Giuseppina Pizzigoni

Milano, 23 Marzo 1870 – Saronno (Varese), 4 Agosto 1947
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Biografia

Figlia di Virginia Bosisio e di Carlo Pizzigoni, professore, autore di romanzi d’ispirazione sociale e traduttore dal francese, Giuseppina era la prima di quattro sorelle. La sua era una famiglia borghese e colta, che da parte di padre discendeva dal pittore Martino Knoller (1725-1804).
Fin da giovanissima manifestò una grande passione per il teatro, ma le decisioni familiari la portarono ad aderire a un percorso formativo più tradizionale, quello dell’insegnante. Nel 1888 conseguì il diploma magistrale e fin dal 1889 ricoprì diversi incarichi: insegnante assistente soprannumeraria, maestra di seconda classe, fino a divenire nel 1904, vincendo un concorso per esami e titoli, maestra di prima categoria. Nel 1900 seguì anche le orme paterne traducendo dal francese, per l'editore Bietti, il testo di Jules Verne, Dalla terra alla Luna: tragitto in 97 ore e 20 minuti.
Da subito l’ambiente scolastico, così com’era pensato in quegli anni, le risultò insopportabile: la costrizione degli alunni nei banchi, i programmi con contenuti astratti e distanti dalla vita reale, il ruolo dell’insegnante pensato come mero esecutore di un’autorità non criticabile la spinsero a interrogarsi su quali possibilità vi fossero per innovare la scuola. Proprio per questo sentì la necessità di realizzare viaggi all’estero, al fine di conoscere e verificare sul campo differenti modalità di insegnamento. Nel 1909, infatti, andò in Svizzera e in Alsazia per vedere direttamente le “scuole nel bosco” e a partire da questi stimoli si procurò i programmi e i piani scolastici di Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera e America. Cogliendo il fermento allora in atto nel mondo pedagogico, s’interessò in particolare alle seguenti istituzioni educative: la Scuola di Abbotsholme di Cecil Reddie (1858-1932) in Inghilterra, le Landerziehungsheime (Case di educazione in campagna) di Hermann Lietz (1868-1919) in Germania, l’École des Roches di Edmond Demolins (1852-1907) e le molte Écoles libres ed École nouvelles in Francia.
Grazie a queste nuove conoscenze riprese lo studio dei libri e dei testi di pedagogia, che, per sua stessa ammissione, aveva studiato in modo affrettato a scuola, per ricercarvi ora i riferimenti teorici e i suggerimenti concreti per il metodo che stava elaborando e che divenne poi il suo metodo sperimentale. Per realizzarlo si circondò di validi collaboratori e sostenitori, come l’astronomo Giovanni Celoria (1842-1920), il fisiologo e psicologo Zaccaria Treves (1869-1911), il neuropsichiatra Eugenio Medea (1873-1967), il fisico Temistocle Calzecchi (1853-1922), l’ex ministro dell’agricoltura Angelo Mauri (1873-1936) e un gruppo d’industriali, tra i quali Felice Bisleri, Marco De Marchi, Ercole Marelli e Innocenzo Vigliardi Paravia. Questi, uniti dalla passione per il progetto di una scuola nuova, formarono il primo comitato di apertura della Scuola Rinnovata secondo il metodo sperimentale, inaugurata a Milano, in un padiglione docker vicino alla vecchia scuola della Ghisolfa, nel 1911. Si trattava solo di due classi prime, con 64 bambini, gestite dalla Pizzigoni e dall’amica Maria Levi. La piccola scuola sperimentale ottenne il sostegno del ministro dell’istruzione Credaro e della Cariplo, mentre il Comune di Milano autorizzò l’esperimento di riforma del metodo d’insegnamento, basato sull’esperienza diretta e attiva dei bambini, in cui poco posto dovevano trovare parole e insegnamenti astratti, privilegiando invece attività concrete e sperimentali. Elementi cardine del metodo erano il contatto con il mondo (aprendo le porte della scuola a specialisti e uscendo spesso con le classi dalla scuola stessa) e con la natura, valorizzando le molte proposte educative interdisciplinari che nascevano dall’orto e dal giardino. Ancora oggi entrando nella scuola si può leggere un motto della fondatrice: “Scopo il vero. Tempio la natura. Metodo l’esperienza”.
Con il passare del tempo le sezioni aumentarono fino a comprendere tutta la popolazione scolastica della Ghisolfa. Nel 1917 fu istituito il tirocinio speciale, mentre è del 1922 il testo fondante del metodo: Linee fondamentali e programmi della Scuola Rinnovata. A fronte dell’interesse suscitato da queste nuove proposte pedagogiche e del successo di questa scuola così particolare, si rese necessaria la costruzione di un nuovo edificio, inaugurato il 30 ottobre 1927. Qui pedagogia e architettura dialogavano ancora apertamente e il pensiero di Giuseppina Pizzigoni vi trovò la sua piena concretizzazione con l’aiuto dell’ingegnere Erminio Valverti. Nel 1927 si ebbe la trasformazione, da parte del Ministero della pubblica istruzione, dell’Associazione per la diffusione del metodo Pizzigoni in “Ente morale opera Pizzigoni”. Lo statuto fu approvato il 28 settembre 1933.
Nel 1929 Giuseppina Pizzigoni si ritirò dalla direzione della scuola, continuando però l’attività di propaganda, organizzando e svolgendo il “corso annuale ai maestri d’Italia”. Del 1931 è il volume Le mie lezioni ai maestri d’Italia, che traccia sinteticamente le sue linee programmatiche per le varie discipline. Nel 1934 presso la Scuola Rinnovata erano attivi: un corso elementare completo, una scuola di avviamento, due o più sezioni di grado preparatorio e un nido per lattanti.
Morì in povertà all’ospizio “S. Anna” di Saronno il 4 agosto 1947.

Franca Zuccoli
02/05/2017 (aggiornamento 02/02/2022)

Bibliografia

Boranga, P., & Gasparo, S. (1955). La Scuola Rinnovata “Pizzigoni”. Brescia: La Scuola editrice.
Chistolini, S. (2009). L’asilo infantile di Giuseppina Pizzigoni. Bambino e scuola in una pedagogia femminile nel Novecento. Milano: FrancoAngeli.
Cimmino, A., Ferrari, E., & Marmieri, A. (1993). Giuseppina Pizzigoni e la «Rinnovata» di Milano. Milano: Ufficio di propaganda dell’Opera.
De Bartolomeis, F. (1953). Giuseppina Pizzigoni e la Rinnovata. Firenze: La Nuova Italia.  
Nicoli, P.F. (1947). Storia della Scuola Rinnovata secondo il metodo sperimentale. Fatti e documenti. Milano: Ufficio di propaganda dell’Opera.
Romanini, L. (1958). Giuseppina Pizzigoni e la prima realizzazione di una pedagogia scolare autosufficiente. Brescia: La Scuola Editrice.
Rossi Cassottana, O. (1988). Giuseppina Pizzigoni. Oltre il metodo la “teorizzazione nascosta”. Brescia: La Scuola Editrice.
Rossi Cassottana, O. (2004). Giuseppina Pizzigoni e la "Rinnovata" di Milano : tradizione e attualità per la scuola primaria. Brescia: La Scuola Editrice.

Opere

Verne, J. (1895). Dalla terra alla Luna: tragitto in 97 ore e 20 minuti. Versione [dal francese] di Giuseppina Pizzigoni, Milano Tip. Casa Edit. Guigoni.
Pizzigoni, G. (1906). Programma Didattico Particolareggiato per le prime quattro classi elementari. Lodi: Società Tipografica Succ. Wilmant.
Pizzigoni, G. (1914). La Scuola elementare Rinnovata secondo il metodo sperimentale. Milano: G.B. Paravia & C.
Pizzigoni, G. (1920). L’insegnamento oggettivo. Rivista pedagogica, XIII, 3-4 (ristampato dalla Tipografia della Scuola Rinnovata, Milano, 1929, p.15).
Pizzigoni, G. (1922). Linee fondamentali e programmi della Scuola elementare Rinnovata secondo il metodo sperimentale. Milano: G.B. Paravia & C.
Pizzigoni, G. (1926). La Scuola Rinnovata secondo il metodo sperimentale, in una esposizione della fondatrice Giuseppina Pizzigoni. Scuola italiana moderna, XXXV, 27, p.202.
Pizzigoni, G. (1927). Programma dei Corsi integrativi a indirizzo professionale. Milano: Tipografia P. Agnelli.
Pizzigoni, G. (1929). Il mio Asilo infantile. Milano: Stab. Tipo-Litogr. Cartotecnico Fed. Sacchetti & C.
Pizzigoni, G. (1931). Le mie lezioni ai maestri delle scuole elementari d'Italia. Brescia: La Scuola Editrice.
Pizzigoni, G. (1940). Il lavoro nelle cinque classi elementari della scuola Rinnovata di Milano. Milano: Opera Pizzigoni.

Fonte iconografica

Archivio dell'Opera Pizzigoni, Milano.
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