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Dopo aver conseguito la libera docenza in psichiatria nel 1932 e in Clinica neuropatologica nel 1934, nel 1939 fu chiamato a dirigere l’Ospedale psichiatrico provinciale dell’Aquila, mantenendo l’incarico fino al 1950. Passò poi alla direzione dell’Ospedale provinciale neuropsichiatrico di Arezzo, che lasciò nel 1971.
Ripercorrendo i suoi lunghi anni di attività clinica e scientifica, si possono cogliere paradigmaticamente i mutamenti e le difficoltà che segnano il percorso compiuto dal pensiero neuropsichiatrico italiano. Si inizia dal superamento del positivismo lombrosiano, si passa attraverso l’esperienza sofferta dell’istituzione manicomiale, si giunge all’igiene mentale come indirizzo terapeutico e alla neurobiologia come prospettiva scientifica.
Nel periodo pisano Marino Benvenuti collaborò con Giovanni Battista Pellizzi, direttore della Clinica delle malattie nervose e mentali, che era stato a sua volta allievo di Cesare Lombroso. In quel periodo si occupò dello studio della sifilide cerebrale e dell’encefalite epidemica, ottenendo importanti riconoscimenti (premi della Società italiana di psichiatria e dell’Accademia d’Italia) per la scoperta del meccanismo di azione della malarioterapia. Gli fu affidata nel 1934 la direzione del “Centro per la cura e lo studio dell’encefalite epidemica”, sorto per volontà della Regina Elena allo scopo di applicare nuove terapie a base di belladonna nella sindrome parkinsoniana postencefalitica.
Appena assunta la direzione dell’Ospedale psichiatrico provinciale dell’Aquila nel 1939, vi istituì un reparto neurologico, il secondo in Italia dopo quello realizzato nel 1926 nel Manicomio provinciale di Arezzo dall’allora direttore Arnaldo Pieraccini, con il quale Benvenuti aveva compiuto un’esperienza di formazione negli anni universitari. L’apertura di reparti neurologici all’interno dei manicomi assumeva una duplice valenza: da un lato apriva la possibilità di studiare anche le malattie mentali da un punto di vista neuropatologico, nella prospettiva di individuare un percorso diagnostico e terapeutico diverso dalla concezione custodialistica prevalente nei manicomi; dall’altro permetteva di utilizzare la comprensione dell’esperienza soggettiva del paziente valorizzandola come strumento di conoscenza e di cura psicologica del disagio mentale. Erano gli anni in cui si affermavano nuove concezioni psichiatriche, come quella di settore in Francia, l’esperienza della comunità terapeutica in Inghilterra e la psicoterapia nel trattamento della malattia mentale.
Nel 1950, succedendo ad Arnaldo Pieraccini nella direzione dell’Ospedale provinciale neuropsichiatrico di Arezzo, Bevenuti ampliò l’attività clinica, impegnandosi nella ricostruzione del padiglione neurologico distrutto dagli eventi bellici e diede un nuovo impulso alla ricerca in ambito neuropsichiatrico, favorendo l’aggregazione di clinici e ricercatori.
Dalla collaborazione con Aldo Spirito, docente di biologia presso la Facoltà medica di Perugia, nacque la Rivista di neurobiologia, pubblicata dallo stesso Ospedale neuropsichiatrico di Arezzo e diretta da Benvenuti fino al 1971, anno del suo pensionamento come direttore.
La biblioteca di Marino Benvenuti, in corso di ordinamento e catalogazione, è oggi conservata a Firenze, presso il Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità in Toscana. Le pubblicazioni presenti (enciclopedie, monografie, periodici, atti di convegno, estratti e miscellanee) testimoniano l’intensa attività di studio in tutti i settori della neuropsichiatria, nonché i contatti con i maggiori esponenti della materia e con i più importanti centri di cura italiani e internazionali.
Altri documenti ancora sono conservati presso l’Archivio storico dell’Ospedale neuropsichiatrico provinciale di Arezzo.
Carlotta Guidi
20/02/2017
Benvenuti, M. (1962). Sull’attività neurologica dell’Ospedale Neuropsichiatrico. Rivista di Neurobiologia, 4, 447-460.
Parigi, S. (1988). In ricordo del Prof. Marino Benvenuti. Il Cesalpino, 1-3.
Pieraccini, A. (1934). La riforma della legge sui manicomi e sugli alienati. Perugia: Tip. Economica.
(1938). Moderne vedute e legislazione attuale sull’assistenza ospitaliera neuro-psichiatrica. Neopsichiatria, 4(2).
(1950). L’ipersessualità come fattore degenerogeno. Pisa: Omnia Medica.
(1950). G.B. Pellizzi. Rivista sperimentale di freniatria», 64(4), 3-12.
(1950). Fondamenti bio-psicologici per un’igiene mentale delle principali fasi della vita umana, Roma: Pozzi.
(1954). Introduzione alla neurologia clinica infantile. Pisa: Omnia Medica.
(1957). Profili di neuropsichiatri. Arnaldo Pieraccini. Rivista di neurobiologia, 3(2), 321-339.
(1964). Malformazioni del midollo spinale. In Trattato italiano di medicina interna, diretto da Paolo Introzzi, vol. XII. Venezia-Roma: Istituto per la Collaborazione Culturale.
(1964). Malformazioni congenite cerebrali. In Trattato italiano di medicina interna, diretto da Paolo Introzzi, vol. XII. Venezia-Roma: Istituto per la Collaborazione Culturale.
(1974). Idrocefalo interno. In Trattato italiano di medicina interna, diretto da Paolo Introzzi, vol. XII. Venezia-Roma: Istituto per la Collaborazione Culturale.
(1974). Idiozia maurotica, Idiozia mongoloide, Idiozia microcefalica. In Trattato italiano di medicina interna, diretto da Paolo Introzzi, vol. XII. Firenze: USES.
Biografia
Marino Benvenuti nacque nel 1901 a San Marino, dove il padre, di famiglia aretina, esercitava la professione di medico pediatra. Si laureò in medicina a pieni voti presso l’Università di Pisa, dove rimase fino al 1939, prima come assistente e poi come aiuto nella Clinica delle malattie nervose e mentali.Dopo aver conseguito la libera docenza in psichiatria nel 1932 e in Clinica neuropatologica nel 1934, nel 1939 fu chiamato a dirigere l’Ospedale psichiatrico provinciale dell’Aquila, mantenendo l’incarico fino al 1950. Passò poi alla direzione dell’Ospedale provinciale neuropsichiatrico di Arezzo, che lasciò nel 1971.
Ripercorrendo i suoi lunghi anni di attività clinica e scientifica, si possono cogliere paradigmaticamente i mutamenti e le difficoltà che segnano il percorso compiuto dal pensiero neuropsichiatrico italiano. Si inizia dal superamento del positivismo lombrosiano, si passa attraverso l’esperienza sofferta dell’istituzione manicomiale, si giunge all’igiene mentale come indirizzo terapeutico e alla neurobiologia come prospettiva scientifica.
Nel periodo pisano Marino Benvenuti collaborò con Giovanni Battista Pellizzi, direttore della Clinica delle malattie nervose e mentali, che era stato a sua volta allievo di Cesare Lombroso. In quel periodo si occupò dello studio della sifilide cerebrale e dell’encefalite epidemica, ottenendo importanti riconoscimenti (premi della Società italiana di psichiatria e dell’Accademia d’Italia) per la scoperta del meccanismo di azione della malarioterapia. Gli fu affidata nel 1934 la direzione del “Centro per la cura e lo studio dell’encefalite epidemica”, sorto per volontà della Regina Elena allo scopo di applicare nuove terapie a base di belladonna nella sindrome parkinsoniana postencefalitica.
Appena assunta la direzione dell’Ospedale psichiatrico provinciale dell’Aquila nel 1939, vi istituì un reparto neurologico, il secondo in Italia dopo quello realizzato nel 1926 nel Manicomio provinciale di Arezzo dall’allora direttore Arnaldo Pieraccini, con il quale Benvenuti aveva compiuto un’esperienza di formazione negli anni universitari. L’apertura di reparti neurologici all’interno dei manicomi assumeva una duplice valenza: da un lato apriva la possibilità di studiare anche le malattie mentali da un punto di vista neuropatologico, nella prospettiva di individuare un percorso diagnostico e terapeutico diverso dalla concezione custodialistica prevalente nei manicomi; dall’altro permetteva di utilizzare la comprensione dell’esperienza soggettiva del paziente valorizzandola come strumento di conoscenza e di cura psicologica del disagio mentale. Erano gli anni in cui si affermavano nuove concezioni psichiatriche, come quella di settore in Francia, l’esperienza della comunità terapeutica in Inghilterra e la psicoterapia nel trattamento della malattia mentale.
Nel 1950, succedendo ad Arnaldo Pieraccini nella direzione dell’Ospedale provinciale neuropsichiatrico di Arezzo, Bevenuti ampliò l’attività clinica, impegnandosi nella ricostruzione del padiglione neurologico distrutto dagli eventi bellici e diede un nuovo impulso alla ricerca in ambito neuropsichiatrico, favorendo l’aggregazione di clinici e ricercatori.
Dalla collaborazione con Aldo Spirito, docente di biologia presso la Facoltà medica di Perugia, nacque la Rivista di neurobiologia, pubblicata dallo stesso Ospedale neuropsichiatrico di Arezzo e diretta da Benvenuti fino al 1971, anno del suo pensionamento come direttore.
La biblioteca di Marino Benvenuti, in corso di ordinamento e catalogazione, è oggi conservata a Firenze, presso il Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità in Toscana. Le pubblicazioni presenti (enciclopedie, monografie, periodici, atti di convegno, estratti e miscellanee) testimoniano l’intensa attività di studio in tutti i settori della neuropsichiatria, nonché i contatti con i maggiori esponenti della materia e con i più importanti centri di cura italiani e internazionali.
Altri documenti ancora sono conservati presso l’Archivio storico dell’Ospedale neuropsichiatrico provinciale di Arezzo.
Carlotta Guidi
20/02/2017
Bibliografia
Benvenuti, M. (1942). L’ospedale provinciale neuro-psichiatrico de L’Aquila nei suoi nuovi sviluppi. Relazione del direttore al preside dell’Amministrazione provinciale. Pisa: Lischi & figli.Benvenuti, M. (1962). Sull’attività neurologica dell’Ospedale Neuropsichiatrico. Rivista di Neurobiologia, 4, 447-460.
Parigi, S. (1988). In ricordo del Prof. Marino Benvenuti. Il Cesalpino, 1-3.
Pieraccini, A. (1934). La riforma della legge sui manicomi e sugli alienati. Perugia: Tip. Economica.
Opere
(1933). Sul meccanismo di azione della malarioterapia. Prefazione di Wagner-Jauregg. Roma: Pozzi.(1938). Moderne vedute e legislazione attuale sull’assistenza ospitaliera neuro-psichiatrica. Neopsichiatria, 4(2).
(1950). L’ipersessualità come fattore degenerogeno. Pisa: Omnia Medica.
(1950). G.B. Pellizzi. Rivista sperimentale di freniatria», 64(4), 3-12.
(1950). Fondamenti bio-psicologici per un’igiene mentale delle principali fasi della vita umana, Roma: Pozzi.
(1954). Introduzione alla neurologia clinica infantile. Pisa: Omnia Medica.
(1957). Profili di neuropsichiatri. Arnaldo Pieraccini. Rivista di neurobiologia, 3(2), 321-339.
(1964). Malformazioni del midollo spinale. In Trattato italiano di medicina interna, diretto da Paolo Introzzi, vol. XII. Venezia-Roma: Istituto per la Collaborazione Culturale.
(1964). Malformazioni congenite cerebrali. In Trattato italiano di medicina interna, diretto da Paolo Introzzi, vol. XII. Venezia-Roma: Istituto per la Collaborazione Culturale.
(1974). Idrocefalo interno. In Trattato italiano di medicina interna, diretto da Paolo Introzzi, vol. XII. Venezia-Roma: Istituto per la Collaborazione Culturale.
(1974). Idiozia maurotica, Idiozia mongoloide, Idiozia microcefalica. In Trattato italiano di medicina interna, diretto da Paolo Introzzi, vol. XII. Firenze: USES.