Lettera di don Gaetano Dall’Olio, professore al Seminario di Bologna, a Giulio Cesare Ferrari

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Chiarissimo Sig.r Professore,
 Ella mi chiede una nuova relazione del mio sogno; ma, pur non riguardando quella che Le ho già consegnata, di cui non conservo alcuna copia, non posso che ripetere quasi letteralmente quanto già scrissi. Non riesco a precisare di più la data, che dev'essere certamente compresa nel periodo che corre dalla metà di agosto (quando tornai dalla campagna), perché ricordo che sognai in città, all'8 settembre (giorno in cui il card. Ratti [1] prese solenne possesso della diocesi di Milano), perché il sogno avvenne prima di quel giorno. Una notte dunque di quel periodo di tempo, verso l'alba, mi apparve in sogno D. Arturo Pieralli, morto trentacinquenne circa nove anni fa, che era stato mio insegnante in Seminario, ma col quale non avevo avuto alcun rapporto particolare. Egli mi si presentò con un aspetto assai florido, tanto che io esclamai: Oh si sta bene all'altro mondo! Ed egli mi rispose:
Sì, io sto bene. Poi, continuando, soggiunse:
Il Papa ha fatto cardinale da poco quello che sarà il suo successore.
Chi è? – gli domandai.
Il Card. Ratti, Arcivescovo di Milano. La morte avverrà presto, in gennaio.
Quando? In che giorno?
Tra il 20 e il 25.
 (Si noti che il Ratti fu fatto Cardinale il 13 giugno, cioè poco più di due mesi prima del sogno, e che il Papa è morto il 22 gennaio, come ho ricordato mi pare anche nell'altra relazione). Quasi subito mi svegliai con un certo turbamento cagionatomi dal dubbio, avuto anche nel sogno, che quella morte potesse essere la mia.
 Mi meravigliai ancora che mi si fosse presentato per farmi tali predizioni un individuo al quale io non pensavo affatto da molto tempo. Il giorno stesso poi, trovati alcuni miei amici e colleghi, e precisamente il Parroco di S. Procolo e i suoi due cappellani, raccontai loro il sogno, che qualche giorno dopo narrai anche al cappellano dei Celestini. Essi mi tranquillizzarono dicendo che quella morte, come si arguiva dall'insieme del colloquio, doveva attribuirsi al Papa, e che, dopo tutto, è una stoltezza il credere ai sogni. Quest'ultima ragione, che avevo già pensata anch'io, era certo la più atta a tranquillizzarmi. Tuttavia mi rimase sempre in fondo all'animo il ricordo del sogno, per quanto cercassi di dimenticarlo. Quando il 22 gennaio morì il Papa, io giudicai che si trattasse di una strana coincidenza, e non credevo che fosse per succedergli proprio il Card. Ratti, ma quando il 6 febbraio seppi della elezione di questo a Sommo Pontefice, provai un'impressione così forte che ne rimasi tutto scosso, e pensai subito: Ma che cos'è questo fenomeno che capita proprio a me, e come si spiega? Ma!…
 La notizia di questo sogno che per opera di quei pochi che lo conoscevano cominciò a divulgarsi a Bologna durante la malattia del Papa, dopo la sua morte si propagò rapidamente, e il giorno dopo l'elezione del nuovo Pontefice, cioè il 7 febbraio, fu pubblicata nei due giornali cittadini Avvenire e Carlino, ai cui cronisti era nota fin dal periodo della malattia del Papa. (Devo però notare che quei trafiletti non sono del tutto esatti, specialmente quello del Carlino: tuttavia la sostanza c'è). Dai giornali bolognesi tale notizia passò poi in parecchi giornali di Roma e di altre città d'Italia, indi anche in fogli esteri, tedeschi e francesi, e chi sa in quanti altri. Entrato così nel dominio pubblico questo sogno, non ho alcuna difficoltà che lo pubblichi, anche col mio nome, Ella pure, facendone quell'uso che crede [2] .
 Colgo l'occasione di questo nuovo incontro per porgere a Lei, illustre Professore, i più distinti ossequi e i più cordiali auguri pasquali.
 Suo dev.mo
 d. Gaetano Dall'Olio
 Bologna (Carbonesi 20), 9 aprile 1922
 
 
[1] Achille Ratti (Desio, 1857 Roma, 1939), arcivescovo di Milano dall'8 settembre 1921 al 6 febbraio 1922, quando, raggiunta Roma per partecipare al Conclave, fu eletto papa con il nome di Pio XI.
[2] Ferrari lo pubblicherà semplicemente con il titolo Un sogno profetico, in «Rivista di psicologia», 1922, pp. 15-22.
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