Giuseppe Guicciardi

Ravenna, 19 Luglio 1859 – Reggio Emilia, 17 Aprile 1946
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Biografia

Nato a Ravenna, fin da bambino visse a Reggio Emilia, luogo di origine del padre, dove completò gli studi medi. Si iscrisse poi alla Facoltà di medicina dell’Università di Bologna, dove si laureò il 3 luglio 1883.
Nello stesso anno iniziò la sua lunga carriera di psichiatra nel Manicomio di San Lazzaro a Reggio Emilia, dove entrò come medico praticante il 1° dicembre 1883, senza ricevere compensi, se non il vitto e l’alloggio all’interno dell’istituto. Divenuto ben presto il pupillo del direttore, il celebre Augusto Tamburini, già nel 1884 fu nominato medico assistente e, poi, nel 1886, medico primario. Sempre alla metà degli anni Ottanta dell’Ottocento (l’8 aprile 1885), sposò Virginia Fiastri (1864-1946), interessante figura di intellettuale e scrittrice reggiana, dalla quale ebbe tre figli.
Guicciardi fu il principale collaboratore di Tamburini anche nell’insegnamento presso la Clinica psichiatrica dell’Università di Modena, la cui sede era, appunto, al San Lazzaro. Conseguita nel luglio 1888 la libera docenza in psichiatria, in aggiunta alle lezioni per i corsi regolari, tenne anche quelle di semeiotica psichica. Più avanti, fra il 1896 e il 1898, egli tenne anche la cattedra di psicopatologia forense per i corsi di laurea in giurisprudenza e medicina.
Fin dagli anni Ottanta, iniziò a interessarsi di psicologia sperimentale, collaborando, fra gli altri, con Francesco De Sarlo e Giulio Cesare Ferrari, entrambi in quel periodo giovani medici del San Lazzaro. Con De Sarlo, agli inizi degli anni Novanta, condusse una originale inchiesta bibliopsicologica, chiedendo ad alcune centinaia di intellettuali di indicare quali libri avrebbero voluto avere con sé in caso di isolamento. Collaborò anche attivamente al progetto di Ferrari di ampliare e migliorare la dotazione del laboratorio di psicologia sperimentale, che al San Lazzaro era stato inaugurato da Gabriele Buccola e che Ferrari diresse poi fino al 1902. Ancora con Ferrari, pubblicò diverse ricerche e casi di studio sulla locale Rivista sperimentale di freniatria: I ‘testi mentali’ per l’esame degli alienati. Note di psicopatologia individuale (1896), Il calcolatore mentale Zaneboni. Contributo alla psicologia delle memorie parziali (1897) e Il lettore del pensiero John Dalton. Contributo alla psicologia delle piccole percezioni e dei movimenti minimi (1898). Si interessò costantemente di psicologia sperimentale (compresi i fenomeni metapsichici) e di psicometria, si specializzò nell’utilizzo dei massaggi e si dedicò anche all’ideazione di strumenti di terapia fisica, come la cosiddetta “Sedia Guicciardi per l’immobilizzazione articolare” o quella per la ginnastica muscolare, ma il suo lavoro di alienista fu soprattutto dedicato all’attività peritale: restano oggi più di cento sue perizie, alcune delle quali pubblicate sulla Rivista sperimentale di freniatria.
Nominato direttore del San Lazzaro il 1° agosto 1907, successe al suo maestro Tamburini, che, nel frattempo, aveva ottenuto il pensionamento trasferendosi definitivamente all’Università di Roma. Da quel momento, il San Lazzaro perse la Clinica psichiatrica ed egli dovette quindi dedicare le attività formative del suo istituto non più agli studenti di medicina e di legge, ma ad altre categorie di operatori manicomiali. Durante i lunghi anni della sua direzione, dedicò infatti molti sforzi alla Scuola professionale per infermieri e sorveglianti interna al San Lazzaro, curando egli stesso le lezioni. Ancora negli anni 1911-13, tenne comunque all’Università di Modena, nell’ambito dei corsi di pedagogia emendativa, lezioni di antropologia e di ortofonia.
Uno dei momenti più difficili della sua direzione furono gli anni della prima guerra mondiale, quando il San Lazzaro dovette ospitare migliaia di nuovi ricoverati, civili e militari, e dovette anche affrontare, nell’estate del 1915, una epidemia di colera. Per il lavoro svolto dentro il manicomio, isolato in contumacia, Guicciardi fu premiato con un riconoscimento ufficiale da parte del Ministero dell’interno.
Dal 1919 sostituì Tamburini anche come direttore della Rivista sperimentale di freniatria.
Come direttore del San Lazzaro, si spese per mantenere l’istituto ai livelli raggiunti dai predecessori, garantendo innanzitutto i fondi necessari ai laboratori scientifici, diretti da Giacomo Pighini, ma anche inaugurando nuove attività terapeutiche, come una scuola interna per il massaggio e un reparto per i bagni di luce; fece edificare alcuni padiglioni e favorì la creazione, nel 1921, della Colonia-Scuola Antonio Marro, istituto medico-pedagogico riservato a bambini di ambo i sessi, purché considerati “emendabili”.
La sua lunga direzione si concluse il 30 giugno 1928 con il pensionamento. Morì poi a Reggio Emilia nel 1946, cinque giorni dopo la moglie.

Francesco Paolella
25/10/2020
 

Bibliografia

Bertolani, A. (1946). Giuseppe Guicciardi. Rivista sperimentale di freniatria, 70, 5-11.
Carrattieri, M., & Ferraboschi, A. (2009). Piccola patria grande guerra. La prima guerra mondiale a Reggio Emilia. Bologna: Clueb.
De Santis, D. (2015). Giuseppe Guicciardi and Giulio Cesare Ferrari on the mental calculator Ugo Zaneboni. European Yaerbook of the History of Psychology, 1, 139-172.
Paolella, F. (2010). Un esperimento di profilassi sociale. La colonia-scuola “Antonio Marro” di Reggio Emilia. Rivista sperimentale di freniatria, 134(3), 23-34.
Paolella, F. (2019). Il San Lazzaro di Reggio Emilia e una guerra da amministrazione. In P. F. Peloso, & C. Bombardieri (a cura di), Il conflitto, i traumi (pp. 35-48). Reggio Emilia: AUSL.
Pezzi, V. (1987). Il San Lazzaro negli anni del regime (1920-1945). Contributi. Rivista semestrale della Biblioteca A. Panizzi di Reggio Emilia, 19-20, 389-586.
Rossi, L. (1985). Camillo Prampolini nella memoria di Giuseppe Guicciardi. L’Almanacco, 7, 62-66.
Tamburini, A. (1897). Epilogo alla cronistoria del manicomio di S. Lazzaro. Reggio Emilia: Tipografia di Stefano Calderini e figlio.
 

Opere

(1885) (con A. Cionini). Ricerche psicometriche sulla ripetizione. Rivista sperimentale di freniatria, 11, 404-433.
(1892). Parto illegittimo e infanticidio in una donna degenerata semimbecille. Rivista sperimentale di freniatria, 18, 339-368.
(1893) (con F. De Sarlo). Fra i libri: risultato di un’inchiesta biblio-psicologica. Bologna: Fratelli Treves.
(1896) (con G. C. Ferrari). I ‘testi mentali’ per l’esame degli alienati. Note di psicopatologia individuale. Rivista sperimentale di freniatria, 22, 297-314.
(1897) (con G. C. Ferrari). Il calcolatore mentale Zaneboni. Contributo alla psicologia delle memorie parziali. Rivista sperimentale di freniatria, 23, 132-59, 407-37.
(1898). Evirazione per gelosia morbosa. Rivista sperimentale di freniatria, 24, 807-814.
(1898) (con G. C. Ferrari). Il lettore del pensiero John Dalton. Contributo alla psicologia delle piccole percezioni e dei movimenti minimi. Rivista sperimentale di freniatria, 24, 185-238.
(1915). Della misura della capacità civile negli imbecilli superiori. Rivista sperimentale di freniatria, 41, 513-532.
(1920). In memoria di Augusto Tamburini. Rivista sperimentale di freniatria, 44, V-XIX.
(1922). Il nuovo reparto per fanciulli deficienti e anormali. La Provincia di Reggio, 1-19.
(1922). Guida alle lezioni della scuola professionale per gli infermieri e sorveglianti. Reggio Emilia: Cooperativa Lavoranti Tipografi.
(1923). Colonia-Scuola Antonio Marro. Rivista sperimentale di freniatria, 57, 567-573.
(1923). Per Augusto Tamburini. La Provincia di Reggio, 93-100.
 

Fonte iconografica

Bertolani, A. (1946). Giuseppe Guicciardi. Rivista sperimentale di freniatria, 46, 5-11.
 
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