Vai al menù contestuale
Nel fondo Ferrari sono conservate in tutto sette lettere di questo paziente, sempre di denuncia dei maltrattamenti subiti, indirizzate sia a Ferrari che a sua moglie, Emilia Giordani. In particolare, il paziente credeva di essere stato ipnotizzato, o meglio occultamente “magnetizzato” (con riferimento alla teoria settecentesca del “mesmerismo” o “magnetismo animale”). Nell’ultima lettera, datata 11 febbraio 1931, chiedeva infatti a Ferrari di accordarsi con lo psichiatra Giuseppe Antonini, direttore del Manicomio di Mombello, affinché, nella diagnosi che avevano formulato per lui, il termine “allucinato” fosse sostituito con il termine “magnetizzato”.
Impossibile capire, dalla documentazione in nostro possesso, se al di là dell’evidente disturbo mentale dell’uomo vi fosse anche un fondo di verità nelle sue accuse di maltrattamenti, molto frequenti all’epoca nei manicomi, tanto che in quegli anni Ferrari inaugurò proprio al Roncati dei corsi professionalizzanti per gli infermieri, al fine di insegnare loro “che cosa è l’uomo sano e l’uomo malato” e come “non fargli del male” ma “aiutarlo, farlo guarire”. Tra le caratteristiche indicate da Ferrari per l’infermiere tipo vi erano: “serenità, dolcezza, educazione, onestà o almeno correttezza, spirito di sacrificio, tolleranza”. Le lettere di questo paziente non sono pubblicate sul nostro portale in quanto firmate e dunque soggette alla normativa sulla privacy, ma gli appunti di Ferrari sul corso per gli infermieri sono interamente consultabili online.
In questa lettera del 7 dicembre 1929, un paziente scrive al direttore dell’Ospedale psichiatrico Roncati di Bologna, Giulio Cesare Ferrari, denunciando presunte “sevizie ipnotiche” da parte del personale infermieristico "fascistizzante".
Nel fondo Ferrari sono conservate in tutto sette lettere di questo paziente, sempre di denuncia dei maltrattamenti subiti, indirizzate sia a Ferrari che a sua moglie, Emilia Giordani. In particolare, il paziente credeva di essere stato ipnotizzato, o meglio occultamente “magnetizzato” (con riferimento alla teoria settecentesca del “mesmerismo” o “magnetismo animale”). Nell’ultima lettera, datata 11 febbraio 1931, chiedeva infatti a Ferrari di accordarsi con lo psichiatra Giuseppe Antonini, direttore del Manicomio di Mombello, affinché, nella diagnosi che avevano formulato per lui, il termine “allucinato” fosse sostituito con il termine “magnetizzato”.
Impossibile capire, dalla documentazione in nostro possesso, se al di là dell’evidente disturbo mentale dell’uomo vi fosse anche un fondo di verità nelle sue accuse di maltrattamenti, molto frequenti all’epoca nei manicomi, tanto che in quegli anni Ferrari inaugurò proprio al Roncati dei corsi professionalizzanti per gli infermieri, al fine di insegnare loro “che cosa è l’uomo sano e l’uomo malato” e come “non fargli del male” ma “aiutarlo, farlo guarire”. Tra le caratteristiche indicate da Ferrari per l’infermiere tipo vi erano: “serenità, dolcezza, educazione, onestà o almeno correttezza, spirito di sacrificio, tolleranza”. Le lettere di questo paziente non sono pubblicate sul nostro portale in quanto firmate e dunque soggette alla normativa sulla privacy, ma gli appunti di Ferrari sul corso per gli infermieri sono interamente consultabili online.