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Il fondo bolognese, in cui si trova la maggior parte della corrispondenza di Achille Sacchi, fu conservato da Giacomo Cattaneo e venne recuperato a partire dal 1966 da Antonio Cattaneo, padre di Giacomo, dai granai della casa di famiglia di Castigione delle Stiviere in provincia di Mantova. Antonio Cattaneo intervenne sul fondo aggregando i carteggi per nome del corrispondente. Le carte sono state in seguito riordinate e inventariate, tra il 2006 e il 2007, dallo studio associato Scrinia. Il fondo (25 faldoni di materiali che coprono un arco cronologico compreso tra il 1844 e il 1913) è costituito in prevalenza da lettere (5.631), raccolte nella serie Corrispondenza; vi sono poi Carte personali, una Miscellanea e un fascicolo di Contabilità. La prima serie si articola a sua volta in 6 sottoserie, le prime delle quali intitolate ai corrispondenti: Achille Sacchi, Elena Casati (sua moglie), i figli di Achille ed Elena, diversi a diversi; segue una sottoserie costituita da biglietti da visita e partecipazioni di nascita e morte. Seguendo l’impostazione data da Antonio Cattaneo, le sottoserie della Corrispondenza sono costituite da fascicoli di lettere ordinati alfabeticamente per mittente (circa 800). Sino a oggi si è guardato all’epistolario dei Sacchi principalmente come fonte per la storia del Risorgimento mantovano e nazionale, grazie all’importanza del carteggio con personalità di primo piano della storia italiana di quel periodo (Agostino Bertani 188 lettere, Jesse White Mario 141, Luigi Castellazzo 97, Alberto Mario 56, Giovanni Chiassi 47, Piero Cironi 28, Filippo De Boni 27, Maurizio Quadrio 25, Pasquale Villari, ecc.). Tuttavia non sono meno interessanti, ma restano ancora in gran parte da studiare, le lettere inviate ad Achille Sacchi da medici e pazienti, che mettono in luce aspetti rilevanti della cultura positivistica e della professione medica e psichiatrica della seconda metà dell’Ottocento (tra i corrispondenti, ad esempio, si trovano Roberto Ardigò e Mario Panizza). Di grande interesse anche i carteggi dei familiari di Achille: la corrispondenza della moglie Elena Casati testimonia ad esempio il ruolo svolto dalle donne nel movimento mazziniano e nelle imprese garibaldine, oltre agli albori del movimento emancipazionaista in Italia.
Paola Bianchi e Silvio Uggeri
29/12/2017
Le carte di Achille Sacchi fanno parte del più ampio archivio familiare, che si trova conservato in quattro luoghi diversi: in parte a Bologna, proprietà di Giacomo Sacchi; in parte presso l’Istituto mantovano di storia contemporanea (in seguito ad acquisto nel 2006 da Chiara Sacchi di Milano, figlia di Carlo, primogenito di Achille); in parte a Firenze, presso Alberto Mario Simonetta, discendente della terzogenita di Achille Sacchi, Ada; infine (in percentuale qualitativamente rilevante) presso il Museo centrale del Risorgimento di Roma, a cui fu donato nel 1933 da Antonio Cattaneo, Giulio Sacchi e Achille Bassi, figli rispettivamente di Maria, Rosalino e Stella Sacchi. Quest’ultima donazione comprende tutte le lettere e gli scritti indirizzati a Luisa Riva, Achille Sacchi ed Elena Casati da Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi (58 documenti) e altri tra i principali patrioti italiani (Alberto e Jessie Mario, Maurizio Quadrio, Francesco Dall’Ongaro, Aurelio Saffi, Giuseppe Dolfi, per un totale di 50 lettere).
Il fondo bolognese, in cui si trova la maggior parte della corrispondenza di Achille Sacchi, fu conservato da Giacomo Cattaneo e venne recuperato a partire dal 1966 da Antonio Cattaneo, padre di Giacomo, dai granai della casa di famiglia di Castigione delle Stiviere in provincia di Mantova. Antonio Cattaneo intervenne sul fondo aggregando i carteggi per nome del corrispondente. Le carte sono state in seguito riordinate e inventariate, tra il 2006 e il 2007, dallo studio associato Scrinia. Il fondo (25 faldoni di materiali che coprono un arco cronologico compreso tra il 1844 e il 1913) è costituito in prevalenza da lettere (5.631), raccolte nella serie Corrispondenza; vi sono poi Carte personali, una Miscellanea e un fascicolo di Contabilità. La prima serie si articola a sua volta in 6 sottoserie, le prime delle quali intitolate ai corrispondenti: Achille Sacchi, Elena Casati (sua moglie), i figli di Achille ed Elena, diversi a diversi; segue una sottoserie costituita da biglietti da visita e partecipazioni di nascita e morte. Seguendo l’impostazione data da Antonio Cattaneo, le sottoserie della Corrispondenza sono costituite da fascicoli di lettere ordinati alfabeticamente per mittente (circa 800). Sino a oggi si è guardato all’epistolario dei Sacchi principalmente come fonte per la storia del Risorgimento mantovano e nazionale, grazie all’importanza del carteggio con personalità di primo piano della storia italiana di quel periodo (Agostino Bertani 188 lettere, Jesse White Mario 141, Luigi Castellazzo 97, Alberto Mario 56, Giovanni Chiassi 47, Piero Cironi 28, Filippo De Boni 27, Maurizio Quadrio 25, Pasquale Villari, ecc.). Tuttavia non sono meno interessanti, ma restano ancora in gran parte da studiare, le lettere inviate ad Achille Sacchi da medici e pazienti, che mettono in luce aspetti rilevanti della cultura positivistica e della professione medica e psichiatrica della seconda metà dell’Ottocento (tra i corrispondenti, ad esempio, si trovano Roberto Ardigò e Mario Panizza). Di grande interesse anche i carteggi dei familiari di Achille: la corrispondenza della moglie Elena Casati testimonia ad esempio il ruolo svolto dalle donne nel movimento mazziniano e nelle imprese garibaldine, oltre agli albori del movimento emancipazionaista in Italia.
Paola Bianchi e Silvio Uggeri
29/12/2017