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1) Vicenza, 3 maggio 1925: lo ringrazia per il suo interessamento e gil rinnova la sua fiducia, dandogli carta bianca.
2) Vicenza, 9 luglio 1925: lo ringrazia per la premura sua e della sua famiglia nei confronti della figlia Cecilia. Lo avvisa di aver incaricato il genero, Antonio Garioni, di intendersi direttamente con lui per il soggiorno estivo e per l’assistenza necessaria. Gli invia una somma e lo prega di avvisarlo se occorresse qualcosa d’altro. Gli chiede di ringraziare Nora per il gentile biglietto.
3) Vicenza, 20 luglio 1925: dice di aver sentito con gran pena della morte della signora Indri (Tudri?). Si rimette al consiglio di Ferrari per il soggiorno in montagna di Cecilia, la quale vorrebbe andare prima a Padova.
4) Vicenza, 23 luglio 1925: chiede a Ferrari se deve acconsentire al desiderio di Cecilia di fermarsi a Padova e a Vigardolo prima di proseguire per Colalzo. Non nega che preferirebbe saperla più vicina a Ferrari, ad esempio sugli Appennini, anche perché gli ha scritto che spera di fare “conoscenze” e ciò lo preoccupa.
5) Vicenza, 25 luglio 1925: promette che scriverà subito a Cecilia in base ai suggerimenti di Ferrari. Lo prega di accordarsi con suo genero, in modo da non complicare la corrispondenza e approva ciò che Ferrari ha combinato per la signorina Paratico [una dama di compagnia che spesso Ferrari utilizzava come infermiera per le sue pazienti private]. Gli chiede se occorre denaro e gli esprime ancora tutta la sua gratitudine, confessando tutta la sua pena per “l’orribile incubo” di dover assistere impotente a quella situazione.
6) Vicenza, 5 agosto 1925: lo ringrazia per la lettera e per la sua assistenza. Nota con piacere i piccoli miglioramenti, ma sa che ne occorrono ben altri per arrivare a una soluzione. Promette che trasmetterà la sua lettera al professor G. [Garioni].
Contenuto
6 lettere e biglietti di Gaetano Rossi, fondatore del Cotonificio Rossi di Vicenza, a Ferrari:1) Vicenza, 3 maggio 1925: lo ringrazia per il suo interessamento e gil rinnova la sua fiducia, dandogli carta bianca.
2) Vicenza, 9 luglio 1925: lo ringrazia per la premura sua e della sua famiglia nei confronti della figlia Cecilia. Lo avvisa di aver incaricato il genero, Antonio Garioni, di intendersi direttamente con lui per il soggiorno estivo e per l’assistenza necessaria. Gli invia una somma e lo prega di avvisarlo se occorresse qualcosa d’altro. Gli chiede di ringraziare Nora per il gentile biglietto.
3) Vicenza, 20 luglio 1925: dice di aver sentito con gran pena della morte della signora Indri (Tudri?). Si rimette al consiglio di Ferrari per il soggiorno in montagna di Cecilia, la quale vorrebbe andare prima a Padova.
4) Vicenza, 23 luglio 1925: chiede a Ferrari se deve acconsentire al desiderio di Cecilia di fermarsi a Padova e a Vigardolo prima di proseguire per Colalzo. Non nega che preferirebbe saperla più vicina a Ferrari, ad esempio sugli Appennini, anche perché gli ha scritto che spera di fare “conoscenze” e ciò lo preoccupa.
5) Vicenza, 25 luglio 1925: promette che scriverà subito a Cecilia in base ai suggerimenti di Ferrari. Lo prega di accordarsi con suo genero, in modo da non complicare la corrispondenza e approva ciò che Ferrari ha combinato per la signorina Paratico [una dama di compagnia che spesso Ferrari utilizzava come infermiera per le sue pazienti private]. Gli chiede se occorre denaro e gli esprime ancora tutta la sua gratitudine, confessando tutta la sua pena per “l’orribile incubo” di dover assistere impotente a quella situazione.
6) Vicenza, 5 agosto 1925: lo ringrazia per la lettera e per la sua assistenza. Nota con piacere i piccoli miglioramenti, ma sa che ne occorrono ben altri per arrivare a una soluzione. Promette che trasmetterà la sua lettera al professor G. [Garioni].