1902

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23 lettere e cartoline di Ferrari a Emilia Giordani:
1) Reggio Emilia, 24 aprile 1902: si dice dispiaciuto di non sentirla contenta come vorrebbe. Le annuncia che in pochi giorni pubblicherà la "Rivista [sperimentale di freniatria]" e che, a breve, manderà "una lettera di dimissioni a Tamb. [Augusto Tamburini] dicendogli pure che o lui provveda ad un assestamento stabile della mia posizione oppure con la stessa tranquillità con cui gli ho dato le dimissioni dalla rivista lo pianto in tutto il resto”.
2) [s.l.], luglio 1902: le invia il capitolo V e parte del capitolo I [de “Gli ideali della vita” di William James]. Confessa di sentire la sua mancanza e quella del bimbo e le comunica che Pagani ha espresso il desiderio di andarli a trovare in estate ad Avenza. Lettera incompleta, manca la prima parte.
3) Reggio Emilia, 8 agosto 1902: la informa che sta per scrivere una lettera a Tamburini e nel frattempo lavora all’introduzione e al sesto capitolo. Le racconta di aver visto Elisa [Ferrari?] a Crevalcore e di essere stato a pranzo a casa dei Casali.
4) Reggio Emilia, 10 agosto 1902: le conferma di aver scritto a Tamburini “ma in modo non bello limpido” e le spiega di volere effettuare numerose correzioni ma solo dopo aver concluso i primi cinque capitoli. Notifica che anche [Giuseppe] Montesano gli “ha aperto un altro spiraglio”.
5) Reggio Emilia, agosto 1902: le invia l’ultima parte del primo capitolo e le spiega che ora inizierà a lavorare sul sesto [de “Gli ideali della vita” di William James]. Si raccomanda di non far camminare Carlo Alberto perché “l’uomo normalmente non è fatto per camminare prima dei 18 mesi d’età” e se lo facesse prima, spiega, rischierebbe di “venir su colle gambe corte, irrimediabilmente corte”. Le racconta che all’Istituto medico pedagogico di Bertalia hanno bisogno di lui per l’organizzazione e che per andare a giorni alterni si farà pagare bene. Notifica infine che non è sicuro di “offrire a [Nello] Beccari quella traduzione tedesca”.
6) Reggio Emilia, 12 agosto 1902: le spiega che il libro da fare “è quello di tecnica psicologica […] che ora potrebbe venir buono per prendere la libera docenza in psicologia, dato che trovino pretesti per negarmela a Pavia”. Le racconta di aver portato Elisa [Ferrari?] a Crevalcore.
7) Reggio Emilia, 12 agosto 1902: notifica di avere pronte “116 pagine di tiposcritto” e di volerle inviare a Parigi in modo che inizino a correggerle mentre lavora sulla seconda parte. Le scrive inoltre di non aver ancora ricevuto risposta da Tamburini: “se crede di trovarmi qualcosa e di aiutarmi lo faccia subito, altrimenti pianto baracca e burattini e mi vado a cercare fortuna altrove”.
8) Reggio Emilia, 13 agosto 1902: le spiega che difficilmente riuscirà a liberarsi prima di settembre e che tutto dipende dal ritorno di [Mariano Luigi] Patrizi. Le racconta di aver ricevuto una lettera “molto affettuosa” di Tamburini e di esser contento che la questione sia ora chiara e che possa essere apertamente discussa.
9) Reggio Emilia, 15 agosto 1902: prescrive per Carlo Alberto il calomelano “con un po’ di zucchero e sciolto nell’acqua”. Ribadisce che la lettera di Tamburini è molto affettuosa e che il direttore è sinceramente intenzionato a trovargli un posto. Le spiega che “I deliri vanno poco avanti perché non ne ho voglia principalmente”.
10) Reggio Emilia, 17 agosto, 1902: si dice stanco per il tanto lavoro ed aspetta una risposta per organizzare il rientro di lei e Carlo Alberto.
11) Reggio Emilia, 20 agosto 1902: le notifica che [Mariano Luigi] Patrizi arriverà il 1° settembre e che dunque potrà andarla a prendere il giorno seguente. Racconta che Tamburini “mi […] farà cedere da Trebbi la sua ammalata. Ma i soldi chi li prenderà?”
12) Reggio Emilia, agosto 1902: la prega di rispondergli il prima possibile perché Tamburini gli ha chiesto di andare ad Anversa [al Congresso internazionale dell’assistenza agli alienati, 17 settembre 1902]. Egli infatti rappresenterebbe il Governo mentre Ferrari dovrebbe rappresentare il manicomio. Ma in tal caso, le spiega, non potrebbe venirla a prendere come programmato.
13) Anversa, 31 agosto 1902: le comunica di essere arrivato senza troppa fatica e si augura di rivedere “magari in automobile” alcuni luoghi in Svizzera con lei. Al ritorno, spiega, si fermerà a Torino e poi a Milano “dove debbo mettere in chiaro alcune cose riguardo a quella seconda combinazione di cui ti parlai ed all’affare per quale scrissi tanto al ritorno da Scappucci".
14) Gheel, 4 settembre 1902: le scrive che ha dovuto far leggere la sua comunicazione a uno studioso perché ha completamente perso la voce, ma si dice soddisfatto dell’esito. Le spiega che il prossimo Convegno internazionale sarà in Italia e probabilmente a Bologna.
15) Anversa, 8 settembre 1902: le notifica di essere in partenza per Amsterdam e di aver avuto modo, in treno, di parlare con Tamburini della sua posizione. Cartolina illustrata con un mulino.
16) Mantova, dicembre 1902: manda un bacio a lei e a Carlo Alberto. Cartolina illustrata di: "Mantova Panorama della città".
17) Venezia, 24 dicembre 1902: le racconta di essere arrivato bene e che il manicomio è bello e accogliente. Si augura che B. [Ernesto Bonvecchiato] possa guarire dall’intervento perché è effettivamente una persona “simpaticissima e superiore sotto tutti i rapporti”, e che “Colb. [Giovanni Battista Colbachini] è pure simpaticissimo e mi pilota in questi primi giorni”.
18) Venezia, dicembre 1902: le spiega di non essere ancora a andato e Venezia, e le racconta che, nonostante il turbamento dato dal nuovo ambiente e dalla lontananza da casa, la camera ed il posto sono belli e confortevoli: “il Manicomio è bello, tenuto magnificamente e con aria, luce e pulizia in abbondanza.”
19) Venezia, dicembre 1902: le descrive con precisione la sua vita nel manicomio, dalla struttura agli orari di lavoro e le comunica che [Ernesto] Bonvecchiato sta molto meglio e che non perderà la vista. Sottolinea che “il livello intellettuale è bassino e più quello culturale” ma che se Bonvecchiato rimanesse a lavorare nel Manicomio, si potrebbe valutare un trasferimento di tutta la famiglia. Le spiega però che Colbachini lo vorrebbe a lavorare al suo posto al Manicomio di S. Servolo [sempre a Venezia].
20) Venezia, 27 dicembre 1902: le spiega di esser stato a Venezia e che “la mancanza del campanile mi ha fatto un certo senso” [il campanile di San Marco era crollato il 14 luglio del 1902]. Scrive di non aver ancora conosciuto il commissario ma si augura di poterla far venire abbastanza presto.
21) Venezia, 28 dicembre 1902: la avvisa che sta andando a Venezia per incontrare Mario Calderoni e che martedì o mercoledì sera (30 o 31 dicembre) andrà a Reggio Emilia per parlare con Tamburini. In calce è presente un saluto di Mario Calderoni.
22) Venezia, 30 dicembre 1902: le chiede di inviargli libri e vestiti da casa e di svolgere alcune commissioni urgenti. Le confessa che sarebbe ansioso di vederla ma che non vorrebbe approfittare della situazione, vista anche l’assenza di Ernesto Bonvecchiato. Le suggerisce pertanto di fare un discorso a Tamburini chiedendogli di poter andare a vivere a Venezia con il figlio per stare più vicino al marito.
23) Venezia, 31 dicembre 1902: nel caso in cui non abbia ancora parlato a Tamburini, le suggerisce di attendere ulteriormente per vedere come si evolve la situazione. La prega di porgere i suoi saluti a tutti i cari.

NOTE:
Carta intestata: “Treizième Congrès des Médicins Aliénistes et Neurologistes Francais / Grenoble 1902 / Bullettin D’adesion”, modulo di iscrizione; “Frenocomio / di / Reggio nell’Emilia / Direzione medica”; “Manicomio / femminile centrale veneto / di S. Clemente / in / Venezia / Ufficio Sanitario”.

Estremi cronologici

24 Aprile – 31 Dicembre 1902

Consistenza

22 carte

Collocazione fascicolo

b. 27, fasc. 13
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