Cartolina del filosofo Giuseppe Tarozzi (1866-1958) a Giulio Cesare Ferrari

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Bra (Cuneo), 25/VIII  1921

Caro Ferrari,
Hai pienamente ragione per la lunghezza della recensione del Donati [1]. Gli scrivo avvertendolo e ciò non avverrà più. Sta bene anche per l'articolo del Govi [2] (provveditore agli studi di Lucca) per il prossimo numero. Mio figlio, che è arrivato qui oggi, mi ha detto di averti informato che il Prof. Silvagni [3] gli ha offerto il posto di assistente nel manicomio del Prof. Modena [4] ad Ancona e che egli ha accettato. Io ne sono contento; in tal modo viene ad essere sotto la tua giurisdizione. E di ciò sono ancora più lieto. Ti sarò grato se tu sondassi il Prof. Modena, soprattutto dicendogli che io sono lietissimo della nuova via che mio figlio intraprende sotto la sua guida, e che si tratta di un giovane pieno di buona volontà che saprà fare con ogni impegno il suo dovere. Insomma metti anche tu la tua buona parola affinché egli lo assuma certamente. Gli studi a cui in tal modo si dedicherà mio figlio credo che gli siano più confacenti che tutti gli altri.
Lunedì manderò per la Rivista un articolino, che ho già scritto e che ora dò a ricopiare.
Tuo Tarozzi
 
[1] Lo psicologo Giacomo Donati.
[2] Mario Govi, La psicologia dell'attività cosciente e l'etica, in «Rivista di psicologia», 1921, pp. 317-328.
[3] Il medico Luigi Silvagni.
[4] Lo psichiatra Gustavo Modena.
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