David Michel (1966 apr. 20 – 1968 gen. 09)

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Quattordici lettere di Edoardo Weiss al prof. Michel David (1924), italianista, autore de “La Psicoanalisi nella cultura italiana”:
1) Chicago, 20 aprile 1966. Weiss si congratula per quanto David sta facendo per la diffusione della psicoanalisi in Italia; declina la proposta di scrivere l’introduzione alla sua opera, suggerendogli di rivolgersi a Emilio Servadio.
2) Chicago, 1° giugno 1966. Weiss accoglie con interesse l’invito di David a leggere il suo saggio sulla psicoanalisi e a scriverne le proprie impressioni. Comunica che gli avrebbe inviato una serie di pubblicazioni che hanno come oggetto alcune lettere ricevute da Freud sui pazienti in consultazione.
3) Chicago, 22 dicembre 1966. Weiss ringrazia David del volume ricevuto, “La Psicoanalisi nella Cultura Italiana”, riconoscendo in esso un grande contributo alla conoscenza del movimento psicoanalitico in Italia. Chiarisce a David che egli è sempre stato antifascista e che lasciò l’Ospedale psichiatrico di Trieste per non iscriversi al partito fascista. In riferimento all’episodio citato da E. Jones nell’opera “Vita e opere di Sigmund Freud”, su Freud e la dedica a Mussolini, Weiss evidenzia come Freud non potesse sottrarsi alla richiesta della dedica, avanzatagli dal padre della paziente di Weiss, amico di Mussolini, per non mettere in difficoltà Weiss stesso e la giovane Società Psicoanalitica Italiana (SPI). Accenna infine al progetto di pubblicare con M. Grotjahn un libro su Freud e sulla loro corrispondenza riguardo ai pazienti in consultazione.
4) Chicago, 15 gennaio 1967. Weiss esprime grande stima per l’opera di David. Nomina gli psicoanalisti da lui “iniziati” alla psicoanalisi, tra cui E. Servadio, N. Perrotti, R. Merloni, J. Flesher, B. Bazlen, E. Rieti ed altri, mentre tra i suoi pazienti nomina il poeta Umberto Saba. Italo Svevo è stato introdotto alla psicoanalisi indirettamente da Weiss, essendo cognato di un suo condiscepolo del ginnasio a cui aveva parlato di Freud, e non essendosi mai sottoposto ad un trattamento psicoanalitico. Cita Vittorio Benussi e padre Gemelli con cui ha discusso di psicoanalisi, E.Morselli che lo avvicinò per orientarlo sui concetti principali della psicoanalisi. Fornisce una spiegazione della distorsione operata da E. Jones sulla vicenda narratagli da Weiss su Freud e Mussolini: Jones usando incautamente una lettera di Freud a Weiss ha raccontato nella biografia ufficiale di Freud come Weiss fece fare un passo presso Hitler dall’ambasciatore a Vienna per evitare l’esilio dell’ormai anziano scienziato; Weiss invece evidenzia nella lettera come egli non sia mai stato in comunicazione con Mussolini, nè direttamente, nè indirettamente, e non abbia mai creduto che Mussolini fosse intervenuto presso Hitler in protezione di Freud.
5) Chicago, 2 febbraio 1967. Weiss invia a David le fotocopie di tre lettere di Freud, rilevando come la lettera scritta da Freud a E. Morselli sia in contraddizione con la richiesta che Freud espresse a Weiss, di scrivere una recensione sfavorevole sul libro di Morselli (le fotocopie non sono presenti nel fascicolo); Weiss osserva come in questa lettera, Freud probabilmente non volesse rivolgersi rudemente verso Morselli stesso.
6) Chicago, 12 febbraio 1967. Weiss approfondisce l’esperienza e la conoscenza con E. Morselli, il quale poichè stava scrivendo un libro sulla psicoanalisi, si mise in contatto epistolare con Weiss per ottenere informazioni sui principali concetti e sulla terapia. Weiss che cercò di chiarirgli i fondamenti della psicoanalisi rimase molto sorpreso e amareggiato dalla relazione di Morselli al convegno di psichiatria a Trieste e dai contenuti presenti nel libro pubblicato, nei quali attaccò apertamente la psicoanalisi.
7) Chicago, 18 febbraio 1967. Weiss chiarisce nuovamente la distorsione operata da E. Jones della vicenda su Freud e Mussolini, che verrà pubblicata anche nel libro di David.
8) Chicago, 5 marzo 1967. Weiss approfondisce la storia di un suo paziente, Bruno Veneziani, cognato dello scrittore Italo Svevo; accenna ai legami parentali della famiglia Weiss con la famiglia di Svevo, avendo il fratello di Weiss, Ottocaro, sposato la nipote di Svevo.
9) Chicago, 14 aprile 1967. Weiss ringrazia David per aver ricevuto il suo volume “Letteratura e Psicoanalisi”. Gli comunica che la stesura della pubblicazione di Weiss, prevista entro l’anno, sta procedendo.
10) Chicago, 1 maggio 1967. Weiss fornisce un’indicazione bibliografica relativa al paziente Bruno Veneziani. Comunica che è stata rintracciata a Roma la copia del volume di Freud “Warum Krieg?” contenente la dedica a Mussolini. Accenna all’intenzione di pubblicare un articolo su tale episodio, sull’ “International Journal of Psychoanalysis”.
11) Chicago, 2 giugno 1967. Weiss chiede confidenzalmente a David notizie su una sua ex paziente. A David è infatti giunta notizia riguardo alla persona che ha chiesto la dedica per Mussolini: si tratta di Gioacchino Forzano, noto commediografo e amico di Mussolini, la cui figlia era stata in cura da Weiss.
12) Chicago, 9 giugno 1967. Weiss esprime il proprio rammarico e la poca stima verso Bobi Bazlen che rivelò il nome di colui che portò il libro di Freud a Mussolini (Forzano). Ribadisce che l’episodio relativo a Freud e Mussolini sarà spiegato in un articolo che verrà pubblicato sull'”International Journal of Psychoanalysis”. Si sofferma sullo psicoanalista Renè Spitz e su un proprio paziente, menzionato nel libro sull’agorafobia con lo pseudonimo di “Frank”.
13) Chicago, 19 giugno 1967. Weiss chiarisce i rapporti con la principessa di Lampedusa, che non fu in analisi con lui ed entrò a far parte della Società Psicoanalitica Italiana per desiderio di Servadio e/o Perrotti. Esprime il proprio giudizio sui dissidenti di Freud, quali A. Adler e C.G. Jung, e sull’atteggiamento di Freud verso costoro: sebbene Weiss non abbia mai aderito alle teorie di Adler e Jung, riconosce il valore di alcuni loro contributi e la possibilità di una loro integrazione con le teorie freudiane. La grande ostilità di Freud verso questi dissidenti portava invece lo stesso Freud a negare l’importanza di ogni piccolo contributo di questi analisti.
14) Chicago, 9 gennaio 1968. Weiss approfondisce il caso del “paziente Frank” (probabilmente lo stesso Weiss, secondo Accerboni 2009), illustrando l’interpretazione, da questi data, dello scritto freudiano “Un disturbo di memoria sull’Acropoli”, e cioè che Freud stesso fosse stato colto da un episodio agorafobico.

NOTE:
Carta intestata “EDOARDO WEISS, M.D. / 737 North… / Chicago…”

Estremi cronologici

20 Aprile 1966 – 9 Gennaio 1968

Consistenza

27 carte
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