33 lettere e cartoline in inglese dello psicologo americano William James (1842-1910) a Ferrari (si tratta in alcuni casi di trascrizioni o riproduzioni):
1) Cambridge, 13 giugno 1898: Si dice lusingato dell'intenzione di Ferrari di tradurre la sua "Psicologia". Lo autorizza a tradurre le parti che gli sembreranno migliori e che si adattano meglio alle esigenze dei lettori italiani. Commenta le decisioni di Ferrari e chiarisce le proprie in merito. Gli comunica che non gli fornirà materiale aggiornato perché non ha intenzione di intraprendere un lavoro così lungo neanche per l'edizione inglese. Annuncia che entro qualche anno riscriverà il corso abbreviato semplificandolo anziché completarlo. Invia i suoi saluti anche al prof. [Augusto] Tamburini. [Si tratta di una trascrizione di Ferrari, manca l'originale].
2) [s.l.], 27 luglio 1898: Gli inoltra una lettera dei suoi editori Henri Holt & Co. circa i diritti di traduzione e assicura che MacMillan non pubblicherà i "Principi" ma ne prenderà solo alcune copie per l'Inghilterra. Si dice lieto di scrivere una presentazione alla traduzione italiana dopo aver visto le bozze. [Si tratta di una fotocopia della trascrizione di Ferrari, manca l'originale].
3) Cambridge, 9 gennaio 1899: assicura che scriverà all'editore Holt per fare avere a Ferrari il cliché. Augura un felice anno nuovo a Ferrari e Tamburini.
4) Roma, 1° gennaio 1900: ricambia gli auguri di "un nuovo secolo pieno di salute, gloria e fortuna". Parla delle cure ricevute a Roma, dove le sue arterie sono state trattate con il vaccino di capra, ma rivela di essere ricaduto nella nevrastenia dell'anno prima e di non poter lavorare.
5) Carqueiranne, 17 febbraio 1900: è rimasto piacevolmente sorpreso dal primo fascicolo della traduzione di Ferrari, anche perché le altre traduzioni in francese e in tedesco della riduzione della "Psicologia" non sono mai apparse. È convinto che le annotazioni di Ferrari impreziosiscano il libro e gli chiede se ha ricevuto i "Talks to teachers on psychology". Dice di essere ospitato nel castello del prof. Charles Richet, a Parigi con la famiglia, ma di soffrire di una malattia cardiaca.
6) Carqueiranne, 26 febbraio 1900: lo ringrazia per la lettera e i messaggi e spera sia guarito dall'influenza. Spera di rimanere a Carqueiranne fino a marzo, ma non nel castello dove si trova ora, prestatogli dal prof. Charles Richet di Parigi. Si dice ancora ammalato e chiede a Ferrari di poterlo conoscere. Gli chiede inoltre l'indirizzo di [Giovanni] Vailati perché gli hanno fatto molto piacere le sue recensioni.
7) Carqueiranne, 6 marzo 1900: Gli chiede l'indirizzo del prof. Giuseppe Guicciardi.
8) Carqueiranne, 16 marzo 1900: dice di essere in attesa del parere del suo medico per partire da Caqueiranne, ma di stare meglio, anche se soffre di insonnia. Gli comunica che il loro incontro dovrà essere rimandato al nuovo anno, avendo intenzione di passare l'inverno a Roma. Confessa di essere provato dalla malattia, di non ricordare più nulla e di temere ogni incontro che implichi una "conversazione razionale o dimostrazioni di capacità professionale". Gli annuncia che il figlio gli spedirà una foto da Cambridge e in cambio ne chiede una a Ferrari. Manda i suoi saluti a [Mario] Calderoni e dice di non aver visto riviste di [Enrico] Morselli né scritti di [Guido] Villa.
9) Montreux, 10 giugno 1900: lo ringrazia per la lettera, per la terza puntata della traduzione e per la sua fotografia. È stupito dall'energia e dalla velocità di traduzione di Ferrari, con il quale si complimenta. Parla della sua salute e dice che ora intende curarsi a modo suo.
10) Bad Nauheim (Hesse), Villa Louise, 15 settembre 1900: rivela che la lettera di Ferrari l'ha finalmente raggiunto, nonostante fosse stata indirizzata a Montreaux e nonostante egli abbia viaggiato nel frattempo in Svizzera, Francia, Belgio e Inghilterra. Dice di sentirsi ancora male e di essere a Bad Nauheim per tentare l'idroterapia. Teme di non poter rivedere la traduzione di Ferrari dell'ultimo capitolo, ma è convinto che sia talmente accurata da non averne bisogno. Si aspettava comunque molti più tagli da parte di Ferrari e si complimenta con lui per l'immenso lavoro, anche se si sente in colpa con lui per la fatica che gli ha procurato. Confessa di non sapere cosa scrivere nella prefazione, perché ultimamente si è occupato esclusivamente di metafisica e di sociologia. Chiede suggerimenti a Ferrari, anzi gli chiede di scrivere egli stesso la prefazione e di fargliela firmare.
11) Firenze, 28 ottobre [1900]: gli annuncia il suo arrivo a Roma e gli invia finalmente la prefazione, dandogli carta bianca per qualunque correzione. Si scusa per non essere passato da Reggio, adducendo motivi di salute, e gli comunica che a Roma si sottoporrà a un esperimento terapeutico e che spera di incontrarlo presto.
12) Roma, Hotel Hassler, 7 novembre 1900: dice di essere ancora ammalato e assicura che sarebbe fiero se Ferrari traducesse il suo "Will to believe", magari introducendo dei tagli e aggiungendo delle "talks to students". Lo informa inoltre che anche la lezione "On two objections to the Doctrine of Immortality" potrebbe avere mercato, ma gli consiglia di finire comunque prima i "Principi di psicologia".
13) Londra, 4 dicembre 1900: gli inoltra la lettera con l'autorizzazione dell'editore di "The Will to believe" ("La Volontà di credere") alla traduzione. Dà il suo consenso anche all'eventuale traduzione dei "Discorsi agli studenti" e della conferenza sulla "Immortalità".
14) Ginevra, 1° aprile [1901]: dice di aver lasciato l'Italia e di essere in viaggio per l'Inghilterra. Sperava di poter incontrare a Reggio Ferrari ma la sua nevrastenia glielo ha impedito. Annuncia che vivrà in campagna con suo fratello in Inghilterra fino al 16 maggio, quando dovrà leggere le sue conferenze a Edimburgo.
15) Rye (Inghilterra), 24 aprile 1901: insieme alla moglie, invia a Ferrari e alla sua sposa i migliori auguri per l'imminente matrimonio.
16) Chocorna (New Hampshire), 1° settembre 1902: si scusa per il ritardo nella risposta e comunica che il suo libro è uscito dopo le ultime dieci lezioni tenute a Edimburgo, presenti nel testo. Dice di sentirsi meglio in collina, dove si trova da quando è tornato in America. È sorpreso che i "Talks" stiano già per uscire in italiano e che saranno presto seguiti dagli "Essays". SI complimenta con Ferrari per la sua energia e gli cede tutti i suoi diritti. Annuncia che il libro "Varieties" è un successo e che riceve molte lettere di apprezzamento. Commenta la "Psychastenia and obsessions" di [Pierre] Janet, che sta leggendo.
17) Cambridge, 13 ottobre 1902: si dice felice e commosso nel ricevere la traduzione di Ferrari e lo ringrazia di cuore. Confessa che il libro dei "Discorsi" è quello che preferisce tra le sue opere. Parla della sua salute, in lento miglioramento, e del successo editoriale delle "Varietà dell'esperienza religiosa".
18) Cambridge, [dicembre 1902]: ringrazia Ferrari per la lettera e si complimenta con lui, felice di sentire che la traduzione delle "Varietà dell'esperienza religiosa" sarà pronta in primavera. Dice di essere stato molto ammalato e di non aver letto più nulla sulla psicologia, tanto che ormai ogni apprezzamento della sua opera gli sembra ironico e patetico. Gli invia la lista degli errori comparsi nella prima edizione del volume e gli invia alcuni libri di Ireland sui giovani deboli di mente e di Horace Fletcher sulla masticazione e sulla dieta.
19) Cambridge, 25 febbraio 1903: è contento di sapere che Ferrari è a Venezia, "senza dubbio un luogo più interessante di Reggio". Confessa di essersi talmente affaticato per il lavoro e le lezioni, da aver prenotato il piroscafo per scappare a Genova a riposarsi; avendo poi iniziato però una cura con iniezioni sottocutanee di un farmaco a base di linfa di capra, si è sentito talmente migliorato da aver disdetto la partenza. Si dice perplesso in merito alla proposta di Bocca di eliminare i riferimenti alla Bibbia nel "Varieties" e preferirebbe una traduzione integrale. Non invidia il lavoro di Ferrari per la riforma dei manicomi.
20) Cambridge, 29 novembre 1903: è piacevolmente sorpreso dalla velocità di lavoro di Ferrari e gli assicura che in Francia e in Germania nessun editore ha ancora provveduto alla traduzione delle "Varietà", anche se il prof. Abangit del Licée di Alais (Gard) la sta realizzando a proprie spese. Chiede a Ferrari se ora sta lavorando in un manicomio, gli parla della sua salute e gli annuncia di avere "in pectore" un vasto trattato di filosofia, che tuttavia non riesce a mettere sulla carta.
21) Cambridge, 4 aprile 1904: esulta per la traduzione di Ferrari e si dice in debito con lui; assicura che francesi e tedeschi non hanno ancora prodotto nulla.
22) Chocorna (New Hampshire), 1° luglio 1904: lo ringrazia per l'imponente volume della traduzione e chiede come abbia diviso il lavoro con Calderoni. Commenta positivamente la corrispondenza dell'originale con la traduzione e gli chiede di inviargli le recensioni. Crede che il pubblico italiano, prevalentemente cattolico, reagirà in modo diverso rispetto a quello protestante e anglofono.
23) Cambridge, 22 febbraio 1905: commenta il successo che sta avendo la "Psicologia" in Italia e la nuova "Rivista di psicologia" di Ferrari, di cui ha ricevuto il primo fascicolo: la considera migliore di quella di Janet ma crede che nel complesso le riviste americane siano le peggiori. Pensa che non collaborerà alla rivista di Ferrari perché ha cambiato soggetti di indagine e si è interessato al sistema metafisico dell'empirismo radicale, anche se si trova in difficoltà nel dargli una veste organica. Commenta freddamente "La Critica" di Gentile, che ha ricevuto e comunica che forse riuscirà ad essere a Roma per il Congresso di psicologia in aprile.
24) Cannes, Hotel du Parc, 11 maggio 1905: si dice dispiaciuto per non averlo visto prima di partire da Villa Borghese con [Giovanni] Papini, [Mario] Calderoni e [Giovanni] Vailati. Comunica di essere arrivato a Cannes contemporaneamente a [Edward K.] Strong e di ripartire poi per varie città della Francia e dell'Inghilterra. Si dice felice di aver conosciuto Ferrari e di aver avuto contatti con il "Cenacolo Leonardo", con il suo entusiasmo contagioso. Intende portarlo anche in America, dove i giovani sono "aridi di testa e di cuore". Dice che il Congresso è stato "esaltante" e chiede a Ferrari di anticipargli i soldi per l'abbonamento alla rivista. È dispiaciuto di non aver conosciuto sua moglie.
25) Stanford University, California, 30 gennaio 1906: si scusa per non avergli risposto prima, ma si trova a Stanford per fare tre volte alla settimana delle conferenze sugli elementi di filosofia a 450 studenti molto attenti e seri. Descrive la piccola università e il paesaggio circostante, paragonandola a una "specie di utopistica comunità socialista quali i visionari l'hanno sempre sognata", anche se vi manca l'apporto fondamentale di un passato, di una storia, che in Italia si respira ovunque e che arricchisce gli italiani. Commenta l'idea di Ferrari di restringere la grande "Psicologia" piuttosto che tradurre la piccola e si rimette al suo giudizio e a quello di Papini. Spera che Bocca trovi un altro traduttore per la "Volontà di credere", non desiderando che Ferrari passi tutta la vita sui suoi testi. Si dice incantato dalla fotografia di suo figlio e gli invia a sua volta la propria. Promette di scrivere a [Frederick J.E.] Woodbridge per scambiare con Ferrari i "Giornali".
26) Stanford University, California, 23 aprile 1906: tra le eruzioni del Vesuvio e i terremoti della California, è convinto che non si possa più condurre una vita tranquilla. Parla dei danni subiti anche dall'Università e della distruzione di San Francisco. Fornisce a Ferrari qualche notizia su Stanford e sulle istituzioni superiori americane. Ha apprezzato l'articolo di Papini sulla "Rivista di psicologia" ed è contento che traduca la sua "Volontà di credere". Il "cenacolo italiano di pragmatisti" di Ferrari gli sembra meraviglioso.
27) Cambridge, 4 dicembre 1907: parla dei rapporti con la Società editrice e della ristampa dei "Principi". Concede a Ferrari piena libertà di tagliare, correggere ecc., ma non ha tempo di rivedere il libro. Dice di dover pagare l'abbonamento alla rivista di Ferrari. Commenta l'attività dei medium e le loro intuizioni. Annuncia di aver rinunciato all'insegnamento e finalmente può condurre una vita più tranquilla. Soffre però di arteriosclerosi. Dice di non avere più notizie di Papini e di aver appreso con dispiacere della chiusura del "Leonardo". Spera che Ferrari abbia ricevuto il suo libriccino "Pragmatism". Lettera incompleta, manca il secondo foglio.
28) Rye (Inghilterra), Lamb House, 30 settembre 1908: gli inoltra una lettera che gli è stata rimandata dall'America e chiede consiglio a Ferrari circa la capacità di traduzione del sig. Levi, intenzionato a tradurre il "Pragmatismo".
29) R.M.S. "Saxonia" Off. Queenstown, 7 ottobre 1908: lo ringrazia per le due belle lettere ricevute a Londra e si scusa per essersi dimenticato di spedirgli la risposta nella nuova residenza presso il Manicomio di Imola. Gli chiede di confermare al signor Levi che autorizzerà la sua traduzione del "Pragmatismo". Si domanda quando comincerà a ricevere un compenso dagli editori italiani, visto il successo delle sue opere. Gli segnala il nuovo libro di [Clifford Wittingham] Beers, che il dottor Page, direttore di un manicomio nel Massachusetts, fa leggere a tutti i suoi assistenti. Gli promette che gli invierà le conferenze che ha tenuto a Oxford in maggio, di prossima pubblicazione.
30) Cambridge, 12 novembre 1908: comunica di aver ricevuto una lettera dalla Società editrice che gli annunciava la spedizione della nuova edizione della "Psicologia" e si congratula con Ferrari. Parla dei compensi per l'autore e per il traduttore. Lettera incompleta.
31) Cambridge, 16 dicembre 1908: ancora sui diritti d'autore per le traduzioni delle sue opere. Ricorda di avergli spedito il libro di Beers e gliene chiede un parere. Annuncia che gli invierà anche uno studio di Helen Keller, che commenta. Allegata l'errata corrige dei "Varieties".
32) Cambridge, 4 giugno 1909: ha appreso dall'"Avanti!" che Vailati è morto ed è preoccupato per Papini, di cui non ha più notizie. Chiede conferme a Ferrari e si complimenta per la sua "Rivista di psicologia".
33) New York, [s.d.]: gli invia una fotografia presa a New York come augurio natalizio [la scritta si trova sul retro della fotografia stessa].