1898 novembre-dicembre

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19 lettere e cartoline di Emilia Giordani a Ferrari:
1) Dresda 1° novembre 1898: spiega che la sua gita a Berlino è stata rimandata poiché il marito di sua cugina, Ianelli [ufficiale dell’esercito], era stato richiamato a Pavia d’urgenza. Confessa che è ancora indecisa sulla possibilità di avere dei figli e si chiede se “sia un bene o un male dare la vita”. Riguardo all’intenzione di Ferrari di voler mantener segreto il loro fidanzamento, cita Alessandro Manzoni e i “Promessi sposi”, in cui è scritto che “un segreto non può più restare nascosto quando tre persone ne sono a parte”. Chiede chiarimenti riguardo al compenso per la traduzione del testo James [“I principi di psicologia” di William James] non capendo più se si tratta di 2000 o di 1500 lire.
2) Dresda, 4 novembre 1898: rattristata dal suo silenzio (non ha infatti ricevuto una cartolina di Ferrari) racconta di essere in partenza per Berlino, di essere molto agitata e di essere delusa del comportamento di Maria Carmi. Comunica il suo nuovo indirizzo nella speranza di trovare presto lavoro e di potersi fermare.
3) Berlino, 6 novembre 1898: appena arrivata a Berlino, spiega di avere già dei contatti per il lavoro ma che tutto dipende dalla sorte. Dichiara di apprezzare maggiormente questa città e di aver voglia di viverci per qualche tempo pur rimanendo in contatto con Dresda dove potrebbe continuare a fare qualche lezione.
4) Berlino, 9 novembre 1898: confessa di pensarlo sempre e di aver voglia di vederlo nonostante la decisione di rimanere in Germania per tutto l’inverno.
5) Berlino, 11 novembre 1898: descrive i bei momenti passati con il piccolo Mario, figlio della cugina con la quale vive, e si dice preoccupata per il tanto lavoro che Ferrari dovrà affrontare vista anche la traduzione che ha accettato [“I Principi di psicologia” di William James] ma si rende conto che il ricavato sarà utile per comprare casa: “I Ianelli che hanno una camera da letto, uno studio, un salotto sala da pranzo, una piccola cucina e la camera della donna hanno speso 2318 M[archi] compresa la biancheria da letto e da tavola, i tappeti le tende per 5 finestre, soprammobili ecc.”. Sottolinea che in Italia avrebbero speso 2500 lire.
6) Dresda, 15 novembre 1898: di ritorno da Berlino gli racconta che “l’età e forse il pensiero della famiglia” hanno cambiato il carattere di sua cugina. Confessa di aver sentito molto la mancanza di quegli affetti ”che forse s’indeboliranno quando avrò anch’io una famiglia”. Spiega di aver incontrato più volte la Lisetta Padovani e di aver parlato molto con lei. Notifica con piacere che venerdì [17 novembre] incontrerà il Dr. Pierson e gli chiede che cosa fare in caso che la scelgano. Ammette di essere estremamente colpita da “l’indelicatezza” di Tamburini: “[…] quel tuo Tamburini mi ha fatto venire una gran rabbia […]. Che idea che tu debba aspettare a pubblicare quel lavoro sul Genio!”.
7) Berlino, 17 novembre 1898: chiede consiglio relativamente alle foto che le hanno scattato e spera di ricevere, anche attraverso Ferrari, notizie da Maria Carmi. Porge i suoi saluti alla signora Guicciardi e al fratello di Ferrari [Ettore].
8) Dresda, 22 novembre 1898: lo redarguisce per aver definito “scemi” i Röhrig in una cartolina che poteva essere letta da altri e ammette di essere contenta a Dresda. Pur senza rinnegare l’esperienza di Berlino, spiega a Dresda si trova meglio e il lavoro procede bene. Notifica di aver fatto qualche ora di lezione anche a casa Pierson e che “il sig. Pierson e la figlia conoscono già un po’ di italiano, la signora ed un’altra signorina, una damigella di compagnia di alcune ammalate, non ne sanno nulla e speravano di poter studiare insieme, ma ieri abbiamo visto essere impossibile; la signora Pierson ha poco tempo e poca voglia di studiare, l’altra ci si è messa con un calore… veramente tedesco”.
9) Dresda, 26 novembre 1898: si scusa per non aver scritto in precedenza a causa di un “torcicollo” che l’aveva costretta in poltrona tutto il giorno. Espone le difficoltà incontrate nelle ore di lezione con il signor Röhrig ed esprime il suo dispiacere per il fatto che, considerando la loro condizione economica, non potranno sposarsi a breve. Chiede a Ferrari se ha concluso l’articolo in cui parla dei Pierson.
10) Dresda, 30 novembre 1898: si scusa per il ritardo nella risposta ma racconta di aver passato il giorno prima a giocare con i bambini senza voler loro negare la sua presenza. Notifica di aver ricevuto una lettera di Elisa [sorella di Ferrari] e spiega di non saperlo consigliare riguardo alla conferenza che gli hanno proposto a Parma: è lui stesso che deve decidere.
11) Dresda, 2 dicembre 1898: lo ringrazia per le lettere e confessa di volergli molto bene pur non riuscendo sempre ad esprimere tutti i suoi sentimenti per iscritto. Racconta le sue lezioni con i Pierson, sottolineando che si trova bene, spiega che i Röhrig hanno venduto casa e che non sanno ancora dove andranno l’anno seguente e, dopo aver ringraziato Ferrari per gli articoli che le ha inviato, osserva “con piacere che nel Marzocco canzonano sempre molto il Prof. Sergi e che alcune sue pagine, lette all’Istituto dal Prof. Mazzoni, hanno servito di divertimento agli scolari”. Chiede informazioni sulla conferenza di Ferrari a Parma e sull’articolo che avrebbe dovuto scrivere a quattro mani con Tamburini.
12) Dresda, 8 dicembre 1898: si scusa per l’ennesima cartolina e gli spiega di essere molto contenta che lui abbia accettato la conferenza: è convinta che Lodovico lo abbia già a cuore e che tutto andrà per il meglio. Lo ringrazia per i giornali, soddisfatta della lettura del “Marzocco” e delle critiche su Ibsen, e notifica che Calderoni le ha inviato una cartolina illustrata da Torino. Lo prega di inviarle, non appena edita, una copia della “Rivista di freniatria” da inviare ai Pierson.
13) Dresda, 11 dicembre 1898: descrive i preparativi che la attendono per poter andare presso la nuova famiglia quando i Röhrig andranno in Italia. Racconta gli ultimi giorni passati con i Pierson, del rapporto della signora Pierson con i pazienti e del lavoro del marito, partito da Pirna per poi trasferirsi a Lindenhof. Chiede a Ferrari quando sarà la sua conferenza al Circolo Filologico di Parma per poter eventualmente fissare un incontro con i genitori di lei e suo cognato Lodovico.
14) Dresda, 13 dicembre 1898: confessa di non essere arrabbiata per non aver ricevuto la lettera di Ferrari che è andata persa e notifica di non aver ancora potuto comprare le cartoline illustrate per la figlia di Tamburini perché sta aiutando la signora Röhrig a preparare le valigie.
15) Dresda, 1617 dicembre 1898: racconta di essere rimasta sola in casa e di essere già molto triste e descrive gli ultimi giorni soffermandosi sulla casa dei Pierson che “è forse la più di buon gusto che io abbia veduto”. Descrive lo spasimante di Lola: “Il giovane che vorrebbe sposare la Lola è un certo Catullo Zanibelli di Casalmaggiore […] ed ha avuto anche occasione di conoscerti e ti ha trovato simpaticissimo”. Spiega a Ferrari di essere contenta per la traduzione del James [la traduzione dei “Principi di Psicologia” di William James] ma si raccomanda che non si stanchi troppo e che non si senta in dovere di compiere il lavoro per il compenso. Chiede informazioni sulla sosta di Carlo Ceni ad Halle, notifica di aver inviato le cartoline alla figlia di Tamburini e lo prega di riferire a Maria Ponti che ha uno splendido ricordo di lei e che spera di farle visita in futuro.
16) Dresda, 19 dicembre 1898: si scusa per non avergli inviato la lettera già scritta ma spiega di non aver voluto trasmettergli la sua tristezza. Racconta di essere uscita per acquisti natalizi e chiede a Ferrari che regalo desideri.
17) Dresda, 22 dicembre 1898: porgendo gli auguri di natale, spiega di non aver scritto ancora a Mario Calderoni e alla signora Romano e racconta di aver ricevuto un lunga quanto fredda lettera di Maria Carmi dopo settimane di silenzio. Comunica a Ferrari che andrà dai Pierson, i quali non hanno ricevuto la rivista e gradirebbero qualche copia contente l’articolo sulla loro casa di cura, e che andrà anche dalle signorine Lehran con le quali ha un ottimo rapporto. A tal proposito chiede a Ferrari il titolo di qualche opera che tratti delle “iettature” per parlarne con le signorine.
18) Dresda, 28 dicembre 1898: comunica a Ferrari che Lotte, la nipote dei signori Röhrig, ha contratto la difterite e chiede consigli medici. Lo ringrazia per gli articoli ma confessa il suo dispiacere per il riferimento troppo marcato di Ferrari ad un articolo “sui nuovi drammi francesi” e spiega la sua avversione per le “donne disoneste” e per Gabriele D’Annunzio che è “tanto antipatico come individuo” da toglierle la voglia di leggere il suo ultimo lavoro. Ammette di aver apprezzato le poesie del Carducci, soprattutto “Piemonte” e “La chiesa di Polenta”.
19) Dresda, [s.d.]: chiede a Ferrari se si ricordi della serata passato al Belvedere e lo informa di avergli spedito un calendario. Cartolina illustrata di: “Kgl. Belvedere. Dresden, den / Stengel & Co., Dresden. 3008”.
20) Dresda, 30 dicembre 1898: scrive di aver comprato un vestito, il primo vestito da quando si è fidanzata e il primo vestito pagato con i suoi guadagni. Riguardo alla domanda di Ferrari che le chiedeva consiglio su quale macchina da scrivere andasse comperata, pur non essendo certa del tutto, consiglia di comperare la Williams, più costosa ma probabilmente più affidabile.

Estremi cronologici

1 Novembre – 30 Dicembre 1898

Consistenza

31 carte

Collocazione fascicolo

b. 21, fasc. 5
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