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Oltre ad una sezione generale, la rivista comprendeva tre sezioni speciali ("Psicopatologia della vita quotidiana", "Diagnosi", e "Cronaca del mese") vertenti su argomenti di psicologia politica, teatro, libri, cinema, pittura e sport, a testimonianza della sua apertura a tutti gli aspetti significativi della vita.
Il primo numero di Psiche, dapprima mensile e in seguito bimestrale, apparve nel novembre-dicembre 1948 presso la casa editrice Astrolabio di Roma. La redazione era costituita da Carlo Alberto Canaperia, Joachim Flescher, Giorgio Granata, Elena Luzzato-Romoli, Raffaele Merloni, Adriano Ossicini, Ottiero Ottieri, Attilio Riccio ed Emilio Servadio. Nel "Comitato d'onore" comparivano, tra gli altri, Charles Badouin, Ugo Cerletti, René Laforgue, Cesare Musatti, Mario Ponzo ed Edoardo Weiss.
La rivista ebbe notevole successo e si conquistò uno spazio originale nel panorama della cultura italiana. Nel corso di breve tempo uscirono come supplemento i Quaderni di Psiche, a carattere monografico, e si creò il gruppo degli "Amici di Psiche", con l'obiettivo di promuovere dibattiti pubblici su argomenti di psicoanalisi. Il gruppo fu particolarmente attivo a Milano, dove organizzò riunioni periodiche presso la Casa della Cultura.
Psiche ebbe tuttavia vita breve. Ben presto si manifestarono dei contrasti riguardo all'impostazione della rivista, accusata di presentare la psicoanalisi più come una teoria politico-sociale che come uno strumento d'indagine specifico, appartenente al campo della psicologia e della psicoterapia. A ciò si aggiunsero difficoltà editoriali, che portarono alla sospensione delle pubblicazioni nel 1951.
Nel 1964 apparve, per iniziativa di Perrotti, un nuovo periodico, Psiche. Bollettino dell'Istituto di psicoanalisi di Roma, che si ispirava alla linea della rivista omonima ed aveva l'obiettivo di informare sull'attività scientifica dell'Istituto, fondato da Perrotti nel 1952. La rivista fu pubblicata fino al 1971.
Negli anni '90 la testata Psiche fu donata dagli eredi di Perrotti alla Società psicoanalitica italiana. Questa promosse la ripresa delle pubblicazioni nel 1993, affidandone la direzione a Paolo Perrotti, figlio di Nicola.
Con il titolo Psiche. Rivista di cultura psicoanalitica, la rivista si affianca oggi all'organo ufficiale della Società, la Rivista di psicoanalisi.
Marina Manotta
15/03/2010
Gaddini, E. (1971). Il movimento psicoanalitico in Italia. In M. L. Mascagni, A. Gaddini, & R. De Benedetti Gaddini (a cura di) (1989), Eugenio Gaddini. Scritti (1953-1985) (pp. 240-262). Milano: Raffaello Cortina. Scritto inedito.
Musatti, C.L. (1955). Presentazione. Rivista di psicoanalisi, 1(1), 3-10.
Perrotti, N. (1948). Premessa. Psiche, 1(1), 3-7.
Perrotti, N. (1964). Presentazione. Psiche. Bollettino dell'Istituto di psicoanalisi di Roma, 1(1), 3-4.
Reichmann, R. (1996-1999). Vita e opere di Cesare Musatti, 3 voll. Milano: Arpa.
La rivista Psiche. Rivista internazionale di psicoanalisi e scienze dell'uomo fu fondata nel 1948 dal medico psicoanalista Nicola Perrotti, presidente della Società psicoanalitica italiana dal 1946 al 1951. Perrotti si era ispirato al modello della rivista francese Psyché. Revue Internationale de psychanalyse et des sciences de l'homme di Marise Choisy, con la quale aveva stipulato un accordo per uno scambio di articoli. Il progetto di Perrotti era di creare «un tipo nuovo di Rivista», che diversamente da Psicoanalisi – la rivista di Joachim Flescher che aveva chiuso le pubblicazioni nel 1947 – mirasse non tanto a divulgare i principi fondamentali della dottrina psicoanalitica, quanto a mostrare la loro applicazione ai problemi generali della vita sociale italiana. Nelle intenzioni di Perrotti, la rivista doveva contraddistinguersi per l'attenzione alle ricadute sociali della psicoanalisi: «più che informativa, essa pertanto vuole essere formativa», affermava Perrotti nell'editoriale del primo numero, «perché si propone di stimolare la curiosità, vincere la pigrizia mentale, dirottare le correnti abitudinarie dei conformisti del pensiero». L'obiettivo della rivista era «di esaminare tutti gli aspetti della vita, quali si svolgono sotto i nostri occhi, dal punto di vista psicologico», impiegando la psicoanalisi come mezzo d'interpretazione e d'indagine dei vissuti e degli avvenimenti sociali.
Oltre ad una sezione generale, la rivista comprendeva tre sezioni speciali ("Psicopatologia della vita quotidiana", "Diagnosi", e "Cronaca del mese") vertenti su argomenti di psicologia politica, teatro, libri, cinema, pittura e sport, a testimonianza della sua apertura a tutti gli aspetti significativi della vita.
Il primo numero di Psiche, dapprima mensile e in seguito bimestrale, apparve nel novembre-dicembre 1948 presso la casa editrice Astrolabio di Roma. La redazione era costituita da Carlo Alberto Canaperia, Joachim Flescher, Giorgio Granata, Elena Luzzato-Romoli, Raffaele Merloni, Adriano Ossicini, Ottiero Ottieri, Attilio Riccio ed Emilio Servadio. Nel "Comitato d'onore" comparivano, tra gli altri, Charles Badouin, Ugo Cerletti, René Laforgue, Cesare Musatti, Mario Ponzo ed Edoardo Weiss.
La rivista ebbe notevole successo e si conquistò uno spazio originale nel panorama della cultura italiana. Nel corso di breve tempo uscirono come supplemento i Quaderni di Psiche, a carattere monografico, e si creò il gruppo degli "Amici di Psiche", con l'obiettivo di promuovere dibattiti pubblici su argomenti di psicoanalisi. Il gruppo fu particolarmente attivo a Milano, dove organizzò riunioni periodiche presso la Casa della Cultura.
Psiche ebbe tuttavia vita breve. Ben presto si manifestarono dei contrasti riguardo all'impostazione della rivista, accusata di presentare la psicoanalisi più come una teoria politico-sociale che come uno strumento d'indagine specifico, appartenente al campo della psicologia e della psicoterapia. A ciò si aggiunsero difficoltà editoriali, che portarono alla sospensione delle pubblicazioni nel 1951.
Nel 1964 apparve, per iniziativa di Perrotti, un nuovo periodico, Psiche. Bollettino dell'Istituto di psicoanalisi di Roma, che si ispirava alla linea della rivista omonima ed aveva l'obiettivo di informare sull'attività scientifica dell'Istituto, fondato da Perrotti nel 1952. La rivista fu pubblicata fino al 1971.
Negli anni '90 la testata Psiche fu donata dagli eredi di Perrotti alla Società psicoanalitica italiana. Questa promosse la ripresa delle pubblicazioni nel 1993, affidandone la direzione a Paolo Perrotti, figlio di Nicola.
Con il titolo Psiche. Rivista di cultura psicoanalitica, la rivista si affianca oggi all'organo ufficiale della Società, la Rivista di psicoanalisi.
Marina Manotta
15/03/2010
Bibliografia
David, M. (1966). La psicoanalisi nella cultura italiana. Torino: Boringhieri.Gaddini, E. (1971). Il movimento psicoanalitico in Italia. In M. L. Mascagni, A. Gaddini, & R. De Benedetti Gaddini (a cura di) (1989), Eugenio Gaddini. Scritti (1953-1985) (pp. 240-262). Milano: Raffaello Cortina. Scritto inedito.
Musatti, C.L. (1955). Presentazione. Rivista di psicoanalisi, 1(1), 3-10.
Perrotti, N. (1948). Premessa. Psiche, 1(1), 3-7.
Perrotti, N. (1964). Presentazione. Psiche. Bollettino dell'Istituto di psicoanalisi di Roma, 1(1), 3-4.
Reichmann, R. (1996-1999). Vita e opere di Cesare Musatti, 3 voll. Milano: Arpa.