Istituto per le applicazioni della psicologia del Comune di Firenze

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Tra i vari centri di ricerca e applicazioni psicotecniche che si aprirono in Italia intorno agli anni ‘30 del Novecento, va ricordato un Laboratorio di psicotecnica presso l’Istituto tecnico industriale “Leonardo da Vinci” di Firenze (allora Scuola industriale di tirocinio, comunale e non statale), affidato nel 1932 al giovane psicologo Alberto Marzi e rifondato nel dopoguerra come Ufficio o Centro di psicologia applicata.
Nel 1951, quando da due anni Marzi aveva ottenuto il posto all’Università di Bari, venne deciso di separare il Centro di orientamento professionale e di consulenza scolastica di Firenze dall’Istituto comunale per le applicazioni della psicologia, istituti dei quali si occuparono rispettivamente Silvano Chiari e Maria Luisa Falorni, essendosi Marzi trasferito all’Università di Bari nel 1949.
Nel 1952 l'Istituto ebbe una sede propria nei locali del Comune di Firenze in via Sant’Egidio 21 e successivamente in Borgo Pinti 86. Attivò un servizio innovativo di consulenza psicologica e psichiatrica, su segnalazione degli insegnanti, per gli alunni delle scuole materne comunali e successivamente per quelli delle scuole elementari e medie di tutto il comprensorio. Si aggiunse in seguito un servizio di vigilanza e supervisione dell’attività didattica nelle classi differenziali e nella Scuola speciale.
Nell’anno scolastico 1959-60 l’Istituto effettuò una ricerca pilota sulle caratteristiche di un gruppo di bambini fiorentini di scuola materna (campione di 32 soggetti) che sarebbero entrati l’anno successivo nella scuola primaria, allo scopo di “stabilire dei criteri di predizione sul futuro adattamento e rendimento scolastico”. All’Istituto venivano affidati inoltre incarichi di selezione del personale del Comune (ad esempio autisti e vigili urbani) usufruendo delle speciali apparecchiature per la misurazione delle capacità attitudinali che erano state raccolte e sperimentate.
Subito dopo l’alluvione di Firenze nel 1966, in collaborazione con alcuni “angeli del fango” e altri volontari, fu organizzato, per un mese e mezzo, un servizio di accoglienza diurna per bambini delle famiglie alluvionate del rione di Santa Croce, con sostegno scolastico, molto apprezzato e sostenuto dall’Assessorato all’istruzione del Comune come modello di intervento nelle emergenze. Dalla fine degli anni ’60, per iniziativa di Gina Ferrara Mori, vicedirettrice e poi facente funzioni di direttore (dal 1960 al 1975) e docente di psicologia all’Università di Firenze, venne istituito un servizio di sostegno psicoterapeutico per i bambini e i loro genitori, con personale interno qualificato.
Accanto alla Ferrara Mori, succeduta come vicedirettrice nel febbraio 1960 a Maria Luisa Falorni, c’era un’équipe composta da Corrado Coradeschi, biologo e assistente psicologo, Anna Pinucci, assistente sanitaria e sociale, Maria Gandi e Dora Porciani, insegnanti comandate, Franco Barontini e poi Arrigo Bigi, consulenti neuropsichiatri. Venivano inoltre attivate convenzioni e incarichi a tempo determinato in base ai progetti e alle richieste di intervento. Nel tempo l’Istituto è diventato un luogo scelto per i tirocini di allievi e allieve della Scuola di servizio sociale di Firenze e per gli studenti dei corsi di psicologia dell’Università.
Con l’istituzione del Sistema sanitario nazionale nel 1978, le attività dell’istituto in campo psicopedagogico passarono via via alle ASL e nei suoi locali venne organizzato un Servizio per le tossicodipendenze (SerT), ad opera degli psicologi Corrado Coradeschi e Mario Santi.
 
Laura Mori
30/04/2016
 

Bibliografia

Intervista a Gina Ferrara Mori, 26 aprile 2016.
Marzi, A., Ferrara Mori, G., et. al. (1961). Sulla prevedibilità del successo nella scuola primaria. Indagine sulle scuole materne fiorentine. Firenze: Tip. già Chiari succ. C. Mori.
Sirigatti, S. (1967). Le applicazioni della psicologia a Firenze (L'orientamento scolastico e professionale). Siena: Tipografia delle Edizioni Cantagalli.
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