16 lettere e cartoline in francese di Alfred Binet (1857-1911), psicologo e direttore del Laboratorio di psicologia fisiologica della Sorbona di Parigi, a Ferrari:
1) [s.l.], 4 ottobre 1896: avvisa di aver appena ricevuto i suoi interessanti tracciati e gli sembra che l’accentuazione del dicrotismo in tutte le tre pulsazioni corrisponda all’inizio dell’inspirazione. È convinto che si tratti di un fenomeno generale del cervello e dice di averlo visto su un buon numero di tracciati, anche se ne ignora la causa. Parla poi dell’influenza del pasto sui risultati e gli chiede di mandargli il tracciato radiale. Dice di non comprendere la modificazione del tracciato cerebrale che gli ha segnalato e nota invece sui tracciati “l’effetto molto curioso dell’inspirazione sul polso cerebrale e capillare”, che ha già visto con [Paul] Sollier. Nota in particolare “che il polso capillare della mano presenta un fenomeno analogo”. Gli rinvia i tracciati, perché gli saranno molto utili per il lavoro.
2) Meudon, 9 rue du Départ, 5 ottobre 1896: lo ringrazia per l’analisi che ha cominciato dell’”Année psychologique”. Si dice molto sensibile al rimprovero che Ferrari e Morselli gli hanno rivolto, di non tener sufficientemente conto dei lavori di psicologia italiani. Crede che abbiano ragione, ma ha qualche difficoltà a procurarsi le pubblicazioni e spera quindi che gli psicologi italiani comincino a indirizzargli i loro scritti. Specifica tuttavia che non intende recensire, come fanno altre riviste, tutto ciò che riceve gratuitamente, poiché questa abitudine lo obbligherebbe a render conto anche di cattive opere, magari trascurandone di eccellenti. Pensa infatti che un direttore di rivista debba soltanto “analizzare tutto ciò che gli sembra aggiungere qualcosa alla scienza”. Attende notizie degli esperimenti di Ferrari sul polso cerebrale.
3) Meudon, 9 rue du Départ, 30 ottobre 1896: risponde a Ferrari che i tracciati che gli ha mandato risultano “molto netti e di una bellissima ampiezza”, mentre il livello è forse un po’ troppo rettilineo, quindi bisognerebbe controllare se c’è “un errore dovuto all’insensibilità degli apparecchi o a una fuga”. Consiglia di far inclinare la testa della malata dalla parte della ferita, per avere una congestione passiva e capire se gli apparecchi registrano i cambiamenti di volume. Commenta poi e gli dà consigli in merito al cambiamento di forma ogni tre pulsazioni e gli suggerisce di prendere il polso alle 11 del mattino e all’una di pomeriggio per verificare l’influenza del pasto.
4) Meudon, 9 rue du Départ, 6 dicembre 1896: dice di non capire assolutamente il suo progetto di tamburo e pensa che sia molto difficile averne uno regolabile completamente stagno. È infatti necessario regolare la tensione della membrana senza toccare il punto di attacco, quindi è meglio avere un tamburo “come quelli di cui tutti si servono” e regolarlo dall’esterno. Conferma di conoscere le ondulazioni vasomotorie prodotte dalla bicicletta, frequenti dopo una marcia o dopo una corsa e nelle emozioni. Pensa che sarà comunque interessante pubblicare il suo tracciato. Si dice poi convinto che le curve di Ruffini siano di origine respiratoria e ritiene che se le pulsazioni non si iscrivono su tali curve sia a causa di un’inerzia nell’apparecchio. Gli ricorda l’esperimento effettuato in laboratorio, quando hanno soppresso le pulsazioni di una curva cardiografica usando un foro capillare per avere dell’inerzia. Lo invita infine a cominciare gli esperimenti e a scrivergli i risultati, offrendosi di dargli man mano tutti i consigli che potrà. Manda i suoi saluti a Tamburini e si offre di inviare a Ferrari direttamente l’”Année” per farglielo avere più velocemente.
5) Meudon, 9, rue du Départ, 1° gennaio 1898: si congratula con lui per la sua attività e propone a Tamburini, come per l’”Année”, uno scambio di pubblicità per l’”Intermédiaire” e dice di aver già fatto la segnalazione nel numero del 5 gennaio: conta su Ferrari perché faccia altrettanto nel prossimo fascicolo della “Rivista”. Dice di aver ricevuto da Vaschide la domanda sull’ergografo delle donne e di averla inserita, ma spera che Ferrari abbia “ben altro in serbo” per la pubblicazione. Racconta di aver visto qualche giorno prima Otto Lund, che si è lamentato della lentezza delle lettere assicurate provenienti da Reggio Emilia. Augura a Ferrari “un brillante avvenire di psicologo” e un buon anno anche a Tamburini.
6) [Meudon, 12 marzo 1898]: gli comunica che termina l’anno, motivo per cui non gli ha scritto. Dice che il suo articolo è molto buono e lo ha molto interessato. Gli chiede di correggere un piccolo errore tipografico relativo al dinamometro.
7) [Meudon, 30 marzo 1898]: gli comunica che Collin, a cui ha chiesto il prezzo dell’ergografo a molla, gli ha risposto che costa 400 franchi, con uno sconto del 10% per i laboratori, un prezzo un po’ alto. Dice di essere in attesa della brochure sul laboratorio di Ferrari e di essere felice del fatto che lavori molto. Per quanto riguarda il trattato di psicologia, vorrebbe “fare piuttosto un trattato di psicologia individuale, sarebbe più utile e più nuovo”. Saluta Tamburini, il quale non gli ha mandato ancora nulla per l’”Intermédiaire”.
8) Meudon, 9 rue du Départ, 2 aprile 1898: gli chiede di fargli avere, per un libro che sta scrivendo, “una buona collezione di figure delle stigmate fisiche”. Gli consiglia eventualmente di rivolgersi al collega Giuffredi, che ha pubblicato un lavoro in merito. Comunica inoltre che sta facendo costruire da Otto Lund un piccolo apparecchio per l’abilità motoria e glielo raccomanda, essendo a buon mercato. Ritiene molto interessante la questione che Ferrari ha inviato all’”Intermédiaire” e gli suggerisce di studiarla bene sperimentalmente, inviando un articolo di 5 o 6 pagine.
9) [Parigi, 14 aprile 1898]: gli chiede l’articolo su Dalton, con le figure, per pubblicarlo il più presto possibile. Lo ringrazia per le informazioni sulle stigmate e gli comunica che l’equilibrometro sarà terminato sabato.
10) [Parigi, 20 aprile 1898]: ammette che non aveva capito e gli chiede di inviargli al più presto il cliché sul lettore di pensiero (il tracciato) con 5 pagine circa di testo stampato. Promette di pubblicarlo sull’”Intermédiaire” del 20 maggio. Giudica il suo articolo molto interessante.
11) [Parigi], 28 aprile 1899: conferma di aver ricevuto da tempo la sua richiesta di una fotografia per il laboratorio, ma dice di non avere vecchie fotografie e di essere troppo brutto per farne di nuove. Gli chiede notizie suo lavoro, del laboratorio e immagina che il matrimonio gli abbia fatto dimenticare la psicologia. Pensa tuttavia che Ferrari non sia “affatto del parere di Ebbinghaus il quale pretende che un uomo sposato non possa più fare psicologia”. Parla poi del polso capillare, comunicandogli che Pachon “è arrivato, sembra, a delle conclusioni molto interessanti”. Gli augura di poter “studiare presto la psicologia del piccolo bebè”.
12) Meudon, 24 aprile 1901: gli manda gli auguri di felicità e spera che nel “paese del sole e dell’amore che è l’Italia, la luna di miele duri più a lungo che in Francia”.
13) Meudon, 9 rue du Départ, [6 marzo 1903]: volendo citare un lavoro di Ferrari sulla percezione del tempo, gli chiede dove è stato pubblicato e qual è il titolo esatto.
14) [Meudon, aprile 1905]: lo invita, se non riceve puntualmente il “Bulletin”, a richiederlo al tesoriere Fejart. Dice di pensare molto all’articolo promesso, di cui ha il soggetto e tutti i documenti, ma è in vacanza ed essendo un po’ stanco intende riposarsi.
15) [Meudon, 24 marzo 1906]: si dice molto colpito dall’insistenza con cui gli chiede un articolo, ma al momento non può accontentarlo perché è influenzato e deve terminare il lavoro dell’”Année”. Gli chiede dunque ancora una piccola proroga.
16) Parigi, 204 avenue du Maine, [5 novembre 1909]: lo ringrazia per la lettera e gli invia il suo ultimo libro di pedagogia, chiedendogli un parere in merito. Per quanto riguarda lo scambio di pubblicità, non chiede di meglio, anche se ciò non avverrà prima del maggio 1910. Anche a lui farebbe molto piacere discutere con Ferrari di psichiatria e gli comunica che sta preparando con [Théodore] Simon, per l’”Année”, un compendio sull’alienazione mentale, considerandolo ciò che ha fatto di meglio.
NOTE
E’ presente anche un biglietto da visita di Binet. Le date delle cartoline sono ricavate dai timbri postali. La carta da lettere è intestata, dal 1899, “Laboratoire / de / psychologie physiologique / de la Sorbonne / Direction”.