Riccardo Bozzi

Lacchiarella (Milano), 7 Aprile 1901 – Milano, 29 Gennaio 1969
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Biografia

Figlio di Riccardo Bozzi e Ida Daccò, si laurea in medicina e chirurgia il 25 novembre 1925 all’Università di Pavia, dove nel dicembre dello stesso anno consegue l’abilitazione.
Frequenta in seguito per quattro anni l’Istituto di anatomia patologica dell’Ospedale Maggiore di Milano, e per due anni (allievo interno) l’Istituto di fisiologia di Pavia, con la tesi sperimentale “L’influenza esercitata dalla milza sulla ipoglicemia da insulina”, dedicandosi poi alla neuropsichiatria, per la quale come si legge nel suo curriculum “si sente particolarmente inclinato”. Appresi i primi elementi della specialità nella Clinica neuropatologica dell’Università di Milano diretta da Carlo Besta, passa in seguito come assistente alla Divisione neurologica “Serafino Biffi” dell’Ospedale Maggiore, sotto la direzione di Eugenio Medea.
Nell’agosto 1927 si trasferisce nella Clinica neuropatologica dell’Università di Pavia, diretta da Ottorino Rossi, e ottiene nel 1930 la specializzazione in neurologia e psichiatria con la tesi “Valore clinico-diagnostico nel nistagmo vestibolare nelle malattie del sistema nervoso”, per la cui preparazione ha frequentato le Cliniche di otorinolaringoiatria di Napoli e Roma, dirette rispettivamente da Deodato De Carli e Guglielmo Bilancioni.
Con tale preparazione, nell’agosto 1932, su invito del professor Giuseppe Carlo Riquier e con l’approvazione piena di Ottorino Rossi, passa alla Clinica neurologica dell’Università di Padova, dapprima in qualità di assistente incaricato, poi, dal luglio 1933, quale aiuto di ruolo, rimanendo in tale ufficio fino al febbraio 1940. Qui attende da un lato ai lavori scientifici, dall’altro a tutto il complesso di attività didattiche, diagnostiche e terapeutiche di un aiuto di clinica, collaborando inoltre alle cliniche otorinolaringoiatrica e chirurgica (sezione di neurochirurgia) dirette rispettivamente da Michele Arslan e Gian Maria Fasiani nello studio di numerosi malati in ambito neurochirurgico. Nella sua funzione didattica attende alle esercitazioni di semeiotica e diagnostica neuropsichiatrica degli studenti del quinto anno, tiene lezioni supplementari di semeiotica neurologica e psichiatrica, e sostituisce talvolta il direttore stesso nel corso ufficiale.
Nel 1936, per il trasferimento di Riquier si rende vacante la cattedra di neurologia dell’Università di Padova: la Facoltà medica affida a Bozzi l’incarico di curare il funzionamento della Clinica e di supplire l’insegnante nelle lezioni del corso, con esercitazioni di neuropsichiatria a carattere introduttivo.
Nel frattempo, si è sposato con Ida Fiori e ha avuto tre figli: Maria Paola, Renato e Giovanni.
Dal 1936 al 1940, allorché il professor Carlo Berlucchi è nominato direttore della Clinica neurologica di Padova, Bozzi è chiamato ad assumere nuovi incarichi didattici: tiene un corso di psichiatria e di neuropsichiatria infantile alle allieve infermiere della scuola dell’Ospedale civile di Padova e sovraintende all’ambulatorio per gli studenti dell’Università. Il 10 marzo 1936 gli viene conferita la nomina a membro della Commissione di vigilanza sui manicomi della provincia di Padova e, nel 1940, sui Manicomi della provincia di Ferrara.
Abilitato alla libera docenza in Clinica delle malattie nervose e mentali il 12 febbraio 1938 (la Commissione è composta, oltre che da  Riquier e Berlucchi, da Onofrio Fragnito, Giuseppe Ayala, Ugo Cerletti), tiene inoltre un corso complementare al corso ufficiale di semeiotica psichiatrica all’Università di Padova prima, e poi di semeiotica neurologica all’Università di Pavia (dal 1940 al 1946).
Nel marzo 1940 diviene direttore dell’Ospedale psichiatrico provinciale di Pavia in Voghera: da subito cerca di valorizzare il corredo di cognizioni scientifiche e pratiche acquisite durante la lunga permanenza in clinica. Riorganizza infatti il servizio sanitario medico-infermieristico, istituisce i corsi teorico-pratici per infermieri, si impegna per la riduzione della contenzione degli alienati, per la sistemazione dei diversi servizi interni dell’ospedale, per l’istituzione di un reparto neurologico e di un dispensario neuropsichiatrico. Nel campo scientifico, decide la riorganizzazione dei laboratori scientifici dell’Ospedale e l’introduzione di nuovi metodi di indagine diagnostica e terapeutica. Nel frattempo continua la pubblicazione di lavori scientifici.
Presta servizio militare nel 1941 come capitano medico nell’Ospedale militare di Alessandria, e (richiamato nel 1942-43) nel VI Ospedale di riserva della VIII Armata a Carcov, in Russia, quindi fino al 25 settembre 1943 negli Ospedali militari di Verona e Alessandria.
Il 1° novembre 1946 viene nominato direttore generale degli Ospedali psichiatrici della provincia di Milano, succedendo a Luigi Lugiato: deve quindi occuparsi della riorganizzazione, nell’immediato dopoguerra, della massima istituzione assistenziale milanese, l’Ospedale psichiatrico di Mombello, con tutti i suoi ospedali aggregati. Membro della Commissione provinciale per la riorganizzazione di tali istituti, fornisce ai colleghi tutti gli elementi necessari, mentre si occupa del riassetto delle singole strutture: provvede al rinnovamento edilizio dei padiglioni, allo studio di nuovi reparti, al completamento dell’organico medico-infermieristico, alla formazione gli infermieri, alla riorganizzazione dell’attrezzatura dei laboratori scientifici, al riordinamento dei dispensari e all’aggiornamento delle terapie. Compendia la sua opera a vantaggio dell’Amministrazione provinciale di Milano, la trasformazione dell’Istituto “Paolo Pini” di Affori in Istituto per ammalati acuti dell’intera provincia, e la sua attività come condirettore del corso di perfezionamento in psichiatria, corso istituito dall’Università di Milano e dalla Provincia. Nel frattempo prosegue nell’attività di compilazione di lavori scientifici, tiene per un biennio un corso libero di psichiatria all’Università ed è membro di numerose commissioni giudicatrici per i concorsi di medici e infermieri di ospedali psichiatrici (Bergamo, Como, Varese, Cuneo, Vicenza e Pavia). Per tale impegno è insignito della Commenda al merito della Repubblica.
La sua ricca produzione scientifica spazia dalla semeiotica neuropsichiatrica alla psicologia, dall’istologia del sistema nervoso all’anatomia patologica, dalla fisiopatologia del sistema nervoso alla clinica delle malattie nervose e mentali, dalla terapia delle malattie mentali alla sociologia, dalla radiologia all’assistenza ospedaliera. Tra gli altri, pubblica con i colleghi Antonio Allegranza, Silvio Brambilla, Carlo Lorenzo Cazzullo, Enzo Gabrici, Giuseppe Mastrangelo, Carlo Petrò, Ottavio Vergani, Giovanni Carlo Zapparoli.
Si spegne, dopo una prolungata malattia cardiaca, nel 1969. Un breve ricordo rinvenuto tra le sue carte ne tratteggia la personalità: “Lascia alla famiglia un retaggio d’intelligenza, di bontà, di dirittura morale e di modestia, sacro ed inestimabile”.

Ida Bozzi
14/12/2016

Fonti archivistiche

Archivio privato Riccardo Bozzi di Milano, Curriculum dattiloscritto di Riccardo Bozzi.

Fonte iconografica

Archivio privato Riccardo Bozzi, Milano.
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