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1) Milano, 31 agosto 1911: lo ringrazia per l’accoglienza, ad Imola, del figlio Roberto e delle notizie che gli ha dato. Quando ha visto l’ambiente e il modo di lavorare di Ferrari si è reso conto della fortuna che hanno avuto a trovare lui.
2) Milano, 6 marzo 1912: gli conferma la lettera della moglie, Margherita Grassini Sarfatti, e assicura che se non ritiene opportuno che Roberto torni a casa, andrà lui a trovarlo. Ritiene, d’accordo con la moglie, di dover mantenere stretti rapporti con il figlio, anche per dimostrargli l’affetto della madre, da cui non si sente molto amato.
3) Milano, 23 marzo 1912: gli invia una lettera del prof. Aloisi che si lamenta della condotta di Roberto: si dice molto addolorato e umiliato e prega Ferrari di spronare il giovane a presentarsi agli esami. In calce è presente una chiusa della moglie, che ringrazia per l’uva e per i fiori, ma spera di avere presto soprattutto notizie di voti alti e di buona condotta da parte di Roberto.
4) Milano, 11 gennaio 1913: gli invia la bolletta di spedizione degli stivali e avvisa che per il resto gli risponderà la moglie, alla quale spetta l’ultima decisione. Dal canto suo, ribadisce la delusione per il comportamento di Roberto, che da quando è partito non ha scritto nemmeno una riga. Conferma che gli invierà l’importo che gli deve per la sua consulenza.
NOTE
Carta intestata: “Avv. Cesare Sarfatti / Milano / Studio: via Carlo Cattaneo, 2 Telef. 6388 / Abitazione: Corso Venezia, 93 Telef. 5375”.
Contenuto
4 lettere dell’avvocato socialista milanese Cesare Sarfatti (1866-1924), a Ferrari:1) Milano, 31 agosto 1911: lo ringrazia per l’accoglienza, ad Imola, del figlio Roberto e delle notizie che gli ha dato. Quando ha visto l’ambiente e il modo di lavorare di Ferrari si è reso conto della fortuna che hanno avuto a trovare lui.
2) Milano, 6 marzo 1912: gli conferma la lettera della moglie, Margherita Grassini Sarfatti, e assicura che se non ritiene opportuno che Roberto torni a casa, andrà lui a trovarlo. Ritiene, d’accordo con la moglie, di dover mantenere stretti rapporti con il figlio, anche per dimostrargli l’affetto della madre, da cui non si sente molto amato.
3) Milano, 23 marzo 1912: gli invia una lettera del prof. Aloisi che si lamenta della condotta di Roberto: si dice molto addolorato e umiliato e prega Ferrari di spronare il giovane a presentarsi agli esami. In calce è presente una chiusa della moglie, che ringrazia per l’uva e per i fiori, ma spera di avere presto soprattutto notizie di voti alti e di buona condotta da parte di Roberto.
4) Milano, 11 gennaio 1913: gli invia la bolletta di spedizione degli stivali e avvisa che per il resto gli risponderà la moglie, alla quale spetta l’ultima decisione. Dal canto suo, ribadisce la delusione per il comportamento di Roberto, che da quando è partito non ha scritto nemmeno una riga. Conferma che gli invierà l’importo che gli deve per la sua consulenza.
NOTE
Carta intestata: “Avv. Cesare Sarfatti / Milano / Studio: via Carlo Cattaneo, 2 Telef. 6388 / Abitazione: Corso Venezia, 93 Telef. 5375”.