Lombardo Radice Giuseppe

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Due minute di lettere di Ferrari al pedagogista Giuseppe Lombardo Radice (1879-1939), direttore generale dell’istruzione primaria:
1) [s.l.], 3 marzo 1923: dice che la signorina professoressa Gabriella Francia gli ha fatto leggere la sua lettera così gentile nei suoi confronti e un numero della rivista “Educazione nazionale”. Afferma di vedere “con immenso piacere un Governo animoso e dinamico di giovani mettersi sulla via di conoscere quanto viene sporadicamente fatto qua e colà onde coordinare gli sforzi dei singoli”. Segue una relazione sulle strutture da lui create per bambini anormali nella provincia di Bologna (la sezione per gli anormali intellettuali ineducabili presso il Manicomio di Imola; quella per anormali educabili nel Manicomio Roncati; la sezione per tardivi a Bologna in via Milazzo, dipendente dall’Opera Pia degli Asili infantili; la sezione per minorenni inquisiti nel Riformatorio governativo “Pietro Siciliani”) e su quelle che ha in progetto (modifiche al Riformatorio governativo; costruzione di una casa di lavoro per i minorenni inquisiti usciti dal Riformatorio; ricostituzione della Colonia libera per anormali del carattere). Chiede inoltre che sia effettivamente attivata per lui la nomina nel Consiglio di vigilanza dell’Asilo Redenzione Scilla e Caracciolo, mai arrivata nonostante fosse stato proposto dall’onorevole Ferri. Parla inoltre dell’inutilità di dare un’istruzione ai “deficienti veri”, idea che tuttavia non convince del tutto la professoressa Francia. Ritiene necessario creare dei Consorzi regionali di istruzione che suddividano i ragazzi in due grandi classi di “tardivi” e anormali, per i quali Ferrari propone una serie di interventi educativi distinti. Dà infine notizie della propria attività come presidente della Società Pro Anormali e rappresentante per l’Italia della Commissione internazionale di psicotecnica. A proposito di quest’ultimo incarico, avvisa di aver destinato una sala del Laboratorio di psicologia del Manicomio “all’esame sperimentale rapido delle attitudini dei lavoratori”.
2) Bologna, 8 marzo 1924: gli chiede se la Direzione generale dell’istruzione primaria abbia “abbandonato ogni idea relativa ai minorati psichici”. Comunica che, dopo aver parlato con lui, ha scritto l’articolo, che gli rimanda, da lui stesso così lodato. Ribadisce la necessità di un intervento dello Stato in materia e comunica di aver fatto uscire dal manicomio 50 deficienti mentali educabili e ineducabili della provincia di Bologna, mentre entro pochi giorni aprirà un Istituto medico-pedagogico che avrà bisogno di finanziamenti se vorrà accogliere deficienti da altre province. Sta inoltre pensando di raccogliere, in una casa che gli verrà forse donata, i minorenni criminali usciti dal carcere, come aveva stabilito con l’ex direttore Spano. Avendo saputo che si stanno preparando sei nuove scuole per maestre d’asilo, gli chiede inoltre di includere in quella di Bologna “l’insegnamento di un’ortofrenia un po’ liberale”, raccomandandogli la professoressa Francia, che per la morte del padre non ha potuto sostenere l’esame di integrazione recente.

Estremi cronologici

3 Marzo 1923 – 8 Marzo 1924

Consistenza

9 carte

Collocazione fascicolo

b. 23, fasc. 17
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