La psicologia fiorentina sotto attacco e il “connubio idealistico-fascista”

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Con la Grande guerra, all’Istituto di studi superiori di Firenze erano mancate risorse finanziarie e umane. E così anche all’Istituto di psicologia, il cui assistente, Enzo Bonaventura, era partito per il fronte. Nel 1915 Roberto Assagioli aveva dovuto interrompere la pubblicazione della rivista Psiche, il Bollettino dell’Associazione di studi psicologici presieduta da Francesco De Sarlo. Pasquale Villari e Felice Tocco erano morti, ma De Sarlo era sostenuto da alcuni colleghi come Ludovico Limentani, e dal suo gruppo di collaboratori, psicologi, psichiatri, pedagogisti e filosofi. Fu nominato nel 1920 presidente della SIP, la Società italiana di psicologia, per tre anni. E decise di rilanciare il suo istituto, con un ulteriore investimento deliberato dal Consiglio di facoltà: nuovi e più ampi locali, personale dedicato, fondi per il laboratorio e la biblioteca. Si progettava di presentarlo ristrutturato ai partecipanti dei successivi congressi nazionali, rispettivamente della SIP e della Società filosofica italiana, entrambi programmati a Firenze per l’ottobre 1923 e da De Sarlo presieduti. Ma le cose andarono altrimenti.
Era appena un anno dopo la marcia fascista su Roma, e l’anno della riforma Gentile che, fra l’altro, metteva al bando la psicologia dalle scuole secondarie, sacrificandola all’Università. Di questo appunto parlò De Sarlo ai congressisti, sostenendo Il valore della scienza psicologia nel tempo presente (Firenze 1925). All’attacco neoidealista contro le scienze, e la psicologia in specie, era abituato a replicare, come i suoi allievi Antonio Aliotta, Giovanni Calò e altri. Lo faceva da vent’anni, da quando Benedetto Croce lo aveva preso a bersaglio preferito su La Critica, che era nata nel 1903, lo stesso anno in cui era sorto l’Istituto di psicologia di Firenze. Del resto nella stessa Società filosofica, fondata da un filosofo matematico, la maggioranza non era certo neoidealistica. Ma la situazione era ormai radicalmente mutata; non si poteva più discutere liberamente.
È risaputo che nel 1923 Bonaventura sostituì De Sarlo nell’insegnamento della psicologia e nella direzione dell’Istituto. Solo le carte d’archivio ci rivelano però che De Sarlo non lasciò il posto all’allievo: fu in realtà estromesso per intervento diretto di Gentile, divenuto fascista e ministro della Pubblica istruzione. La Facoltà prima difese De Sarlo, poi cedette. Riuscì appena a garantire che la psicologia fosse insegnata almeno a contratto annuale, pagato a proprie spese perché il Ministero si rifiutava. L’incarico fu conferito a Bonaventura che, in quanto non strutturato, neppure poteva partecipare ai consigli di Facoltà.
Colpito e umiliato De Sarlo, la psicologia tutta ne usciva fortemente indebolita, a Firenze e non solo. Eppure la SIP non difese il suo presidente. Tutto passò sotto silenzio, ma si era creato ormai un precedente anche per la sorte delle poche cattedre di psicologia nel resto d’Italia. Non solo non aumentarono, ma furono fatte estinguere con il pensionamento o la morte di titolari. Eccetto che a Roma, dove nel 1931 Sante De Sanctis – passato alla psichiatria – sarebbe stato sostituito da Mario Ponzo, e naturalmente all’Università Cattolica di Milano, dove Agostino Gemelli era rettore e inamovibile professore di psicologia.
A De Sarlo fu lasciato l’insegnamento solo della filosofia. Nel 1926 fu sospeso per un anno anche da quello, per un suo discorso su L’alta cultura e la libertà (Firenze 1947), che sarebbe stato pubblicato soltanto dopo la Liberazione grazie a Calò. L’aveva pronunciato al Congresso filosofico di Milano, che venne chiuso dalle autorità, e prima ancora Firenze.
Intanto Gaetano Salvemini, suo collega di Facoltà, a Firenze era stato processato per il foglio clandestino Non mollare, e si era rifugiato in Francia. De Sarlo fu invece tra coloro che ritennero di dover rimanere al proprio posto, proprio per non cedere al regime. Ad esso si oppose sempre, come poté, continuando a insegnare, a pubblicare, a seguire gli allievi. Nell’antifascismo ritrovò un rapporto con Croce, pur permanendo il loro dissenso sulla filosofia e le scienze e prendendo atto che l’idealismo di Gentile e Croce si era ormai imposto sulla cultura italiana.
Come tutti i professori universitari, eccetto 12, De Sarlo acconsentì al formale giuramento al Partito nazionale fascista del 1931. Ma si rifiutò di ripeterlo per l’Accademia dei Lincei, di cui era socio da decenni. E nel ‘33 lasciò anticipatamente la Facoltà, sostituito dal genero Paolo Lamanna, che ormai al fascismo si era allineato. Nel gennaio 1937, le autorità permisero solo ai familiari stretti di partecipare al suo funerale. Gli allievi, i colleghi e gli amici rimasero fuori e la Facoltà lo avrebbe commemorato solo dieci anni dopo.

Patrizia Guarnieri
30/12/2015
 

Bibliografia

Guarnieri, P. (2012). Senza cattedra. L’Istituto di psicologia dell’Università di Firenze tra idealismo e fascismo. Firenze: Firenze University Press.
Guarnieri, P. (2016). Neoidealism and the Cinderella of the Sciences. In Ead., Italian psychology and Jewish Emigration under Fascism: from Florence to Jerusalem and New York (pp. 43-70), New York: Palgrave Macmillan.
 
Fonti a stampa
Aliotta, A. (1912). La reazione idealistica contro la scienza. Palermo: Optica.
De Sarlo, F. (1905). Una dichiarazione a proposito del V Congresso internazionale di psicologia. Rivista filosofica, 8, 431-435.
De Sarlo, F. (1925). Gentile e Croce. Lettere filosofiche di un Superato. Firenze: Le Monnier.
 

Fonti archivistiche

Archivio centrale dello Stato, Ministero Pubblica Istruzione, Direzione Generale Superiore, Divisione I, Professori ordinari e del personale amministrativo, II versamento, II serie, b. 48, f. De Sarlo F.
Archivio storico dell’Università di Firenze (ASUF), R. Istituto, Soprintendenza, Carteggio Amministrazione Centrale, 1906, 260; Sezione Personale, Liberi docenti, fasc. Bonaventura Enzo.
Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze, Istituto studi superiori, Sezione di filosofia e filologia, Verbali adunanze, 1920-24; poi R. Università, Facoltà di lettere e filosofia, Verbali adunanze. 1925-26…
Archivio privato, Carte Francesco De Sarlo, Firenze-San Chirico.
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