Franceschini Maria in Manfredi De Blasiis

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20 lettere e cartoline della baronessa Maria Franceschini, moglie del barone Giuseppe Manfredi De Blasiis, a Ferrari:
1) [Roma, 16 gennaio 1919]: lo ringrazia per il libriccino che le servirà tantissimo. Cartolina illustrata con un disegno di Amos Scorzon e la scritta "Dite ai vostri soldati che oggi soltanto ci sentiamo ciechi. Dite che vi è qualche cosa di peggio del morire: il non poter rivendicare i propri sacrifici. Dite che attendiamo dal loro valore l'unica luce che ormai può abbellire la nostra esistenza: la gioia di sapere nuovamente nostro l'ultimo lembo di cielo che ci sorrise. Gli ufficiali ed i soldati ciechi di Villa Aldobrandini al Generalissimo".
2) [Padova, 30 luglio 1921]: lo ringrazia per la lettera e confessa il sollievo nel sentire che Phily non ha più tosse, anche perché deve prenotare per lui la camera a Cattolica e il giovane deve riprendere a studiare. Gli chiede qualche consiglio e lo prega di non parlare della somma che gli ha mandato. Comunica di aver chiesto l'indirizzo della signora Ortalli al signor Terni.
3) Vittorio Veneto, 24 agosto 1921: chiede a Ferrari se può posticipare la partenza per poter passare a prendere Rita a Cortina; comunica che Phily ha mandato una lettera molto commovente al padre per poter rimanere a Cattolica fino al 10 settembre, ma loro si rimettono al giudizio di Ferrari. Dice che la suocera ha avuto una colica e che anche Peppino "si trova in un mare di guai". È preoccupata per i pettegolezzi della gente e anche per ha rifiutato di far viaggiare il figlio Phily in terza classe come le era stato chiesto.
4) [s.l.], 28 agosto 1921: aspetta Ferrari per domenica insieme a Phily e gli chiede l'ora del loro arrivo a Conegliano. Gli annuncia una gita a Cansiglio e a Cortina, dove li accompagnerà anche Eugenio Franceschini. Affida il figlio a Ferrari e spera che si sia rimesso.
5) [s.l.], 23 settembre 1922: racconta a Ferrari la scena esilarante dell'arrivo di Tonino (suo fratello Antonio Franceschini) carico di valigie, pacchi, bastoni ed ombrelli e comunica che il professor Coletti gli ha già inciso l'altra ghiandola, che sembra guarire più in fretta della prima. Dice che Tonino vorrebbe andare a Trieste, Milano, Genova e Roma. Spera che "il presidente" (Ferrari) però lo convinca a non impuntarsi sull'origine geografica della donna di servizio che stanno cercando. Ricorda a Ferrari che bisogna risolvere anche la questione della signora Nerina, che Tonino non sopporta più. Si dice dispiaciuta per non aver visto la famosa casa di cura, gli manda i saluti di Eugenia e assicura che gli invierà al più presto la somma che gli deve. In calce alla lettera sono presenti appunti di Ferrari.
6) Vittorio [Veneto], 1° agosto 1925: gli invia la somma che gli doveva e gli descrive l'agitazione famigliare per la decisione di Giacomo, spaventato dalla traduzione latina e dalla matematica della terza Ginnasio. Gli dà notizie sulla salute di Phily e si dice preoccupata perché continua a fumare pur avendo problemi laringofaringei e si comporta da incosciente. Spera che Ferrari lo "catechizzi un poco" e gli confessa di non poterne più dei propri guai; gli chiede quindi di rivolgersi a Peppino se vi sono lettere da scrivere.
7) [s.l.], 20 agosto 1925: dice di aver parlato con Peppino e di essere anche lei preoccupata per le dichiarazioni di Tonino, che vuole affittare l'appartamento di Roma e non chiama più "fidanzata" ma "moglie" la bella Tina, con la quale vuole recarsi nei luoghi di cura, in particolare a Casciana, dove invece non è opportuno che vada perché ci sarà anche lo zio. Chiede a Ferrari di farlo ragionare e di dire a Tina che le 5000 lire che ora gli mandano saranno le ultime. È dispiaciuta che Nora non vada a Vittorio Veneto e confessa che a Roma non avranno più posto, ora che anche Phily vi frequenterà l'Università. Spera che Ferrari passi presto a trovarli e chiede notizie della signora Ortalli e della coppia Cusani Visconti. Gli manda una caricatura ricevuta da Cattolica.
8) Roma, 1° aprile 1926: confessa di non avere quasi più il coraggio di scrivergli; lo ringrazia per il taccuino ma rifiuta il mobile, troppo caro per le sue finanze. Dà notizie di Tonino e dice di non capire tutte le cure che gli prescrivono. Spera che Ferrari abbia vinto il premio delle 20.000 lire. Commenta il suicidio del truffatore Guidotti(?) e ritiene che il matrimonio tra Tonino e Tina debba essere rimandato in attesa di sapere se sia un suo parente. Chiede notizie della famiglia di Ferrari e ne dà dei propri figli Phily e Giacomo.
9) [s.l.], 18 maggio 1926: si scusa per il ritardo e gli invia la somma dovuta; gli chiede a sua volta di farle avere la somma investita nel Prestito nazionale consolidato, che intende liquidare. Dice che Tonino vuole andare a Viareggio "con il suo tesoro" e intende accontentarlo. Chiede come mai Nora non le abbia scritto dell'intervista con la signorina Sigismondi. Parla della salute di Tonino e del suo desiderio di sposarsi.
10) [s.l., maggio-giugno 1926]: si lamenta di non riuscire a decifrare la calligrafia di Ferrari e parla delle somme da sborsare per il soggiorno di Tonino a Viareggio. Gli chiede di passare da Genova e di osservare bene l'appartamento, per proporlo eventualmente alla presidente delle Dame Cattoliche. Confessa di essere in pena per gli esami di Giacomo e annuncia che partirà per Parigi.
11) [Parigi], 4 luglio 1926: manda i propri saluti alla famiglia Ferrari e avvisa che sarà di ritorno a Venezia quando lui partirà per la crociera. Gli dà notizie del viaggio a Parigi e gli fa gli auguri per la pubblicazione. Cartolina illustrata di "Paris. Place de la Concorde. Les Fontaines et l'Obélisque".
12) Roma, 23 maggio 1927: nel caso Ferrari fosse assente dall'eventuale riunione, avvisa di avergli fatto spedire dall'avvocato la minuta per la procura, che gli raccomanda di rispedire a lei al più presto. Comunica che Phily è a Fossalta da solo, sta bene e studia. Pensa che si potrebbe far fare la carta d'identità a Tonino senza mandarlo a Bologna, facendolo firmare a Roma. Invidia Ferrari, che si trova a Parigi.
13) [s.l.], 4 marzo 1928: è molto preoccupata per la salute di Peppino, al quale hanno fatto diversi esami senza trovare la causa della sua malattia. Dice che è anche angosciato e ossessionato da Porro e dai Ruccino e chiede a Ferrari di intercedere per lui e di andare a Roma a visitarlo.
14) [s.l., fine 1929 primi 1930]: lo ringrazia per la sua partecipazione alla loro sventura e della lettera che ha inviato a Giacomino. Parla del suo dolore per la morte di Peppino. Si meraviglia però che sia stata fissata una data per il consiglio di famiglia senza interpellarla e non crede di poter andare a Bologna domenica 9. Chiede delucidazioni sulle procedure e vuole sapere se le dimissioni dei De Sangro sono state accolte. Si lamenta per la scarsa chiarezza nei conti e nomina Zucconi, Porro, D'Angelantonio, Agosti e Annibaldi. Chiede che il pretore si assuma la responsabilità della contabilità al posto suo. Avvisa che arriverà a Ferrari la diffida per D'Angelantonio.
15) [s.l., fine 1929 primi 1930]: dice di aver promesso da molto tempo a Tonino di ottenere per lui dal presidente di andare a teatro e che il permesso è arrivato il giorno 20. Parla del proprio lutto per la morte di Peppino e dei problemi riguardanti il consiglio di famiglia per la tutela, i pessimi rapporti con i De Sangro e il comportamento degli avvocati. Si dice "satura e nauseata" e non si sente bene. Sarebbe felice se Nora andasse a dormire con lei in albergo. Riferisce che il marito della signora Ortalli ha un cancro ed è ricoverato nella Casa di cura del professor Palumbo a Firenze. Chiede a Ferrari di fare in modo che il consiglio di famiglia prenda una decisione definitiva, perché non ha la forza di andare avanti così. Dice di non aver ricevuto alcuna lettera dall'avvocato Zucconi e riferisce che Phily si è ferito tirando di scherma. Spera che Ferrari rimanga tutore come in passato, lasciando a lei il ruolo di protutrice sotto la sua guida.
16) [s.l., fine 1929 primi 1930]: ripete a Ferrari che riguardo a Tonino gli lascia carta bianca e che sarebbe contentissima se lo chiamasse a Bologna, ma solo quando Ferrari ci sarà, altrimenti non si fiderebbe a lasciarlo in balia di se stesso. Gli assicura che le lettere del presidente sono tutte in mano sua e gli chiede, a nome di Giuseppina Agosti, con chi staranno i matti quando la famiglia Ferrari si assenterà.
17) [s.l.], 22 gennaio 1930: implora Ferrari di essere presente al consiglio di famiglia e gli chiede di informarsi presso Zucconi sulla tenuta dei Ruccino. Avvisa che l'ex onorevole Maiolo ha chiesto al Tribunale una copia del testamento e si domanda la ragione. Comunica che Phily è a Milano dal 17 mattina.
18) [s.l.], 5 aprile 1930: comunica che appena ricevuto l'espresso di Ferrari si è recata al Viminale a parlare con il comm. Luciani, il quale le ha assicurato che la lettera d'invito non esiste e ha anche chiamato S.E. Fornaciari, che si è dimostrato contrario ed ha influenzato Arpinati. Dice inoltre di non aver trovato, nella lettera di Ferrari, l'annunciata lettera acclusa. Fornaciari è convinto che l'affare non dipenda dal Ministero dell'interno ma da quello dell'istruzione e anche se poco fiducioso, ha promesso che si occuperà della cosa. Confessa che rientrando al Viminale ha ripensato ai tempi in cui non faceva "antisala".
19) [Firenze, 14 aprile 1930]: meravigliata che non abbia ricevuto la delega, promette che se ne occuperà subito. Gli augura buon viaggio e gli dà l'indirizzo di Phily in caserma, dove potrà forse visitarlo all'ora del rancio.
20) Roma, 30 dicembre 1930: annuncia di aver accolto malissimo Phily e consiglia a Ferrari l'avvocato Luigi Frezziero di Venezia per risolvere al più presto la questione. Ringrazia per i doni e augura buone feste a tutta la sua famiglia. Comunica che Carla forse ritornerà a Vittorio Veneto con Phily, per proseguire poi verso Cortina. Cartolina illustrata di "Roma. Piazza del Popolo".

NOTE:
La carta da lettere del 1930 è listata a lutto.

Estremi cronologici

16 Gennaio 1919 – 30 Dicembre 1930

Consistenza

24 carte

Collocazione fascicolo

b. 8, fasc. 14
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