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1) Roma, 3 febbraio 1948: Lo informa di aver ricevuto la sua lettera in ritardo e di aver provveduto subito a trasmettere a Genova al prof. Remotti il ringraziamento per la dedica al discorso tenuto agli allievi della scuola di Pisa. Si scusa inoltre per il ritardo nella risposta dovuto anche alla notizia, ricevuta dal prof. Manfredi, della sua malattia. Gli comunica di una spiacevole situazione che si è creata senza che ne fosse avvertito: nell'inviare al prof. Ronchi il resoconto stenografico vi inviò anche un elenco di stralci desunti dalla pubblicazione "La psicologia come scienza dello spirito e della natura" che purtroppo, pensando di farle piacere, vennero inclusi nella pubblicazione. Sia per il prof. Ronchi che per il prof. Manfredi gli appunti risultano comunque un buon contributo per la rivista e si erano resi necessari anche per l'intervento del dott. Comellini che ve ne fece un cenno. Prosegue informandolo di aver discusso col prof. Ronchi, giunto a Roma per una conferenza al Consiglio delle Ricerche, dell'argomento e spera che non se ne sia dispiaciuto sebbene non gli venne chiesta alcuna autorizzazione. Gli comunica che il prof. Manfredi ha già formulato col prof. Ronchi un programma di sperimentazione che è stato presentato al Consiglio delle Ricerche per l'appoggio finanziario e che verrà testato presso l'Istituto di Fisiologia del prof. Baglioni. Scrive che il prof. Manfredi ha inoltre avviato a Milano degli importanti esperimenti di audiometria.
Nello studio dei lavori del prof. Patrizi e del prof. Tullio, della scuola del senatore Albertoni, ha inoltre trovato degli elementi originali che gli hanno richiamato i suoi pensieri, sebbene abbiano sperimentato in campi diversi. Ha l'impressione che la scuola di Bologna sia la più originale scuola di fisiologia.
Del Patrizi ha rilevato uno studio "sullo stesso filo nervoso" in cui emette l'ipotesi della possibilità di trasmissione lungo una stessa fibrilla nervosa di impulsi a periodo diverso: significa aver precorso di quarant'anni il pensiero del prof. Ronchi. Del Tullio invece ha studiato il libro "L'orecchio" nel quale cerca di dimostrare che l'origine del linguaggio e della scrittura va ricercata negli impulsi al movimento determinati dalle correnti endolinfatiche in rapporto al suono.
Dice di avere l'impressione che i primitivi abbiano disegnato ciò che hanno visto davanti ai loro occhi, poichè i tracciati grafici primitivi coincidono con la struttura fondamentale degli schemi e diagrammi in rapporto a suoni e concetti inerenti al numero che si manifestano nei sinestesici.
Per la visione di bande colorate in rapporto ai suoni, oltre all'interessamento dell'apparato vestibolare (correnti endolinfatiche) sembra evidente un interessamento della coclea, almeno nella filogenesi. Lei stessa aveva messo in evidenza come la fovea retinica si sviluppi filogeneticamente contemporaneamente alla coclea. Colore e suono sono percepiti come tali solo dai vertebrati superiori ed è portata a pensare che la visione del colore sia stata determinata dal perfezionamento dello strumento che in precedenza dava solo la sensazione del valore di chiarezza, perfezionamento cui non sarebbe estranea la coclea.
Mentre nei sinestesici musicalmente educati il rapporto fra suono inducente e colore indotto è parallelo all'altezza, per contro nei sinestesici meno perfetti la correlazione esiste solo con un rudimentale valore di chiarezza, per cui uno stesso suono può indurre uno dei due o tre colori che possono raggrupparsi tra chiari, scuri, neutri. Il Patrizi inoltre mise in evidenza l'importanza del senso dell'udito nell'estrinsecazione pittorica.
Gli sembra che i suoi studi, sottolineando l'importanza della partecipazione dell'apparato cocleo-vestibolare nei fenomeni della visione, contribuiscano a mettere in evidenza la necessità della collaborazione fra due organi di senso per il perfezionamento e la differenziazione nella sensazione. La scala delle sette note e dei sette colori avrebbe origine fisiologica comune.
Si scusa per essere stata prolissa ma ciò per far capire come gradirebbe potersi intrattenere ulteriormente sull'argomento. Desidererebbe conoscere le pubblicazioni che possono chiarire le ipotesi emerse e sapere se qualche studioso alla scuola di Bologna avrebbe interesse ad abbinare i suoi studi a quelli del prof. Ronchi e a riprendere i lavori del Patrizi e del Tullio.
2) Roma, 16 luglio 1948: Gli scrive essendo a conoscenza del suo periodo di riposo per la meditazione sui suoi studi per ricercarvi il collegamento con le deduzioni tratte dagli studi dei prof. Ronchi e Manfredi. Il prof. Manfredi vorrebe conoscere il suo pensiero sull'esposizione comparativa fatta tra i suoi studi e quelli del prof. Ronchi, tanto che dalla comparazione è nato il progetto di lavoro sperimentale, che verrà presentato al Consiglio delle Ricerche e che dovrebbe effettuarsi presso la Clinica Neuropsichiatrica in occasione di interventi chirurgici che consentono sperimentazione sul nervo ottico.
Gli riferisce che il prof. Manfredi sarà nei prossimi giorni a Milano per collaudare un apparecchio da lui costruito per la Clinica Otoiatrica e gli ha espresso il desiderio di poterlo contattare.
Gli comunica che la presentazione al Consiglio delle Ricerche e la pubblicazione delle dispense verranno ritardata per dargli tempo nella preparazione della relazione. Sarà il primo caso di collaborazione tra psicologici e fisici. Saranno inoltre presenti studiosi di altre branche: il prof. Zavattari per lo studio comparativo del sensorio dell'uomo e degli animali, il prof. Sacchetti antropologo, il prof. Pirovano per la parte elettrochimica, forse il prof. Remotti per la parte fisiologica, i prof. Longhi e Comellini per la parte neurologica. Tutti porteranno contributi a sostegno del principio enunciato dal prof. Ronchi ed indirettamente appoggiano la sua teoria anatomo-fisiopsicologica.
Si è permessa di sottoporre ad alcuni degli studiosi le sue idee tratte dallo studio "La psicologia come scienza dello spirito e della natura". Gli sottopone inoltre lo stralcio degli elementi trattati nella seduta.
Gli riferisce che, in relazione alla sua "Teoria del senso dei colori" pubblicata su Archivio di Fisiologia del 1906, per lei incentivo ad interessare vari studiosi sull'origine della rispondenza biologica al ritmo (il che si colloca anche con le teorie Ronchi e Manfredi), i prof. Pirovano elettrochimico, Rabbeno fisico, Toffoli biochimico, intendono studiare l'influenza della propagazione nel plasma delle vibrazioni ritmiche correlative ai moti browniani, ai periodi di vibrazione degli atomi e delle molecole, agli scambi biochimici, agli assestamenti ionici nei cromosomi. Si tratterebbe dello studio fisico dei fenomeni studiati in biologia prevalentemente sotto il loro rapporto chimico.
Il prof. Toffoli dell'Istituto Superiore di Sanità fa osservare che il periodo vibratorio delle molecole proteiche rientra nella gamma di frequenza degli ultrasuoni, il che potrebbe orientare a spiegare certe sensibilità supernormali.
Gli comunica che questa parte della sperimentazione e dell'indagine che costituisce un settore particolare degli studi complessivi che si collocheranno alle ricerche fisiche del prof. Ronchi (riduzione biologica di ogni forma di energia in pulsazioni ritmiche e sensibilità fisiopsicologica ai ritmi), viene in appoggio alla sua teoria espressa nell'articolo, poichè il sinfonizzarsi di questi ritmi biologici e il tradursi in ritmo, fisiologicamente, degli impulsi psichici e presumibilmente di ogni espressione fisiologica della psiche, verrebbe a ridurre a un comune denominatore e a porre su un comune sostrato – il ritmo – tutti i fenomeni biologici. Ciò consentirebbe forse di arrivare a studiare su basi quasi sperimentali le relazioni fra psiche e sensorio, mettendo in luce l'influenza che nella sensazione ha la particolare sinfonia fisiopsichica individuale, sulla quale l'impulso ritmico – sensoriale verrebbe a sovrapporsi.
Con tale digressione gli ha riferito anche l'argomento del suo ultimo studio che intendeva illustrare sotto questo rapporto l'accettabilità della sua teoria del senso dei colori.
Gli sarebbe grato se nella relazione evidenziasse anche l'importanza dello sfondo psichico e fisiologico, per incoraggiare gli studiosi e per ottenere anche l'appoggio del Consiglio delle Ricerche.
Gli comunica di aver riferito al prof. Ronchi il suo desiderio di conoscerlo personalmente e di aver avuto l'impressione che il dott. Comellini sia sopraffatto da preoccupazioni familiari che gli impediscono l'approfondimento dei suoi lavori. Riterrebbe opportuno pertanto farsi trasmettere dal dott. Comellini le pubblicazioni "Udito e sensi generali" e "La psicologia come scienza dello spirito e della natura" per segnare i passi di collegamento con la teoria dei prof. Ronchi e Manfredi ed inviarli poi al prof. Ronchi per agevolargli la lettura. Inoltre gli farebbe trasmettere la pubblicazione prestata dalla prof. Garzanti (moglie dell'editore).
3) Roma, 28 febbraio 1949: Gli è grata per le parole di benevolenza trasmessale in seguito all'incidente che portò alla pubblicazione delle note che mettevano in evidenza al prof. Ronchi le connessioni anatomo-funzionali fra organo di senso dell'udito e della vista. Era a conoscenza che le frasi desunte dal suo libro si riferivano agli studi del Cyon sull'apparato vestibolare ma si trattava di una minuta. Si scusa ed in futuro presterà maggiore attenzione e sarà più precisa anche se si dovesse trattare di una bozza.
Si rende conto delle difficoltà a trattare dello studio comparativo con l'organo di senso aritmetico musicale, che però avrebbe affrontato la questione posta dal prof. Ronchi.
Gli comunica dell'interesse sui suoi rilievi sui potenziali cocleari e sui potenziali d'azione che avrebbe voluto discutere col prof. Manfredi ma che purtroppo si è assentato per malattia e che, sebbene riprenderà a breve il servizio, sarà molto impegnato avendo messo a punto l'apparecchiatura per un importante esperimento sulle microfrequenze biologiche.
Gli fa sapere che studiosi hanno riconosciuto l'importanza dell'apparato vestibolare in rapporto alla sensibilità meteoropatica, tanto che il dott. Fiori-Ratti, collaboratore del prof. Manfredi, è stato invitato ad un esame otoiatrico di vari soggetti meteoropatici per mettere in evidenza eventuali zone di irritabilità o altro. Lo studio comparativo degli andamenti delle frequenze microsismiche con la sensibilità meteoroica sembra permettere induzioni interessanti. I periodi pre terremoto (uno – due giorni) appaiono caratterizzati dall'apparire tumultuario di varie sintomatologie, che di norma appaiono separate e particolarmente dalla contrattura del cuore, oltre che da insonnia ed emicrania. I periodi microsismici vanno da due a otto secondi e sembrano particolarmente indiziati i periodi massimi (da quattro a otto secondi) congiunti alle minime ampiezze d'onda.
Per quel che risulta dagli studi del Tullio, queste frequenze dovrebbero risentirsi dall'apparato vestibolare e forse tramutarsi in variazioni degli stati tensivi, influendo su tutti i fenomeni vitali e spiegando forse certe misteriose connessioni degli esseri viventi col cosmo e col terreno sul quale vivono.
Si chiede se lo studio della sensibilità endolinfatica ai microsismi ci porterà ad intuire il perchè dall'apparato vestibolare si è sviluppata la coclea. Questo dato della filogenesi è stato per lei fonte di interesse appassionato e riesce ad intravvedere come dalla sensibilità biologica alle radiazioni si è sviluppata la sensibilità visiva, così dalla sensibilità biologica alle vibrazioni meccaniche di un'estesa gamma si è sviluppata la sensibilità uditiva. Forse la sensibilità ai ritmi va ricercata in questo misterioso apparato e che, secondo il Patrizi, indurrebbe e influenzerebbe la ritmicità di tutti i processi biologici.
Secondo le moderne concezioni, riportate dal Fachini in un suo studio, lo stimolo artificiale su una struttura vivente si limiterebbe a modificare un processo preesistente senza risvegliare nulla di sostanzialmente nuovo e, esaminando il problema della responsabilità allo stimolo delle strutture elementari, ricorda la tendenza attuale di considerare l'andamento ritmico della risposta allo stimolo come una proprietà caratteristica fondamentale di ogni struttura vivente. Accenna al caso limite dell'automatismo di cuore embrionale, che costituisce il tratto di congiunzione tra la ritmicità autonoma e la ritmicità eteronoma imposta o scatenata dallo stimolo materno, per sottolineare l'influenza di un ritmo esterno sul ritmo endogeno.
In conclusione si chiede se il ritmo endogeno non provenga dai micromoti (e dalle variazioni di tensione) connessi con i processi metabolici e se l'apparato vestibolare non agisca come temperatore dei ritmi sterni e dominatore dei ritmi endogeni.
4) [s.l.], [s.d.]: Gli allega la lettera del prof. Ronchi e spera possa trovare conforto e superare il difficile periodo legato alla sorte del figlio.
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4 lettere di Maria Pino, collaboratrice del professor Vasco Ronchi, a Doniselli:1) Roma, 3 febbraio 1948: Lo informa di aver ricevuto la sua lettera in ritardo e di aver provveduto subito a trasmettere a Genova al prof. Remotti il ringraziamento per la dedica al discorso tenuto agli allievi della scuola di Pisa. Si scusa inoltre per il ritardo nella risposta dovuto anche alla notizia, ricevuta dal prof. Manfredi, della sua malattia. Gli comunica di una spiacevole situazione che si è creata senza che ne fosse avvertito: nell'inviare al prof. Ronchi il resoconto stenografico vi inviò anche un elenco di stralci desunti dalla pubblicazione "La psicologia come scienza dello spirito e della natura" che purtroppo, pensando di farle piacere, vennero inclusi nella pubblicazione. Sia per il prof. Ronchi che per il prof. Manfredi gli appunti risultano comunque un buon contributo per la rivista e si erano resi necessari anche per l'intervento del dott. Comellini che ve ne fece un cenno. Prosegue informandolo di aver discusso col prof. Ronchi, giunto a Roma per una conferenza al Consiglio delle Ricerche, dell'argomento e spera che non se ne sia dispiaciuto sebbene non gli venne chiesta alcuna autorizzazione. Gli comunica che il prof. Manfredi ha già formulato col prof. Ronchi un programma di sperimentazione che è stato presentato al Consiglio delle Ricerche per l'appoggio finanziario e che verrà testato presso l'Istituto di Fisiologia del prof. Baglioni. Scrive che il prof. Manfredi ha inoltre avviato a Milano degli importanti esperimenti di audiometria.
Nello studio dei lavori del prof. Patrizi e del prof. Tullio, della scuola del senatore Albertoni, ha inoltre trovato degli elementi originali che gli hanno richiamato i suoi pensieri, sebbene abbiano sperimentato in campi diversi. Ha l'impressione che la scuola di Bologna sia la più originale scuola di fisiologia.
Del Patrizi ha rilevato uno studio "sullo stesso filo nervoso" in cui emette l'ipotesi della possibilità di trasmissione lungo una stessa fibrilla nervosa di impulsi a periodo diverso: significa aver precorso di quarant'anni il pensiero del prof. Ronchi. Del Tullio invece ha studiato il libro "L'orecchio" nel quale cerca di dimostrare che l'origine del linguaggio e della scrittura va ricercata negli impulsi al movimento determinati dalle correnti endolinfatiche in rapporto al suono.
Dice di avere l'impressione che i primitivi abbiano disegnato ciò che hanno visto davanti ai loro occhi, poichè i tracciati grafici primitivi coincidono con la struttura fondamentale degli schemi e diagrammi in rapporto a suoni e concetti inerenti al numero che si manifestano nei sinestesici.
Per la visione di bande colorate in rapporto ai suoni, oltre all'interessamento dell'apparato vestibolare (correnti endolinfatiche) sembra evidente un interessamento della coclea, almeno nella filogenesi. Lei stessa aveva messo in evidenza come la fovea retinica si sviluppi filogeneticamente contemporaneamente alla coclea. Colore e suono sono percepiti come tali solo dai vertebrati superiori ed è portata a pensare che la visione del colore sia stata determinata dal perfezionamento dello strumento che in precedenza dava solo la sensazione del valore di chiarezza, perfezionamento cui non sarebbe estranea la coclea.
Mentre nei sinestesici musicalmente educati il rapporto fra suono inducente e colore indotto è parallelo all'altezza, per contro nei sinestesici meno perfetti la correlazione esiste solo con un rudimentale valore di chiarezza, per cui uno stesso suono può indurre uno dei due o tre colori che possono raggrupparsi tra chiari, scuri, neutri. Il Patrizi inoltre mise in evidenza l'importanza del senso dell'udito nell'estrinsecazione pittorica.
Gli sembra che i suoi studi, sottolineando l'importanza della partecipazione dell'apparato cocleo-vestibolare nei fenomeni della visione, contribuiscano a mettere in evidenza la necessità della collaborazione fra due organi di senso per il perfezionamento e la differenziazione nella sensazione. La scala delle sette note e dei sette colori avrebbe origine fisiologica comune.
Si scusa per essere stata prolissa ma ciò per far capire come gradirebbe potersi intrattenere ulteriormente sull'argomento. Desidererebbe conoscere le pubblicazioni che possono chiarire le ipotesi emerse e sapere se qualche studioso alla scuola di Bologna avrebbe interesse ad abbinare i suoi studi a quelli del prof. Ronchi e a riprendere i lavori del Patrizi e del Tullio.
2) Roma, 16 luglio 1948: Gli scrive essendo a conoscenza del suo periodo di riposo per la meditazione sui suoi studi per ricercarvi il collegamento con le deduzioni tratte dagli studi dei prof. Ronchi e Manfredi. Il prof. Manfredi vorrebe conoscere il suo pensiero sull'esposizione comparativa fatta tra i suoi studi e quelli del prof. Ronchi, tanto che dalla comparazione è nato il progetto di lavoro sperimentale, che verrà presentato al Consiglio delle Ricerche e che dovrebbe effettuarsi presso la Clinica Neuropsichiatrica in occasione di interventi chirurgici che consentono sperimentazione sul nervo ottico.
Gli riferisce che il prof. Manfredi sarà nei prossimi giorni a Milano per collaudare un apparecchio da lui costruito per la Clinica Otoiatrica e gli ha espresso il desiderio di poterlo contattare.
Gli comunica che la presentazione al Consiglio delle Ricerche e la pubblicazione delle dispense verranno ritardata per dargli tempo nella preparazione della relazione. Sarà il primo caso di collaborazione tra psicologici e fisici. Saranno inoltre presenti studiosi di altre branche: il prof. Zavattari per lo studio comparativo del sensorio dell'uomo e degli animali, il prof. Sacchetti antropologo, il prof. Pirovano per la parte elettrochimica, forse il prof. Remotti per la parte fisiologica, i prof. Longhi e Comellini per la parte neurologica. Tutti porteranno contributi a sostegno del principio enunciato dal prof. Ronchi ed indirettamente appoggiano la sua teoria anatomo-fisiopsicologica.
Si è permessa di sottoporre ad alcuni degli studiosi le sue idee tratte dallo studio "La psicologia come scienza dello spirito e della natura". Gli sottopone inoltre lo stralcio degli elementi trattati nella seduta.
Gli riferisce che, in relazione alla sua "Teoria del senso dei colori" pubblicata su Archivio di Fisiologia del 1906, per lei incentivo ad interessare vari studiosi sull'origine della rispondenza biologica al ritmo (il che si colloca anche con le teorie Ronchi e Manfredi), i prof. Pirovano elettrochimico, Rabbeno fisico, Toffoli biochimico, intendono studiare l'influenza della propagazione nel plasma delle vibrazioni ritmiche correlative ai moti browniani, ai periodi di vibrazione degli atomi e delle molecole, agli scambi biochimici, agli assestamenti ionici nei cromosomi. Si tratterebbe dello studio fisico dei fenomeni studiati in biologia prevalentemente sotto il loro rapporto chimico.
Il prof. Toffoli dell'Istituto Superiore di Sanità fa osservare che il periodo vibratorio delle molecole proteiche rientra nella gamma di frequenza degli ultrasuoni, il che potrebbe orientare a spiegare certe sensibilità supernormali.
Gli comunica che questa parte della sperimentazione e dell'indagine che costituisce un settore particolare degli studi complessivi che si collocheranno alle ricerche fisiche del prof. Ronchi (riduzione biologica di ogni forma di energia in pulsazioni ritmiche e sensibilità fisiopsicologica ai ritmi), viene in appoggio alla sua teoria espressa nell'articolo, poichè il sinfonizzarsi di questi ritmi biologici e il tradursi in ritmo, fisiologicamente, degli impulsi psichici e presumibilmente di ogni espressione fisiologica della psiche, verrebbe a ridurre a un comune denominatore e a porre su un comune sostrato – il ritmo – tutti i fenomeni biologici. Ciò consentirebbe forse di arrivare a studiare su basi quasi sperimentali le relazioni fra psiche e sensorio, mettendo in luce l'influenza che nella sensazione ha la particolare sinfonia fisiopsichica individuale, sulla quale l'impulso ritmico – sensoriale verrebbe a sovrapporsi.
Con tale digressione gli ha riferito anche l'argomento del suo ultimo studio che intendeva illustrare sotto questo rapporto l'accettabilità della sua teoria del senso dei colori.
Gli sarebbe grato se nella relazione evidenziasse anche l'importanza dello sfondo psichico e fisiologico, per incoraggiare gli studiosi e per ottenere anche l'appoggio del Consiglio delle Ricerche.
Gli comunica di aver riferito al prof. Ronchi il suo desiderio di conoscerlo personalmente e di aver avuto l'impressione che il dott. Comellini sia sopraffatto da preoccupazioni familiari che gli impediscono l'approfondimento dei suoi lavori. Riterrebbe opportuno pertanto farsi trasmettere dal dott. Comellini le pubblicazioni "Udito e sensi generali" e "La psicologia come scienza dello spirito e della natura" per segnare i passi di collegamento con la teoria dei prof. Ronchi e Manfredi ed inviarli poi al prof. Ronchi per agevolargli la lettura. Inoltre gli farebbe trasmettere la pubblicazione prestata dalla prof. Garzanti (moglie dell'editore).
3) Roma, 28 febbraio 1949: Gli è grata per le parole di benevolenza trasmessale in seguito all'incidente che portò alla pubblicazione delle note che mettevano in evidenza al prof. Ronchi le connessioni anatomo-funzionali fra organo di senso dell'udito e della vista. Era a conoscenza che le frasi desunte dal suo libro si riferivano agli studi del Cyon sull'apparato vestibolare ma si trattava di una minuta. Si scusa ed in futuro presterà maggiore attenzione e sarà più precisa anche se si dovesse trattare di una bozza.
Si rende conto delle difficoltà a trattare dello studio comparativo con l'organo di senso aritmetico musicale, che però avrebbe affrontato la questione posta dal prof. Ronchi.
Gli comunica dell'interesse sui suoi rilievi sui potenziali cocleari e sui potenziali d'azione che avrebbe voluto discutere col prof. Manfredi ma che purtroppo si è assentato per malattia e che, sebbene riprenderà a breve il servizio, sarà molto impegnato avendo messo a punto l'apparecchiatura per un importante esperimento sulle microfrequenze biologiche.
Gli fa sapere che studiosi hanno riconosciuto l'importanza dell'apparato vestibolare in rapporto alla sensibilità meteoropatica, tanto che il dott. Fiori-Ratti, collaboratore del prof. Manfredi, è stato invitato ad un esame otoiatrico di vari soggetti meteoropatici per mettere in evidenza eventuali zone di irritabilità o altro. Lo studio comparativo degli andamenti delle frequenze microsismiche con la sensibilità meteoroica sembra permettere induzioni interessanti. I periodi pre terremoto (uno – due giorni) appaiono caratterizzati dall'apparire tumultuario di varie sintomatologie, che di norma appaiono separate e particolarmente dalla contrattura del cuore, oltre che da insonnia ed emicrania. I periodi microsismici vanno da due a otto secondi e sembrano particolarmente indiziati i periodi massimi (da quattro a otto secondi) congiunti alle minime ampiezze d'onda.
Per quel che risulta dagli studi del Tullio, queste frequenze dovrebbero risentirsi dall'apparato vestibolare e forse tramutarsi in variazioni degli stati tensivi, influendo su tutti i fenomeni vitali e spiegando forse certe misteriose connessioni degli esseri viventi col cosmo e col terreno sul quale vivono.
Si chiede se lo studio della sensibilità endolinfatica ai microsismi ci porterà ad intuire il perchè dall'apparato vestibolare si è sviluppata la coclea. Questo dato della filogenesi è stato per lei fonte di interesse appassionato e riesce ad intravvedere come dalla sensibilità biologica alle radiazioni si è sviluppata la sensibilità visiva, così dalla sensibilità biologica alle vibrazioni meccaniche di un'estesa gamma si è sviluppata la sensibilità uditiva. Forse la sensibilità ai ritmi va ricercata in questo misterioso apparato e che, secondo il Patrizi, indurrebbe e influenzerebbe la ritmicità di tutti i processi biologici.
Secondo le moderne concezioni, riportate dal Fachini in un suo studio, lo stimolo artificiale su una struttura vivente si limiterebbe a modificare un processo preesistente senza risvegliare nulla di sostanzialmente nuovo e, esaminando il problema della responsabilità allo stimolo delle strutture elementari, ricorda la tendenza attuale di considerare l'andamento ritmico della risposta allo stimolo come una proprietà caratteristica fondamentale di ogni struttura vivente. Accenna al caso limite dell'automatismo di cuore embrionale, che costituisce il tratto di congiunzione tra la ritmicità autonoma e la ritmicità eteronoma imposta o scatenata dallo stimolo materno, per sottolineare l'influenza di un ritmo esterno sul ritmo endogeno.
In conclusione si chiede se il ritmo endogeno non provenga dai micromoti (e dalle variazioni di tensione) connessi con i processi metabolici e se l'apparato vestibolare non agisca come temperatore dei ritmi sterni e dominatore dei ritmi endogeni.
4) [s.l.], [s.d.]: Gli allega la lettera del prof. Ronchi e spera possa trovare conforto e superare il difficile periodo legato alla sorte del figlio.