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1) Milano, 4 gennaio 1910: reduce da Parigi, annuncia a Ferrari la costituzione di un comitato per congressi internazionali di pedologia e dichiara di aver designato, per i cinque posti lasciati all’Italia, i nomi di [Luigi] Credaro, [Angelo] Celli, [Sante] De Sanctis, e Ferrari stesso, specificando, per quanto lo riguarda, di essere stato nominato membro italiano del Comitato esecutivo. Comunica inoltre la decisione di assecondare e promuovere la costituzione dei comitati locali. Sollecita dunque la costituzione di un comitato in cui cooptare, per cominciare, i membri del Comitato internazionale, chiedendo però a Ferrari lumi e consigli in merito. Gli chiede anche se appoggerà l’iniziativa dalle pagine della sua rivista.
2) Milano, 11 febbraio 1910: dice di aver ricevuto le circolari e di averle distribuite, trovando già qualche adesione. Comunica che a Milano, all’Accademia scientifico-letteraria, il prof. [Piero] Martinetti, di filosofia teoretica, tiene lezioni di psicologia e chiede se devono essere contattati anche simili studiosi. Tra gli invitati vi sono già l’ing. [Eugenio] Rignano, il prof. [Antonio] Martinazzoli e vari dottori che frequentano l’istituto. Annuncia che il prof. [Giuseppe] Mya, pediatra, ha accettato di partecipare alla costituzione del Comitato internazionale e del Comitato nazionale per le riunioni pedologiche di lingua italiana. Parla delle difficoltà insorte per la doppia iniziativa di Schuyten e di [Alfred] Binet e dell’accordo in merito con De Sanctis e Credaro. Gli chiede suggerimenti sulle persone da invitare a far parte del Comitato permanente per le riunioni di lingua italiana. Gli fornisce infine indicazioni in merito all’orologio che desidera.
3) Milano, 28 marzo 1910: dice di non avere ancora ricevuto il fascicolo con l’articolo di [Edouard] Claparède, ma sa che De Sanctis è d’accordo con lui. Pensa che quindi maturi ancor di più l’idea di unirsi, insieme a De Sanctis, a Ferrari e a Credaro, eventualmente anche con Celli e Mya in un comitato unico, “che prepari gli studiosi italiani a partecipare alle iniziative di Schuyten e Binet, indifferentemente, se i due non si metteranno d’accordo”. Si sta quindi accordando con De Sanctis e propone una prossima riunione a Firenze. Non crede sia il caso di decidere per Napoli, solo “per fare i comodi di padre [Agostino] Gemelli”, che ritiene “elemento non troppo fido per i nostri intenti sperimentali; tanto più se appoggiato ai metafisici napoletani”. Dà infine notizie sul pendolo ordinato da un orologiaio milanese per Ferrari.
NOTE
Carta intestata: “Comune di Milano / Laboratorio civico / di / Pedagogia sperimentale / Via Manin, 2, A”.
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Tre lettere di Zaccaria Treves a Ferrari:1) Milano, 4 gennaio 1910: reduce da Parigi, annuncia a Ferrari la costituzione di un comitato per congressi internazionali di pedologia e dichiara di aver designato, per i cinque posti lasciati all’Italia, i nomi di [Luigi] Credaro, [Angelo] Celli, [Sante] De Sanctis, e Ferrari stesso, specificando, per quanto lo riguarda, di essere stato nominato membro italiano del Comitato esecutivo. Comunica inoltre la decisione di assecondare e promuovere la costituzione dei comitati locali. Sollecita dunque la costituzione di un comitato in cui cooptare, per cominciare, i membri del Comitato internazionale, chiedendo però a Ferrari lumi e consigli in merito. Gli chiede anche se appoggerà l’iniziativa dalle pagine della sua rivista.
2) Milano, 11 febbraio 1910: dice di aver ricevuto le circolari e di averle distribuite, trovando già qualche adesione. Comunica che a Milano, all’Accademia scientifico-letteraria, il prof. [Piero] Martinetti, di filosofia teoretica, tiene lezioni di psicologia e chiede se devono essere contattati anche simili studiosi. Tra gli invitati vi sono già l’ing. [Eugenio] Rignano, il prof. [Antonio] Martinazzoli e vari dottori che frequentano l’istituto. Annuncia che il prof. [Giuseppe] Mya, pediatra, ha accettato di partecipare alla costituzione del Comitato internazionale e del Comitato nazionale per le riunioni pedologiche di lingua italiana. Parla delle difficoltà insorte per la doppia iniziativa di Schuyten e di [Alfred] Binet e dell’accordo in merito con De Sanctis e Credaro. Gli chiede suggerimenti sulle persone da invitare a far parte del Comitato permanente per le riunioni di lingua italiana. Gli fornisce infine indicazioni in merito all’orologio che desidera.
3) Milano, 28 marzo 1910: dice di non avere ancora ricevuto il fascicolo con l’articolo di [Edouard] Claparède, ma sa che De Sanctis è d’accordo con lui. Pensa che quindi maturi ancor di più l’idea di unirsi, insieme a De Sanctis, a Ferrari e a Credaro, eventualmente anche con Celli e Mya in un comitato unico, “che prepari gli studiosi italiani a partecipare alle iniziative di Schuyten e Binet, indifferentemente, se i due non si metteranno d’accordo”. Si sta quindi accordando con De Sanctis e propone una prossima riunione a Firenze. Non crede sia il caso di decidere per Napoli, solo “per fare i comodi di padre [Agostino] Gemelli”, che ritiene “elemento non troppo fido per i nostri intenti sperimentali; tanto più se appoggiato ai metafisici napoletani”. Dà infine notizie sul pendolo ordinato da un orologiaio milanese per Ferrari.
NOTE
Carta intestata: “Comune di Milano / Laboratorio civico / di / Pedagogia sperimentale / Via Manin, 2, A”.