le lezioni di psicologia di Christian von Ehrenfels.
L'anno successivo si trasferì a Berlino per studiare psicologia sotto la guida di Carl Stumpf, noto per le sue ricerche in psicologia del suono, e lì conobbe Kurt Koffka e Wolfgang Köhler.
Quindi passò a Würzburg, dove si addottorò nel 1904 sotto la supervisione di Oswald Külpe, sviluppando, come parte della sua dissertazione sulla "diagnosi di un fatto", un metodo di associazione verbale.
Nel 1910 iniziò i suoi esperimenti, divenuti celebri, sul movimento apparente stroboscopico, ai quali collaborarono Koffka e Köhler. Queste ricerche vennero illustrate nell'articolo Experimentelle Studien über das Sehen von Bewegung [Studi sperimentali sulla visione del movimento] del 1912, considerato la prima pubblicazione in cui trova espressione l'impostazione teorica della psicologia della Gestalt.
Dal 1910 Wertheimer lavorò all'Università di Francoforte sul Meno, quindi all'Università di Berlino (1916-1929). Nel 1921 fondò con Koffka e Köhler la rivista Psychologische Forschung, che divenne l'organo ufficiale della scuola gestaltista.
Nei due saggi Untersuchungen zur Lehre der Gestalt [Ricerche sulla teoria della Gestalt] (1922-1923), Wertheimer enunciò i principi gestaltisti dell'organizzazione percettiva.
Nel 1929 ritornò, come professore di psicologia, a Francoforte, dove rimase fino al 1933, quando, in seguito all'avvento del nazismo, emigrò negli Stati Uniti. Qui divenne professore alla New School for social research di New York, dedicandosi anche a problemi di attualità, etica e politica. Nel 1945 uscì postuma la sua opera principale Productive thinking. Un capitolo di quest'opera è dedicato ad Albert Einstein (suo amico sin dai tempi di Praga, con il quale condivideva la passione per la musica) e ai processi di pensiero che portarono alla scoperta della teoria della relatività.

Mauro Antonelli e Verena Zudini
15/04/2010

Bibliografia

Ash, M.G. (1982). The emergence of Gestalt theory: Experimental psychology in Germany, 1890-1920. Diss. University Microfilms International: Ann Arbor.
Ash, M.G. (1995). Gestalt psychology in German culture, 1890-1967. Cambridge: Cambridge University Press.
Boring, E.G. (1942). Sensation and perception in the history of experimental psychology. New York: Appleton-Century-Crofts.
Boring, E.G. (19502). A history of experimental psychology. New York: Appleton-Century-Crofts.
Brett King, D., & Wertheimer, Michael (2005). Max Wertheimer and Gestalt theory. New Brunswick, New Jersey-London: Transaction Publishers.
Carini, L. (1970). A reassessment of Max Wertheimer's contribution to psychological theory. Acta Psychologica32, 377-385.
Ellis, W.D. (1938). A source book of Gestalt psychology. London: Routledge & Kegan.
Kanizsa, G., & Caramelli, N. (a cura di) (1988). L'eredità della psicologia della Gestalt. Bologna: Il Mulino.
Kanizsa, G., & Legrenzi, P. (a cura di) (1978). Psicologia della Gestalt e psicologia cognitivista.Bologna: Il Mulino.
Luchins, A. S., & Luchins, E.H. (1985). Max Wertheimer: His life and work during 1912-1919. Gestalt Theory7, 3-28.
Luchins, A.S., & Luchins, E.H. (1986). Max Wertheimer: 1919-1929. Gestalt Theory8, 4-30.
Luchins, A.S., & Luchins, E.H. (1986). Max Wertheimer in Frankfurt: 1929-1933. Gestalt Theory8, 204-224.
Luchins, A.S., & Luchins, E.H. (1987). Max Wertheimer in America: 1933-1943. Gestalt Theory9,70-101.
Luchins, A.S., & Luchins, E.H. (1988). Max Wertheimer in America: 1933-1943. Gestalt Theory10,134-160.
Psychological Research51(2) (1989). Numero speciale dedicato a Max Wertheimer.
Sarris, V. (1987). Max Wertheimer in Frankfurt. Zeitschrift für Psychologie, 195, 283-310 e 403-431.
Sarris, V. (1988). Max Wertheimer in Frankfurt. Zeitschrift für Psychologie, 196, 27-61.
Smith, B. (a cura di) (1988). Foundations of Gestalt Theory. München-Wien: Philosophia Verlag.
http://www.gestalttheory.net/it
http://www.ship.edu/~cgboeree/gestalt.html
back to top