Diego Napolitani

Napoli, 4 Maggio 1927 – Milano, 9 Luglio 2013
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Biografia

Nato da Alma Minozzi e da Vincenzo Napolitani (unico avvocato in una famiglia di magistrati), durante la guerra vive l’adolescenza fra la Napoli descritta da Curzio Malaparte nel romanzo La pelle e Positano. Qui conosce un altro scrittore, il tedesco Stefan Andres, rifugiatosi nella località campana in seguito al rifiuto di divorziare dalla moglie ebrea. Con Andres il giovane Diego Napolitani trascorre tanto tempo, ed è proprio ascoltando i suoi racconti che sente parlare per la prima volta di libertà e intolleranza. Per allontanarsi dall’ambiente borghese in cui è cresciuto (proprio nell’ordine borghese, gli aveva suggerito Andres, si annidano i germi della violenza nazifascista), nel dopoguerra milita nel Partito comunista – non senza metterne in luce l’atteggiamento dogmatico e dirigista –, nella stessa cellula del futuro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Nel frattempo si iscrive alla Facoltà di medicina dell’Università di Napoli, dove nel 1951 consegue la laurea. In seguito lavora come assistente presso l’Istituto universitario di patologia medica, e nel 1953 si specializza in endocrinologia e malattie del ricambio presso l’Università di Firenze.
In questi anni si avvicina alla psichiatria e alla psicoanalisi grazie allo zio materno, Fabio Minozzi, che gli consiglia di prendere contatti con Ernst Bernhard, fondatore del movimento junghiano in Italia. In seguito a un periodo di analisi con Bernhard, nel 1955 si trasferisce a Milano: qui incontra Franco Fornari, con il quale inizia un secondo percorso analitico.
All’Ospedale psichiatrico “Paolo Pini” di Affori entra in contatto con la realtà manicomiale, da cui riceve un’impressione fortissima. Così, dopo aver conseguito nel 1964 la specializzazione in malattie nervose e mentali presso l’Università di Modena, decide di organizzare luoghi “diversi” di assistenza psichiatrica. Al rientro da un viaggio in Scozia, dove si era recato per visitare la comunità terapeutica organizzata dallo psichiatra Maxwell Jones, e guardando anche all’esperienza promossa dal fratello Fabrizio, anch’egli psichiatra, che qualche anno prima aveva riorganizzato il reparto della clinica svizzera di Ludwig Binswanger (quello degli “psicotici gravi”) sul modello della comunità terapeutica anglosassone, Napolitani apre Omega, una comunità terapeutica privata per la terapia residenziale di pazienti psicotici, assumendo inoltre la direzione di Villa Serena, un centro di socioterapia anch’esso di stampo comunitario, inaugurato nel 1968 in un'area adiacente al “Paolo Pini” e gestito dalla Provincia di Milano.
Proprio l’esperienza della comunità terapeutica è al centro del Corso di psicologia sociale che tiene nel 1973 presso la Scuola di specialità in psicologia dell’Università di Milano, diretta da Marcello Cesa-Bianchi. Nel 1975 gli viene invece assegnato l’insegnamento di psicologia sociale presso la Scuola di specialità in psichiatria dell’Università di Genova, diretta da Franco Giberti.
L’interesse per la tematica del "gruppo" diventa prioritario, e nel 1973 Napolitani fonda l’Associazione milanese analisi di gruppo (AMAG), poi diventata Società gruppoanalitica italiana (SGAI), cui parteciperanno, tra gli altri, Luciano Cofano, Pierluigi Sommaruga, Gino Pagliarani, Elena Schiller, Giorgio Landoni, Anna D’Amico, Giovanna Jung, Paola Ronchetti, Claudio Migliavacca, Saba Orefice e Miriam Fusini. Organo della società è la Rivista italiana di gruppoanalisi.
Nei primi anni Ottanta partecipa inoltre agli incontri organizzati dal Gruppo di ricerca in scienze umane (GRISU), dove conosce il filosofo Gianni Vattimo, uno dei più autorevoli rappresentanti in Italia del pensiero ermeneutico-fenomenologico, al quale si legherà in un rapporto di profonda amicizia. Questo incontro segna anche il suo avvicinamento alla filosofia, dalla quale non si allontanerà più.
 
Elisa Montanari
29/10/2015

Bibliografia

Napolitani, D. (2006). Di palo in frasca. Milano: Ipoc.
Società gruppoanalitica italiana (SGAI), Profilo storico, sito internet.

Opere

(1961). Il rapporto narcoanalitico: osservazioni fenomenologiche. Minerva medico-psicologica, 2, 4, 214-216.
(1962). Complesso di Crono e analisi didattica. Rivista di psicoanalisi, 2, 138-142.
(1963). Alcuni aspetti della psicopatologia della socialità intesa come una struttura psicodinamica definita. Minerva medico-psicologica, 4, 4, 183-189.
(1963). L’equipe di assistenza psichiatrica come strumento di lavoro in psichiatria sociale. Minerva medico-psicologica, 4, 4, 189-198.
(1967). Il socioterapista. Psicoterapia e scienza umane, 2-3, 19-21.
(1968) Il centro di socioterapia “Villa Serena”. Milano: Amministrazione provinciale di Milano.
(1970). Approccio psicoanalitico alla sociodinamica delle istituzioni psichiatriche. Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, XXXI, 2, 144-169.
(1971). Il sociale nella psicoanalisi e la psicoanalisi del sociale. Rivista di psicoanalisi, 17, 125-143.
(1973). Riflessioni sulla famiglia patologica e la Comunità Terapeutica.  Archivio di psicologia, neurologia e psichiatria, XXXIV, 6, 594-629.
(1975). Le posizioni relazionali nel gruppo in rapporto agli investimenti narcisistici e oggettuali. In: Antonelli, F. (a cura di). Therapy in psychosomatic medicine. Proceedings of the 3. Congress of the International college of psychosomatic medicine: Rome, September 16-20, 1975. Roma: Pozzi, pp. 473-476.
(1980). Lo statuto epistemologico della psicologia e la prassi d’intervento dello psicologo. In: Rossati, A. (a cura di). Verso una nuova identità dello psicologo. Milano: Angeli, pp. 57-68.
(1981). Struttura gruppale della psicoanalisi e analisi del gruppo. Fondamenti epistemici dell’ottica gruppale della psicoanalisi. In: Ravasini, C. (a cura di). Le frontiere della psicoanalisi. Milano: Angeli, pp. 89-136.
(1982). Psicoanalisi e gruppoanalisi. Psicoterapia e scienze umane, 16, 3, 121-127.
(1982) Vita/morte. In: Enciclopedia Einaudi, XV, pp. 748-759.
(1986). Di palo in frasca. Milano: Corpo10 (ora Milano: Ipoc, 2006)
(1987). Individualità e gruppalità. Torino: Boringhieri (ora Milano: Ipoc, 2006)
(1988). Per un’antropologia gruppoanalitica: al di là della dicotomia individuo-gruppo. Rivista italiana di Gruppoanalisi, III, 2, 5-17.
(1991). Mente e universi relazionali. Rivista italiana di Gruppoanalisi, VI, 1-2, 15-47.
(1996). Il gruppo e l’inconscio nelle organizzazioni: il gruppo come nuova dimensione organizzativa. Rivista italiana di Gruppoanalisi, X, 3-4, 175-188.
(1999). La bellezza del pensiero. In: Lorenzetti, L. (a cura di). Il pensiero della bellezza. Milano: Angeli, pp. 158-174.
(2003). Da quale vertice si confrontano modelli e processi? In: Alberti, G.G. & Carere-Comes, T. (a cura di). Il futuro della psicoterapia tra integrità e integrazione. Milano: Angeli, pp. 53-61.
(2006). Di palo in frasca. Milano: Ipoc.

Fonti archivistiche

Archivio privato Diego Napolitani, Milano.

Fonte iconografica

Archivio privato Diego Napolitani, Milano.
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