19 lettere e cartoline di Ferrari a Emilia Giordani: 1) Reggio Emilia, 1° marzo 1899: le conferma che per Venezia “resta dunque combinato” e che ha ricominciato a fumare 9 sigarette al giorno. Le spiega di non avere notizie di Mario Calderoni da un mese, senza alcuna ragione, e le racconta che avrà a colazione “Zanichelli ed un suo amico”: è ansioso di conoscere “uno che ha da diventare mio parente”. Porge i saluti della Sig.ra Guicciardi e di Ettore. 2) Reggio Emilia, 29 febbraio [sic per 1° marzo] 1899: si scusa per non averle scritto da qualche tempo e si dice felice per la sua decisione di visitare Venezia: le consiglia di passare anche per Vienna e le chiede gentilmente di procurare una “cartella” e della “carta asciugante” per lo studio della loro futura casa, avvallando l’acquisto de “Il serpente di bronzo”. Le comunica che le invierà un numero della “Gazzetta di Parma” con una réclame condivisa con Guicciardi, sottolineando che ha piacere di essere stimato a Parma e che per questo è stato gentile con Luigi Uttini. La prega di chiarirgli se nella lettera scritta a macchina vi fosse qualcosa di insolito nel suo modo di esprimersi. 3) Reggio Emilia, 6 marzo 1899: le spiega che sta preparando la stesura di un numero unico della Rivista sul “Corso mascherato” progetto che gli procura non poche preoccupazioni. Le notifica di aver invitato sua madre e sua sorella, definendo la madre “gentile, forse anche buona, solo non molto fine”. Spiega che gli ha scritto la famiglia Calderoni esprimendo apprezzamenti che le riferirà a voce. Le conferma che Vienna è fuori strada ma che Lisetta Padovani, probabilmente, accetterebbe di accompagnarla. 4) Reggio Emilia, 10 marzo 1899: si dice molto soddisfatto di lei perché non è stata gelosa di Paolina Carmi della quale è sempre stato innamorato. Le comunica che, a causa dell’assenza di Lombroso in commissione, da Torino non vi sono novità su quel concorso che tanto risulterebbe utile in vista delle difficoltà insite, con la presenza del nuovo consigliere “matto”, nel rinnovo della nomina a Reggio. La prega di trascrivere le carte allegate e le spiega di essersi probabilmente inimicato Lisetta Padovani. 5) Reggio Emilia, 11 marzo 1899: le illustra che, a causa della pioggia battente, non potranno fare il “corso mascherato”; le invia il programma del concerto fatto a Reggio dal Trio di Parma, comunicandole di essere socio del Quartetto. Si augura di rivederla presto. 6) Reggio Emilia, marzo 1899: ringraziandola per le numerose cartoline illustrate le racconta che “con grave dispiacere di Tamburini, soprattutto, poi di tutti i matti” avevano dovuto rimandare la “corsa mascherata che doveva ripercorrere i viali del manicomio”. Le spiega di essere fermo nella traduzione [“Principi della psicologia” di William James] da più di una settimana anche per studiare Pickmann. Le comunica che attenderà la visita della sorella e della madre di lei e che sarà accogliente; le rende noto di aver fatto amicizia con la Contessa Cays, moglie di un capitano d’artiglieria, forse figlio del Re, “ottima e cara conoscenza”. 7) Reggio Emilia, marzo 1899: dice di essere molto impegnato sia per la Rivista che per la traduzione del primo volume del testo di James; per questo si scusa se eventualmente non le scriverà molto. Risponde ad alcune questioni sollevate da Emilia: le decisione azzardata di Elisa [Ferrari, sorella di Giulio Cesare] di andare a Danzica, il rapporto con una zia “mezza matta”, la relazione fra Zanibelli [Zanichelli nelle lettere di Emilia] e Lola [Giordani, sorella minore di Emilia] e sottolinea che Zanibelli è “molto gentile e buono; non so se sia intelligente, ma è ricco (credo!!) e le ricchezze sono un’altra forma di intelligenza o almeno possono sostituirla”. Si augura di poter andare via per Pasqua, subito dopo la consegna della Rivista. Notifica che Mario Calderoni è a Torino. 8) Reggio Emilia, 21 marzo 1899: si dice dispiaciuto per aver saputo che lei non si trova bene. Ammette che Dresda e Venezia sono distanti ma che con Calderoni è intenzionato a visitarla durante il suo viaggio anche a costi di incontrare degli “chaperon” e le chiede informazioni sul suo stato di salute. Dichiara che partirà intorno al 2526, giorni in cui la Rivista uscirà, e le racconta di essere andato a trovare i suoi genitori e di essere stato a Parma dalla Sig.ra Guicciardi la quale porge cordiali saluti. Sottolinea che Tamburini “ha ripetuto loro ciò che ho scritto”. 9) Bologna, [marzo 1899]: le comunica che il giorno seguente ed il lunedì successivo sarebbe dovuto stare tutto il giorno a Bologna per la stampa del numero unico della Rivista [su Spallanzani]. Le porge i saluti di Ettore [Ferrari, fratello di Giulio Cesare], della sig.ra Virginia [Carmi] e della sig.ra Tamburini e notifica di aver ricevuto un libro sul “Buddismo di [Arthur] Pfungst” da Francoforte. 10) [Firenze], 28 marzo 1899: dichiara che il lavoro per il numero unico su Spallanzani comporta cospicue seccature e le racconta di essere in contatto con Milano per ricevere una parte di manoscritto poiché un “nemico cerca di metter fuori un volume di psicologia”. Sottolinea che vorrebbe lavorare a 100 pagine da Selene ma che non è disposto a farlo frettolosamente: sta pensando di andare ad Avenza dalla sorella , per poi fermarsi lunedì a Livorno e a Firenze e martedì ritornare a casa. Scrive che non gli dispiacerebbe vivere a Firenze nonostante le scarse conoscenze in città e ribadisce che non ha intenzione di andare a Venezia con altre persone. 11) Reggio Emilia, 31 marzo 1899: racconta di esser stato male tutto il giorno e di essere pronto a partire l’indomani diretto ad Avenza per trattenersi qualche giorno: martedì [4 aprile], prosegue, sarà di ritorno. 12) Reggio Emilia, 2 aprile 1899: si dice molto stanco per il numero unico della Rivista dedicato a Spallanzani e le comunica di essere andato a Carrara per sentire qualcosa relativo al “nostro” manicomio. Le spiega che gradirebbe averla in Italia dopo la metà di aprile e che avrebbe bisogno di una “valigetta” per viaggiare. In calce è presente un saluto della sorella di Ferrari, Selene. 13) Reggio Emilia, 5 aprile 1899: le racconta di aver parlato a lungo di lei con i Calderoni e che Maria Carmi si dice disposta a venire a Venezia. Le confessa di non capire quando lei sia realmente intenzionata a tornare ma le raccomanda di farlo dopo il 22 aprile. Le chiede di procurarsi una bella incisione dei quadri di [Hippolyte, più comunemente noto come Paul] Delaroche, precisamente il “Jane Grey” [“Le supplice de Jeanne Grey”], o “Cromwell” [“Cromwell regardant le cadavre de Charles Ier”]. In calce è presente un saluto di Virginia Guicciardi. Cartolina illustrata di “Cave di Carrara. Trasporto marmi. Un saluto da Carrara dei Marmi.” 14) Reggio Emilia, 8 aprile 1899: si lamenta di non ricevere sue notizie da molto tempo e spiega di averle mandato una lettere con una “fotografia primaverile”. Le comunica di essere ancora al lavoro sul numero unico di Spallanzani della Rivista e che Selene ha gradito particolarmente la lettera. Le notifica di aver trovato un ottimo posto per Ettore ma di non sapere dove poter trovare 3000 lire per la cauzione. 15) Reggio Emilia, 12 aprile 1899: dice di aver mandato Tamburini a Milano per risolvere il suo errore: aver promesso il manoscritto concluso per la fine di luglio, termine che avrebbe sacrificato la bellezza del libro al suo interesse “materiale diretto”. Afferma di essere stanco per la ricerca continua di redattori e per il numero della Rivista dedicato a Spallanzani dove le iniziali 8 pagine del giornale sono diventate 32 del formato dell’”Illustrazione Italiana”. Si lamenta del ritardo nelle risposte e la invita a scrive alla Contessa Noretta Calderoni: questa gli ha offerto una collaborazione a pagamento per un giornale. 16) Reggio Emilia, 15 aprile 1899: confessa di non sapere se si tratti di una notizia buona o cattiva: le racconta di non aver avuto tempo di assolvere i compiti ordinari, visto l’impegno per il numero della Rivista su Spallanzani, e che per questo Tamburini era andato a Milano procurandogli la proroga per un anno. Si dice contento ma spiega che Tamburini è molto nervoso per la distanza scientifica dalle posizioni espresse da James. Le descrive la valigetta che vorrebbe dalla Germania e le conferma di aver spedito la sua lettera alla sig.ra Calderoni. 17) Reggio Emilia, 17 aprile 1899: si dice ansioso di vederla il prima possibile per gestire insieme con lei le noie causategli dal lavoro e dal James. Cartolina illustrata di “Scandiano. Onoranze a Lazzaro Spallanzani. 1799 Reggio nell’Emilia 1899. Panorama von Scandiano. Medaillon Spallanzani. Monument Spallanzani.” 18) Reggio Emilia, 21 Aprile 1899: confessando di attendere con trepidazione il suo ritorno spiega che Tamburini è rimasto colpito “dell’arditezza e delle novità dell’americano” [William James]: per questo sarà molto difficile riuscire a mantenere una sufficiente indipendenza nella traduzione. Le chiede se è ancora intenzionata ad andare a Venezia chiarendo che non è disposto ad incontrare altri “chaperons”. 19) Bologna, 26 aprile 1899: le racconta di essere andato a Bologna senza però essersi liberato dalle seccature di Tamburini che gli ha completamente modificato un articolo dedicato al manicomio che fa parte del numero unico su Spallanzani. Cartolina illustrata di “Città di Bologna. Feste di maggio 1899 dal 6 al 22.
NOTE: Carta intestata: “Frenocomio / di / Reggio nell’Emilia / Direzione medica; Rivista sperimentale di freniatria; Società Freniatrica Italiana / Presidenza”.