Guicciardi Giuseppe

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14 lettere e cartoline di Giuseppe Guicciardi (1859-1946), direttore dell'Istituto psichiatrico di S. Lazzaro in Reggio Emilia, a Ferrari:
1) Reggio Emilia, 20 marzo 1895: invita Ferrari a riflettere se voglia o meno tornare a Reggio Emilia dopo il periodo di lavoro a Parigi presso il Laboratorio di Binet. Nel caso in cui voglia tornare deve ottenere da Tamburini e dal Consiglio amministrativo il regolare congedo. Valuta con lui le possibilità di lavoro che gli si presentano: "menare a spasso un matto", andare per tre mesi a Varallo per dedicarsi all'idroterapia, ma soprattutto andare a Parigi da Beaunis e Binet.
2) San Maurizio, Reggio Emilia, 15 gennaio 1896: dice di essere rimasto colpito dall'annuncio della "grandissima sventura" che ha colpito a Ferrari mentre si trova lontano [la morte del padre] e di non avergli scritto in quanto "i dolori della famiglia sono dolori sacri, intimi, che vogliono solo il silenzio". Riferisce che il professor Tamburini gli consiglia di rimanere a Parigi per terminare il lavoro con Binet e di attendere la risposta circa l'assegnazione del sussidio; è inoltre intenzionato ad affidargli "di fatto" le mansioni di segretario della "Rivista sperimentale di freniatria", per le quali riceverà un compenso e di fargli avere intanto "qualche cosa" per le attuali occupazioni di segretario della rivista. Salutandolo gli invia uno specchietto dei conti e allega una lettera di Lidia, che gli è stata affidata alcuni giorni prima [la lettera non è presente].
3) [Fiumalbo], 29 agosto 1897: racconta i dettagli di un'escursione in bicicletta da Castellarano a Fiumalbo e lo prega di informare anche i colleghi, in particolare Vassale. Gli chiede inoltre notizie di "un certo Amidei di qui, malato sotto Petrazzani".
4) Fiumalbo, 3 settembre 1897: informa che partirà per Reggio Emilia lunedì 6 settembre e spera che ci sarà qualcuno ad aspettarlo martedì. Inoltra nel salutarlo una domanda di Virginia: "e l'Adriatico?".
5) Reggio Emilia, 29 dicembre 1902: augura a Ferrari buon anno e aspetta una sua lettera con maggiori notizie sul soggiorno parigino. Lo ringrazia per le notizie prospettiche relative alla "mancanza temporanea" del campanile di San Marco e gli invia un biglietto di presentazione di Bartoli per un suo amico. Gli chiede se conosce Spugni e gli propone di incontrarlo a Parigi. Comunica che Stern ha ottenuto una breve licenza ed è partito per Genova.
6) Reggio Emilia, 22 maggio 1903: avendo saputo da Tamburini della crisi di Bertalia e rispondendo alla richiesta di un consiglio da parte di Ferrari, lo esorta a non accettare l'incarico di vicedirettore di Udine, in quanto "il futuro manicomietto sia pure modello e esemplare è sempre isolato e lontano" il suo ruolo sarebbe secondario. Altra cosa sarebbe invece diventare direttore. Ma il direttore purtroppo sarà un giovane molto meno valido di lui. Pur non volendo giudicare Antonini, pensa che lavorare in un posto tranquillo a fianco di un eccellente direttore potrebbe essere positivo per altri, ma dopo tutti gli sforzi e le esperienze accumulate da Ferrari, perchè "ritirarsi in un eremo ad aspettare […] che il vento soffi dalla tua parte?". Meglio affrontare "la battaglia quotidiana di Venezia". Il posto a Voghera andrebbe a meraviglia, perché sarebbe meglio essere direttore in una piccola realtà, che avere un ruolo minore in una realtà più ampia. Chiede poi ulteriori informazioni sul concorso di Voghera, sulla posizione di Ferrari a Venezia e su quanto succede a Bertalia, per avere un quadro più chiaro sulla sua situazione.
7) Reggio Emilia, 27 agosto 1903: dice di essere stato molto impegnato con il lavoro e spera di rivederlo presto visto che è di nuovo vicino. Annuncia che sabato partirà per Venezia con Maria e passerà da Bologna, dove spera ti poterlo incontrare, insieme a Giovanni e Lidia che si recano con Zappolino in campagna da Carolina Mattia.
8) San Lazzaro, Reggio Emilia, 1° maggio 1907: gli invia i prezzi dello "Psychological Bulletin" e della "Psychological Review" che aveva richiesto, insieme all'indicazione bibliografica del lavoro di Besta "Due idioti microcefali", in cui compaiono i test dello stesso Guicciardi. 
9) Reggio Emilia, 14 novembre 1907: gli invia la quietanza della somma spedita per la paziente S., che è ancora agitata. Promette che cercherà le dispense, ormai rarissime, la cui ristampa avviene di solito al principio del corso, in dicembre.
10) San Maurizio, Reggio Emilia, 28 febbraio 1908: scrive che Brugia, direttore del Manicomio di Bologna, voleva invitare Ferrari al convegno al Bertalia, ma che non l'ha incontrato in Deputazione provinciale. Da parte sua non vuole imbrogli, firmerà la relazione sulla paziente solo se corrisponderà alla sua opinione, non si lascerà influenzare nè dal marito nè dalla madre. Vista la situazione della donna, pensa che non convenga spostarla da casa. E' convinto che Bertalia presenti alcuni difetti: la vicinanza alle strade pubbliche, l'alloggio al primo piano, l'ormai mancante sorveglianza diretta e continua del medico e le difficoltà linguistiche dovute alla presenza dell'olandese.
11) Reggio Emilia, 14 dicembre 1910: confessa che il caso di Ferrari che non è di facile soluzione. Per ricoverare infatti un alienato criminale pericoloso che non compete al Manicomio di Reggio Emilia per provenienza, occorrerebbe inserirlo nella classe speciale che ha un costo giornaliero di 4 lire. La "Sezione Lombroso" appena aperta per i pericolosi è già piena, perché a Reggio Emilia si accolgono gli alienati criminali di due province e si offre una dimora temporanea ai prosciolti del locale Manicomio giudiziario, in attesa che le province preparino il trasferimento nei rispettivi manicomi. Spiega che vi sono pazienti che li hanno minacciati di morte, altri che sono fuggiti e li hanno costretti ad allertare la Questura, altri che hanno organizzato rivolte e complotti, allarmando e ferendo il personale. Lamenta il fatto che a causa della manipolazione della legge i "manicomi romantici d'un tempo" sono diventati "delle vere bolge dantesche". Conclude dunque che non può aiutarlo, anche se ne è desolato.
12) San Maurizio, Reggio Emilia, 26 aprile 1927: comunica di aver fatto spedire a Gemelli i due lavori di Ellero del 1882, in modo che li faccia copiare e glieli rispedisca. Dice che alla "Rivista sperimentale di freniatria" non sono ancora pervenuti i volumi dell'opera omnia di Ellero per recensione. Parla poi delle udienze della causa Antolini e conferma di aver comunicato al giudice e agli avvocati che, se desiderano convocare Ferrari, sarà disponibile solo nella prima metà di maggio.
13) [s.l., s.d.]: manda i saluti a Ferrari e famiglia [lettera incompleta].
14) [s.l., s.d.]: si rammarica di non avere più Ferrari vicino e si augura che riesca prima o poi a rientrare a Reggio Emilia per riprendere l'antica vita. Attende notizie sul caso nuovissimo di Amaldi, "il quale, per seguitare la sua cronaca, è così acceso attualmente che ha avuto anche il concorso della zia Carlotta". Racconta poi della felicità di Petrazzani, che ha avuto una figlia, Bianca; riporta parte del contenuto di una lettera di De Sarlo da Benevento in cui scrive di volersi mettere in regola con lo stato civile, non intendendo più rimanere in una situazione ambigua. Esorta anche Ferrari a pensarci [lettera incompleta].

NOTE
Carta intestata: "Frenocomio / di / Reggio Emilia", "Frenocomio / di / Reggio Emilia / Direzione medica" e "Frenocomio di S. Lazzaro / presso / Reggio Emilia".

Estremi cronologici

20 Marzo 1895 – 26 Aprile 1927

Consistenza

14 carte

Collocazione fascicolo

b. 9, fasc. 20
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