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A Rio trova un ambiente psicoanalitico stimolante e aperto. Viene chiamato come assistente da Claudio De Araújo Lima presso la clinica da lui diretta, dove può iniziare a sperimentare, appena ventitreenne, una pratica psicoterapica di gruppo. Non ancora laureato, entra nel 1947 nel consiglio di redazione della rivista Psiche, dove rimane fino al 1949, mentre dal 1951 al 1955 è segretario di redazione della Rivista latino-americana de psichiatria.
Laureatosi in medicina nel 1952, fino al 1956 insegna metodi e tecniche psicoterapiche presso l’Istituto di medicina e psicologia di Rio e collabora, tra gli altri, con lo psichiatra e psicologo spagnolo Emilio Mira y López.
Alla fine del 1957 si reca in Svizzera, presso la Clinica Bellevue di Ludwig Binswanger, con il quale nasce un sodalizio umano e di ricerca. Nominato primario del reparto di Villa Landegg, lo organizza secondo il principio dell’autogoverno dei pazienti. La comunità terapeutica svizzera di Napolitani diventa in breve un punto di riferimento per colleghi italiani e stranieri (tra gli altri, Carla Zennaro e Massimo Fagioli), che vi si recano per approfondire i metodi terapeutici adottati. Negli stessi anni intesse scambi con Thomas Main e Maxwell Jones, pionieri dell’organizzazione orizzontale delle istituzioni psichiatriche. Sul tema presenta diversi contributi in convegni internazionali e nel 1962 viene chiamato a tenere un corso sulle comunità terapeutiche presso la cattedra di psichiatria dell’Università di Tubinga. Tiene corsi anche a Gütersloh e ad Harvard. Sempre nel periodo svizzero, ha un intenso scambio con Carl Gustav Jung.
Alla fine del 1963, insieme a Massimo Fagioli, trasferisce la comunità terapeutica a Roma, dove l’esperienza prosegue per altri tre anni. Numerosi saranno i colleghi che seguiranno la strada da lui aperta nella psichiatria italiana, tra cui il fratello Diego e Franco Basaglia. Sarà proprio Diego ad elaborare in forma teoricamente più compiuta quanto egli andava sperimentando nella sua clinica.
Sempre a Roma, si sottopone a una seconda analisi personale con Nicola Perrotti e frequenta la Società psicoanalitica italiana; critico nei confronti delle dinamiche di potere interne alla società, tuttavia, rifiuta di diventarne membro effettivo. Intensifica invece i rapporti internazionali, in particolare con la Group Analytic Society e l’Institute of Group Analysis, e con il loro fondatore Sigmund Heinrich Foulkes. Nel 1966 viene nominato membro effettivo della britannica Royal Medico-Psychological Association e nel 1968 fonda l’Istituto di gruppoanalisi di Roma (IGAR), dove forma i giovani psichiatri secondo i metodi da lui a lungo sperimentati.
Nel 1981 organizza a Roma il V European Symposium in Group Analysis, su mandato della Group Analytic Society, e l’anno seguente costituisce, con il fratello Diego e altri, la Confederazione organizzazioni italiane per la ricerca analitica sui gruppi (CORAIG), allo scopo di coordinare le diverse realtà operanti sul territorio nazionale. Nel 1986 partecipa alla fondazione della Rivista italiana di gruppoanalisi.
Sebbene la sua produzione teorica risulti limitata, Napolitani è stato un pioniere nell’introdurre le pratiche di comunità terapeutica in Italia e un attivissimo promotore della formazione psicoterapica di orientamento gruppoanalitico.
Andreas Iacarella
23/09/2021
Corulli, L. (2016). Appunti sul movimento delle comunità in Italia. Nascita, sviluppi, enfatizzazioni e ridimensionamenti, malefici e malesorti. Terapia di comunità. Rivista bimestrale di psicologia, 16(62).
Cuomo, G. (1996). Fabrizio Napolitani, un profilo. Rivista italiana di Gruppoanalisi, 11(1).
(1963). Experiment einer Psychotherapie der Psychosen, durchgeführt in einer durch Patienten selbstverwalteten Abteilung. In: B. Stokvis (a cura di), Psychotherapie und Psychosen. Verhandlungen des 5. Internationalen Psychotherapiekongresses, Wien 1961. Basel: Karger, 23-29.
(1964). La comunità terapeutica. In: Problemi di psicoterapia. Atti del I corso di aggiornamento: 11-14 dicembre 1962. Milano: Centro Studi di Psicoterapia Clinica, 400-415.
(1969). La psicomaieusi: un nuovo metodo analitico ed esistenziale di psicoterapia. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 30(1), 73-76.
(1974). Il gruppo come strumento terapeutico. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 35(4), 480-506.
(1974) (con L. Ancona). I processi interni di un gruppo condotto psicoanaliticamente in termini di identificazioni kleiniane. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 35(4), 553-576.
(1974) (con C. Pontalti). Gruppoanalisi relazionale ed équipe clinico-didattica. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 35(4).
(1975). The Group-analytical clinical training team. Group Anlysis, 8(3), 160-161.
(1979). Co-therapy by alternate conduction and reciprocal supervision. Group Anlysis, 12(1), 52-55.
(1984). L’analisi “in”, “di”, e “attraverso” il gruppo: profilo storico-clinico. In: G. Lo Verso, G. Venza (a cura di), Cultura e tecniche di gruppo nel lavoro clinico e sociale in psicologia. Roma: Bulzoni.
(1985). Training en Grupo Análisis. Un método propedéutico. Clínica y Análisis Grupal, 9(35), 98-130.
(1986a). Nota previa per una introduzione storica alla C.O.I.R.A.G. Rivista italiana di Gruppoanalisi, 1(1-2), 131-143.
(1986b). Autoritratto delle Organizzazioni Confederate alla C.O.I.R.A.G. Rivista italiana di Gruppoanalisi, 1(1-2), 145-146.
(1987). Commentary on Scheidlinger's paper on interpretation. International Journal of Group Psychotherapy, 37(3), 361-365.
(1994) (con A. Percopo Napolitani). Terapeuta e gruppo. Terapeuta, gruppo e istituzione. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 55(3), 671-678.
Biografia
Nato da una famiglia di magistrati, decide di non proseguire la tradizione familiare e alla fine del 1946 parte alla volta del Brasile, dove si iscrive alla Facoltà di medicina di Rio de Janeiro. Contemporaneamente avvia un percorso di analisi personale con la psichiatra e psicoanalista brasiliana Iracy Doyle.A Rio trova un ambiente psicoanalitico stimolante e aperto. Viene chiamato come assistente da Claudio De Araújo Lima presso la clinica da lui diretta, dove può iniziare a sperimentare, appena ventitreenne, una pratica psicoterapica di gruppo. Non ancora laureato, entra nel 1947 nel consiglio di redazione della rivista Psiche, dove rimane fino al 1949, mentre dal 1951 al 1955 è segretario di redazione della Rivista latino-americana de psichiatria.
Laureatosi in medicina nel 1952, fino al 1956 insegna metodi e tecniche psicoterapiche presso l’Istituto di medicina e psicologia di Rio e collabora, tra gli altri, con lo psichiatra e psicologo spagnolo Emilio Mira y López.
Alla fine del 1957 si reca in Svizzera, presso la Clinica Bellevue di Ludwig Binswanger, con il quale nasce un sodalizio umano e di ricerca. Nominato primario del reparto di Villa Landegg, lo organizza secondo il principio dell’autogoverno dei pazienti. La comunità terapeutica svizzera di Napolitani diventa in breve un punto di riferimento per colleghi italiani e stranieri (tra gli altri, Carla Zennaro e Massimo Fagioli), che vi si recano per approfondire i metodi terapeutici adottati. Negli stessi anni intesse scambi con Thomas Main e Maxwell Jones, pionieri dell’organizzazione orizzontale delle istituzioni psichiatriche. Sul tema presenta diversi contributi in convegni internazionali e nel 1962 viene chiamato a tenere un corso sulle comunità terapeutiche presso la cattedra di psichiatria dell’Università di Tubinga. Tiene corsi anche a Gütersloh e ad Harvard. Sempre nel periodo svizzero, ha un intenso scambio con Carl Gustav Jung.
Alla fine del 1963, insieme a Massimo Fagioli, trasferisce la comunità terapeutica a Roma, dove l’esperienza prosegue per altri tre anni. Numerosi saranno i colleghi che seguiranno la strada da lui aperta nella psichiatria italiana, tra cui il fratello Diego e Franco Basaglia. Sarà proprio Diego ad elaborare in forma teoricamente più compiuta quanto egli andava sperimentando nella sua clinica.
Sempre a Roma, si sottopone a una seconda analisi personale con Nicola Perrotti e frequenta la Società psicoanalitica italiana; critico nei confronti delle dinamiche di potere interne alla società, tuttavia, rifiuta di diventarne membro effettivo. Intensifica invece i rapporti internazionali, in particolare con la Group Analytic Society e l’Institute of Group Analysis, e con il loro fondatore Sigmund Heinrich Foulkes. Nel 1966 viene nominato membro effettivo della britannica Royal Medico-Psychological Association e nel 1968 fonda l’Istituto di gruppoanalisi di Roma (IGAR), dove forma i giovani psichiatri secondo i metodi da lui a lungo sperimentati.
Nel 1981 organizza a Roma il V European Symposium in Group Analysis, su mandato della Group Analytic Society, e l’anno seguente costituisce, con il fratello Diego e altri, la Confederazione organizzazioni italiane per la ricerca analitica sui gruppi (CORAIG), allo scopo di coordinare le diverse realtà operanti sul territorio nazionale. Nel 1986 partecipa alla fondazione della Rivista italiana di gruppoanalisi.
Sebbene la sua produzione teorica risulti limitata, Napolitani è stato un pioniere nell’introdurre le pratiche di comunità terapeutica in Italia e un attivissimo promotore della formazione psicoterapica di orientamento gruppoanalitico.
Andreas Iacarella
23/09/2021
Bibliografia
Colamedici, D., Masini, A., & Roccioletti, G. (2011). La medicina della mente. Storia e metodo della psicoterapia di gruppo. Roma: L’Asino d’oro edizioni.Corulli, L. (2016). Appunti sul movimento delle comunità in Italia. Nascita, sviluppi, enfatizzazioni e ridimensionamenti, malefici e malesorti. Terapia di comunità. Rivista bimestrale di psicologia, 16(62).
Cuomo, G. (1996). Fabrizio Napolitani, un profilo. Rivista italiana di Gruppoanalisi, 11(1).
Opere
(1961). Report on a psychiatric therapeutic community self-administered by patients. In: The third World Congress of Psychiatry. Proceedings, Montreal, Canada, 4-10 June, 1961. Montreal: McGill University Press.(1963). Experiment einer Psychotherapie der Psychosen, durchgeführt in einer durch Patienten selbstverwalteten Abteilung. In: B. Stokvis (a cura di), Psychotherapie und Psychosen. Verhandlungen des 5. Internationalen Psychotherapiekongresses, Wien 1961. Basel: Karger, 23-29.
(1964). La comunità terapeutica. In: Problemi di psicoterapia. Atti del I corso di aggiornamento: 11-14 dicembre 1962. Milano: Centro Studi di Psicoterapia Clinica, 400-415.
(1969). La psicomaieusi: un nuovo metodo analitico ed esistenziale di psicoterapia. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 30(1), 73-76.
(1974). Il gruppo come strumento terapeutico. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 35(4), 480-506.
(1974) (con L. Ancona). I processi interni di un gruppo condotto psicoanaliticamente in termini di identificazioni kleiniane. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 35(4), 553-576.
(1974) (con C. Pontalti). Gruppoanalisi relazionale ed équipe clinico-didattica. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 35(4).
(1975). The Group-analytical clinical training team. Group Anlysis, 8(3), 160-161.
(1979). Co-therapy by alternate conduction and reciprocal supervision. Group Anlysis, 12(1), 52-55.
(1984). L’analisi “in”, “di”, e “attraverso” il gruppo: profilo storico-clinico. In: G. Lo Verso, G. Venza (a cura di), Cultura e tecniche di gruppo nel lavoro clinico e sociale in psicologia. Roma: Bulzoni.
(1985). Training en Grupo Análisis. Un método propedéutico. Clínica y Análisis Grupal, 9(35), 98-130.
(1986a). Nota previa per una introduzione storica alla C.O.I.R.A.G. Rivista italiana di Gruppoanalisi, 1(1-2), 131-143.
(1986b). Autoritratto delle Organizzazioni Confederate alla C.O.I.R.A.G. Rivista italiana di Gruppoanalisi, 1(1-2), 145-146.
(1987). Commentary on Scheidlinger's paper on interpretation. International Journal of Group Psychotherapy, 37(3), 361-365.
(1994) (con A. Percopo Napolitani). Terapeuta e gruppo. Terapeuta, gruppo e istituzione. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, 55(3), 671-678.