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Nel 1892 è nuovamente a Torino, con l'incarico di assistente del celebre matematico Giuseppe Peano nel corso di calcolo infinitesimale. In questi anni collabora alle ricerche di logica-matematica condotte dal gruppo di Peano, pubblica diversi articoli nella Rivista di matematica e partecipa alla realizzazione del famoso Formulario mathematico.
Dopo un anno di assistentato al corso di geometria proiettiva nel 1895-96, diventa assistente volontario e, grazie all'appoggio di Vito Volterra, docente di meccanica razionale, tiene dei corsi liberi annuali di storia della meccanica (1896-1898). Vailati ha come riferimento i celebri corsi tenuti a Vienna da Ernst Mach, con il quale sviluppa un interessante rapporto epistolare. I corsi sono aperti da importanti prolusioni, dedicate rispettivamente alla Importanza delle ricerche relative alla storia delle scienze (1896), al Metodo deduttivo come strumento di ricerca (1897) e ad Alcune osservazioni sulle questioni di parole nella storia della scienza e della cultura (1898). In questi scritti sottolinea i limiti epistemologici del positivismo classico, il valore euristico del ragionamento ipotetico deduttivo e l'importanza del linguaggio nell'evoluzione storica del pensiero filosofico e scientifico.
Nel vivace ambiente culturale di Torino, Vailati ha modo di estendere i suoi interessi culturali e di frequentare scienziati e intellettuali come Cesare Lombroso, Gaetano Mosca, Pietro Jannaccone, Umberto Ricci e Giulio Cesare Ferrari. In particolare frequenta con assiduità il Laboratorio di economia politica fondato da Salvatore Cognetti de Martiis, dove incontra Luigi Einaudi, col quale stringerà una profonda e duratura amicizia.
Durante il Convegno di psicologia tenutosi a Monaco di Baviera nel 1896, incontra Mario Calderoni, con cui negli anni successivi condividerà il progetto di diffondere in Italia il pragmatismo, inteso come dottrina epistemologica che ha per oggetto i modi con cui si può con rigore verificare la validità degli enunciati linguistici e, in particolare, scientifici.
Nel 1899 decide di abbandonare l'università e inizia ad insegnare nelle scuole secondarie superiori. Ottiene una cattedra al Liceo di Siracusa e in Sicilia frequenta il filosofo tedesco Franz Brentano, già maestro di Husserl e Freud, alle cui teorie psico-gnoseologiche dedicherà l'anno successivo una comunicazione letta al Congresso internazionale di psicologia di Parigi. A testimonianza della vicinanza intellettuale dei due studiosi rimane un intenso carteggio. Tenta, inutilmente nonostante l'appoggio di Vito Volterra, di ottenere una libera docenza in storia della matematica.
Vailati, che nell'ottobre 1901 ottiene una cattedra a Como, nel 1902 partecipa senza successo a un concorso a Palermo per la libera docenza in storia della filosofia. Nel 1903 è al Congresso storico internazionale di Roma, con una comunicazione Sull'applicabilità dei concetti di causa e di effetto nelle scienze storiche, quindi trascorre l'agosto a Cambridge in compagnia di Calderoni e ad Harrow, dove incontra Victoria Lady Welby, con la quale condivide la passione per gli studi di analisi del linguaggio.
In seguito a un voto dell'Accademia dei Lincei, che ritiene Vailati lo studioso più adatto a curare l'edizione nazionale degli scritti di Torricelli, viene trasferito nel 1904 dal ministro della pubblica istruzione all'Istituto tecnico Galilei di Firenze. Nella città toscana inizia a collaborare alla rivista Leonardo, con un articolo dedicato alla definizione di matematica data da Russell. Con i due giovani animatori della rivista, Papini e Prezzolini, Vailati condivide le critiche sull'arretratezza e sul provincialismo della cultura italiana; tuttavia la sua concezione scientifica del pragmatismo, che cerca di divulgare anche tramite articoli e recensioni, rimane sempre molto lontana dall'antintellettualismo e dall'attivismo del "pragmatismo magico" dei suoi compagni.
Nel novembre 1905 il ministro della pubblica istruzione Leonardo Bianchi chiama Vailati, su suggerimento di Gaetano Salvemini, a far parte della Commissione reale che si occupa della riforma della scuola media. L'impegno di Vailati diventa intenso: si reca in diversi paesi europei per studiare i loro sistemi scolastici, coordina i lavori per la preparazione dei programmi di matematica e interviene su tutte le questioni con proposte innovative e puntuali. Le sue proposte pedagogiche sono straordinariamente attuali e profonde. La passione per l'insegnamento lo porta, nell'autunno del 1908, a chiedere di poter tornare all'Istituto Galilei di Firenze, pur impegnandosi a presenziare alle riunioni della Commissione. Ma a dicembre si ammala e nella speranza di ristabilirsi torna Roma, dove però soccombe all'aggravarsi della malattia.
Mauro De Zan
23/05/2010
De Zan, M. (a cura di) (2000). I Mondi di Carta di Giovanni Vailati. Milano: FrancoAngeli.
De Zan, M. (2009). La formazione di Giovanni Vailati. Lecce: Congedo.
Dal Pra, M. (1984). Studi sul pragmatismo italiano. Napoli: Bibliopolis.
Minazzi, F. (a cura di) (2006). Giovanni Vailati intellettuale europeo. Milano: Thélema.
Quaranta, M. (a cura di) (1989). Giovanni Vailati nella cultura del '900. Sala Bolognese: Forni.
Rivista Critica di Storia della Filosofia, 1963, 275-523 [Atti del convegno di studi sul pensiero di G. Vailati, Milano-Crema, 4-5 maggio 1963].
Ronchetti, L. (a cura di) (1998). L'Archivio Giovanni Vailati. Bologna: Cisalpino.
Vailati, G. (1911). Scritti di Giovanni Vailati, 1863-1909. Leipzig-Firenze: Barth-Seeber.
Vailati, G. (1971). Epistolario, 1891-1909, a cura di G. Lanaro. Torino: Einaudi.
Vailati, G. (1987). Scritti, 3 voll., a cura di M. Quaranta. Bologna: Forni.
Vailati, G. (2009). Logic and Pragmatism. Selected Essays, edited by C. Arrighi, P. Cantù, M. De Zan, P. Suppes. Stanford: CLSI.
Vailati, G., Pojero, G.A. (1993). Epistolario: 1898-1908, a cura di A. Brancaforte. Milano: FrancoAngeli.
Biografia
Figlio di Vincenzo Vailati e Teresa Albergoni, dopo aver compiuto gli studi liceali a Lodi, si iscrive all'Università di Torino, ottenendo nel 1885 la laurea in ingegneria e in seguito quella in matematica. Tornato a Crema nel 1888, è attivo in alcune istituzioni comunali e approfondisce i suoi interessi per le ricerche psichiche associandosi alla Society for Psychical Research di Londra.Nel 1892 è nuovamente a Torino, con l'incarico di assistente del celebre matematico Giuseppe Peano nel corso di calcolo infinitesimale. In questi anni collabora alle ricerche di logica-matematica condotte dal gruppo di Peano, pubblica diversi articoli nella Rivista di matematica e partecipa alla realizzazione del famoso Formulario mathematico.
Dopo un anno di assistentato al corso di geometria proiettiva nel 1895-96, diventa assistente volontario e, grazie all'appoggio di Vito Volterra, docente di meccanica razionale, tiene dei corsi liberi annuali di storia della meccanica (1896-1898). Vailati ha come riferimento i celebri corsi tenuti a Vienna da Ernst Mach, con il quale sviluppa un interessante rapporto epistolare. I corsi sono aperti da importanti prolusioni, dedicate rispettivamente alla Importanza delle ricerche relative alla storia delle scienze (1896), al Metodo deduttivo come strumento di ricerca (1897) e ad Alcune osservazioni sulle questioni di parole nella storia della scienza e della cultura (1898). In questi scritti sottolinea i limiti epistemologici del positivismo classico, il valore euristico del ragionamento ipotetico deduttivo e l'importanza del linguaggio nell'evoluzione storica del pensiero filosofico e scientifico.
Nel vivace ambiente culturale di Torino, Vailati ha modo di estendere i suoi interessi culturali e di frequentare scienziati e intellettuali come Cesare Lombroso, Gaetano Mosca, Pietro Jannaccone, Umberto Ricci e Giulio Cesare Ferrari. In particolare frequenta con assiduità il Laboratorio di economia politica fondato da Salvatore Cognetti de Martiis, dove incontra Luigi Einaudi, col quale stringerà una profonda e duratura amicizia.
Durante il Convegno di psicologia tenutosi a Monaco di Baviera nel 1896, incontra Mario Calderoni, con cui negli anni successivi condividerà il progetto di diffondere in Italia il pragmatismo, inteso come dottrina epistemologica che ha per oggetto i modi con cui si può con rigore verificare la validità degli enunciati linguistici e, in particolare, scientifici.
Nel 1899 decide di abbandonare l'università e inizia ad insegnare nelle scuole secondarie superiori. Ottiene una cattedra al Liceo di Siracusa e in Sicilia frequenta il filosofo tedesco Franz Brentano, già maestro di Husserl e Freud, alle cui teorie psico-gnoseologiche dedicherà l'anno successivo una comunicazione letta al Congresso internazionale di psicologia di Parigi. A testimonianza della vicinanza intellettuale dei due studiosi rimane un intenso carteggio. Tenta, inutilmente nonostante l'appoggio di Vito Volterra, di ottenere una libera docenza in storia della matematica.
Vailati, che nell'ottobre 1901 ottiene una cattedra a Como, nel 1902 partecipa senza successo a un concorso a Palermo per la libera docenza in storia della filosofia. Nel 1903 è al Congresso storico internazionale di Roma, con una comunicazione Sull'applicabilità dei concetti di causa e di effetto nelle scienze storiche, quindi trascorre l'agosto a Cambridge in compagnia di Calderoni e ad Harrow, dove incontra Victoria Lady Welby, con la quale condivide la passione per gli studi di analisi del linguaggio.
In seguito a un voto dell'Accademia dei Lincei, che ritiene Vailati lo studioso più adatto a curare l'edizione nazionale degli scritti di Torricelli, viene trasferito nel 1904 dal ministro della pubblica istruzione all'Istituto tecnico Galilei di Firenze. Nella città toscana inizia a collaborare alla rivista Leonardo, con un articolo dedicato alla definizione di matematica data da Russell. Con i due giovani animatori della rivista, Papini e Prezzolini, Vailati condivide le critiche sull'arretratezza e sul provincialismo della cultura italiana; tuttavia la sua concezione scientifica del pragmatismo, che cerca di divulgare anche tramite articoli e recensioni, rimane sempre molto lontana dall'antintellettualismo e dall'attivismo del "pragmatismo magico" dei suoi compagni.
Nel novembre 1905 il ministro della pubblica istruzione Leonardo Bianchi chiama Vailati, su suggerimento di Gaetano Salvemini, a far parte della Commissione reale che si occupa della riforma della scuola media. L'impegno di Vailati diventa intenso: si reca in diversi paesi europei per studiare i loro sistemi scolastici, coordina i lavori per la preparazione dei programmi di matematica e interviene su tutte le questioni con proposte innovative e puntuali. Le sue proposte pedagogiche sono straordinariamente attuali e profonde. La passione per l'insegnamento lo porta, nell'autunno del 1908, a chiedere di poter tornare all'Istituto Galilei di Firenze, pur impegnandosi a presenziare alle riunioni della Commissione. Ma a dicembre si ammala e nella speranza di ristabilirsi torna Roma, dove però soccombe all'aggravarsi della malattia.
Mauro De Zan
23/05/2010
Bibliografia
Croce, B., Vailati, G. (2006). Carteggio (1899-1905), a cura di C. Rizza. Acireale-Roma: Bonanno.De Zan, M. (a cura di) (2000). I Mondi di Carta di Giovanni Vailati. Milano: FrancoAngeli.
De Zan, M. (2009). La formazione di Giovanni Vailati. Lecce: Congedo.
Dal Pra, M. (1984). Studi sul pragmatismo italiano. Napoli: Bibliopolis.
Minazzi, F. (a cura di) (2006). Giovanni Vailati intellettuale europeo. Milano: Thélema.
Quaranta, M. (a cura di) (1989). Giovanni Vailati nella cultura del '900. Sala Bolognese: Forni.
Rivista Critica di Storia della Filosofia, 1963, 275-523 [Atti del convegno di studi sul pensiero di G. Vailati, Milano-Crema, 4-5 maggio 1963].
Ronchetti, L. (a cura di) (1998). L'Archivio Giovanni Vailati. Bologna: Cisalpino.
Vailati, G. (1911). Scritti di Giovanni Vailati, 1863-1909. Leipzig-Firenze: Barth-Seeber.
Vailati, G. (1971). Epistolario, 1891-1909, a cura di G. Lanaro. Torino: Einaudi.
Vailati, G. (1987). Scritti, 3 voll., a cura di M. Quaranta. Bologna: Forni.
Vailati, G. (2009). Logic and Pragmatism. Selected Essays, edited by C. Arrighi, P. Cantù, M. De Zan, P. Suppes. Stanford: CLSI.
Vailati, G., Pojero, G.A. (1993). Epistolario: 1898-1908, a cura di A. Brancaforte. Milano: FrancoAngeli.