32 lettere e cartoline di Ferrari a Emilia Giordani: 1) Reggio Emilia, settembre 1898: le comunica di aver scritto a Selene [sorella di Ferrari, figlia della prima moglie di Carlo Ferrari] e le prega di scriverle una sua presentazione, sicuro che le vorrà subito bene. 2) Copenaghen, 4 settembre 1898: le comunica che il viaggio è andato bene e che sono entrambi [è con Mario Calderoni] un po’ stanchi. Racconta che il mare era mosso ma non sono stati male e riferisce che lunedì 5 sarà ad Halle e martedì 6 o mercoledì 7 sarà di nuovo a Dresda. Cartolina illustrata di Copenaghen. 3) Dresda, 5 settembre 1898: parla del loro fidanzamento. Racconta che il tempo è bello e si augura che lo sia anche durante il loro prossimo incontro a Dresda per poter passeggiare al “Grosse Garten”. Le presenta i saluti di Calderoni e segnala che sabato 10 dovrà essere a Reggio Emilia. 4) Monaco, 8 settembre 1898: le confessa di sentire, mentre si allontana, tutto l’affetto che prova per lei. Le comunica di essere in partenza per Reggio alle 21 e si augura di arrivare presto nella speranza di trovare una sua lettera o di poter lavorare in vista dei loro progetti futuri. 5) Reggio Emilia, 9 settembre 1898: si lamenta di aver patito molto caldo durante il lungo viaggio. Le racconta che Tamburini era preoccupato poiché aveva frainteso la notizia del loro fidanzamento ma che, dopo le debite spiegazioni, si era mostrato contento porgendo i suoi rallegramenti ad Emilia. 6) Reggio Emilia, 12 settembre 1899: spiegandole quali libri ha deciso di spedire la ringrazia per la lettera di suo padre e le descrive l’affetto provato dalla sorella Selene nei suoi confronti. Porge i saluti della sig.ra Guicciardi e la prega di procurargli libri di Ibsen. 7) Reggio Emilia, 14 settembre 1898: le scrive per ringraziarla della lettera ricevuta e per anticiparle un progetto che spiegherà meglio per lettera: si tratta di un grande villa “(200 camere)” di proprietà del padre di una sua amica che dovrebbe essere adibita a Casa di Salute e che sarebbe concessa in cointeressenza. Le spiega che la figlia del proprietario fornirebbe “una cinquantina di mila” per la ristrutturazione. “C’è il pro ed il contro”: confessa che gli dispiacerebbe non poter andare a vivere a Massa, come progettato, poco distanti dal mare, ma è comunque una possibilità lavorativa molto interessante. Asserisce che le darà maggiori dettagli nella lettera che pensa di redigere il giorno successivo dopo la gita a Fiesso che ripeterà lunedì con Prampolini. La prega di scrivergli costantemente. 8) Reggio Emilia, 15 settembre 1898: le notifica di essere stato a Fiesso e di aver incontrato Maria Carmi. Come promesso nella sua precedente, le spiega che il Commendator Ottavi ha una figlia dell’età di Ferrari, la contessa Brazzà, con la quale è molto amico. Ottavi possiede un castello a 10 km da Reggio Emilia e si dice convinto che “con poco, relativamente, si potrebbe ridurre una magnifica Casa di salute, quasi una stazione climatica”. La Brazzà vorrebbe Tamburini nel progetto, e Ferrari pensa di concentrarsi sui “nervosi” per poter poi curare i “veri malati di mente” nella casa di cura di Massa che intende aprire. 9) Reggio Emilia, 16 settembre 1898: le comunica che il viaggio con Tamburini in Germania è perlomeno rimandato ma probabilmente annullato. Le spiega di essere contrario al lavoro di Cesare Lombroso in cui “ammette che il genio sia una forma di malattia mentale […] del gruppo della degenerazione epilettica” e condivide solo le conclusioni della prima parte. Le annuncia che, con le debite attenzioni, dovrà dare “due staffilate” a Giuseppe Sergi poiché corrobora le posizioni di Cesare Lombroso mentre in realtà i geni hanno in comune con i “matti” solo l’eredità nevropatica e le frequenti malattie nervose. La prega di conservare questa missiva nel caso in cui lui stesso si dimentichi delle conclusioni. [“La teoria lombrosiana del genio”, articolo mai pubblicato]. Riferisce della lettera spedita al padre di Emilia e di quella inviata dai suoi genitori a lei. Racconta scherzosamente che l’amore per la sua gatta è stato sostituito da quello per lei e le segnala di aver detto del fidanzamento a Maria Carmi. 10) Reggio Emilia, 18 settembre 1898: porge gli auguri di compleanno e, inviandole un anello, le confida la speranze di festeggiare in futuro il loro anniversario di fidanzamento (27 agosto). Le racconta che Ottavi gli fornirà il Castello di Albinea senza serra annessa e che martedì 20 dovrà parlare con Tamburini per capire quanti malati crede di potergli assicurare. Le spiega che, secondo la contessa Brazzà, bisognerà trovare circa 60.000 franchi: dovrà chiederli a Tamburini o eventualmente a Edgardo Morpurgo che è “stupido e suggestionabilissimo”, ma in ogni caso non ha intenzione di parlarne al cognato di Emilia a cui si rivolgerà per il suo progetto [ossia per la sua Casa di Salute]. Analizzando il loro rapporto si dice favorevole a diverse soluzioni, lasciandola libera di decidere se e quando tornare in Italia. Le comunica che oltre all’anello le ha spedito 5 lire per le carte da visita. 11) Reggio Emilia, 24 settembre 1898: le spiega che ha ritrovato il biglietto di uno spettacolo teatrale che avevano visto assieme a Carpi il 28 agosto 1897 ed ha deciso di spedirglielo poiché si erano fidanzati esattamente un anno dopo. Le comunica di aver detto del loro fidanzamento solo a pochi ma che la voce andava diffondendosi. Racconta di aver visitato il castello di Albinea: dispone di “28 vani abitabili, di cui 17 sono camere di piena libertà spesso con latrina (non inglese)” e specifica che Tamburini ha acconsentito all’utilizzo del suo nome ma non può concedere fondi. Le confessa di credere che una Casa di Salute a Massa sarebbe molto utile e permetterebbe cospicui guadagni se venisse costruita secondo i piani di Reginald Henry Pierson. Per il castello di Albinea dovrà rivolgersi a Edgardo Morpurgo perché ha bisogno di 10 o 12 mila franchi e di 1490 lire per l’impianto elettrico “con 50 lampade elegantissime e 30 meno eleganti, una lampada ad arco, la dinamo, il quadro, ecc.” e che il commendator Ottavi non vuole un affitto ma una “semplice cointeressenza”. La prega di tener segreta le questioni professionali quanto quelle private e pertanto le invia “6 cartellini” per chiudere le buste. Le chiede di comprare un biglietto della lotteria a Monaco. Allegato il biglietto teatrale del 28 agosto 1897. 12) Reggio Emilia, settembre 1898: la ringrazia per la lettera ricevuta e si dice stupito di sapere che non ha ancora ricevuto la sua. Le racconta che non ha visto la sig.ra Salmon, che la sig.ra Guicciardi la ringrazia e che è abbattuto perché non riesce a procedere nella stesura degli articoli. Comunica che il giorno dopo andrà a Fiesso con “P.” [Prampolini] e che la Sig.ra Tamburini porge i suoi rallegramenti per il fidanzamento. 13) Reggio Emilia, 28 settembre 1898: le spiega che preferisce scriverle cartoline perché nelle lettere si dilunga troppo e che non deve chiedergli alcun permesso perché è libera di scrivere e parlare con chi vuole. Le racconta che dopo un attacco di emicrania è andato a Fiesso con “Pr.” [Prampolini] il quale è rimasto molto colpito da Maria Carmi. Confessa di stare molto bene dopo il viaggio a Dresda ma di dover lavorare alacremente per il progetto della Casa di Salute. 14) Reggio Emilia, 30 settembre 1898: le spiega di essere alacremente al lavoro prima che “la Rivista mi schiacci” e che Tamburini gli ha annunciato un altro lavoro seccante. Si augura di ricevere 1500 [lire] per la traduzione [dei “Principi di Psicologia” di William James] e le spiega di aver trovato il modo di fare altri 200 franchi. Cartolina tagliata, manca la prima parte. 15) Reggio Emilia, 2 ottobre 1898: confessa di essere triste e nervoso poiché non sta riuscendo a lavorare. Le racconta di avere poche novità se non che l’agenzia di Monaco alla quale si erano rivolti per la lotteria ha rimandato l’estrazione al 18 ottobre e che dovrà rivolgersi al “salame” [Edgardo Morpurgo] per i soldi. Non avendo ricevuto lettere da Parma la prega di riferire alla sua famiglia che si diranno tutto a voce. Si mostra convinto del fatto che lei non abbia ricevuto i giornali che le aveva spedito: il Carlino ed il Guerin Meschino; dunque afferma che spedirà a breve il Corriere e il Carlino. 16) Reggio Emilia, 4 ottobre 1898: Le racconta quanto i suoi parenti abbiano gradito i regali provenienti dalla Germania. Le riferisce di aver parlato il giorno prima con Edgardo Morpurgo che probabilmente sarà in grado di procurare i fondi necessari alla ristrutturazione del castello di Albinea, ma che “per quanto scemo” potrebbe decidere di fare tutto da solo, essendo “stupido ed ebreo per cui molto cocciuto”. Le spiega però che approfitterà dell’assenza di Tamburini per “catechizzare l’amico” e parla dei progetti per il suo ritorno in Italia: vorrebbe andare a Reggio dalla Sig.ra Guicciardi e a Massa, a cercare casa. Comunica che di aver avuto un altro giorno di malessere e di voler organizzare presto un viaggio a Dresda accompagnato da Maria Carmi. Le racconta di “P.” [Prampolini] sottolineando che è vecchio, ha una figlia, una sorella, dei legami con il partito e dice di non essersi mai innamorato. Si augura di ottenere un impiego stabile e dunque di poterla sposare al più presto. 17)Reggio Emilia, 10 ottobre 1898: confessa di aver provato gelosia poiché un intero foglio della lettera che lei gli aveva scritto era dedicata a suo fratello. Le comunica che è morto lo zio Angiolino Uzielli, che se anche fossero state aperte delle trattative sarebbero state bruscamente interrotte e che stava valutando se rivolgersi, come detto, al cognato di lei. Si augura che accetti l’idea del viaggio e la informa su Mario Calderoni e “P.” [Prampolini]. Notifica che sul castello di Albinea non ci sono novità. 18)Reggio Emilia, 16 ottobre 1898: si scusa per non averle scritto una lettera ma ha voluto finire un articolo modificandolo non poco nella trascrizione e del quale si dice soddisfatto; avendo poi una “grande apertura di mente” ha deciso di redigere lo scritto sul genio [“La teoria lombrosiana del genio”, articolo mai pubblicato] di cui avevano parlato ed inoltre, racconta, ha ricevuto la terza lettera di una sua “pecorella smarrita” alla quale non aveva mai risposto. Le comunica che venerdì 21 andrà a cercare dei capitalisti ma che è scoraggiato. Le chiede di svolgere qualche commissione in attesa di rivederla in Italia. 19) Reggio Emilia, [s.g., s.m.] 1898: Le spiega che dovrà fare delle “tournée” per parlare con i possibili azionisti della Casa di Salute e che martedì sarà a Fiesso. Si dice contento del fidanzamento e le confessa che quando sono soli percepisce tutto il bene che prova per lei. Le racconta delle ultime voci legate all’assegnazione di incarichi: il suo ultimo colloquio con Tamburini è stato ottimo, probabilmente per l’impegno mostrato nella gestione della “Rivista”. Riferisce di avergli chiesto una posizione economicamente più vantaggiosa, sufficiente a mantenere una famiglia. Le assicura che invierà presto i soldi che ha speso per le commissioni e che le indicherà come comportarsi con Tamburini, il quale “pure ha già qualche simpatia” per lei. Le segnala che invierà presto della “polvere di ireos” per la sig.ra Röhring e dei testi di Ibsen per lei oltre ai libri di Daudet e Loti. 20) Reggio Emilia, 18 ottobre 1898: si dice rammaricato per aver perso una mattinata di lavoro poiché doveva andare a Parma per degli esperimenti. Le comunica che quando arriverà in Italia soggiornerà a casa della sig.ra Virginia Guicciardi dove avrà modo di conoscere la sig.ra Tamburini. Racconta che da un anno non lavora in laboratorio ma che ha necessità di finire alcuni lavori prima di poter incominciare la traduzione [I “Principi di psicologia” di William James] che gli frutterà un “migliajetto” di franchi. Le riferisce che è morta la sig.ra Levi dalla quale sperava di ricavare finanziamenti per la Casa di Salute: Morpurgo ha trovato “40.000” ma è necessario che collabori anche Tamburini. Le annuncia che a Carrara hanno espresso pareri favorevoli per il progetto del manicomio ma che servirebbero altri fondi per iniziare bene. In un foglietto allegato riporta una dedica di Charles Richet che dice di stimare profondamente e le chiede di comprare le opere di Ibsen in “quella piccola edizione di Preslam”. 21) Reggio Emilia, 24 ottobre 1898: le racconta di aver avuto un attacco di emicrania leggera, e di essere uscito in compagnia di un’amica d’infanzia “a cui ho fatto un po’ di corte” e della sig.ra Guicciardi; si scusa per la franchezza ma è intenzionato ad essere sincero e comunque ammette di non saper fare altrimenti. Le spiega che ha frainteso il suo pensiero nell’ultima lettera: l’idea che lei venga a Parma non è una seccatura “ma se tu sei qui perdo certo del tempo” e la distanza aiuta il rapporto a consolidarsi. 22) Reggio Emilia, 28 ottobre 1898: si dice contento per la comprensione mostratagli nell’ultima lettera e della sincerità espressa nella corrispondenza. Le fornisce l’indirizzo del manicomio di Collegno (Torino), e le scrive di essere convinto che Giannina [Ferrari] gradirà molto la lettera. Le riferisce che Paola Lombroso è stata condannata a tre mesi e mezzo di carcere per un articolo di giornale. 23) Reggio Emilia, 2 novembre 1898: le comunica di aver quasi concluso “l’affare delle 2000” [lire, riferendosi ad una traduzione] ma di non sentirsi bene a causa del cattivo tempo. Le chiede di inviargli il suo nuovo indirizzo di Berlino per spedire una lunga lettera. Racconta di aver già avuto nella settimana precedente un allievo che in laboratorio gli ha fatto perdere tanto tempo a tal punto da rimandare la chiusura del “Genio” [“La teoria lombrosiana del genio”, articolo mai pubblicato]. Le riferisce dei suoi debiti chiedendole consiglio su come comportarsi, e dice di aver dato il suo indirizzo di Berlino “ai Pierson” [Reginald Henry e famiglia]. 24) Reggio Emilia, [s.g., s.m.] 1898: le spiega che il loro dissenso è dato esclusivamente da incomprensioni legate alla distanza e che quando saranno vicini tutto andrà meglio. Le chiede di perdonare i suoi sbalzi d’umore augurandosi di averla vicino quando dovrà decidere “dell’affare di Volterra”. Le spiega che Tamburini gli ha consigliato di “mettere ai volterrini l’aut aut” e di accettare solo un incarico stabile. Le annuncia che ha molte carte di James da darle. 25)Reggio Emilia, 6 novembre, 1898: le spiega le ragioni delle sue continue contraddizioni sul compenso legato alla traduzione del testo di William James [I “Principi di psicologia”] e si dice seccato di dover anticipare i soldi per la macchina da scrivere. Le comunica di aver terminato il “Genio”. 26) Reggio Emilia, 6 novembre 1898: si augura che il trasferimento a Berlino, “quell’orribile città”, sia andato bene e che sia contenta. Si dice dispiaciuto della futura mancanza di lezioni che lei lamenta e comunica di aver ricevuto la lettera dei Pierson: si aspettavano di vederla di persona o da sola o con il Prof. Tamburini. Le spiega che non ci sono novità e le chiede di scrivergli spesso. 27) Reggio Emilia, 11 novembre 1898: si scusa per averle scritto in ritardo ma è giustificato poiché non sapeva quando sarebbe tornata a Dresda. Racconta di aver consegnato “il genio” [“La teoria lombrosiana del genio”, articolo mai pubblicato] a Tamburini il quale ne ha evidentemente ritardato la pubblicazione fino ad una sua conferenza su Leopardi ed il genio: non voleva che si pensasse che aveva copiato dal suo allievo; per questo, le spiega, ha bruciato il manoscritto e non ci ha più pensato, nonostante la perdita economica. Le confessa che attende il suo ritratto ed una lunga lettera sicuro che nei mesi successivi sarebbe stato in grado di scriverle molto di più. 28) Reggio Emilia, 15 novembre 1898: le racconta di aver preso altri impegni gravosi poiché vorrebbe ricavare delle conclusioni dagli esperimenti svolti a Parma e per questo ha tardato ad inviarle una cartolina. Le riporta che M. [Morpurgo] se ne andrà a Milano e che era già sfumato il primo capitalista del quale non era molto convinto. Spiega che sta concludendo “l’affare della traduzione” e che la necessità di trovare altri 2500 mk per la casa [di salute] lo spinge a chiudere la questione anche in perdita. 29) Reggio Emilia, 1819 novembre 1898: le confessa di esser triste perché non ha ricevuto il ritratto. Acconsente a lasciarle il manoscritto richiestogli e le spiega che era “una semplice difesa del senso comune psichiatrico” volta a dimostrare come la teoria di Lombroso si basasse su delle intuizioni poiché le prove psichiatriche addotte sono buone solo per i “minchioni”. La rassicura sul suo stato di salute si dice intenzionato a tradurre il libro di William James anche per il ritorno economico. Le spiega che ha intenzione di “copiare” molti aspetti della Casa di Salute di Reginald Henry Pierson nel suo progetto. Lettera interrotta, prosegue il giorno seguente. Le riferisce che normalmente lavora molto meglio di sera o di notte e che si sente per questo come suo padre. Spiega che per un po’ non andrà a Parma e che si dovrà far piacere Berlino per andarla a trovare e le comunica che Edgardo Morpurgo “quel scemo e salame”, andrà a Milano e non collaborerà per la Casa di Salute ma che non è un male visto che rischiava di compromettere il progetto. 30) Reggio Emilia, 20 novembre 1898: le racconta che subito dopo aver spedito la lettera ha ricevuto la sua cartolina ed i ritratti che ha gradito molto. Le consiglia se possibile di farli alzare nel “cartoncino” perché così appare molto bassa. 31) Reggio Emilia, 25 novembre 1898: le spiega di aver ricevuto la sua lettera e di non aver gradito alcune critiche sul suo comportamento ma si scusa di aver definito “scemi” e “salami” alcuni “suoi tedeschi”. Le racconta di esser stato invitato ad una conferenza a Parma e di aver voglia di parteciparvi solo con una ricerca particolare: ad esempio sull’emozioni o sulla fatalità ma teme di fare brutta figura e per questo le chiede consiglio. 32) Regio Emilia, 27 novembre 1898: le spiega che nella cartolina precedente aveva criticato scherzosamente la sua lettera ma per evitare incomprensioni ha deciso di riscriverle. Le racconta di aver avuto poca voglia di lavorare negli ultimi giorni e di disporre dunque di più tempo per pensare alla loro relazione. Le segnala una lettera “molto gentile” inviatagli da Paolina Carmi Niemack dalla quale apprendeva che, pur non avendo risposto alla sua cartolina, Maria Carmi era ancora a Fiesso. Le chiede nuovamente consiglio sulla sua eventuale partecipazione alle conferenza [di Parma] poiché non ha ancora preso una decisione definitiva. Le racconta di aver scritto un articolo a quattro mani con Tamburini che, ritardando nella consegna della chiusa, li aveva esposti alle minacce di denuncia per “rifazione di danni”.
NOTE: Carta intestata: “FerroChinaBisleri / Acqua NoceraUmbra / Pastangelica – Pastina per ammalati e Convalescenti”; “Frenocomio / di / Reggio nell’Emilia / Direzione medica; “Rivista sperimentale di freniatria / S. Maurizio ( Reggio Emilia)”; “Rivista sperimentale / di / freniatria e di medicina legale / ufficio di redazione”.