Giorgio Zunini

La Spezia, 7 Maggio 1903 – Onno (Lecco), 28 Luglio 1977
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Biografia

Orfano di padre, crebbe con la madre Evelina Longhi a Milano, dove frequentò il Liceo classico “Giovanni Berchet”. Nel 1921 si iscrisse al corso di laurea in scienze naturali presso l’Università di Pavia, ma interruppe gli studi per seguire la propria vocazione religiosa: entrò così nel Seminario arcivescovile di Milano, sotto l’egida del teologo e monsignore Carlo Figini, avvicinandosi progressivamente al pensiero di Antonio Rosmini grazie all’influenza dello zio don Giorgio Longhi. Nel 1925 venne ordinato sacerdote, conseguì la laurea in teologia e tre anni più tardi anche quella in scienze naturali, ottenendo l’abilitazione all’insegnamento. Tra il 1930 e il 1952 insegnò scienze al Liceo parificato Zaccaria dei padri Barnabiti di Milano.
Interessato da sempre alla paleontologia, sotto la guida del paleontologo e senatore Paolo Vinassa de Regny, nel 1933 pubblicò un ampio studio critico su La morte della specie, nel quale intendeva approfondire la controversia intorno alla teoria darwiniana relativa alle cause che determinano l’estinzione di una specie. Tale ricerca gli valse il plauso dello zoologo Daniele Rosa e dello psicologo Agostino Gemelli, fondatore e rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Abbandonata per motivi di salute la giovanile aspirazione di dedicarsi alla geologia e alla paleontologia, viaggiò a lungo: a Monaco presso l’Istituto di zoologia, diretto dal biologo e futuro premio Nobel Karl von Frisch, dove apprese le tecniche di condizionamento applicabili ai pesci; in Olanda, nel 1937, presso il Laboratorio di psicologia della Reale società zoologica, diretta dall’etologo Johannes Abraham Bierens de Haan; in Inghilterra, dove collaborò con il biologo scozzese Edward Stuart Russell, esperto di psicologia animale.
Forte delle numerose esperienze, dal 1933 diede il via a diverse campagne sperimentali nel laboratorio di psicologia dell’Università Cattolica, ideando una “scuola dei pesci” che nel 1941 gli valse il premio ministeriale per le scienze naturali promosso dalla Reale Accademia d’Italia. Le ricerche sull’apprendimento ittico gli permisero di dimostrare come nelle sanguinerole (Phoxinus phoxinus) il salto rappresentasse una reazione primitiva e innata e non acquisita. Tali indagini dimostravano come questi pesci non fossero automi complessi soggetti  esclusivamente a riflessi, ma piuttosto organismi capaci di esplorare l’ambiente circostante e di adattarsi alle sue numerosi variabili. Zunini descrisse inoltre le diverse fasi del loro apprendimento, dimostrando come esso procedesse in realtà in modo lento e graduale.
Richiamato in qualità di cappellano militare nel maggio 1941, ebbe comunque modo di proseguire e ampliare le sue ricerche, concentrandosi su problemi psicologici a carattere più generale e avvicinandosi allo studio della personalità umana, in aperta opposizione con l’approccio comportamentista e, soprattutto, con quello psicoanalitico. Influenzato dal lavoro di Bierens de Haan e dello psicologo sociale americano Gordon Allport, analizzò le motivazioni coscienti e quelle primarie di origine istintuale secondo la nozione di autonomia funzionale dei bisogni.
Conseguita la libera docenza in psicologia nel 1943, due anni più tardi divenne professore incaricato di psicologia prima presso la Facoltà di magistero e, dal 1949, presso quella di Lettere e filosofia della Cattolica. Fu incaricato da padre Gemelli di redigere diversi capitoli de L’introduzione alla psicologia, che divenne per molti anni un manuale di riferimento per gli studiosi italiani.
Dal 1951 diresse, per un biennio, l’Istituto di psicologia e l’insegnamento dell’omonima disciplina presso l’Università di Firenze, ottenendo successivamente la cattedra di psicologia presso l’Università di Cagliari. Nello stesso periodo, condusse nuove indagini sul trasferimento percettivo-motorio nell’età evolutiva e sulla religiosità negli studenti universitari.
Nel 1966 pubblicò Homo religiousus: capitoli di psicologia della religiosità, la sua opera più matura e sofferta, nella quale venivano raccolti e integrati i due percorsi d’indagine sulla personalità umana e sulla religiosità.
Nel 1972 gli venne conferita la medaglia d’oro di benemerito della scuola e della cultura, e nel 1977, poco dopo la morte, l’Ambrogino d’oro alla memoria. 

Dario De Santis
12/12/2016 (aggiornamento 24/06/2019 di Victor Rafael Veronesi)

Bibliografia

Girotti, G. (1978). La figura e l’opera di Giorgio Zunini. Milano: Vita e pensiero.
Quadrio, A. (a cura di) (1978). Studi di psicologia: ricerche in onore di Giorgio Zunini. Voll. I-III. Milano: Vita e pensiero.
S. N. (1977). Il Comune premia i cittadini benemeriti. Corriere della sera, 7 dicembre, 10.

Fonte iconografica

Collezione privata [da V.R. Veronesi, La Collezione Longhi. Tesi di laurea, Università degli studi di Milano, Facoltà di Lettere e filosofia, relatore Prof.ssa Maria Teresa Fiorio, a.a. 2011-2012, p. 129].
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