Vai all’inventario
1) [s.l.], 5 ottobre 1899: si dichiara "confusa dello sfolgorante dono" e spera che in serata Ferrari si rechi da lei a provare il suo liquore.
2) [s.l.], [s.d., 1898-1901]: ringrazia per il tappetino e pensa che con Emilia potrà nascere un'amicizia. Dice di trovarsi a letto per una crisi di emicrania.
3) [s.l.], 28 dicembre 1906: convinta che Ferrari sia un amico sincero e un bravo scienziato, lo prega di aiutare suo marito Peppino [Giuseppe Guicciardi] il quale, dopo la nomina della Commissione composta da Golgi, Tanzi e Tonnini, è irriconoscibile e prossimo alla “disfatta”. Preoccupata anche per la sua salute, propone a Ferrari di incontrare personalmente il marito per dargli consigli; chiede se vi sia una donna che abbia "una grande influenza" su Tonnini.
4) [s.l.], 4 agosto 1907: racconta della partecipazione affettuosa e collettiva al suo lutto, che considera un segno della "sete di giustizia e di onestà" in risposta ad "un atto di rivolta contro i raggiri camorristici". Ringrazia Ferrari e la moglie per "aver scelto il buon amico a preferenza del parente" sostenendo apertamente la propria opinione.
5) [s.l.], [s.d.]: confessa che sente la sua mancanza, anche perché non ha più notizie di Emilia e del piccolo Carlo Alberto. Dice che si stanno riprendendo solo ora dalla perdita della povera Ruini(?), i cui genitori sono inconsolabili, ma che ha ricevuto tantissime manifestazioni d'affetto al funerale. Dice che Peppino le ha letto in parte la sua lettera pittoresca. Invia i saluti di Maria, Giovanni, Lidia, di madame Perpignani, della madre e della Campi e saluta a sua volta il cognato e la sorella.
6) [s.l.], [s.d.]: gli invia il cugino della malata Irene Sabatini che cerca Peppino. Dice di aver ricevuto una lettera da Paola Lombroso e avvisa che i bimbi e Adelaide stanno andando dalle Ponti per i ritratti.
7) [s.l.], 24 maggio 1923: spiega di aver provato a prendere il tram per andare a trovare Ferrari e la moglie Emilia Giordani. Racconta di aver rinunciato per senso del dovere e di essere intenta ad aiutare “quella disgraziata di Lena” che dovrà abbandonare la pensione in cui alloggia.
NOTE
La carta della lettera del 4 agosto 1907 è listata a lutto.
Contenuto
7 lettere e biglietti di Virginia Fiastri (1864-1946), moglie dello psichiatra Giuseppe Guicciardi, direttore del Manicomio di Reggio Emilia, a Ferrari:1) [s.l.], 5 ottobre 1899: si dichiara "confusa dello sfolgorante dono" e spera che in serata Ferrari si rechi da lei a provare il suo liquore.
2) [s.l.], [s.d., 1898-1901]: ringrazia per il tappetino e pensa che con Emilia potrà nascere un'amicizia. Dice di trovarsi a letto per una crisi di emicrania.
3) [s.l.], 28 dicembre 1906: convinta che Ferrari sia un amico sincero e un bravo scienziato, lo prega di aiutare suo marito Peppino [Giuseppe Guicciardi] il quale, dopo la nomina della Commissione composta da Golgi, Tanzi e Tonnini, è irriconoscibile e prossimo alla “disfatta”. Preoccupata anche per la sua salute, propone a Ferrari di incontrare personalmente il marito per dargli consigli; chiede se vi sia una donna che abbia "una grande influenza" su Tonnini.
4) [s.l.], 4 agosto 1907: racconta della partecipazione affettuosa e collettiva al suo lutto, che considera un segno della "sete di giustizia e di onestà" in risposta ad "un atto di rivolta contro i raggiri camorristici". Ringrazia Ferrari e la moglie per "aver scelto il buon amico a preferenza del parente" sostenendo apertamente la propria opinione.
5) [s.l.], [s.d.]: confessa che sente la sua mancanza, anche perché non ha più notizie di Emilia e del piccolo Carlo Alberto. Dice che si stanno riprendendo solo ora dalla perdita della povera Ruini(?), i cui genitori sono inconsolabili, ma che ha ricevuto tantissime manifestazioni d'affetto al funerale. Dice che Peppino le ha letto in parte la sua lettera pittoresca. Invia i saluti di Maria, Giovanni, Lidia, di madame Perpignani, della madre e della Campi e saluta a sua volta il cognato e la sorella.
6) [s.l.], [s.d.]: gli invia il cugino della malata Irene Sabatini che cerca Peppino. Dice di aver ricevuto una lettera da Paola Lombroso e avvisa che i bimbi e Adelaide stanno andando dalle Ponti per i ritratti.
7) [s.l.], 24 maggio 1923: spiega di aver provato a prendere il tram per andare a trovare Ferrari e la moglie Emilia Giordani. Racconta di aver rinunciato per senso del dovere e di essere intenta ad aiutare “quella disgraziata di Lena” che dovrà abbandonare la pensione in cui alloggia.
NOTE
La carta della lettera del 4 agosto 1907 è listata a lutto.