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1) Palermo, 10 febbraio 1976: Accusa ricevuta della lettera del 6 febbraio e lo ringrazia dello sfogo in essa contenuto. La situazione relazionale degli psicologi a Palermo è disastrosa. Dice di non riuscire personalmente a mantenere rapporti con persone mosse da smodate ambizioni di potere che, sotto un apparente accordo, si ingannano reciprocamente per raggiungere obiettivi resi eccessivamente importanti e che, in qualità di ricercatori o chimici, rendono la psicologia una farsa. A prova di questo sta la faccenda dello Xilibio, che conosce poco, per cui non osa esprimersi sulle relative qualità. Sa che, già durante il suo viaggio di ritorno da Bologna a Roma, è stata organizzata una campagna a favore di quella sostanza e che Del Lungo insieme ad altri psicologi meridionali, non siciliani, ne tessevano le lodi. Non sa dire perchè la Russell e altri non abbiano presentato programmi o inviato rinunce, ma sa che si sono verificati "piccoli colpi di Stato" alle riunioni regionali. Tutti sono in altre faccende affaccendati. Dice di trovarsi spesso coinvolta da questi contrasti interni e dalla scarsa capacità collaborativa degli psicologi che le crea tanta umiliazione; spesso pensa che si stiano comportando "come il calzolaio che cammina con le scarpe rotte". Da parecchio tempo riconosce di essere tenuta in disparte e ne intuisce il motivo: il professor Canziani doveva servire solo ai loro scopi, mentre lei, cattedratico con le sue scuole, rappresenta un pericolo. Si guarda bene dal partecipare a convegni o votare, per questo chiede di non essere ritenuta la persona più idonea a dare consigli per la scelta dei membri del consiglio direttivo. Voterà per Cesa Bianchi, per altri accademici indicati nutre perplessità (di certo non voterà Traina) e per i non accademici, perplessità ancora maggiori. Si duole di parlare così, ma il silenzio a volte diventa stupidità. Ama molto la Sicilia e i suoi abitanti, le spiace constatare quanto siano amabili e nello stesso tempo detestabili. Dice di aver ultimato in quei giorni un capitolo, parte di un volume edito dalla Regione e dall'Amministrazione delle attività assistenziali italiane e internazionali (AAI), in merito a un'inchiesta svolta in vari distretti dell'isola. L'analisi l'ha condotta a leggere molti storici della Sicilia che hanno individuato nella divisione della città un danno al suo sviluppo. L'educazione negativa dovuta alla dominazione colonialista e la scarsa unione sono le maggiori cause della loro rovina. All'origine il popolo siciliano era ricco e industrioso come gli altri, poi nessuno si è salvato, neanche gli psicologi. Spera che il prossimo incontro in occasione di congressi o riunioni SIPS sia meno fugace.
Sottoscrizione "Liliana Terrana Riccobono".
Carta intestata: "UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PALERMO".
Contenuto
1 lettera manoscritta della professoressa Liliana Terrana Riccobono (?-1984), direttrice dell'Istituto di psicologia della Facoltà di Magistero di Palermo, a Meschieri:1) Palermo, 10 febbraio 1976: Accusa ricevuta della lettera del 6 febbraio e lo ringrazia dello sfogo in essa contenuto. La situazione relazionale degli psicologi a Palermo è disastrosa. Dice di non riuscire personalmente a mantenere rapporti con persone mosse da smodate ambizioni di potere che, sotto un apparente accordo, si ingannano reciprocamente per raggiungere obiettivi resi eccessivamente importanti e che, in qualità di ricercatori o chimici, rendono la psicologia una farsa. A prova di questo sta la faccenda dello Xilibio, che conosce poco, per cui non osa esprimersi sulle relative qualità. Sa che, già durante il suo viaggio di ritorno da Bologna a Roma, è stata organizzata una campagna a favore di quella sostanza e che Del Lungo insieme ad altri psicologi meridionali, non siciliani, ne tessevano le lodi. Non sa dire perchè la Russell e altri non abbiano presentato programmi o inviato rinunce, ma sa che si sono verificati "piccoli colpi di Stato" alle riunioni regionali. Tutti sono in altre faccende affaccendati. Dice di trovarsi spesso coinvolta da questi contrasti interni e dalla scarsa capacità collaborativa degli psicologi che le crea tanta umiliazione; spesso pensa che si stiano comportando "come il calzolaio che cammina con le scarpe rotte". Da parecchio tempo riconosce di essere tenuta in disparte e ne intuisce il motivo: il professor Canziani doveva servire solo ai loro scopi, mentre lei, cattedratico con le sue scuole, rappresenta un pericolo. Si guarda bene dal partecipare a convegni o votare, per questo chiede di non essere ritenuta la persona più idonea a dare consigli per la scelta dei membri del consiglio direttivo. Voterà per Cesa Bianchi, per altri accademici indicati nutre perplessità (di certo non voterà Traina) e per i non accademici, perplessità ancora maggiori. Si duole di parlare così, ma il silenzio a volte diventa stupidità. Ama molto la Sicilia e i suoi abitanti, le spiace constatare quanto siano amabili e nello stesso tempo detestabili. Dice di aver ultimato in quei giorni un capitolo, parte di un volume edito dalla Regione e dall'Amministrazione delle attività assistenziali italiane e internazionali (AAI), in merito a un'inchiesta svolta in vari distretti dell'isola. L'analisi l'ha condotta a leggere molti storici della Sicilia che hanno individuato nella divisione della città un danno al suo sviluppo. L'educazione negativa dovuta alla dominazione colonialista e la scarsa unione sono le maggiori cause della loro rovina. All'origine il popolo siciliano era ricco e industrioso come gli altri, poi nessuno si è salvato, neanche gli psicologi. Spera che il prossimo incontro in occasione di congressi o riunioni SIPS sia meno fugace.
Sottoscrizione "Liliana Terrana Riccobono".
Carta intestata: "UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PALERMO".