Demme Karl Hermann

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Ventidue lettere del medico Karl Hermann Demme (1831 o 1834-1864) a Biffi:

1) Berna, 01.11.1859: Demme si scusa con Biffi per il lungo silenzio dopo il suo rientro a Berna e lo ringrazia ripetutamente per l’accoglienza ricevuta a Mirabello. Lo avvisa della prossima spedizione degli articoli sul cretinismo e degli statuti delle società di tiro svizzere che gli ha chiesto. Lo informa inoltre che gli farà avere gli indirizzi di due istituti svizzeri, uno nel cantone di Zurigo, l’altro in quello di Friburgo, dove poter ricoverare il giovane paziente di cui gli ha parlato, esprimendo, insieme al padre, una preferenza per quello diretto dal dottor Blumer. Demme scrive inoltre a Biffi che acquisterà a Parigi il craniometro consigliatogli dal dottor Valentin e lo avverte di aver completato l’estratto della memoria del dottor Porta per la pubblicazione. Invia saluti anche da parte della signora Valentin. Chiude con saluti estesi a [Carlo] Cotta e [Giuseppe] Bima, dai quali attende con impazienza i resoconti. Aggiunge l’indirizzo del dottor Blumer / Château de Vennes / près de Lausanne.

2) Berna, 04.12.1859: Demme si rammarica per il ritardo, dovuto a problemi di salute, con il quale scrive a Biffi e per non avergli ancora spedito gli articoli sul cretinismo, gli statuti e i regolamenti delle società di tiro. Lo informa di aver ricevuto una lettera dal dottor Blumer riguardo l’ammissione figlio della signora Baragiola nell’istituto di Vennes e la speranza di qualche progresso compatibile con la sua microcefalia. Gli promette che gli invierà il craniometro da Parigi, mentre comunica nel frattempo l’invio di una piccola raccolta di immagini stereoscopiche. Teme che il lavoro del dottor Cotta non sia ancora ultimato, sollecitando tuttavia l’invio dei prospetti statistici riguardanti i movimenti negli ospedali di Milano, che gli sono assolutamente indispensabili. Manda i suoi omaggi ad Arpesani.

3) [Berna, post 04.12.1859]: Demme si scusa con Biffi per il ritardo con cui gli scrive, informandolo che il dottor Bolley, professore a Zurigo ha appena risposto alla richiesta di informazioni sull’istituto inviatagli da Valentin. Comunica l’invio di un prospetto relativo ad un altro istituto, che potrebbe servirgli in un’altra occasione. Si augura che Biffi abbia ricevuto i regolamenti delle società di tiro a segno e gli articoli sul cretinismo.

4) Berna, 01.01.1859 [in realtà 1860]: Demme invia a Biffi gli auguri di buon anno, ringraziando per il memorabile soggiorno in Italia e l’accoglienza ricevuta. Lo informa di aver ritardato la sua partenza per Parigi a causa di una nevralgia che lo ha costretto a rimanere a Berna, senza però impedirgli di lavorare. Racconta infatti a Biffi di aver iniziato il suo studio sui feriti della Campagna d’Italia, cui darà il titolo “Études de la chirurgie militaire dans les hopitaux militairs de la haute Italie en 1859”. L’opera verrà pubblicata in due parti: la prima, alla quale ha iniziato a lavorare subito dopo il suo rientro a Berna, avrà un carattere generale e si soffermerà sugli aspetti statistici e quelli anatomo-patologici; la seconda approfondirà invece la tipologia delle ferite nelle diverse parti del corpo. Demme segnala poi un articolo sul cretinismo pubblicato sul 3 numero della “Gazette des hopitaux” di Parigi nel 1859. Invia saluti estesi ad Arpesani, Cotta, Paravicini, Griffini, etc.

5) Berlino, 28.05.1860: Demme racconta a Biffi del suo soggiorno parigino e delle difficoltà che lo hanno costretto a ritardare la pubblicazione del suo studio sulla chirurgia militare, in particolare gli spiega di aver inviato il manoscritto del primo volume al suo editore, Stahel di Würzburg, fin dal mese di febbraio, ma di non aver ancora ricevuto la prima bozza di stampa. Lo informa di aver assistito a numerosi incontri scientifici e gli manda i saluti di Claude Bernard. Racconta inoltre di aver frequentato quali una serie di lezioni di fisiologia della digestione al Collège de France e di essere stato lungamente impegnato nella pratica clinica in ospedale. Gli descrive la sua ammirazione per [Auguste] Nélaton, che considera un vero maestro, diversamente dalle molte celebrità che si muovono negli ambienti scientifici parigini. Gli racconta dunque la sua soddisfazione per essersi spostato a Berlino, dove ha modo di frequentare [Rudolph] Virchow, [Albrecht] von Gräfe, [Ludwig] Traube, [Bernhard] von Langenbeck, capaci di coniugare genialità e amabilità. Dei francesi ricorda ancora con piacere [Charles Philippe] Robin, insieme al quale è stato più volte ospite di Sichel, buon amico di suo padre. Si mette a disposizione per qualunque commissione a Berlino, dove potrà nel caso procurargli anche un buon cranioscopio. Invia notizie della famiglia Valentin, informando di aver ricevuto una lettera dalla signora [Henriette] da Gottinga, dove si trova per introdurre il figlio Adolphe nella casa del professor Stern. Invia saluti ad Arpesani, [Carlo] Cotta (che non gli a ancora inviato il suo rapporto), [Lamberto] Paravicini (da cui attende un resoconto sull’ospedale di S. Maria di Loreto), [Andrea] Verga e Contini. Aggiunge il suo indirizzo a Berlino: Luisenstrasse n. 14 / presso la signora C. Gestie.

6) Berna, 23.10.1860: Demme, di ritorno da una serie di congressi in Francia e in Germania, scrive a Biffi sue notizie. Lo informa di aver conosciuto [Ludwig] Traube, che gli manda i suoi saluti, così come Dubois-Reymond. Gli racconta dell’incontro con l’oftalmologo [Albrecht] von Gräfe, che considera uno dei più felici della sua vita, e dei progressi nelle sue conoscenze di chirurgia e anatomia patologica grazie agli insegnamenti di [Rudolph] Virchow. Segnala a Biffi di non aver trovato pubblicazioni recenti sul cretinismo da inviargli. Si lamenta per i ritardi nella diffusione del suo volume sulla chirurgia militare, che giace ormai da mesi dall’editore e sarà certamente penalizzato dal successo dell’opera di Strohmeyer sugli stessi argomenti, giunta ormai alla seconda edizione. Si rammarica di non aver mai ricevuto il rapporto del dottor [Carlo] Cotta. Esprime i suoi voti per la liberazione e l’unità d’Italia, cui tiene come se si trattasse della sua patria. Invia saluti a [Carlo] Cotta, [Romolo] Griffini, [Andrea] Verga, [Luigi] Porta, [Lamberto] Paravicini e Arpesani.

7) Berna, 06.11.1860: Demme annuncia a Biffi l’invio della prima parte del suo studio sulla chirurgia militare, che ha voluto dedicare a Biffi, rammaricandosi di non averne al momento a disposizione copie sufficienti per farne omaggio anche ad [Andrea] Verga, [Romolo] Griffini, [Luigi] Porta e [Lamberto] Paravicini. Conclude con saluti estesi ad Arpesani e chiede, se possibile, una recensione al volume sugli “Annali [universali di medicina]”.
E’ presente un altro foglio relativo alla decisione di dedicare il volume a Biffi in segno di amicizia e di ringraziamento (forse originariamente conservata nella copia del libro regalata a Biffi).

8) Berna, 27.11.1860: Demme ringrazia Biffi per gli apprezzamenti alla prima parte della sua opera sulla chirurgia militare. Fornisce alcuni ragguagli circa le opinioni di [Rudolph] Virchow sul cretinismo, con particolare riguardo all’influenza che lo studioso, esperto di anatomia patologica, attribuisce alla sinostosi precoce della volta cranica. Invia un elenco di scritti di Virchow e illustra le principali difformità craniche da lui individuate, riconducibili alle seguenti categorie: 1. Macrocefali semplici, 2. Microcefali semplici, 3. Dolicocefali, 4. Brachicefali, con la specificazione delle rispettive sottocategorie. Spiega inoltre che Virchow, avendo rilevato il cretinismo anche in soggetti non affetti da tali difformità, si sta interessando anche allo studio dello sviluppo della base cranica, come già altri studiosi quali [Vincenzo] Malacarne, Ackermann, [Augustus Ernestus] Iphofen. Fra i tratti fisionomici tipici degli individui affetti da cretinismo rileva l’infossamento e la larghezza della radice del naso, che Virchow attribuisce ad un accorciamento dell’asse longitudinale della base cranica, soffermandosi poi a spiegare l’importanza della sinostosi sullo sviluppo della malattia e le sue relazioni con affezioni infiammatorie del cervello. Conclude con incoraggiamenti a Biffi per i suoi studi sul cretinismo e invia saluti estesi ad Arpesani.

9) Berna, 12.06.1861: Demme si rammarica con Biffi per le recenti notizie che gli giungono dall’Italia. Gli invia la seconda parte del suo studio sulla chirurgia militare, pregandolo di distribuirne copia ad [Andrea] Verga, a [Romolo] Griffini e al professor [Cesare] Fumagalli, da cui spera di ricevere un parere. Esprime il proprio dolore per la scomparsa di Cavour, la sola personalità in grado di gestire la complicata situazione politica italiana. Conclude con saluti estesi ad Arpesani.

10) Berna, 10.07.1861: Demme ringrazia Biffi per il giudizio sul suo lavoro e per la fotografia che gli ha inviato. Lo prega di consegnare una copia del volume a [Francesco] Cortese, rammaricandosi per non aver citato un suo studio e auspicando di poter rimediare nell’eventuale seconda edizione dell’opera. Invia saluti estesi ad Arpesani e ad [Andrea] Verga, da cui attende una copia del suo rendiconto.

11) Berna, 24.10.1861: Demme, si rammarica con Biffi perché non può inviargli il suo ultimo lavoro a causa di ritardi da parte dell’editore. Colpito dal tono malinconico dell’ultima lettera di Biffi, lo esorta a recuperare la sua abituale serenità d’animo e lo incita a sposarsi. Si compiace per il riscontro della sua opera sulla chirurgia militare, che ha dedicato a Biffi, e si augura di poter presto trovare una posizione nel mondo scientifico. Informa Biffi di aver inviato a [Francesco] Cortese anche la prima parte del suo studio e gli assicura che cercherà di citarlo e di fare un’analisi dei suoi lavori nel rendiconto. Invia saluti anche da parte dei coniugi Valentin.

12) Berna, 12.12.1861: Demme si rallegra per il ristabilimento di Biffi e per la sua intenzione di intraprendere un nuovo lavoro. E’ consapevole dell’impegno che comporta la questione della “colonizzazione” dei malati mentali, che ha già lungamente impegnato Biffi con studi e lavori preparatiri. Si compiace per il recente studio di [Luigi] Porta e fa presente a Biffi che avrebbe piacere di ricevere un giudizio franco dello stesso Porta sul suo studio dedicato alla chirurgia militare. Informa Biffi di aver ricevuto lettere d’approvazione al volume da parte di molte autorità, fatto che lo rallegra anche per Biffi, dedicatario dell’opera. Auspica che la pronta ultimazione della stampa del suo ultimo studio sul restringimento della trachea per compressione, inmodo da poterne fare omaggio a Biffi e ad altri amici. Chiede notizie del professor [Lamberto] Paravicini, dal quale si aspetta un parere sul suo volume.

13) Firenze, 21.04.1862: Demme scrive a Biffi da Firenze, dove si trova in compagnia di [Henriette] Valentin, malata e desiderosa di rivedere l’Italia, e di suo figlio Adolphe. Gli comunica l’intenzione dei tre viaggiatori di passare da Milano prima di tornare a Berna e chiede a Biffi ospitalità per una notte, raccomandandogli di non farne parola con nessuno.
Con un’aggiunta di Henriette Valentin, che ringrazia Biffi per l’ospitalità scusandosi per il disturbo e chiedendogli di non far cenno al suo stato di salute al figlio Adolphe.

14) [Berna, post 21.04.1862 – ante 05.05.1862]: Demme ringrazia Biffi per l’accoglienza e gli racconta la difficoltosa tappa dello Splügen nel viaggio di rientro, che [Henriette] Valentin è tuttavia riuscita a sopportare bene. Passa poi a ragguagliare Biffi sugli interventi pronunciati a Spira da [Ludwig] Schlager e dal dottor [Carl Friedrich] Flemming sul tema della “colonizzazione” dei malati mentali, precisando di aver chiesto a Flemming una copia del suo discorso. Invia saluti anche da parte della signora Valentin, estesi agli amici incontrati a casa di Biffi e soprattutto ad Arpesani.

15) Berna, 05.05.1862: Demme comunica a Biffi la visita del professor Fischel, che gli ha fornito alcune informazioni circa la “colonizzazione” dei pazzi, che gli trascrive in tedesco.

16) Berna, 13.02.1863: Demme ringrazia Biffi per l’invio del suo ultimo lavoro. Si dice certo che Biffi comprenderà le ragioni del suo silenzio dovuto al dolore per la scomparsa di [Henriette] Valentin, avvenuta la mattina del 10 gennaio. Esprime la sua disperazione per la perdita dell’amica, accentuata dall’atteggiamento egoista dimostrato dal marito e dalla figlia Anna, per la quale non ha mai provato altro che un affetto fraterno, tanto da decidere di rompere il fidanzamento con lei ancor prima della morte della signora Valentin. Sfoga la propria amarezza con Biffi, definendolo suo unico amico, pregandolo di mandare i suoi saluti ad Arpesani, a [Luigi] Porta, a cui chiede una copia del suo ultimo lavoro, e a [Lamberto] Paravicini.
Carta intestata: DR HERMANN DEMME / SOHN

17) Berna, 16.03.1863: Demme ringrazia Biffi per la sua ultima lettera e attende con impazienza il libro di [Luigi] Porta per la traduzione in tedesco. Annuncia a Biffi l’imminente partenza per un viaggio a Corfù, Sira, Atene e Costantinopoli insieme ad un gruppo formato da scienziati, mercanti e artisti, nonché l’intenzione di passare da a trovarlo sulla via del ritorno con la speranza di incontrare anche Porta. Gli comunica inoltre che l’editore vuole procedere alla seconda edizione del suo studio sulla chirurgia militare, che ha avuto un grande successo vendendo 2000 esemplari in due anni. Si rammarica che il professor [Francesco] Cortese non abbia ricevuto la sua ultima lettera, raccomandando a Biffi di fargli sapere che ha citato le sue ricerche nell’annuario (Jahresbericht) di Constatt e che ne parlerà anche nella prossima edizione del suo studio di chirurgia militare.

18) [Berna], 31.12.1863: Demme si scusa con Biffi per il lungo silenzio dovuto al protrarsi di uno stato di prostrazione mentale, disillusione e affaticamento. Lo informa sull’andamento della traduzione in tedesco dello studio sulla “Litotrissia” di [Luigi] Porta, rallentata dalla necessità di fare degli aggiornamenti bibliografici, trascurati da Porta, nonché dalla necessità di semplificare le numerose circonlocuzioni e ripetizioni dello studioso. Si augura tuttavia che il volume possa essere pubblicato per l’inizio dell’anno successivo. Demme comunica poi a Biffi l’imminente uscita della seconda edizione del suo volume sulla chirurgia militare, che ha rivisto e notevolmente ampliato, auspicando una recensione da parte di Griffini. Lo ragguaglia infine sui lavori ai quali si sta dedicando: un trattato anatomo-patologico e chirurgico dei tumori e un altro saggio sulla chirurgia del collo. Invia saluti estesi ad Arpesani, [Andrea] Verga, [Luigi] Porta, [Romolo] Griffini e [Cesare] Todeschini.

19) s.l., [ante 12.05.1864]: Demme annuncia a Biffi l’invio della nuova edizione del secondo volume del suo studio sulla chirurgia militare, raccontandogli che centinaia di copie sono state inviate sui campi di battaglia nello Schleswig-Holstein. Lo ragguaglia circa il lavoro di traduzione dello studio sulla “Litotrissia” del professor [Luigi] Porta e si augura che l’autore approvi le sue aggiunte. Demme ricorda a Biffi di essere impegnato in un saggio per il trattamento chirurgico dei tumori. Gli confida il suo abbattimento per gli intrighi e gli attacchi di alcuni colleghi e l’intenzione di lasciare la città. Chiude con saluti estesi agli amici di Milano.

20) Berna, 12.05.1864: Demme ringrazia Biffi per la sua ultima lettera e gli racconta del successo della seconda edizione del suo studio di chirurgia militare e degli ottimi giudizi apparsi sui giornali tedeschi. Si augura di ottenere una recensione anche negli “Annali Universali”, dove spera possa essere ricordata anche la traduzione del volume sulla “Litotrissia” di [Luigi] Porta, il quale si è dimostrato molto soddisfatto della versione in tedesco. Demme chiede a Biffi di procurargli una foto di Porta, con la quale vorrebbe avviare la sezione italiana della sua raccolta di ritratti di chirurghi illustri, già molto ricca nelle sezioni tedesca e francese. Gli confida poi che la foto di Biffi occupa un posto di riguardo nella serie degli psichiatri, accanto ai nomi di [Jean-Baptiste Maximien] Parchap[pe], [Wilhelm] Griesinger, [Heinrich] Damerow, [Albert] Zeller. Racconta di aver molto apprezzato l’ultimo lavoro di Griesinger, che lavora a Zurigo dove ha avviato un corso universitario di grande successo sulle malattie mentali. Lo informa inoltre di aver già fatto avere a Griesinger uno studio di Biffi, che è stato moltoapprezzato. Demme si complimenta poi per la nascita del nuovo giornale [Archivio italiano per le malattie nervose] e gli comunica l’intenzione di scriverne una recensione per favorirne la conoscenza anche in Svizzera. Passa quindi a raccontare dei suoi studi sui tumori e di aver appena terminato 90 tavole di corredo che ha dovuto disegnare lui stesso per la mancanza di artisti capaci in ambito scientifico. Conclude con saluti estesi anche ad Arpesani, [Andrea] Verga, [Cesare] Todeschini, [Romolo] Griffini e [Lamberto] Paravicini.

21) Berna, 09.08.1864: Demme scrive a Biffi dal carcere di Berna, protestando la propria innocenza dall’accusa di omicidio del mercante Trümpy e di essere vittima delle macchinazioni del professor Charles Hemmert. Confida nella solidarietà di Biffi e lo saluta insieme agli amici di Milano.

22) s.l., s.d.: Demme ringrazia Biffi per averlo accolto [insieme a Flora Trümpy] a Milano, e gli chiede di fare in modo che Arpesani raccomandi alla baronessa Tornielli di non dire nulla, perché nessuno deve sapere del loro soggiorno in città. Scrive a Biffi di non stupirsi se leggerà sui giornali della loro morte, scusandosi per il disturbo arrecato all’amico. Pensa che solo la morte potrà portare sollievo e chiudere la bocca di nemici rabbiosi. Chiede a Biffi di credere nella sua profonda riconoscenza e di non dubitare mai di lui. Conclude con una citazione dall’Amleto “Silence est le reste”.

Estremi cronologici

1859 novembre 1-1864 agosto 9

Collocazione fascicolo

b. 1, fasc. 47
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